Živa Kraus

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Živa Kraus fotografata da Paolo Monti a Venezia, 1981

Živa Kraus (Zagabria, 4 ottobre 1945) è una pittrice e gallerista croata naturalizzata italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlia di Ivo Kraus e Herma Delpin, nasce a Zagabria insieme al fratello gemello Ognjen Kraus.[1] La madre Herma, medico, fu Ministro della Salute, mentre il padre Ivo, avvocato e procuratore, fu uno dei primi presidenti delle gallerie d'arte contemporanea della città, oggi Museo d'arte contemporanea di Zagabria. A soli 16 anni, Živa si reca per la prima volta in viaggio da sola con il fratello Ognjen in Italia, dove matura l'esperienza dell'Europa.[2]

«Ognuno può avere la sua memoria su Venezia, o un diario, ma questa è un'altra cosa. La bellezza di Venezia è in Venezia stessa, un'armonia con la natura e con il cosmo. La bellezza nell'opera dell'artista è lui che la deve creare, è attraverso di lui che deve passare l'addizione di una nuova armonia, Venezia non ci può dare la sua bellezza. Io guardo sempre Venezia da sopra e da sotto e la vivo come la cima in luce di una piramide che di fatto è sott'acqua.[3]»

Famiglia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia Kraus è originaria della Boemia e Moravia nell'odierna Repubblica Ceca, e si trasferisce in Croazia durante l'Impero austro-ungarico. Il nonno paterno Josip nasce a Daruvar da Ignacs Krausz e Berta Herrnheiser; la nonna paterna, Ruža, nasce a Bjelovar da Samuel Schwarz e Nanete Löwy. Si trasferiscono a Zagabria nel 1906, quando Josip Kraus diventa segretario generale della compagnia di assicurazione Merkur, stabilendone la sede a Zagabria[4]. È per iniziativa di Josip Kraus che viene costruita la casa di cura Merkur, inaugurata nel 1928, e grazie alla moglie Ruža la creazione del cinema-teatro Urania nel 1918. Durante la seconda guerra mondiale la nonna con il figlio Ivo, padre di Ziva, cercano rifugio dalle persecuzioni nazismo e ustascia in Italia, senza il nonno ormai morto nel 1934. In Italia Ivo viene internato, fino alla firma dell'armistizio nel 1943, quando riesce a spostarsi in Svizzera. Qui conosce Herma Delpin, futura madre di Ziva, arrestata nei pressi di Lubiana e trasferita in Italia e quindi in Svizzera nei pressi del Lago Lemano[5]. Dopo la guerra Ivo ed Herma Kraus ritornano a Zagabria. È Ivo Kraus a trovare tra le rovine della sinagoga di Zagabria, distrutta nel 1941 dalle autorità fasciste, la colonna dell'altare, ora conservata presso la Comunità ebraica di Zagabria.[6]

Attività artistica[modifica | modifica wikitesto]

Studia pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Zagabria con il prof. Raul Goldoni e partecipa alle prime mostre già nel 1969, organizzando le prime personali nel 1972 presso Studio Galerije Forum di Zagabria e poi nel 1975 alla Galleria Il Canale di Venezia. Poco più che ventenne, infatti, alla fine del 1971 si trasferisce a Venezia e continua gli studi di specializzazione in Scenografia presso la locale Accademia di Belle Arti. In città incontra Peggy Guggenheim che la vuole come sua assistente per la Peggy Guggenheim Collection, ormai uno dei più importanti musei sull'arte europea e americana della prima metà del XX secolo in Italia. Anche la Galleria del Cavallino fondata da Carlo Cardazzo la volle come assistente.

Nel 1965 partecipa al film Intima per la televisione croata (Televizija Zagreb), regia di Ante Peterlić (1936-2007), musiche di Miljenko Prohaska (1925), sceneggiatura di Mario Perusina (1934)[7], avvicinandosi giovanissima alla strumentazione che gli artisti fecero poi negli anni settanta della pellicola. «Certo film e video d'artista - come l'uso della fotografia - oggi vengono visti come esperienze tipiche di quel periodo, ma all'epoca in realtà erano portati avanti da un ridottissimo numero di artisti e di gallerie o istituzioni culturali».

