Vitalij Klyčko

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Vitali Klitschko)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Vitalij Klyčko
Віталій Кличко
Vitalij Klyčko nel 2014

Sindaco di Kiev
In carica
Inizio mandato5 giugno 2014
PredecessoreOleksandr Popov

Capo dell'Amministrazione di Stato della Città di Kiev
In carica
Inizio mandato25 giugno 2014
PredecessoreVolodymyr Bondarenko

Dati generali
Partito politicoAlleanza Democratica Ucraina per la Riforma
(2010-2015)
Solidarietà Europea
(2015-2016)[1]
Indipendente
(dal 2016)
Titolo di studiodottorato di ricerca
UniversitàNational Academy of State Administration, Hryhorii Skovoroda University in Pereiaslav, National University of Physical Education and Sport of Ukraine e Università nazionale Taras Ševčenko di Kiev
FirmaFirma di Vitalij Klyčko Віталій Кличко
Vitalij Klyčko
Nazionalità Bandiera dell'Ucraina Ucraina
Altezza 201 cm
Peso 105 - 114 kg
Pugilato
Categoria Pesi massimi
Termine carriera 13 dicembre 2013
Carriera
Incontri disputati
Totali 47
Vinti (KO) 45 (41)
Persi (KO) 2 (2)
Pareggiati 0
Palmarès
19981999Titolo europeo EBUmassimi
19992000Titolo mondiale WBOmassimi
20042005Titolo mondiale WBCmassimi
20082013Titolo mondiale WBCmassimi
 Mondiali
Argento Berlino 1995 supermassimi
 

Vitalij Volodymyrovyč Klyčko (in ucraino Віталій Володимирович Кличко?; trasl. angl.: Vitali Klitschko; Belovodskoe, 19 luglio 1971) è un ex pugile e politico ucraino, sindaco di Kiev dal 5 giugno 2014.

Considerato tra i migliori pesi massimi della storia del pugilato,[2][3] ha detenuto i titoli WBC, WBO e The Ring della divisione ed è stato nominato "campione emerito" dalla WBC. Sino al suo ritiro avvenuto nel 2013, ha abbinato la carriera da pugile all'attività politica nel paese.[4][5][6] È stato il primo campione del mondo a possedere un dottorato di ricerca, il che, unito ai suoi pesanti colpi, gli ha valso il soprannome di "Dr. Ironfist".[7]

Klitschko era noto per la potenza dei suoi pugni e per la sua mascella granitica.[3][8] Nel corso della sua carriera professionale non ha mai subito alcun atterramento e le sue uniche due sconfitte subite sono arrivate entrambe per interruzioni da parte dell'arbitro, a causa di un infortunio alla spalla (la prima) e di una profonda ferita al viso (la seconda).[9] La sua percentuale di KO dell'87,23% è la terza più alta nella storia dei massimi dietro quelle di Rocky Marciano e Deontay Wilder,[3][9] mentre il suo regno da campione del mondo (5 anni, 2 mesi e 4 giorni) è l'ottavo più lungo nella storia della divisione.[10] Nel 2018, al primo anno d'eleggibilità, è divenuto il primo ucraino ad essere incluso nella International Boxing Hall of Fame.

Ha iniziato la carriera politica nel 2006, quando si è candidato senza successo a sindaco nelle elezioni comunali di Kiev. Nel 2010 ha fondato l'Alleanza Democratica Ucraina per la Riforma (UDAR) e nel 2012 è stato eletto nel parlamento. Tra il 2013 ed il 2014 è stato una figura di riferimento dell'Euromaidan e successivamente ha annunciato una possibile candidatura alle presidenziali, scegliendo infine di sostenere quella di Petro Porošenko.[11]

Il 25 maggio 2014 è stato eletto per la prima volta sindaco della città di Kiev,[12] ma più tardi ha dovuto cedere il posto in parlamento per mantenere tale carica.[13][14][15] Nell'agosto 2015 il suo partito si è fuso con il Blocco Petro Porošenko.[16] Fratello maggiore di Volodymyr Klyčko, anch'egli campione di pugilato, il 28 agosto 2015 ha assunto la carica di presidente del Blocco Petro Poroshenko "Solidarietà".[16][17][4][17][18][19][20][21] Dopo le vittoriose elezioni del 16 novembre 2015 è stato rieletto per la seconda volta sindaco della città di Kiev.[22][23]

