Vicariato apostolico di Istanbul

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Vicariato apostolico di Istanbul
Vicariatus Apostolicus Istanbulensis
Chiesa latina
 
Mappa della diocesi
 
Vicario apostolicoMassimiliano Palinuro
Vescovi emeritiLouis Pelâtre, A.A.
Presbiteri36, di cui 3 secolari e 33 regolari
472 battezzati per presbitero
Religiosi37 uomini, 32 donne
Diaconi1 permanente
 
Battezzati17.000
StatoTurchia
Parrocchie12
 
Erezione15 aprile 1652
Ritoromano
CattedraleSpirito Santo
IndirizzoPapa Roncalli Sokak 65A, 34373 Inonu Mah., Sisli, Istanbul, Türkiye
Dati dall'Annuario pontificio 2021 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Turchia
Statua di Benedetto XV nel cortile della cattedrale di Istanbul

Il vicariato apostolico di Istanbul (in latino: Vicariatus Apostolicus Istanbulensis) è una sede della Chiesa cattolica in Turchia immediatamente soggetta alla Santa Sede. Nel 2020 contava 17.000 battezzati. È retto dal vescovo Massimiliano Palinuro.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il vicariato apostolico estende la sua giurisdizione sui fedeli cattolici di rito latino residenti nella Turchia europea e nelle seguenti province dell'Anatolia nord-occidentale: Kocaeli, Düzce, Zonguldak, Bartin, Kastamonu, Çankırı, Kırıkkale, Ankara, Karabük, Bolu, Eskişehir, Sakarya, Bilecik, Yalova, Bursa, Balıkesir e Çanakkale.

Sede del vicariato è la città di Istanbul, dove si trova la cattedrale dello Spirito Santo.

Il territorio è suddiviso in 12 parrocchie.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Dalla conquista di Costantinopoli durante la Quarta crociata (1204), la città fu sede di un patriarcato latino contrapposto al patriarcato ortodosso. Dopo la caduta dell'Impero latino (1261), il patriarcato continuò a sussistere come sede titolare e conservò fino al 1652 il diritto di nominare un vicario patriarcale residente a Costantinopoli.[1]

Nel 1623 Propaganda Fide, per ridurre sempre di più i poteri del patriarca titolare, decise di nominare un vescovo ausiliare per la sede di Costantinopoli. Due furono i vescovi nominati: Livio Lilio il 19 agosto 1625 e Giacinto Subiano il 14 novembre 1644. Inevitabili furono però i conflitti di giurisdizione tra i vescovi ausiliari ed i vicari patriarcali. Così il 5 marzo 1652 papa Innocenzo X approvò il decreto di Propaganda fide « super unione vicariatus constantinopolitani cum suffraganeatu eiusdem ».[2] Il 15 aprile dello stesso anno fu comunicata la decisione al vicario patriarcale Severoli ed al vescovo ausiliare Subiano, che contestualmente divenne il primo vicario apostolico. Così la Santa Sede avocò sotto la propria autorità il vicariato di Costantinopoli, che assunse da questo momento dignità episcopale.

Il 15 aprile 1652 è la data di erezione del vicariato apostolico di Costantinopoli.[2]

Il 24 marzo 1876 la chiesa dello Spirito Santo fu dichiarata cattedrale del vicariato apostolico.[3]

Il 16 marzo 1926 ha ceduto i territori di Monastir e adiacenze alla diocesi di Skopje.

Il 18 marzo 1926 ha ceduto una porzione di territorio a vantaggio dell'erezione del vicariato apostolico di Salonicco.

Dal 1925 al 1974 non è stato più nominato alcun vicario apostolico di Costantinopoli e il governo è stato affidato al delegato apostolico pro tempore in Turchia, residente a Istanbul, che ne era amministratore apostolico sede vacante.

Il 30 novembre 1990 con il decreto Quo melius della Congregazione per le Chiese Orientali, il vicariato apostolico ha assunto il nome attuale e ha ceduto una porzione del suo territorio al vicariato apostolico dell'Anatolia.

Dal 1999 il vicario apostolico è anche amministratore sede vacante dell'esarcato apostolico di Costantinopoli, unica circoscrizione di rito bizantino in terra turca.