Campo del Ghetto Nuovo a Venezia

In Italia entra in contatto a Firenze con Art/tapes/22 di Maria Gloria Bicocchi[8] e a Venezia con la Galleria del Cavallino dove Paolo Cardazzo, lui stesso autore di video, dà l'opportunità di lavorare con questo strumento non solo ad un gruppo di artisti locali, ma anche ad altri provenienti da più parti d'Europa oltre che dalla vicina ex-Jugoslavia: un circuito internazionale ma abbastanza ristretto e al contempo non omogeneo.[9]

Nel clima vivace della Venezia dei primi anni settanta, la Galleria del Cavallino si dota di un centro di produzione per la nuova rivoluzionaria tecnica artistica della videoarte: Il Cavallino, fondato da Carlo Cardazzo nel 1942, è fra i pochissimi centri di produzione a scommettere sull'importanza del video, insieme ad Art Tapes 22 di Bicocchi e al Centro di Videoarte di Palazzo dei Diamanti diretto da Lola Bonora. In sette anni, dal 1974 al 1981, la galleria veneziana, in collaborazione con artisti internazionali, realizza un centinaio di video, presentati nelle più importanti rassegne mondiali.[10]

Nel 1978 è curatrice del catalogo della XXXVIII Esposizione internazionale d'arte alla Biennale di Venezia (2 luglio-15 ottobre 1978) dal titolo Dalla natura all'arte, dall'arte alla natura, per la cui direzione il presidente Carlo Ripa di Meana aveva incaricato Luigi Scarpa. Il tema della 38. Biennale precorreva le tematiche ambientaliste e prendeva spunto da una citazione di Kandinskij: «grande astrazione, grande realismo»; la mostra del padiglione centrale fu curata da Achille Bonito Oliva e presentò sei "stazioni" con dipinti di Kandinskij, Mondrian, de Chirico, Boccioni, Rauschenberg, Braque, Duchamp, Picasso.[11]

Nel 1979 ha fondato IKONA PHOTO GALLERY e nel 1989 IKONA VENEZIA International School of Photography: nata a Ponte di San Moisè (San Marco 2084), approdata nel 2003 in Campo del Ghetto Nuovo (Cannaregio 2909) e iterata in molteplici sedi veneziane.[12]

Contemporaneamente – dal 1982 al 1991 – è stata direttrice artistica della Galerija Sebastian, con sedi a Dubrovnik, Belgrado e Varaždin, organizzando più di duecento mostre di arti visive e fotografia di massimi artisti jugoslavi e internazionali.

Mostre[modifica | modifica wikitesto]

Il 7 settembre 2010 è stata inaugurata una mostra personale dal titolo Invisible Interior, con una selezione di opere pittoriche dell'artista, dopo molti anni dalle ultime esposizioni. In questa mostra sono state raccolte opere a pastello realizzate tra il 1972 e il 2010 che risvelano l'interiorità invisibile di Kraus pittrice, la quale «costruisce i suoi paesaggi con l'aiuto di colori resistenti alla prova del tempo lasciando a noi la scoperta di aspetti sempre nuovi e diversi [...] un "luogo di pace” dove non c'è un colore che domina sugli altri» (V. Buzančić, 1972).