Il 24 febbraio 2022, Klyčko e suo fratello, Volodymyr, hanno annunciato che avrebbero preso le armi in seguito all'invasione russa dell'Ucraina.[24][25] Cosa che poi hanno fatto.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Vitalij Klyčko è figlio di Vladimir Rodijonovyč Klyčko (1947–2011), maggior generale dell'aeronautica militare sovietica, e di Nadežda Uljanovna.[26] Il padre è stato comandante in carica per le operazioni di pulizia dopo il disastro di Černobyl' del 1986 e in seguito gli è stato diagnosticato un tumore.[27]

Nel 1996 Klyčko si è laureato presso l'Istituto Pedagogico Perejaslav-Chmel'nyc'kyj, e il 29 febbraio 2000 ha conseguito il PhD in scienze sportive a Kiev presentando la tesi su "talento e sponsorizzazione nello sport".[28]

Carriera sportiva[modifica | modifica wikitesto]

Carriera da dilettante[modifica | modifica wikitesto]

Ha cominciato la propria carriera come atleta di kickboxing, per poi passare al pugilato. Dopo una buona carriera come pugile dilettante, dove ha vinto per tre volte il titolo ucraino, il campionato del mondo militare (1995) e una medaglia d'argento ai Mondiali, è passato al professionismo, con uno score di 210 incontri disputati, di cui 195 vinti (80 prima del limite).

Carriera da professionista[modifica | modifica wikitesto]

Professionista dal 1996, detiene il titolo WBO tra il giugno 1999 e il gennaio 2000 conquistando in seguito il titolo europeo (novembre 2000).

Nel 2003 tenta l'assalto al titolo WBC contro Lennox Lewis. Alla sesta ripresa perde per TKO, perché l'arbitro aveva deciso che Vitalij non poteva continuare l'incontro a causa di una ferita allo zigomo sinistro. I punti vedevano lo sfidante vincere per 58-56[29]. Dato il finale controverso, in molti chiesero un rematch. Dapprima Lewis accettò[30], l'incontro si sarebbe dovuto disputare il 6 dicembre, ma poi il campione decise di rimandare l'incontro[30], e infine decise di ritirarsi rendendo il titolo vacante[31].

Nel 2004 Klyčko diventa campione, avendo ragione di Corrie Sanders, ma problemi fisici lo costringono ad un temporaneo ritiro. Torna a combattere nel 2008, riconquistando il titolo contro Samuel Peter; nel 2010 difende lo stesso titolo contro Shannon Briggs.

Dopo una facile difesa contro Odlanier Solís (marzo 2011), nel febbraio 2012 sconfigge ai punti Dereck Chisora il quale, durante le operazioni di peso, lo aveva colpito con uno schiaffo al volto[32]. Sostiene il suo ultimo incontro nel settembre 2013, battendo Manuel Charr: annuncia il suo ritiro nel dicembre successivo.[33]

Il 15 dicembre 2013 Klyčko annunciò ufficialmente il proprio ritiro dopo una carriera professionale durata 17 anni. Più tardi fu nominato "campione emerito" dalla WBC: ciò significava che qualora avesse avuto ripensamenti, avrebbe potuto sfidare immediatamente il campione in carica.[4] L'ucraino affermò tuttavia che un ritorno era qualcosa che "non si sarebbe potuto immaginare" in quel momento.[4] Il suo titolo, divenuto vacante, fu conteso in un match fra Chris Arreola e Bermane Stiverne, poi vinto da quest'ultimo.[34]

Nel giugno 2018, al primo anno d'eleggibilità, è divenuto il primo pugile ucraino ad essere incluso nella International Boxing Hall of Fame.

