Walter Suzzi

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Walter Suzzi

Walter Suzzi nome di battaglia "Sputafuoco" (Castiglione di Ravenna, 14 ottobre 1924Ravenna, 18 luglio 1944) è stato un partigiano e antifascista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1942 viene arruolato nella Marina Militare come "marò servizi vari" e inviato in congedo in attesa della chiamata della sua classe.

Ancora prima dell'8 settembre era iniziato il suo impegno nella Resistenza. La sua famiglia era una famiglia di antifascisti e dopo la caduta del fascismo la sua casa divenne per alcuni mesi la sede del Comando partigiano nel ravennate. Così, per Walter ("Sputafuoco"), fu automatico entrare a far parte della Resistenza, diventando comandante di un Distaccamento della Brigata Garibaldi Romagnola, operante sugli Appennini forlivesi.
Nell'aprile 1944, la Brigata - da poco trasformata in Divisione: il Gruppo Brigate "Romagna" - fu vittima di un massiccio rastrellamento nazifascista che, nonostante la resistenza opposta, sbandò la formazione (che si ricostituirà successivamente col nome di 8ª Brigata Garibaldi "Romagna").

Tornato in pianura, "Sputafuoco" si impegnò all'interno della Resistenza ravennate - coordinata da Arrigo Boldrini ("Bulow") - al comando del "GAP volante" di Ravenna, una unità scelta di partigiani incaricata delle azioni più audaci, con cui riuscì a mettere a segno diverse azioni.
Il 16 luglio 1944, di ritorno da una missione, fu catturato a Porta Serrata di Ravenna, torturato e infine riportato nel luogo della cattura ove venne fucilato.

Il suo posto sarà preso da Umberto Ricci ("Napoleone"), ma anch'egli dopo alcune clamorose azioni verrà catturato ed impiccato a Ravenna.

Nel 1951 gli è stata conferita la medaglia d'oro al valor militare alla memoria dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Partigiano diciannovenne, animato da sicura fede e da alto spirito combattivo, si prodigò sin dai primi giorni nella lotta di liberazione molto distinguendosi per ponderata capacità di organizzatore unita a giovanile, irrefrenabile ardimento. Qualità queste ripetutamente dimostrate nel corso di numerose azioni di guerra. Particolarmente segnalata la sua attività di comandante del distaccamento di retroguardia dell'ottava Brigata "Romagna" durante il rastrellamento effettuato sull'Appennino Tosco-Romagnolo da due divisioni germaniche, attività accorta e risoluta che consentì lo sganciamento della formazione dopo avere subito gravi perdite ed averne inflitte di ben più gravi. Al ritorno da un'azione, come le innumerevoli altre brillantemente riuscita, cadde di sorpresa in mani nemiche. Barbaramente seviziato, tenne fiero ed esemplare contegno. Alla salvezza offertagli a prezzo della denuncia dei compagni, preferì lo strazio e la morte che incontrò da valoroso per la libertà della Patria[1]»
— Zona di Ravenna, settembre 1943 -17 luglio 1944

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ [1] Quirinale Scheda di Walter Suzzi

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Guido Nozzoli, Quelli di Bulow. Cronache della 28ª Brigata Garibaldi, Editori Riuniti, 1957 (terza edizione: 2005).
  • G.Franco Casadio - Rossella Cantarelli, La Resistenza nel Ravennate, Edizioni del girasole, Ravenna, 1980
  • Gianni Giadresco, Guerra in Romagna 1943-1945, Il Monogramma, Ravenna, 2004.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • [2] Sito ANPI - scheda Walter Suzzi