We Can't Stop

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We Can't Stop
singolo discografico
Screenshot tratto dal video del brano
ArtistaMiley Cyrus
Pubblicazione3 giugno 2013
Durata3:52
Album di provenienzaBangerz
GenereContemporary R&B[1]
Elettropop[2][3]
EtichettaRCA
ProduttoreMike Will Made It, P-Nasty, Rock City
Registrazione2013
FormatiCD, download digitale, streaming
Certificazioni
Dischi d'oroBandiera dell'Austria Austria[4]
(vendite: 15 000+)
Bandiera della Germania Germania[5]
(vendite: 150 000+)
Bandiera della Svizzera Svizzera[6]
(vendite: 15 000+)
Dischi di platinoBandiera dell'Australia Australia (5)[7]
(vendite: 350 000+)
Bandiera del Canada Canada (4)[8]
(vendite: 320 000+)
Bandiera della Danimarca Danimarca[9]
(vendite: 30 000+)
Bandiera dell'Italia Italia[10]
(vendite: 30 000+)
Bandiera del Messico Messico[11]
(vendite: 60 000+)
Bandiera della Norvegia Norvegia (7)[12]
(vendite: 420 000+)
Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda[13]
(vendite: 15 000+)
Bandiera del Regno Unito Regno Unito (2)[14]
(vendite: 1 200 000+)
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti (8)[15]
(vendite: 8 000 000+)
Bandiera della Svezia Svezia (3)[16]
(vendite: 120 000+)
Dischi di diamanteBandiera del Brasile Brasile (2)[17]
(vendite: 320 000+)
Miley Cyrus - cronologia
Singolo precedente
(2013)
Singolo successivo
(2013)
Logo
Logo del disco We Can't Stop
Logo del disco We Can't Stop

We Can't Stop è un singolo della cantante statunitense Miley Cyrus, pubblicato il 3 giugno 2013 come primo estratto dal quarto album in studio Bangerz.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il brano è stato scritto dalla stessa Miley Cyrus insieme a Mike L. Williams II, Timothy Thomas, Pierre Slaughter, Ricky Walter, Theron Thomas e Douglas Davis ed è stato presentato per la prima volta dal vivo in occasione degli MTV Video Music Awards 2013. Nel ritornello sono presenti delle interpolazioni tratte dai brani La Di Da Di di Doug E. Fresh e Slick Rick del 1985 e We Run Things di Flourgon del 1988.[18] Il singolo ha riscosso un buon successo mondiale arrivando alla numero uno nelle classifiche in Nuova Zelanda e Regno Unito e alla numero due negli Stati Uniti d'America.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

In seguito al suo lancio, il brano ha ricevuto recensioni contrastanti dai critici. Sam Lansky da Idolator ha dato al brano una recensione positiva e ha affermato che "non somiglia a nessun'altra cosa in radio" e che nonostante sia un "brano strano", "c'è un qualcosa di favolosamente brillo; sembra una quintessenza della California. Il tutto sembra solo strano, e piuttosto intrigante".[19] Adam Carlson dall'Entertainment Weekly ha dichiarato che il brano è "vivace, stupido e (oserei?) contagioso - come Kesha in Benadryl".[20] Lyndsey Parker da Yahoo! Musica ha definito il brano "un seguito adulto a Party in the U.S.A.. Miley sta solo festeggiando un po' di più ora".[21] Il The Wall Street Journal ha affermato che il brano è "orecchiabile, come in una specie di piacere proibito".[22] Jon Dolan dal Rolling Stone ha dato al brano 2 stelle su 5 affermando che "Miley Cyrus che prova a sbancare nelle discoteche è incantevole, ma c'è ancora un po' troppa Disney nella sua voce per sfondare in pista. Il testo - "non capisci che la vita è nostra?" - sarebbe un'affermazione eccentrica per una qualsiasi cantante".[23]

Miley Cyrus è stata contestata per aver alluso in alcuni spunti del testo al consumo della cocaina come forma di divertimento e benessere.