Carriera politica[modifica | modifica wikitesto]

Durante le elezioni presidenziali in Ucraina del 2004 e dopo la rivoluzione arancione, i fratelli Klyčko sostennero la candidatura di Viktor Juščenko.[5] Nel 2005, Vitali fu nominato consigliere di Juščenko, eletto Presidente.[5]

Vitali (a destra) e suo fratello Wladimir indossano, in sostegno, i colori della rivoluzione arancione

Nel 2006, durante un periodo di pausa a causa di problemi fisici, Vitalij Klyčko è stato candidato a sindaco nelle elezioni comunali di Kiev. Sconfitto da Leonid Černovec'kij, con la sua campagna elettorale contro la corruzione[35] è arrivato secondo con il 26% dei voti ed è stato eletto all'interno del consiglio comunale con una coalizione liberale. Si è ripresentato nuovamente candidato a sindaco durante le elezioni anticipate del 2008, indette in seguito alle accuse di corruzione mosse contro Leonid Černovec'kij. Dopo una campagna elettorale svolta con il sostegno di Rudy Giuliani,[35] Klyčko stavolta è arrivato terzo con il 18% delle preferenze ma ha comunque mantenuto il suo seggio all'interno del consiglio comunale. Lo stesso anno è stato anche nominato nella delegazione ucraina al Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d'Europa.

Klitschko, Poroshenko, Tyahnybok e il Segretario di Stato americano William Burns, 25 febbraio 2014

Nell'aprile 2010 Vitalij Klyčko diventa il leader del neonato UDAR,[36] partito di ispirazione liberale con il quale è stato eletto nel parlamento ucraino durante le elezioni nazionali del 2012.[37]

Il 24 ottobre 2013 Klyčko ha annunciato la sua intenzione di partecipare alle elezioni presidenziali in Ucraina del 2014;[38][39] gli esperti in diritto però hanno espresso i loro dubbi su questa possibilità, dato che la legge ucraina prescrive che il candidato presidente debba avere avuto la residenza in Ucraina per dieci anni prima del giorno dell'elezione, mentre Klyčko per molti anni ha vissuto anche in Germania dove dal 2006, in qualità di membro di spicco del movimento Pora, si è formato entrando in contatto con la Fondazione Konrad Adenauer (KAS), un think tank affiliato all’Unione Cristiano Democratica (CDU) al cui congresso è stato ospite nel 2011 e 2012 diventando anche membro osservatore del Partito Popolare Europeo.[40][38][39] Nel novembre dello stesso anno viene fotografato durante le proteste di Piazza Maidan insieme al futuro primo ministro dell'Ucraina Arsenij Jacenjuk, alla diplomatica americana Victoria Nuland, al senatore americano John McCain e a Oleh Tyahnibok molto attivi nella svolta politica del paese.[41] Il Presidente Janukovic offrì la guida del Governo all'opposizione, dicendosi disponibile a nominare i capi della rivolta l’ex ministro degli Esteri del Governo Tymošenko Arsenij Jacenjuk e Klyčko come Premier e Vicepremier, ma l'accordo fu bocciato in quanto i manifestanti chiedevano, oltre a elezioni anticipate, le dimissioni immediate del Presidente.

Il 29 marzo 2014 l'ex pugile ha annunciato il ritiro della sua candidatura per le presidenziali, dando il suo sostegno al futuro presidente Petro Porošenko, per concorrere nuovamente alle elezioni del sindaco di Kiev.[42] Klyčko è stato eletto sindaco ottenendo il 57% dei voti, distanziando nettamente gli altri due candidati Lesja Orobec (10,3%) e il sindaco uscente Volodymyr Bondarenko (8,2%).[43] Il 21 novembre ha reso vacante il suo posto in Parlamento.[14] Il Blocco Petro Porošenko riscuote successo alle elezioni, ottenendo 132 seggi.[44][15]

Guidò la lista elettorale del Blocco Petro Porošenko alle elezioni parlamentari dell'ottobre 2014, dichiarando però che non si sarebbe dimesso come sindaco di Kiev.[13]

Il 28 agosto 2015, dopo l'ufficializzazione della fusione dell'UDAR con il partito Solidarnist' di Porošenko, Klyčko è diventato presidente del nuovo Blocco Petro Porošenko.[45] Tre mesi più tardi è stato rieletto sindaco di Kiev, superando al ballottaggio Boryslav Bereza con il 66,5% dei voti.[46] Il 26 maggio 2016, a causa dell'entrata in vigore di una legge che proibisce di essere contemporaneamente a capo di una amministrazione e presidente o membro di un partito politico, ha dovuto rassegnare le sue dimissioni dal ruolo di presidente di partito.[47]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Vitali Klitschko (a sinistra) mentre gioca a scacchi con Vladimir Kramnik, Dortmund, 2002

