Abito ecclesiastico

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Vesti ecclesiastiche)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Nelle Chiese cristiane, l'abito ecclesiastico si riferisce al tipo di vestiario indossato dai membri del clero al di fuori dei riti liturgici. Questi abiti sono distintivi e simbolici, spesso riflettendo il ruolo e lo status dell'individuo all'interno della gerarchia ecclesiastica.

L'abito ecclesiastico varia tra le diverse tradizioni e denominazioni cristiane. Tuttavia, ci sono alcune caratteristiche comuni che possono essere riscontrate in molti contesti. Ad esempio, i vescovi e gli arcivescovi spesso indossano una mantellina detta "mozzetta" e un cappello a tesa larga chiamato "zucchetto". I preti possono indossare la tonaca, una veste lunga generalmente di colore nero, accompagnata da una cotta bianca e una stola.

Oltre agli abiti specifici per i vescovi e i preti, ci sono anche abiti ecclesiastici per altri membri del clero, come diaconi e suore. Questi abiti possono includere abiti talari, che sono vesti lunghe e ricoprenti che vengono indossate come segno di consacrazione e impegno religioso.

L'abito ecclesiastico ha una duplice funzione. Da un lato, serve a identificare il ruolo e lo status dei membri del clero all'interno della comunità religiosa. Dall'altro, l'abito ecclesiastico è anche un segno di umiltà e distacco dal mondo materiale, ricordando ai membri del clero la loro dedizione al servizio di Dio e della Chiesa.

È importante sottolineare che l'abito ecclesiastico è una pratica tradizionale e simbolica, ma non è un elemento essenziale per la vita e il ministero spirituale del clero. La sua adozione può variare da chiesa a chiesa, e alcuni membri del clero possono scegliere di non indossare abiti ecclesiastici nella loro vita quotidiana.

Chiesa latina[modifica | modifica wikitesto]

Nella Chiesa latina gli abiti dei sacerdoti sono:

Oltre a questi, i canonici, i vescovi, i cardinali e il papa possono indossare anche:

Il codice di diritto canonico al can. 284 stabilisce l'obbligatorietà dell'abito ecclesiastico, demandando alle singole conferenze episcopali la definizione della forma che esso deve assumere:

«I chierici portino un abito ecclesiastico decoroso secondo le norme emanate dalla Conferenza Episcopale e secondo le legittime consuetudini locali.»

In Italia la Conferenza Episcopale Italiana ha disposto nel 1983 che chi appartiene al clero debba indossare la veste talare o il clergyman.[1] Tale normativa non è mai stata revocata, anche se di fatto viene spesso disattesa.

Chiese orientali[modifica | modifica wikitesto]

Sacerdote greco-cattolico della Chiesa Italo-Albanese

Nell'Oriente cristiano, sia ortodosso sia cattolico, l'abito è diverso a seconda della Chiesa di appartenenza; gli abiti più comuni sono:

Chiesa anglicana[modifica | modifica wikitesto]

L'abito talare anglicano

Nella Chiesa anglicana gli abiti dei sacerdoti sono quasi identici a quelli cattolici, con qualche differenza. Ad esempio i preti anglicani preferiscono portare il collarino ecclesiastico che avvolge tutto il collo ed è molto più piccolo in larghezza, e preferiscono usare il clergyman. Un'altra differenza con il clero cattolico è ad esempio il colore della veste talare dei vescovi anglicani, che è interamente viola. Inoltre i vescovi e gli arcidiaconi possono anche indossare una talare più corta che arriva alle ginocchia, chiamata "apron" (che in inglese significa "grembiule").

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Delibera della CEI n. 2, 23 dicembre 1983, in: Conferenza Episcopale Italiana, Diritto canonico complementare, p. 8.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàThesaurus BNCF 13475 · LCCN (ENsh85026947 · BNF (FRcb12239586h (data) · J9U (ENHE987007283935005171 · NDL (ENJA00569993