Carnallite

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Carnallite
Classificazione Strunz3.BA.10
Formula chimicaKMgCl3·6(H2O)
Proprietà cristallografiche
Gruppo cristallinotrimetrico
Sistema cristallinoortorombico
Classe di simmetriabipiramidale
Parametri di cellaa = 9.56, b = 16.05, c = 22.56
Gruppo puntuale2/m 2/m 2/m
Gruppo spazialePcna
Proprietà fisiche
Densità1,6 g/cm³
Durezza (Mohs)1,5-2,5
Sfaldaturanon si sfalda
Fratturaconcoide
Coloreincolore, bianco, giallastro, rosato, brunastro, verde chiaro
Lucentezzavitrea, grassa sulla frattura
Opacitàtraslucida
Strisciobianco
Diffusioneabbondante
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale

La carnallite è un minerale, un cloruro idrato di potassio e magnesio.

Il nome deriva da Rudolph von Carnall (9 febbraio 1804 - 17 novembre 1874), un ingegnere minerario tedesco.[1]

Descritta per la prima volta da Heinrich Rose (1795-1864), un mineralogista tedesco.[2]

Abito cristallino[modifica | modifica wikitesto]

Lamine spesse, bipiramidali, pseudoesagonali.

Origine e giacitura[modifica | modifica wikitesto]

L'origine è nei depositi di sale marino e nei laghi salati[3]. Ha paragenesi con kieserite, anidrite, silvite, salgemma e polialite.[1]

Forma in cui si presenta in natura[modifica | modifica wikitesto]

Raramente in cristalli pseudoesagonali, più spesso in masse granulari compatte e fibrose biancastre e rossastre[3].

Caratteri fisico-chimici[modifica | modifica wikitesto]

Ha sapore amaro.[1] È facilmente solubile in acqua e deliquescente.[3] Fonde facilmente e colora la fiamma in violetto.[1] Poiché è igroscopica, va conservata in contenitori chiusi.[3] È anche fluorescente.[1]

Località di ritrovamento[modifica | modifica wikitesto]

In Europa i principali giacimenti si trovano:[3]

Nel mondo abbiamo:

Utilizzi[modifica | modifica wikitesto]

È uno dei principali minerali di potassio e come tale viene largamente impiegata nell'industria dei composti di questo elemento e soprattutto nei fertilizzanti. Talora può essere fonte preziosa di altri elementi, tra cui il bromo,[3] che in generale è sempre contenuto in piccole quantità (circa lo 0,2%) in sostituzione del cloro. Più raramente è stata sfruttata per l'estrazione del rubidio e del cesio, che sono anch'essi contenuti in tracce al posto del potassio.

La concentrazione di tutti questi elementi, per ripetute cristallizzazioni della carnallite, non è tuttavia difficile, soprattutto per il bromo, che si concentra rapidamente nelle acque madri. Un tempo, a causa dell'impossibilità di usarla a scopo alimentare, a differenza del salgemma, veniva considerata materiale di rifiuto nelle miniere di sale e quindi scartata.[senza fonte]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e CARNALLITE (Hydrated Potassium Magnesium Chloride), su galleries.com. URL consultato l'8 settembre 2021.
  2. ^ http://rruff.info/doclib/hom/carnallite.pdf
  3. ^ a b c d e f Carlo Maria Gramaccioli, Carnalite in I minerali dalla A alla Z vol. I, pag 207, 1988 Alberto Peruzzo Editore

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • carnallite (PDF), su rruff.info.
  • Mineralogia - Cornelis Klein - Zanichelli (2004)
  • Le rocce e i loro costituenti - Morbidelli - Ed. Bardi (2005)
  • Minerali e Rocce - De Agostini Novara (1962)
  • Guida al riconoscimento dei minerali - Borelli e Cipriani - Mondadori (1987)
  • Atlante delle rocce magmatiche e delle loro tessiture - Mackenzie, Donaldson e Guilford - Zanichelli (1990)
  • Atlante delle rocce sedimentarie al microscopio - Adams, Mackenzie e Guilford - Zanichelli (1988)
  • I minerali d'Italia - SAGDOS - 1978
  • Minerali e Rocce - Corsini e Turi - Enciclopedie Pratiche Sansoni (1965)

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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