«Sono venuta a Venezia come straniera e ho accettato di esserlo. So benissimo di essere come una comparsa sul palcoscenico, una che passa, magari sempre uguale. Io vorrei essere invisibile ma per fortuna sono nel movimento. Anche la mia pittura è tutta nel pastello, nel pigmento fragile, mobile...[3]»

Kraus è un'artista complessa ma “immediata”, che fa a meno dei simboli, o meglio – come ha scritto Alberto Moravia – è «una realista dell'invisibile, capace di fornirci la realtà dell'energia desiderante» attraverso la vitalità dei colori, la matericità del pastello, i contrasti di pieni e vuoti che fanno della pittura astratta di Živa Kraus la rappresentazione universale delle nostre emozioni. È un processo di scavo e semplificazione, di purezza esistenziale che in una forma molto alta di dialettica si apre all'esistenza, alla società e alla vita. Una riflessione poetica che pervade la tela e scaturisce pura e fluida dalla mano, e che forse non riusciremmo a comprendere del tutto se non tenessimo a mente che «per concepire e comprendere le bellezze nuove di un quadro moderno bisogna che l'anima ridiventi pura» (Manifesto tecnico dei pittori futuristi, 1910).[13]

Ikona Gallery[modifica | modifica wikitesto]

Živa Kraus nella sua galleria Ikona

A seguito della clamorosa esperienza di Venezia '79. La fotografia, kermesse della fotografia mondiale organizzata dal Comune di Venezia in collaborazione con International Center of Photography di New York, a quel tempo diretto da Cornell Capa, vennero realizzate le prime esposizioni fotografiche, con un intento esaustivo d'indagine filologica. Živa Kraus fonda a Venezia al ponte di San Moisè Ikona Photo Gallery che raccoglie e continua il processo culturale attraverso la collaborazione del Museo Fortuny, delegato a organizzare rassegne fotografiche, da quelle ottocentesche alle esperienze dell'avanguardia, per avviare anche in Italia una nuova fotografia, tra minimalismo e postmodernismo.

«Già prima di Ikona ci sono state mostre di fotografia nelle Biennali. Il mio lavoro è diverso perché dal primo giorno fino a oggi ho sempre soddisfatto il criterio del massimo valore dell'immagine, del concetto di mostra e soprattutto la continuità. Fin dalla prima mostra, già dal nome della galleria, dalla scelta degli autori, c'era la premessa che non si trattava di una festa, di uno spettacolo. Ho scelto di creare una galleria di fotografia perché non c'era niente di simile a Venezia. La galleria è uno spazio tipico per una città, una vetrina, un punto di raccordo interno/esterno, come avviene per la crescita di una persona che porta il suo sguardo all'esterno per poi esistere nell'interno. Ma a Venezia, questo fatto di vivere la città attraverso anche il dialogo con le persone non esiste.[3]»

Mostre[modifica | modifica wikitesto]

È stata collaboratrice e curatrice nell'ambito delle Biennali di Venezia e curatrice di mostre dedicate spesso ad artisti dell'ex Jugoslavia. Ha presentato workshop e antologie dei massimi fotografi mondiali a Venezia presso Ikona Venezia e nella galleria Sebastian di Dubrovnik, da Gisèle Freund a Helmut Newton, da Berenice Abbott a Paolo Monti, da Gabriele Basilico e Gianni Berengo Gardin a Giorgia Fiorio. Ha organizzato eventi artistici di alto profilo a Mantova, Firenze, Roma, Parigi, Londra, New York.

A Venezia con Ikona Gallery ha occupato vari spazi cittadini (ponte di San Moisè, Palazzo Fortuny, Palazzo Mocenigo, Chiesa di San Samuele, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, Fondazione Querini-Stampalia, Palazzo Vendramin Calergi, ex Granai della Repubblica alle Zitelle, Magazzini del Sale, Porto di Venezia, Campo della Salute) prima di stabilizzarsi nel 2003 in Campo del Ghetto Nuovo.

Ha curato mostre tematiche e interdisciplinari sia in Italia sia all'estero, tra cui:

William Klein
Felice Beato, 1870 ca.