Video musicale[modifica | modifica wikitesto]

Il videoclip, diretto da Diane Martel e filmato a Los Angeles nell'ultima settimana di maggio 2013, è stato presentato il 19 giugno 2013.[24] Il video ripercorre le tappe di una stravagante festa che Miley Cyrus ha organizzato in una dimora trasandata. Si apre con Miley che si sistema una griglia dorata sui denti e si prepara a festeggiare con i ragazzi. La ragazza si diverte a schiaffeggiare il fondoschiena delle amiche e fa twerk, una forma di ballo che mima l'amplesso sessuale e per la quale è stata contestata, con donne afroamericane. I suoi amici invece se la spassano: formano un teschio con le patatine fritte, masticano panini con i soldi, arrostiscono i marshmallow, si affettano le dita della mano con un coltello facendo schizzare sangue rosa; Miley stessa emula un amplesso saffico con una Barbie enorme che bacia appassionatamente in piscina. Si susseguono scene in cui i ragazzi festanti si calpestano a vicenda.

Il video è stato sommerso da visite in pochi giorni divenendo il video più veloce della rete ad aver superato le 100 milioni di visite.

Mashable lo ha definito una «miscela di un video di Sky Ferreira e del video Just Dance di Lady Gaga infusa con la nuova immagine di Miley Cyrus».[25] James Montgomery da MTV ha affermato che il video rimanda a «Dirrty di Christina Aguilera e Criminal di Fiona Apple, per non menzionare l'eccesso di color caramello di cineasti come Harmony Korine e Gregg Araki».[26] The Washington Post ha dichiarato che le scene richiamano «le puntate di Girls mescolate a Rita Ora e Chanel West Coast».[27]

Il video ha ricevuto recensioni tiepide. La redattrice Bonnie Fuller dal The Huffington Post ha definito il video «molto sofisticato», «l'apogeo di una strategia ben ponderata e di un cambiamento di immagine». Ha anche lodato Miley Cyrus per il messaggio che lancia in «una celebrazione della libertà».[28] Billboard ha dato una recensione positiva al video definendolo «folle» e affermando che è «fantasiosamente sconnesso e volontariamente provocatorio; bisogna semplicemente guardarlo per crederci».[29] Us Weekly lo ha definito «scandaloso», «perverso» e «surreale».[30] USA Today ha dichiarato che il video è «tutto sommato una strategia bizzarra e interessante ma molto probabilmente disperata della star di talento».[31] Il video ha ricevuto tre nomination agli MTV Video Music Awards 2013 nelle categorie miglior video pop, miglior video femminile e miglior montaggio.

È uno dei video che ha ottenuto la certificazione Vevo.

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

CD singolo (Germania)[32]
  1. We Can't Stop – 4:00
  2. We Can't Stop (Instrumental) – 3:57
Download digitale[33]
  1. We Can't Stop – 3:52

Successo commerciale[modifica | modifica wikitesto]

We Can't Stop ha debuttato all'undicesimo posto della classifica statunitense, risultando essere la più alta nuova entrata della settimana.[34] Contemporaneamente, il singolo ha, inoltre, fatto il suo debutto al terzo posto della classifica digitale statunitense con 214 000 copie vendute.[35] La settimana seguente, il brano ha perso sedici posizioni, scendendo alla 27ª nella Billboard Hot 100 con una vendita pari a 93 000 copie.[36] Nella terza settimana consecutiva di presenza, il brano ha raggiunto il quinto posto (161 000 copie), ed è diventata la 7ª hit della cantante ad entrare nei primi dieci posti della classifica statunitense.[36] La settimana successiva, We Can't Stop ha raggiunto la terza posizione (209 000 copie), ed è diventata la seconda hit della cantante ad aver raggiunto il podio dopo Party in the U.S.A. (nel 2009, 2º posto).[37]

In tre mesi, il singolo ha venduto 2 124 000 copie, certificato doppio disco di platino.[38]

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Classifica (2013) Posizione
massima
Australia[39] 4
Austria[39] 8
Belgio (Fiandre)[39] 20
Belgio (Vallonia)[39] 11
Canada[40] 3
Danimarca[39] 11
Finlandia[39] 15
Francia[39] 26
Germania[39] 16
Giappone[41] 85
Irlanda[42] 7
Italia[43] 33
Norvegia[39] 3
Nuova Zelanda[39] 1
Paesi Bassi[39] 49
Regno Unito[44] 1
Repubblica Ceca[45] 9
Slovacchia[46] 19
Spagna[39] 5
Stati Uniti[47] 2
Stati Uniti (digital)[48] 2
Stati Uniti (pop)[49] 9
Stati Uniti (radio)[50] 15
Svezia[39] 5
Svizzera[39] 19

