Federico Ferrari

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Federico Ferrari

Federico Ferrari (Milano, 15 settembre 1969[1]) è un filosofo e critico d'arte italiano. È figlio della musicista Laura Alvini e dell'artista Vincenzo Ferrari.

Insegna presso l'Accademia di belle arti di Brera a Milano, dove ricopre le cattedre di Filosofia dell'arte e di Fenomenologia delle arti contemporanee.[1] Nel gennaio 2020 ha fondato, assieme ad Andrea Cortellessa e Riccardo Venturi, la rivista online Antinomie[2].

Pensiero[modifica | modifica wikitesto]

Dopo essersi laureato in Filosofia teoretica sotto l'ègida di Carlo Sini, nei primi anni novanta si è occupato di bioetica. In questo campo, e in particolare sul tema dell'eutanasia, ha individuato nel concetto di extanasia un approccio singolare alle problematiche sollevate dall'idea di una "buona morte" non riducibile né a una strenua difesa della sacralità della vita a qualunque costo né a una manipolazione dei corpi in una logica strettamente medico-scientifica.

In seguito, sulla scia della riflessione svolta da Maurice Blanchot e Jean-Luc Nancy, ha intrapreso dapprima un lavoro di ricerca sul problema di un legame sociale in bilico tra l'esperienza comunitaria e le società atomizzate del mondo globalizzato. Ha, quindi, sviluppato una collaborazione con Jean-Luc Nancy che ha portato, tra il 2000 e il 2021, alla stesura di quattro opere a quattro mani (La pelle delle immagini, Iconografia dell'autore, La fin des fins e Estasi).

A partire dalla fine degli anni novanta, il suo campo di ricerca si è sviluppato maggiormente sui temi dell'immagine e dell'arte, tra l'altro con uno studio di approccio decostruttivo sull'istituzione museale (Lo spazio critico) e del sistema di produzione dell'arte e delle immagini (Il re è nudo). L'insieme del suo lavoro pare essere finalizzato alla creazione di "focolai che, pur non riuscendo appieno ad estirpare la gramigna del capitalismo, esibiscono segnali di viva contestazione 'aristocratica' ed 'anarchica'. Dove aristocrazia vuol dire consapevolezza, responsabilità, libertà, condivisione, etica del fare, progetto (futuro?) dell'arte. E anarchia, dal canto suo, reale contestazione (critica e teorica), indispensabile voce sul destino di un mondo da riconquistare e, via via, decontaminare".[3]. L'approccio metodologico sembra coniugare, quindi, aspetti della decostruzione con elementi della tradizione anarco-individualista[4], nel tentativo di denuncia e sovvertimento dei processi produttivi mistificanti del tardo capitalismo. Più in particolare, la riflessione sull'immagine sembra configurarsi, come ha scritto Marco Belpoliti, come "una lunga riflessione sullo sguardo, su quel particolare tipo di sguardo che possiamo definire 'euristico': che vuole oltrepassare la visibilità manifesta delle cose per raggiungere la visibilità nascosta."[5]

Negli scritti L'Anarca e Oscillazioni, l'elemento aristocratico - per alcuni aspetti anacoretico - sembra radicalizzarsi nel corpo a corpo con il pensiero nichilista e le sue maschere postmoderne, spingendosi, da una parte, verso un esilio dall'attualità alla ricerca di un principio o antiprincipio assoluto (evidente, sotto questo aspetto, l'influenza della figura di Cristina Campo, esplicitamente richiamata dall'autore in un'intervista)[6] e, dall'altra, verso un pensiero autobiografico "la cui limpidezza sconfina nella violenza e della violenza ha l’imperiosa incuranza nei confronti dei compromessi, la tensione verso l’assoluto."[7] In questo modo, il pensatore italiano, pur riprendendo temi affrontati da Heidegger e Jünger, essendo, anzi, "sintonico con quanto asserito da Jünger, ci pare travalicare i confini 'umanisti' propri della visione del mondo del tedesco. Egli si fa latore dell’essenziale esigenza di ripensare il nulla senza cadere nella mistica d’Oriente [...] ponendosi lungo il sentiero inaugurato da Klages e pochi altri"[8](tra i quali, può essere annoverato, in ambito italiano, Andrea Emo, del quale Ferrari, per certi versi, sembra raccogliere l'eredità).

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Curriculum, su accademiadibrera.milano.it. URL consultato il 29 agosto 2016 (archiviato dall'url originale l'11 settembre 2016).
  2. ^ antinomie.it
  3. ^ Antonello Tolve, "Il re nudo. Un nuovo libro di Federico Ferrari", Arskey, 13.09.2011
  4. ^ Giovanni Sessa, "Oscillazioni, il disincanto aristocratico dell’anarca Federico Ferrari", Barbadillo, 03.07.2016
  5. ^ Marco Belpoliti, “Ferrari-Nancy, nient'altro che la pelle”, Alias - il manifesto, VI, n. 15, 2003
  6. ^ Intervista a Federico Ferrari | The Game of Pan Dan, in The Game of Pan Dan, 30 novembre 2015. URL consultato il 4 agosto 2017.
  7. ^ Jonny Costantino, “Distillati di silenzio”, il Primo Amore, 20.05.2016
  8. ^ Giovanni Sessa, "L’Anarca e l’eco della Libertà", Totalità, 10.09.2015

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN33153507 · ISNI (EN0000 0001 0963 6628 · SBN MILV179868 · Europeana agent/base/146566 · LCCN (ENno2003052177 · GND (DE1045682756 · BNF (FRcb13618250v (data) · J9U (ENHE987007461691005171 · NSK (HR000662693 · NDL (ENJA01148658 · WorldCat Identities (ENlccn-no2003052177