Programma dal 1979 al 2019[modifica | modifica wikitesto]

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Nel maggio 2010 Živa Kraus è stata invitata in Iran dalla neonata Sareban Gallery di Teheran, per l'inaugurazione della mostra di famosi artisti iraniani quali Ehsaii, Taha Behbahani e Marco Garigurian. In questa occasione i giornali iraniani hanno riportato con grande enfasi il giudizio dato dalla gallerista sull'arte iraniana: «Ho visto opere d'arte che contengono il simbolismo orientale, altre con un appeal globale soprattutto rispetto alla pittura calligrafica», «credo che se in Europa e in America non si conosce l'arte iraniana, è perché gli iraniani non hanno presentato correttamente la propria arte». «Artisti iraniani e gallerie non sono ben collegati con i mercati europei e sulle riviste d'arte specializzata non sono mai pubblicati articoli».[14]

Il 30 settembre 2010 a Roma Živa Kraus ha presenziato alla conferenza stampa, presso la sede della Regione Marche, del concorso Sustainable living in changing economy, primo concorso fotografico nazionale che parte dalle Marche e da Ancona con la finalità di informare, sensibilizzare e promuovere i temi della transizione energetica e dei processi innovativi indotti dall'economia verde. La giuria è composta da Živa Kraus stessa, Gianni Berengo Gardin, Enzo Carli e Antonio Cianciullo[15].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (HR) Sinagoga - simbol sudbine zagrebačkih Židova, by Snješka Kneževi Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.
  2. ^ (HR) Živa Kraus, slikarica i galeristica. Zagrebačka galeristica u Veneciji, by Janja Franko. Globus 03.07.2009
  3. ^ a b c Da Zagabria a Venezia: le immagini di Živa Kraus, di Loredana Bolzan. Quaderni di Insula, n. 18, a. 2004.
  4. ^ Gradnju sanatorija Merkur u Zajčevoj ulici inicirao je publicist i tajnik Hrvatskog trgovačkog društva Merkur Josip Kraus
  5. ^ (HR) Plamenko Cvitić, Ognjen Kraus - život dan medicini i židovskoj tradiciji [Ognjen Kraus - life dedicated to medicine and jewish tradition], Nacional, 3 aprile 2006. URL consultato il 26 maggio 2012 (archiviato il 7 luglio 2012).
  6. ^ (HR) Robert Bajruši, Marina Biluš e Viktor Zahtila, Židovi koji su izgradili moderni Zagreb [Jews who built modern Zagreb], su nacional.hr, n. 483, Nacional, 15 febbraio 2005. URL consultato il 4 luglio 2012 (archiviato il 4 luglio 2012).
  7. ^ (EN) Intima (1965), b/w, Jugoslavia-Televizija Zagreb /
  8. ^ Maria Gloria Bicocchi, Tra Firenze e Santa Teresa dentro le quinte dell'arte ('73/'87). Art/tapes/22, ed. Il Cavallino, Venezia 2003, su issuu.com. URL consultato il 5 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2012).
  9. ^ Film e video d'artista anni '70, esposizione presso AR.RI.VI. - Archivio Ricerca Visiva, Via Botticelli 8/a Milano (1º dicembre 2009 - 28 febbraio 2010) [1] Archiviato il 16 febbraio 2016 in Internet Archive.
  10. ^ I video del Cavallino. Tavola rotonda sulle esperienze video italiane degli anni '70 [2] Archiviato il 24 settembre 2010 in Internet Archive.
  11. ^ (ITEN) La Biennale di Venezia - Gli anni Settanta [3]
  12. ^ Da Zagabria a Venezia: le immagini di Živa Kraus / intervista di Loredana Bolzan http://www.insula.it/images/pdf/resource/quadernipdf/Q18-15.pdf
  13. ^ (ITEN) Dal comunicato stampa della mostra. [4]
  14. ^ (EN) Iranian art should shout Persian to steal the limelight: Italian expert, Tehran Times, Sunday, May 30, 2010 [5]
  15. ^ Comunicato Stampa del concorso Sustainable living in changing economy, 12 marzo 2011 [6]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Živa Kraus, artista