Vitalij Klyčko è sposato dal 26 aprile 1999 con Natalija Egorova,[48] un'ex atleta e modella dalla quale ha avuto tre figli. Ha chiamato uno dei suoi figli Max, dal nome del pugile campione dei pesi massimi Max Schmeling.[48]

Sia Vitalij che suo fratello Volodymyr sono degli appassionati giocatori di scacchi.[49] Vitalij è amico dell'ex campione mondiale di scacchi Vladimir Kramnik, contro il quale ha anche giocato perdendo sempre. Paragonando il pugilato agli scacchi ha affermato: «Gli scacchi sono simili al pugilato. Hai bisogno di sviluppare una strategia, e hai bisogno di pensare due o tre passi avanti riguardo a ciò che il tuo avversario sta facendo. Devi essere astuto. Ma qual è la differenza tra gli scacchi e il pugilato? Negli scacchi, nessuno è un esperto, ma tutti giocano. Nel pugilato tutti sono esperti, ma nessuno combatte».[50]

I fratelli Klyčko sono impegnati in attività di beneficenza a sostegno di scuole, chiese e bambini. Dal 2002 i Klyčko collaborano con l'UNESCO.[51]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze ucraine[modifica | modifica wikitesto]

Ordine al Merito di III Classe - nastrino per uniforme ordinaria
Ordine per il Coraggio di I Classe - nastrino per uniforme ordinaria
Eroe dell'Ucraina - nastrino per uniforme ordinaria
«Per lo straordinario contributo personale al governo ucraino per lo sviluppo dello sport, per eccezionale risultato atletico, aumentando il prestigio internazionale del pugilato nazionale»
— 31 dicembre 2004
Ordine al Merito di I Classe - nastrino per uniforme ordinaria
«Per gli straordinari risultati nello sport, ottenendo il titolo mondiale nella categoria di pugilato professionistico, per il coraggio, la dedizione e la volontà di vincere e per l'aumento di prestigio dell'Ucraina nel mondo»
— 16 ottobre 2008

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Croce al Merito al nastro dell'Ordine al Merito di Germania - nastrino per uniforme ordinaria
«Per il volontariato con i giovani»
— 2010