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Jason Lipshutz, Miley Cyrus' 'We Can't Stop' Premieres: Listen To The New Single, su Billboard, 3 giugno 2013. URL consultato il 23 marzo 2023.
  2. ^ (EN) Miley Cyrus' "We Can't Stop": Review Revue, su Idolator, 3 giugno 2013. URL consultato il 23 marzo 2023.
  3. ^ (EN) Album review: Miley Cyrus, Bangerz (RCA), su The Independent, 15 ottobre 2013. URL consultato il 23 marzo 2023.
  4. ^ (DE) Miley Cyrus - We Can't Stop – Gold & Platin, su IFPI Austria. URL consultato il 7 novembre 2021.
  5. ^ (DE) Miley Cyrus – We Can't Stop – Gold-/Platin-Datenbank, su musikindustrie.de, Bundesverband Musikindustrie. URL consultato il 20 marzo 2016.
  6. ^ (DE) Edelmetall, su Schweizer Hitparade. URL consultato il 7 novembre 2021.
  7. ^ (EN) ARIA Charts - Accreditations - 2019 Singles, su Australian Recording Industry Association. URL consultato il 16 settembre 2019.
  8. ^ (EN) We Can't Stop – Gold/Platinum, su Music Canada. URL consultato il 2 luglio 2014.
  9. ^ (DA) We Can't Stop, su IFPI Danmark. URL consultato il 20 settembre 2013.
  10. ^ We Can't Stop (certificazione), su FIMI. URL consultato il 2 luglio 2014.
  11. ^ (ES) Certificaciones, su Asociación Mexicana de Productores de Fonogramas y Videogramas. URL consultato il 23 maggio 2018. Digitare "We Can't Stop" in "Título".
  12. ^ (NO) Troféoversikt - 2020, su IFPI Norge. URL consultato il 12 novembre 2020.
  13. ^ (EN) NZ Top 40 Singles Chart, su The Official NZ Music Charts. URL consultato il 2 agosto 2013.
  14. ^ (EN) We Can't Stop, su British Phonographic Industry. URL consultato il 20 ottobre 2023.
  15. ^ (EN) Miley Cyrus - We Can't Stop – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 29 settembre 2023.
  16. ^ (SV) Miley Cyrus – Sverigetopplistan, su Sverigetopplistan. URL consultato il 29 maggio 2021.
  17. ^ (PT) Miley Cyrus – Certificados, su Pro-Música Brasil. URL consultato l'8 novembre 2023.
  18. ^ (EN) Justin Harp, Miley Cyrus is being sued for $300 million over 'We Can't Stop', su Digital Spy, 15 marzo 2018. URL consultato il 15 luglio 2022.
  19. ^ Sam Lansky, Miley Cyrus' "We Can't Stop": Hear Her Comeback Single Here, in Idolator, 3 giugno 2013. URL consultato il 5 giugno 2013.
  20. ^ Adam Carlson, Miley Cyrus' 'We Can't Stop': Hear it here, in Entertainment Weekly, 3 giugno 2013. URL consultato il 5 giugno 2013.
  21. ^ Holly McKay, Miley Cyrus: 'We Can't Stop' song of summer or sign of trouble?, in Fox News, 4 giugno 2013. URL consultato il 5 giugno 2013.
  22. ^ Miley Cyrus Gets All Mature In 'We Can't Stop' Video, in The Wall Street Journal, 19 giugno 2013. URL consultato il 20 giugno 2013.
  23. ^ Jon Dolan, Song Reviews - Miley Cyrus, We Can't Stop, in Rolling Stone, 18 giugno 2013. URL consultato il 20 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2013).
  24. ^ Jocelyn Vena, Miley Cyrus 'Can't Stop' Hyping Fans For 'RiDONKulous' New Video, in MTV. URL consultato il 6 giugno 2013.
  25. ^ (EN) Jeremy Cabalona, 17 WTF Moments From Miley Cyrus' New 'We Can't Stop' Video, su Mashable, 19 giugno 2013. URL consultato il 20 giugno 2013.
  26. ^ (EN) James Montgomery, Miley Cyrus Gets 'Dirrty' In New 'We Can't Stop' Video, su MTV, 19 giugno 2013. URL consultato il 20 giugno 2013.