  • Živa Kraus, catalogo della mostra, testo di Vlado Buzancic, Galerija Forum, Zagreb 1972
  • Živa Kraus, catalogo della mostra, testo di Mariateresa Fiocco, Galleria Il Canale, Venezia 1975
  • Živa Kraus, catalogo della mostra, testo di Zeljko Sabol, Galerija Forum, Zagreb 1975
  • Živa Kraus, Pastels et dessins, catalogo della mostra, testo di Federico Bondi, Galerie Numaga, Auvernier 1977
  • Živa Kraus, catalogo della mostra, testi di Alberto Moravia e Tonko Maroevic, Galerija Forum, Zagreb 1979
  • Živa Kraus, catalogo della mostra, testo di Vlado Buzancic, HDLUZ, Zagreb 1988
  • Živa Kraus - razgovor nakon posljednje zagrebačke izložbe, intervista di Nataša Jovičić, in "Život umjetnosti" n. 47, Zegreb 1990 [7][collegamento interrotto]
  • Maria Gloria Bicocchi, Art/tapes/22. Tra Firenze e Santa Teresa dentro le quinte dell'arte ('73/'87), ed. Il Cavallino, Venezia 2003, ISBN 88-85664-20-2
  • Da Zagabria a Venezia: le immagini di Živa Kraus, intervista di Loredana Bolzan in «Quaderni di Insula», n. 18, 2004, pp. 87-91
  • Videotapes del Cavallino, a cura di Dino Marangon, Cavallino Edizioni d'arte, Venezia 2005, ISBN 88-85664-17-2
  • Barbara Sternthal, Wie man Venezianer wird. Der Traum vom Leben in der Serenissima, Carinthia Verlag, Wien 2010, ISBN 978-3-85378-671-0
  • EWVA European Women’s Video Art in the 70s and 80s, a cura di Laura Leuzzi, Elaine Shemilt, Stephen Partridge, John Libbey Publishing Ltd, New Barnet, 2019

Živa Kraus, altri progetti

  • Progetto di intervento urbano, Ladislav Barisic e Paolo Cardazzo, catalogo dell'incontro Motovun 1974, Cavallino Edizioni d'Arte, Venezia 1974
  • Identitat = Identità, a cura di Marija Ivetic e Paolo Cardazzo, catalogo della mostra, Cavallino Edizioni d'Arte, Venezia 1975
  • La Biennale di Venezia 1978. Dalla natura all'arte, dall'arte alla natura, a cura di Živa Kraus, catalogo della mostra, La Biennale di Venezia, Venezia 1978
  • Venezia. Collezione Naya, a cura di Živa Kraus e Italo Zannier, introduzione di Alberto Moravia, testi di Italo Zannier e Vittorio Sgarbi, ed. Böhm, Venezia 1981
  • Design // Piero Mainardis de Campo, Mathilde Terzuoli Marcello, a cura di Živa Kraus, catalogo della mostra, ed. Venice Design, Venezia 1980
  • Fotografia e danza, a cura di Živa Kraus, catalogo della mostra, testo di Carole Naggar, Comune di Venezia, Venezia 1981
  • John Batho. Il colore e il suo luogo, a cura di Živa Kraus, testi di Paolo Costantini, Carole Naggar, Vittorio Sgarbi, ed. Alinari, Firenze 1987
  • Arte italiana del dopoguerra dai musei Guggenheim / Postwar Italian Art from the Guggenheim Museums, catalogo della mostra, testi di Philip Rylands e Fred Licht, ed. Marsilio, Venezia 1988
  • Fotografie di Ikona Gallery, a cura di Živa Kraus, catalogo della mostra, testo di Italo Zannier, Fondazione Querini-Stampalia, Venezia 1989
  • Elio Montanari. Arte Fotografia Venezia, testi di Pier Giovanni Castagnoli e Italo Zannier, con la collaborazione di Živa Kraus, Studio d'Arte Barnabò, Venezia 1991
  • Ida Cadorin Barbarigo: opere recenti, a cura di Živa Kraus, catalogo della mostra, testo di Jill Lloyd, ed. Grafiche Antiga, Cornuda 2002
  • Jan Fabre. Anthropology of a planet, a cura di Giacinto Di Pietrantonio, catalogo della mostra, 52. Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia, ed. Linda and Guy Pieters, Venezia 2007
  • Peggy Guggenheim in Photographs, a cura di Živa Kraus, testi di Richard Armstrong, Philip Rylands, Živa Kraus, catalogo della mostra, ed. Solomon R. Guggenheim Foundation, New York 2016

