Vito Lattanzio

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Vito Lattanzio

Ministro del commercio con l'estero
Durata mandato12 aprile 1991 –
28 giugno 1992
PresidenteGiulio Andreotti
PredecessoreRenato Ruggiero
SuccessoreClaudio Vitalone

Ministro per il coordinamento della protezione civile
Durata mandato13 aprile 1988 –
22 luglio 1989
PresidenteCiriaco De Mita
PredecessoreRemo Gaspari
SuccessoreVito Lattanzio

Durata mandato22 luglio 1989 –
12 aprile 1991
PresidenteGiulio Andreotti
PredecessoreVito Lattanzio
SuccessoreFerdinando Facchiano

Ministro dei Trasporti
Durata mandato18 settembre 1977 –
11 marzo 1978
PresidenteGiulio Andreotti
PredecessoreAttilio Ruffini
SuccessoreVittorino Colombo

Ministro della Marina Mercantile
Durata mandato18 settembre 1977 –
11 marzo 1978
PresidenteGiulio Andreotti
PredecessoreAttilio Ruffini
SuccessoreVittorino Colombo

Ministro della Difesa
Durata mandato29 luglio 1976 –
18 settembre 1977
PresidenteGiulio Andreotti
PredecessoreArnaldo Forlani
SuccessoreAttilio Ruffini

Deputato della Repubblica Italiana
LegislaturaIII, IV, V, VI, VII, VIII, IX, X
CollegioBari
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoDemocrazia Cristiana
Titolo di studioLaurea in medicina e chirurgia
ProfessioneMedico chirurgo

Vito Lattanzio (Bari, 31 ottobre 1926Bari, 31 ottobre 2010) è stato un politico e medico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Deputato al Parlamento, ininterrottamente, dal 1958 (III legislatura) al 1994 (XII legislatura), ha rivestito nella carriera moltissimi incarichi di Governo, quale Ministro e Sottosegretario, e ha svolto anche il ruolo di Vice Presidente della Camera dei Deputati in due legislature, tra il 1983 e il 1988. Nel 1977 fu costretto a dare le dimissioni da Ministro della difesa in seguito alla fuga del criminale di guerra nazista Herbert Kappler dall'ospedale Celio di Roma.

Fra le sue esperienze più significative, quella di Ministro senza portafoglio per il Coordinamento della Protezione Civile, iniziato con il Governo De Mita il 13 aprile 1988 e confermato con il Governo Andreotti VI il 22 luglio 1989 e fino al 12 aprile 1991. Dopo quello di Giuseppe Zamberletti, si tratta infatti del più lungo incarico continuativo di Ministro della Protezione Civile mai rivestito da un uomo politico. Continuando il percorso organizzativo intrapreso da Zamberletti, Lattanzio portò al traguardo la legge istitutiva del Servizio Nazionale della protezione civile, la 225/92, approvata dal Parlamento nella sua ultima stesura ma, per alcuni rilievi costituzionali del Presidente Cossiga, approvata definitivamente qualche mese dopo il termine del suo mandato, sotto il nuovo ministro Nicola Capria.

Sotto la guida di Lattanzio la protezione civile si sviluppò nei campi della previsione e della prevenzione, mentre si rafforzò l'idea di un Dipartimento moderno ed attrezzato non votato esclusivamente al soccorso, e incardinato nella Presidenza del Consiglio, secondo quella che era l'idea fondativa. Lattanzio chiamò attorno alla Commissione Grandi Rischi decine di studiosi, professori universitari, scienziati, tecnici e ricercatori. Si ricordano in quel periodo due importantissimi incontri a Taormina ed Erice sulla previsione dei terremoti e sulle eruzioni vulcaniche, e un grande convegno a Cagliari sugli incendi boschivi. In quel periodo nacquero in Italia i progetti di sviluppo satellitare Argo e Cospar - Sarsatt.

Il triennio di Lattanzio al Dipartimento fu sottoposto ad alcune importanti prove di efficienza, anche di tipo internazionale, che testarono il livello qualitativo raggiunto dal servizio nazionale, in particolare la forza emergente del volontariato di protezione civile. Fu criticata la gestione del Terremoto di Augusta del 1990 in quanto svolta con ritardi operativi e incertezze[1]. Nel 1991 venne gestita l'emergenza creata dallo sbarco in Puglia di ventisettemila albanesi fuggiti dal regime nazionale che, in mezzo a dubbi e polemiche tra l'opinione pubblica, furono dislocati e ricoverati presso centri sparsi in ogni angolo d'Italia, consentendo alla Commissione per i Rifugiati Politici di operare con il riconoscimento dello stato di esule ad alcuni e la decisione del rimpatrio per altri. L'impresa di accoglienza degli albanesi fu coordinata dal Dipartimento.

Sotto il ministero di Lattanzio si sviluppò un'altra operazione di proporzioni e difficoltà notevoli, la realizzazione del “Villaggio Italia” a Spitak, in Armenia, dove quasi duecento Moduli Abitativi di Pronto Intervento (MAPI) furono installati per reinsediare la popolazione del villaggio colpito dal grande terremoto del dicembre 1988 che causò decine di migliaia di morti. Gli aiuti del Governo italiano, coordinati dal Dipartimento, dopo una prima fase dedicata al soccorso e all'invio quotidiano di aerei carichi di aiuti, viveri e medicinali, si concentrò sul reinsediamento di un migliaio di senzatetto nella zona di Spitak, epicentro del terremoto, nel cuore del rigidissimo inverno armeno. Il "Villaggio Italia", che a maggio 1989 riuscì ad accogliere 1300 persone, era composto da 196 moduli abitativi, 16 moduli di servizio, 40 container industriali e 13 container di tipo speciale, e integrato con un ospedale da campo fornito dagli alpini di Bergamo e da un centro socio-sanitario per l'assistenza ai bambini.

Incarichi di governo[modifica | modifica wikitesto]

Incarichi di sottosegretario[modifica | modifica wikitesto]

Incarichi di Ministro[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cancelliere e Tesoriere dell'Ordine militare d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ V. Catenacci, Cronistorie siciliane (PDF), su isprambiente.gov.it, pp. 261-263. URL consultato il 18 maggio 2018.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Ministro del commercio con l'estero della Repubblica Italiana Successore
Renato Ruggiero 12 aprile 1991 - 28 giugno 1992 Claudio Vitalone
Predecessore Ministro della Marina Mercantile della Repubblica Italiana Successore
Attilio Ruffini 18 settembre 1977 - 11 marzo 1978 Vittorino Colombo
Predecessore Ministro della difesa della Repubblica Italiana Successore
Arnaldo Forlani 29 luglio 1976 - 18 settembre 1977 Attilio Ruffini
Predecessore Ministro dei trasporti della Repubblica Italiana Successore
Attilio Ruffini 18 settembre 1977 - 11 marzo 1978 Vittorino Colombo
Predecessore Ministro per il coordinamento della protezione civile della Repubblica Italiana Successore
Remo Gaspari 13 aprile 1988 - 22 luglio 1989 Vito Lattanzio I
Vito Lattanzio 22 luglio 1989 - 12 aprile 1991 Ferdinando Facchiano II
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