  27. ^ (EN) Cara Kelly, Miley Cyrus's 'We Can't Stop,' is par for course of pop stardom, su The Washington Post, 20 giugno 2013. URL consultato il 20 giugno 2013.
  28. ^ Bonnie Fuller, Miley Cyrus: 'We Can't Stop' Video Celebrates Female Sexual Liberation, in The Huffington Post, 19 giugno 2013. URL consultato il 20 giugno 2013.
  29. ^ Jason Lipshutz, Miley Cyrus' 'We Can't Stop' Video Is Completely Insane: Watch, in Billboard, 19 giugno 2013. URL consultato il 20 giugno 2013.
  30. ^ Nicole Eggenberger, Miley Cyrus Grinds on Bed, Shakes Butt in "We Can't Stop" Music Video, in Us Weekly, 19 giugno 2013. URL consultato il 20 giugno 2013.
  31. ^ Patrick Ryan, Miley Cyrus debuts 'We Can't Stop' video, in USA Today, 19 giugno 2013. URL consultato il 20 giugno 2013.
  32. ^ (EN) Miley Cyrus - We Can't Stop (CD, Single), su Discogs, Zink Media. URL consultato il 5 dicembre 2013.
  33. ^ We Can't Stop - Single, su itunes.apple.com, iTunes. URL consultato il 4 giugno 2013.
  34. ^ (EN) USA Singles Top 100.
  35. ^ (EN) 'STOP' THE PRESSES: MILEY'S BIG DEBUT ON DIGITAL SONGS.
  36. ^ a b (EN) Robin Thicke Takes Over Atop Songs of the Summer Chart.
  37. ^ (EN) Robin Thicke's 'Blurred Lines' Holds Atop Hot 100, su billboard.com. URL consultato il 26 luglio 2013.
  38. ^ (ES) Top Charts Billboard: Robin Thicke continua barrando Katy Perry no 'Hot 100', e Avicii e Lana Del Rey entrano Top 10, su staypop.net. URL consultato il 2 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 5 settembre 2013).
  39. ^ a b c d e f g h i j k l m n (NL) Miley Cyrus - We Can't Stop, su ultratop.be. URL consultato l'8 settembre 2013.
  40. ^ (EN) Miley Cyrus - Chart history (Billboard Canadian Hot 100), su billboard.com. URL consultato il 9 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2019).
  41. ^ (EN) Miley Cyrus - Chart history (Japan Hot 100), su billboard.com. URL consultato il 9 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 18 dicembre 2013).
  42. ^ (EN) TOP 100 SINGLES, WEEK ENDING 25 July 2013, su chart-track.co.uk. URL consultato il 6 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 21 settembre 2013).
  43. ^ Classifica settimanale WK 35 (dal 2013-08-26 al 2013-09-01), su fimi.it, Federazione Industria Musicale Italiana. URL consultato l'8 settembre 2013.
  44. ^ (EN) 2013 Top 40 Official Singles Chart UK Archive - 17th August 2013, su officialcharts.com. URL consultato il 26 agosto 2013.
  45. ^ (CS) Andamento di We Can't Stop nella classifica della Repubblica Ceca, su ifpicr.cz.
  46. ^ (CS) RADIO TOP100 Oficiálna - Cyrus Miley, su ifpicr.cz. URL consultato il 13 settembre 2013.
  47. ^ (EN) Miley Cyrus - Chart history (The Hot 100), su billboard.com. URL consultato il 9 agosto 2013 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2016).
  48. ^ (EN) Miley Cyrus - Chart history (Digital Songs), su billboard.com. URL consultato il 9 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2013).
  49. ^ (EN) Miley Cyrus - Chart history (Pop Songs), su billboard.com. URL consultato il 6 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 15 dicembre 2013).
  50. ^ (EN) Miley Cyrus - Chart history (Radio Songs), su billboard.com. URL consultato il 6 settembre 2013 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2013).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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