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Klitschko resigns as BPP Solidarnist chairman Read more on UNIAN: https://www.unian.info/kiev/1356522-klitschko-resigns-as-bpp-solidarnist-chairman.html, 26 maggio 2015. URL consultato il 1º settembre 2019.
  2. ^ (EN) Kevin Iole, Vitali Klitschko will be remembered as one of history’s best, and most underrated, heavyweight champions, Yahoo!, 17 dicembre 2013. URL consultato il 28 gennaio 2016.
  3. ^ a b c (EN) How Vitali Klitschko Became a Great Boxing Heavyweight Without Anyone Noticing, su bleacherreport.com, Bleacher Report, 29 dicembre 2014. URL consultato il 29 gennaio 2016.
  4. ^ a b c d Vitali Klitschko: Heavyweight champion swaps boxing for politics, BBC Sport (67 December 2013)
  5. ^ a b c Short bio, LIGA
  6. ^ Furman, Luke (25 December 2013) Vitali Klitschko Won't Rule Out Another Ring Return – Boxing News. Boxingscene.com. Retrieved 10 July 2014.
  7. ^ (EN) Jonathan Green, Knockout blow: In Kiev with the Klitschko brothers, the boxing world's toughest heavyweights, su dailymail.co.uk, Daily Mail, 19 maggio 2012. URL consultato il 29 gennaio 2016.
  8. ^ (EN) Brian Armen Graham, Klitschko reign continues with Vitali's win, Sports Illustrated, 11 settembre 2011. URL consultato il 28 gennaio 2016.
  9. ^ a b (EN) Mark Havey, Vitali and Wladimir Klitschko: What place will they hold in history?, su fightsaga.com, FightSaga, 20 gennaio 2013. URL consultato il 29 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2016).
  10. ^ (EN) Top 10 Longest-Reigning Heavyweight Champions in Boxing History, su therichest.com, The Richest. URL consultato il 29 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2016).
  11. ^ Lukas Alpert, Petro Poroshenko to Be Inaugurated as Ukraine President June 7, in The Wall Street Journal, 29 maggio 2014. URL consultato il 29 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 29 maggio 2014).
  12. ^ (EN) Klitschko officially announced as winner of Kyiv mayor election, Interfax-Ukraine, 4 giugno 2014. URL consultato il 17 ottobre 2016.
  13. ^ a b (EN) Pilots, combat, and journalists. Who goes to the new Verkhovna Rada, su korrespondent.net, 15 settembre 2014. URL consultato il 17 ottobre 2016.
    (EN) Klitschko: I lead my team to Parliament, su klichko.org, 14 settembre 2014.
    (EN) Deadline for nomination of candidates running in early election to Rada expires], ITAR-TASS, 15 settembre 2014.
    Список депутатов, проходящих в Раду по спискам и мажоритарке, – предварительные данные, su 112.ua. URL consultato il 29 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 30 ottobre 2014).
  14. ^ a b (EN) Klitschko gives up seat in parliament, Interfax-Ukraine, 21 novembre 2014. URL consultato il 17 ottobre 2016.
  15. ^ a b (EN) Poroshenko Bloc to have greatest number of seats in parliament, in Ukrinform, 8 novembre 2014. URL consultato il 17 ottobre 2016.
    (EN) People's Front 0.33% ahead of Poroshenko Bloc with all ballots counted in Ukraine elections – CEC, Interfax-Ukraine, 8 novembre 2014. URL consultato il 17 ottobre 2016.
    (EN) Poroshenko Bloc to get 132 seats in parliament – CEC, Interfax-Ukraine, 8 novembre 2014. URL consultato il 17 ottobre 2016.
  16. ^ a b (EN) Klitschko becomes leader of Petro Poroshenko Bloc 'Solidarity' party, Interfax-Ukraine, 28 agosto 2015.
  17. ^ a b (EN) Klitschko becomes Kyiv Mayor officially, Ukrinform, 5 giugno 2014. URL consultato il 17 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2015).
    (EN) Klitschko was deprived of parliamentary mandate, in NovostiMira, 5 giugno 2014. URL consultato il 17 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2014).
  18. ^ (EN) You Scratch My Back, and I'll Scratch Yours, su ukrainianweek.com, 26 settembre 2012. URL consultato il 17 ottobre 2016.
  19. ^ (EN) Q&A:Ukrainian parliamentary election, in BBC News, 23 ottobre 2012. URL consultato il 17 ottobre 2016.
  20. ^ (EN) Ukraine election:President Yanukovych party claims win, in BBC News, 29 ottobre 2012. URL consultato il 17 ottobre 2016.
  21. ^ (EN) Parties spend over Hr 600 million on elections, according to report"], in Kyiv Post, 16 novembre 2012. URL consultato il 17 ottobre 2016.
  22. ^ (EN) Vitali Klitschko sworn in as Kyiv mayor, Interfax-Ukraine, 5 giugno 2014. URL consultato il 17 ottobre 2016.