Ikona Gallery

  • Fotografia e danza, a cura di Živa Kraus, catalogo della mostra, testo di Carole Naggar, Comune di Venezia, Venezia 1981
  • Rosalind Solomon, a cura di Živa Kraus, catalogo della mostra, testo di Ljerka Mifka, ed. Ikona Photo Gallery, Venezia 1982
  • Dino Pedrali, a cura di Živa Kraus, catalogo della mostra, con un'intervista di Alberto Moravia, ed. Ikona Photo Gallery, Venezia 1982
  • Antonio e Felice Beato, a cura di Živa Kraus, catalogo della mostra, testo di Italo Zannier, ed. Ikona Photo Gallery, Venezia 1983
  • Chuck Freedman, a cura di Živa Kraus, catalogo della mostra, testo di Lisette Model, ed. Ikona Photo Gallery, Venezia 1983
  • John Batho, a cura di Živa Kraus, catalogo della mostra, testo di Paolo Costantini, ed. Ikona Photo Gallery, Venezia 1983
  • Models - New York City. Lisette Model e Evsa Model. Fotografia e pittura, a cura di Živa Kraus, catalogo della mostra, testi di Živa Kraus, Irina Subotic, Berenice Abbott e Sidney Janis, ed. Ikona Gallery, Venezia 1984
  • Michele Alassio e Paolo Monti, a cura di Živa Kraus, catalogo della mostra, testi di Franco Bonilauri e Vittorio Sgarbi, ed. Ikona Gallery, Venezia 1985
  • Berenice Abbott, a cura di Živa Kraus, catalogo della mostra, testi di Berenice Abbott, Leslie George Katz ed Elisabeth Mc Causland, ed. Ikona Gallery, Venezia 1986
  • Piero Dorazio, a cura di Živa Kraus, catalogo della mostra, testi di Philip Rylands e Vittorio Sgarbi, ed. Ikona Gallery, Venezia 1986
  • Fotografie di Ikona Gallery, a cura di Živa Kraus, catalogo della mostra, testo di Italo Zannier, Fondazione Querini-Stampalia, Venezia 1989
  • Persona: artisti della Jugoslavia (1921-1991), a cura di Živa Kraus, testi di Dieter Rônthe e Tonko Maroević, ed. Ikona Gallery, Venezia 1991
  • Jilije Knifer Meander, a cura di Živa Kraus, testo di Zvonimir Makovic, ed. Ikona Gallery, Venezia 1997
  • Marino Tartaglia paintings, 1894-1984, a cura di Živa Kraus, testo di Tonko Maroevic, ed. Ikona Gallery, Venezia 1997
  • Ilija Bosilj. Magazzini del sale, a cura di Živa Kraus, catalogo della mostra, testo di Jesa Denegri, ed. Ikona Gallery, Venezia 1998
  • Ida Barbarigo. Alle Zattere 1962-1966, a cura di Živa Kraus, catalogo della mostra, testo di Giuseppina Dal Canton, ed. Ikona Gallery, Venezia 1998
  • Ida Barbarigo. La cerchia di Saturno e la dimora di Dioniso, a cura di Živa Kraus, catalogo della mostra, testo di Riccardo Held, ed. Ikona Gallery, Venezia 1999
  • Ida Cadorin Barbarigo. Guardando guardando, a cura di Živa Kraus, catalogo della mostra, testo di Luca Massimo Barbero, ed. Ikona Gallery, Venezia 2001
  • Bruce Davidson. Porto di New York, a cura di Živa Kraus, testo di Giovanni Chiaramonte, ed. Ikona Gallery, Venezia 2002
  • Nina Maric, GPS-Global Positions: Sights, catalogo della mostra, saggio di Donald Kuspit, ed. Ikona Gallery, Venezia 2003
