Vincenzo Errante (politico)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Vincenzo Errante

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato18 marzo 1870 –
29 aprile 1891
Legislaturadalla X (nomina 6 febbraio 1870) alla XVII
Tipo nominaCategoria: 12
Incarichi parlamentari
    • Membro della Commissione per l'esame dei disegni di legge "Unificazione legislativa delle provincie venete e di Mantova" e "Stabilimento della Corte di cassazione nella sede del Governo" (23 gennaio 1871)
    • Membro della Commissione per l'esame del Codice sanitario (29 aprile 1871)
    • Membro della Commissione per l'esame del Codice penale (15 dicembre 1877)
    • Membro della Commissione per la verifica dei titoli dei nuovi senatori (10 luglio 1881–25 settembre 1882), (19 novembre 1887–29 aprile 1891)
    • Membro della Commissione per l'esame del disegno di legge "Modificazioni alla legge sul Consiglio di Stato" (13 febbraio 1889)
Sito istituzionale

Deputato del Regno d'Italia
Durata mandato18 febbraio 1861 –
4 maggio 1861[1]
LegislaturaVIII
Gruppo
parlamentare
Destra
CollegioPetralia Soprana

Durata mandato18 novembre 1865 –
13 febbraio 1867
LegislaturaIX
Gruppo
parlamentare
Destra
CollegioPrizzi
Sito istituzionale

Dati generali
Prefisso onorificoBarone della Vanella
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
ProfessioneMagistrato, Avvocato

Vincenzo Errante (Palermo, 17 luglio 1813Roma, 29 aprile 1891) è stato un patriota, politico e letterato italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Palermo dalla nobile famiglia Errante dei Baroni della Vanella, originaria di Polizzi Generosa. Il padre, Celidonio, fu magistrato e filologo.

Vincenzo studiò presso i Gesuiti, si applicò alle discipline giuridiche e, svolto il tirocinio presso l’avvocato Pasquale Calvi, esercitò l'avvocatura, specie nel foro penale. Fu amministratore giudiziario dei beni del Principe di Camporeale.

Partecipò attivamente alla Rivoluzione del 1848. Fu deputato della città di Palermo presso il Parlamento Siciliano. Nel mese di novembre del 1848 divenne ministro di Grazia e Giustizia, e a marzo del 1849, ministro della Pubblica Istruzione e dei Lavori Pubblici, nel governo provvisorio presieduto da Vincenzo Fardella di Torrearsa.[2]

Dopo il ritorno dei Borbone, si rifugiò in esilio tra Malta, Genova e Torino. Durante l'esilio tradusse dall'inglese un'opera di astronomia e dal francese: "La piccola Fadette" di George Sand. Rifiutò sempre il sussidio offertogli dal governo piemontese dicendo al distributore della sovvenzione: "Ne disporrete altrimenti, io posso discretamente vivere lavorando". Ebbe poi, per concorso, la cattedra di letteratura italiana presso il Collegio della Marina di Genova.

Nel 1860 tornò a Palermo, nominato da Giuseppe Garibaldi segretario di Stato per la Giustizia e il Culto nel governo dittatoriale. Lasciato il ministero, fu eletto Procuratore Generale presso la Corte di Catania e, successivamente, fu nominato Consigliere della Corte di Cassazione di Palermo.

Nel 1861 fu eletto deputato alla Camera del Regno nel collegio di Petralia Soprana e riconfermato nel 1865 (nel collegio di Prizzi) dopo aver vinto un ballottaggio in data 29 ottobre 1865.[3]

Nel 1868 entrò nel Consiglio di Stato. Nel 1870 fu nominato senatore del Regno d'Italia. Nel 1887 fu presidente di sezione del Consiglio di Stato. Fu inoltre membro della Società Siciliana per la Storia Patria.[4]

Sposatosi con la piemontese Francesca Giacometti, ebbe tre figli: Rosina, Maria e Celidonio. Suo nipote Vincenzo fu un apprezzato germanista.

Compose poesie, tragedie e libretti musicali. Scrisse due monografie storiche: "Washington" (1880), comparando le condizioni della società europea con quella degli Stati Uniti, e "Storia dell'Impero Osmano" (1883).[5]

La sua salma nel 1891 fu trasportata da Roma a Palermo per decreto del Municipio, consenziente la famiglia. È sepolto presso la chiesa di San Domenico (Palermo), con busto scolpito da Pasquale Civiletti nel 1897.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Grand'Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Escluso per sorteggio.
  2. ^ Giuseppe Paladino, ERRANTE, Vincenzo, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1932.
  3. ^ Vincenzo Errante, su Portale storico della Camera dei deputati. Modifica su Wikidata
  4. ^ Vincenzo Errante, su Patrimonio dell'Archivio storico Senato della Repubblica - senato.it. Modifica su Wikidata
  5. ^ Roberta Ascarelli, ERRANTE, Vincenzo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 43, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Sampolo, Commemorazione di Vincenzo Errante, Tip. F. Barravecchia e figlio, Palermo, 1902
  • Kateuan Zifor (a cura di), Il Barone di Vanella, Bertoni Editore, 2020.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN71380651 · ISNI (EN0000 0000 6138 7799 · SBN CFIV197935 · BAV 495/162104 · BNF (FRcb10433510w (data) · WorldCat Identities (ENviaf-71380651