  23. ^ (EN) Kyiv Mayor Klitschko reelected with 66.5% of vote, 100% of ballot protocols processed – preliminary data, Interfax-Ukraine, 16 novembre 2015. URL consultato il 29 novembre 2015.
  24. ^ (EN) Klitschko brothers to take up arms and fight for Ukraine, in Reuters, 24 febbraio 2022. URL consultato il 24 febbraio 2022.
  25. ^ (EN) HOF boxers Klitschko brothers to fight for Ukraine, su espn.com, 24 febbraio 2022. URL consultato il 25 febbraio 2022.
  26. ^ (RU) У братьев Кличко умер отец, Komsomolskaya Pravda, 13 luglio 2011. URL consultato il 1º dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 24 novembre 2011).
  27. ^ (EN) Dan Rafael, Vladimir Rodionovich Klitschko dies, ESPN Boxing, 14 luglio 2011. URL consultato il 1º dicembre 2013.
  28. ^ (EN) Fabian Weber, Calling Dr. Klitschko, The CyberBoxingZone, 29 febbraio 2000. URL consultato il 1º dicembre 2013.
  29. ^ Lennox Lewis vs. Vitali Klitschko - BoxRec, su boxrec.com. URL consultato il 28 aprile 2015.
  30. ^ a b Lewis-Klitschko rematch likely, su upi.com. URL consultato il 28 aprile 2015.
  31. ^ Michael Katz, BOXING; Lewis Decides to Retire While Still Reigning Champ, in The New York Times, 7 febbraio 2004. URL consultato il 28 aprile 2015.
  32. ^ (EN) Ready to rumble! Klitschko vows to avenge Chisora's big fight weigh-in slap, in Daily Mail, 17 febbraio 2012. URL consultato il 10 settembre 2012.
  33. ^ (EN) Klitschko Vacates Boxing Title, su nytimes.com, The New York Times, 16 dicembre 2013. URL consultato il 23 dicembre 2013.
  34. ^ Boxing News | Vitali Klitschko becomes WBC champion emeritus, WBC heavyweight title now vacant Archiviato il 16 dicembre 2013 in Internet Archive.. Fightnews.com (16 December 2013). Retrieved 10 July 2014.
  35. ^ a b (EN) Sewell Chan, Giuliani Weighs In on Race for Mayor (in Ukraine), The New York Times, 7 maggio 2008. URL consultato il 1º dicembre 2013.
  36. ^ (EN) WBC World Champion Vitaly Klitschko leads new party, Kyiv Post, 24 aprile 2010. URL consultato il 1º dicembre 2013.
  37. ^ (EN) UDAR elects faction's leadership in parliament, Kyiv Post, 12 dicembre 2012. URL consultato il 1º dicembre 2013.
  38. ^ a b (EN) Vitali Klitschko says intends to run for president in Ukraine, Interfax-Ukraine, 24 ottobre 2013. URL consultato il 1º dicembre 2013.
  39. ^ a b (EN) Parliament passes law that could prevent Klitschko from running for president, Interfax-Ukraine, 24 ottobre 2013. URL consultato il 1º dicembre 2013.
  40. ^ Amodeo, 2004: Chi USA la piazza per i propri obiettivi?, pp. 119, 121.
  41. ^ I neo-Nazi imperversano in Ucraina, ma il Nazismo non è più il "male assoluto"(per l'Occidente)., su La Stampa, 30 novembre 2014. URL consultato il 2 aprile 2022.
  42. ^ Ucraina, Vitali Klitschko non si candida alle presidenziali, Lettera 43, 29 marzo 2014. URL consultato il 27 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 27 maggio 2014).
  43. ^ Ucraina, Klitschko sindaco di Kiev, TGcom24, 25 maggio 2014. URL consultato il 27 maggio 2014.
  44. ^ (EN) Poroshenko and Yatsenyuk's parties maneuver for lead role in coalition, in Kyiv Post, 29 ottobre 2014. URL consultato il 17 ottobre 2016.
    (EN) New Verkhovna Rada, in Kyiv Post, 30 ottobre 2014. URL consultato il 17 ottobre 2016.
  45. ^ (EN) Klitschko becomes leader of Petro Poroshenko Bloc 'Solidarity' party, Interfax-Ukraine, 28 agosto 2015. URL consultato il 17 novembre 2015.
  46. ^ (EN) Kyiv Mayor Klitschko reelected with 66.5% of vote, 100% of ballot protocols processed - preliminary data, Interfax-Ukraine, 16 novembre 2015. URL consultato il 17 novembre 2015.
  47. ^ (EN) Klitschko resigns as BPP Solidarnist chairman, su unian.info, 26 maggio 2016. URL consultato il 17 ottobre 2016.
  48. ^ a b (RU) Кличко улетел от жены, как 14 лет назад, Segondnya, 26 aprile 2010. URL consultato il 1º dicembre 2013.
  49. ^ (EN) Jonathan Green, Knockout blow: In Kiev with the Klitschko brothers, the boxing world's toughest heavyweights, Daily Mail, 19 maggio 2012. URL consultato il 1º dicembre 2013.
  50. ^ (EN) Vitali Klitschko, su boxinginsider.com, Boxing Insider. URL consultato il 1º dicembre 2013.
  51. ^ (EN) Vitaliy & Wladimir Klitschko, su unesco.org, UNESCO. URL consultato il 1º dicembre 2013.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN43730672 · ISNI (EN0000 0001 1490 9707 · LCCN (ENn2006068982 · GND (DE123965381 · BNE (ESXX5261164 (data) · BNF (FRcb16617051t (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n2006068982