  • Lorenzo Casali. Traguardo, a cura di Živa Kraus e Giuliano Sergio, catalogo della mostra, ed. Ikona Gallery, Venezia 2008
  • Daniele Duca. Exposed, a cura di Živa Kraus, catalogo della mostra, testo di Enzo Carli, ed. Ikona Gallery, Venezia 2009; Enzo Carli, Archeologia dei sentimenti, testi di Jean Claude Lemagny, Armando Ginesi, ed Ikona Gallery, Venezia 2009
  • Fotografia e Memoria. Photography and Memory, a cura di Živa Kraus e Lorenzo Pieresca, catalogo della mostra, testi di Shaul Bassi, Paola Mortara, Gadi Luzzatto Voghera, ed. Biblioteca Archivio Renato Maestro/Ikona Gallery, Venezia 2010, ISBN 978-88-904754-0-5; Giorgio Cutini. Roma duemiladieci, testi di Gabriele Perretta, Enzo Carli, Gilberto Marconi. ed. Ikona Gallery, Venezia 2010
  • Modi. Les Possibles, catalogo della mostra, foto di Modi, testi di Gabriel Bauret, ed. Ikona Gallery, Venezia 2011; Luigi Viola. Kaddish, testo di Luigi Viola, ed. Ikona Gallery, Venezia 2011.
  • Hot & Cold, foto di Daniele Duca, testo di Enzo Carli, ed. Ikona Gallery, Venezia 2012
  • Una regione e i suoi Campi, a cura di Giuseppe Morgese e Daniele Duca, prefazione di Riccardo Di Segni, testo di Marco Severini, ed. Ikona Gallery, Venezia 2014. ISBN 978-88-909472-0-9.
  • Essenze di Parigi, in "Ikona folio" n.1 a.2014, a cura di Živa Kraus e Matteo Gardonio Ducrocq, ed. Ikona Gallery, Venezia 2014.
  • Ugo Carmeni, Flood, a cura di Živa Kraus, testo di Matteo Gardonio Ducrocq ed Ikona Gallery, Venezia, 2015
  • Paolo di Capua, Piante notturne, a cura di Živa Kraus ed. "ikona folio" n.2, Venezia, 2015
  • Yael Toren, The and | 4 Animations, a cura di Živa Kraus testo di Tali Tamir, ed Ikona Gallery, 2016
  • Peggy Guggenheim in Photograps, a cura di Živa Kraus testi di Richard Armstrong, Philip Rylands, Živa Kraus ed. The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York, 2016
  • Chuck Freedman Glass, a cura di Živa Kraus testo di Alan Jones ed. Ikona Gallery 2017
  • Elena Veronese, Hospital Poetry, catalogo della mostra a cura di Živa Kraus, testo di Anđelko Mihanović, Ikona Gallery, Venezia 2018
  • Damir Fabijanić, photography, Ljubo Ivančić, drawing, Memory for the the Future. The Villa of Dubrovnik, catalogo della mostra a cura di Živa Kraus, testo di Anđelko Mihanović, Ikona Gallery, Venezia 2019

Altre pubblicazioni

  • Lisette Model fonds, The National Gallery of Canada - Library and Archives [8]
  • Herma Kraus-Delpin, Veca uloga i siri zadaci Saveza drustava Nasa djeca, in "Savez drustava Nasa djeca SR Hrvatske", Republicka konferencija, Zagreb 1980
  • Dijete - subjekt drustvenog razvoja, testi di Herma Delpin Kraus ed Emil Paravina, in "Savez drustava Nasa djeca SR Hrvatske", Zagreb 1982
  • 19. zagrebacki salon. Situacija, prijedlog, tribina, Zagreb 1984
  • Herma Delpin Kraus, Dodjela priznanja prigodom 40-godisnjice UNICEF-a, Zagreb 1987

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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