Vittorio Parisi (cantante)

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Vittorio Parisi
NazionalitàBandiera dell'Italia Italia
GenereOpera lirica
Canzone napoletana
Musica leggera
Periodo di attività musicale1919 – 1951
EtichettaPhonotype, La voce del padrone, Fonit

Vittorio Parisi (Napoli, 28 febbraio 1892Napoli, 11 luglio 1955) è stato un cantante italiano.

Insieme a Salvatore Papaccio e a Gennaro Pasquariello, era noto per essere una delle tre "P" della canzone napoletana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Proveniente da una famiglia di modestissime condizioni economiche, tentò durante l'adolescenza i più umili mestieri manuali.

Iniziò la sua carriera nel mondo della lirica, debuttando nel 1919 a Firenze nel ruolo del Conte d'Almaviva ne Il barbiere di Siviglia, dopodiché, nel 1922, grazie a Evemero Nardella, che lo pregò di sostituire Salvatore Papaccio nell'interpretazione di Silenzio cantatore all'audizione di una Piedigrotta della Casa Editrice La Canzonetta, trovò l'occasione di lancio nel mondo della canzone. Da allora, pur essendo in privato legati da grande amicizia, i due divennero rivali per il pubblico, che si divise in due schiere di appassionati del bel canto, rimarcando a scopo commerciale le loro differenze stilistiche.

Vittorio Parisi ottenne i primi successi con Qui fu Napoli (1924) e Quanno tramonta 'o sole (1928) e interpretò, in seguito, quasi tutti i brani della tradizione napoletana. Lanciò Dicitencello vuje (1930), Passione (1934) e Na sera 'e maggio (1938), suoi cavalli di battaglia.

Per tutti gli anni '20 del Novecento incise dischi per l'etichetta discografica Phonotype, dopodiché passò all'etichetta La voce del padrone. Poi, negli anni '40 incise per la Fonit.

Negli anni trenta trovò grande successo in America, esibendosi in coppia con la regina degli emigranti Gilda Mignonette.

Dopo un attacco di cuore nel 1949, fu costretto a rallentare la sua attività e a ritirarsi definitivamente dalle scene nel 1951, dedicandosi alla composizione di molte poesie e all'insegnamento di canto, che aveva iniziato con molto impegno già dai primi anni quaranta. Tra i suoi allievi ci fu il giovane Guglielmo Chianese, futuro Sergio Bruni, che il 14 maggio 1944 presentò davanti al pubblico del Teatro Reale di Napoli.

Tra i suoi brani più famosi, si ricordano anche: A sirena, Amor di pastorello, Canzone a Capri, Catena spezzata, I' te vurria vasà, L'addio, Luna nova, Ninuccia, Piscatore 'e Pusilleco, Quanno ammore vo filà, Quinnece anne, Rosa avvelenata, Se chiamma mistero, Serenata a Surriento, Serenata napulitana, Signorinella, Stornelli Novecento, Torna maggio e Tu ca nun chiagne.

Discografia parziale[modifica | modifica wikitesto]

Singoli[modifica | modifica wikitesto]

Album[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN90359057 · ISNI (EN0000 0001 1683 9335 · SBN SBNV016789 · LCCN (ENno2011039889 · WorldCat Identities (ENlccn-no2011039889