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vicari patriarcali[modifica | modifica wikitesto]

  • ...
  • Bonaventura Secusio, O.F.M.Obs. † (1594 - 10 marzo 1599 nominato patriarca)
  • Cherubino da Macerata, O.F.M.Obs. † (1604 - ?)
  • Giovanni Battista de Monte Barochio, O.F.M.Obs. † (15 dicembre 1614 - ?)
  • Giovanni Battista Sangallo, O.F.M.Conv. † (1616 - ? deceduto)
  • Giuseppe de Bruni, O.F.M.Obs. † (14 luglio 1618 - 1622)
  • Benedetto da Verona, O.F.M.Obs. † (15 febbraio 1622 - ?)
  • Andrea Gislanti, O.F.M. † (1626 - ? dimesso)
  • Guglielmo Foca, O.F.M.Conv. † (1627 - 1629 dimesso)
  • Giovanni Mauri, O.F.M.Conv. † (30 gennaio 1629 - 1631 dimesso)
  • Giovanni Francesco Circhi, O.F.M.Conv. † (7 maggio 1631 - dopo il 1633 dimesso)
  • Guglielmo Vizzani, O.F.M.Conv. † (1635 - 17 ottobre 1637 dimesso)
  • Angelo Petricca, O.F.M.Conv. † (30 gennaio 1638 - 1639)
  • Francesco Castogna, O.F.M.Conv. † (25 febbraio 1640 - 1641 deceduto)
  • Giovanni Mercredini, O.F.M.Conv. † (20 gennaio 1642 - ? deceduto)
  • Giovanni Battista Siroli, O.F.M.Conv. † (1º settembre 1643 - 1644 dimesso)
  • Giacinto Subiano, O.P. † (1646 - ? dimesso)
  • Giovanni Francesco Circhi, O.F.M.Conv. † (3 luglio 1647 - ? dimesso) (per la seconda volta)
  • Filippo Severoli, O.F.M.Conv. † (27 settembre 1649 - ? dimesso)

Vicari apostolici[modifica | modifica wikitesto]

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Il vicariato apostolico nel 2020 contava 17.000 battezzati.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 7.650 ? ? 72 4 68 106 131 311 22
1970 10.000 ? ? 5 5 2.000
1980 5.000 ? ? 51 8 43 98 1 62 123 22
1990 6.000 ? ? 44 6 38 136 50 100 17
1999 15.000 ? ? 28 3 25 535 32 91 13
2000 15.000 ? ? 33 3 30 454 37 90 13
2001 15.000 ? ? 30 3 27 500 38 91 13
2002 15.000 ? ? 35 3 32 428 43 91 13
2003 15.000 ? ? 32 2 30 468 39 90 13
2004 15.000 ? ? 32 2 30 468 37 90 13
2010 15.500 ? ? 35 2 33 442 42 43 13
2014 15.650 ? ? 37 37 422 41 40 13
2017 15.650 ? ? 30 2 28 521 34 36 12
2020 17.000 ? ? 36 3 33 472 1 37 32 12

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il patriarcato latino venne abolito da papa Paolo VI nel 1964.
  2. ^ a b Lemmens, op. cit., p. 271.
  3. ^ (LA) Breve Gratum Nobis, in Pii IX Pontificis Maximi Acta. Pars prima, vol. VII, Romae, 1878, pp. 196-197.
  4. ^ Si era dimesso nel 1675, ma il suo successore non poté giungere a Costantinopoli, cosicché rimase in carica fino alla morte.
  5. ^ Morì prima di prendere possesso della sede.
  6. ^ Nominato arcivescovo titolare di Marcianopoli e vicario apostolico di Costantinopoli; non accettò l'incarico (Eubel, Hierarchia catholica, VI, pp. 275-276 in nota).
  7. ^ La nomina non ebbe effetto. Il 21 dicembre 1874 fu nominato vescovo di Pontremoli.
  8. ^ Non accettò l'incarico. Il 3 aprile 1876 fu nominato arcivescovo, titolo personale, di Fabriano e Matelica.
  9. ^ Turchia: morto per Covid mons. Rubén Tierrablanca, vescovo del dialogo e dell'accoglienza. "Apparteniamo tutti a una casa comune", in Agensir, 23 dicembre 2020. URL consultato il 24 dicembre 2020.
  10. ^ Dal 24 dicembre 2020 al 18 dicembre 2021, giorno della presa di possesso di Massimiliano Palinuro, fu amministratore apostolico Lorenzo Piretto, arcivescovo emerito di Smirne.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Clemente da Terzorio, Le missioni dei Cappuccini, vol. VII, p. 320
  • Decreto Quo melius, AAS 83 (1991), p. 151
  • (FR) François Alphonse Belin, Histoire de la latinité de Constantinople, Paris, A. Picard, prima edizione 1872, seconda edizione 1894
  • (EN) Charles A. Frazee, Catholics and Sultans: The Church and the Ottoman Empire 1453-1923, Cambridge University Press, 2006
  • Georg Hofmann, Il vicariato apostolico di Costantinopoli, 1453-1830, Roma, Pont. institutum orientalium studiorum, 1935
  • (LA) Leonardus Lemmens, Hierarchia latina Orientis, mediante S. Congregatione de propaganda fide instituita (1622-1922), in Orientalia Christiana, vol. I, nº 5 (1923), pp. 270–290

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