Vini australis

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Lorichetto capoblu
Coppia di Vini australis
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Aves
Ordine Psittaciformes
Famiglia Psittaculidae
Genere Vini
Specie V. australis
Nomenclatura binomiale
Vini australis
(Gmelin, 1788)

Il lorichetto capoblu (Vini australis (Gmelin, 1788)) è un uccello della famiglia degli Psittaculidi.[2]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Vive in alcune isole della Polinesia centrale, lungo le foreste costiere, a Samoa, Tonga, nell'arcipelago delle Figi e in quello di Lau. Nel 1952 Yaldwyn lo descrive come comune sulle palme da cocco di Samoa; oggi invece, pur non essendo ancora iscritto nelle liste delle specie minacciate, è diventato molto raro. In cattività pochi allevatori sono riusciti a riprodurlo.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Uccelletto di taglia attorno ai 19 cm, dal colore generale verde, più chiaro e luminoso sul dorso e sul groppone, ha ampia colorazione rossa sulla gola, uno scudo rosso e viola sul ventre, calze viola, ed è caratterizzato da una corona azzurro-blu con effetto fluorescente, da cui il nome comune. Gli immaturi hanno le penne della corona più corte, meno rosso sulla gola, il becco marroncino e l'iride scura.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Vive in gruppi che si spostano con volo veloce e diretto, da un'isola all'altra alla ricerca di piante fiorite. La sua presenza è legata alla fioritura delle palme da cocco, degli alberi di Erythrina e di Hibiscus. Secondo le osservazioni di Mayer, nidifica nelle cavità degli alberi e nel periodo riproduttivo integra la dieta tipo, a base di fiori e frutta, con molti insetti e larve.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) BirdLife International 2012, Vini australis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 19 ottobre 2015.
  2. ^ (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Psittaculidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 19 maggio 2014.

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