Arcidiocesi di Strasburgo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Vescovo di Strasburgo)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando l'antico principato vescovile, vedi Principato vescovile di Strasburgo.
Arcidiocesi di Strasburgo
Archidioecesis Argentoratensis o Argentinensis
Chiesa latina
 
Stemma della diocesi Mappa della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
Sede vacante
Amministratore apostolicoPhilippe Ballot[1]
Arcivescovo elettoPascal Delannoy
AusiliariChristian George Nicolas Kratz[2]
Arcivescovi emeritiJoseph Pierre Aimé Marie Doré, P.S.S.,
Jean-Pierre Grallet, O.F.M.,
Luc Ravel, C.R.S.V.
Presbiteri484, di cui 328 secolari e 156 regolari
2.867 battezzati per presbitero
Religiosi201 uomini, 716 donne
Diaconi88 permanenti
 
Abitanti1.903.000
Battezzati1.388.000 (72,9% del totale)
StatoFrancia
Superficie8.280 km²
Parrocchie767 (12 vicariati)
 
ErezioneIV secolo
Ritoromano
CattedraleNotre-Dame
Indirizzo16 Rue Brûlée, F-67081 Strasbourg CEDEX, France
Sito webwww.alsace.catholique.fr
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Francia
Portale della cattedrale.
Il seminario maggiore di Strasburgo.
Mappa del Principato vescovile di Strasburgo attorno al 1547.
Il palazzo dei Rohan, fatto costruire tra il 1728 e il 1741 dal vescovo Armand I de Rohan-Soubise come nuovo palazzo vescovile, ospita oggi diverse istituzioni museali cittadine.

L'arcidiocesi di Strasburgo (in latino Archidioecesis Argentoratensis o Argentinensis) è una sede della Chiesa cattolica in Francia immediatamente soggetta alla Santa Sede. Nel 2022 contava 1.388.000 battezzati su 1.903.000 abitanti. La sede è vacante, in attesa che l'arcivescovo eletto Pascal Delannoy ne prenda possesso.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

L'arcidiocesi comprende l'intera Alsazia, composta dai due dipartimenti francesi del Basso Reno e dell'Alto Reno.

Sede arcivescovile è la città di Strasburgo, dove si trova la cattedrale di Notre-Dame. Costruito fra il 1015 e il 1439 in stile tardo gotico, quest'edificio di 142 metri di altezza fu il più alto del mondo fra il 1625 e il 1847 e rimase la chiesa più alta del mondo fino al 1880, quando fu sorpassata dal duomo di Colonia. Oggi è la quarta chiesa cattolica più alta del mondo.

Il territorio si estende su 8.280 km² ed è suddiviso in 767 parrocchie, raggruppate in 12 zone pastorali.[3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Argentoratum, l'odierna Strasburgo, era un'antica città romana che faceva parte della provincia della Germania prima, come testimoniato dalla Notitia Galliarum dell'inizio del V secolo.[4]

Il cristianesimo è attestato ad Argentoratum già nella prima metà del IV secolo; il primo vescovo conosciuto è sant'Amando, il cui nome è indicato negli atti dello pseudo concilio di Colonia del 346. Nel V secolo la città è distrutta dall'invasione degli Alemanni. A partire dal VI secolo, con l'annessione della regione dapprima nel regno merovingio dell'Austrasia e poi in quello carolingio, il cristianesimo poté diffondersi e consolidarsi grazie all'opera di due santi vescovi, Arbogasto e Fiorenzo, e dei monaci missionari irlandesi, tra i quali si devono menzionare san Colombano e san Gallo. Al concilio di Parigi del 614 prese parte il vescovo Ansoaldo.

Con l'affermarsi dell'organizzazione ecclesiastica, Strasburgo entrò a far parte della provincia ecclesiastica di Magonza, rispecchiando l'antica suddivisione amministrativa romana, che prevedeva che facessero parte della medesima provincia anche le diocesi di Worms e di Spira. Questa struttura organizzativa ecclesiastica rimase invariata, malgrado tutti i cambiamenti politici della regione, fino alla rivoluzione francese.

Nel IX secolo la diocesi comprendeva l'odierno Basso Reno (ad eccezione della regione di Wissembourg-Lauterbourg e del distretto di Marmoutier-Neuwiller), l'Ortenau sulla riva destra del Reno, e i distretti di Rouffach, Soultz e Lautenbach nell'Alto Reno. Confinava a nord con la diocesi di Spira, ad est e a sud-est con quella di Costanza, a sud-ovest con la diocesi di Basilea, e ad ovest con le diocesi di Metz e di Saint-Dié.

Sempre nel corso del IX secolo l'Alsazia entrò a far parte del Sacro Romano Impero e il vescovo di Strasburgo iniziò ad acquisire poteri comitali con possedimenti su entrambe le rive del Reno. Il vescovato divenne uno stato cliente dell'impero dal XIII secolo al 1803, ad eccezione di Strasburgo, che ebbe lo statuto di città libera dell'Impero fin dal 1262.

Verso la fine dell'epoca medievale, Strasburgo fu la culla di un movimento spirituale conosciuto con il nome di "mistica renana", che ebbe tra i suoi principali esponenti maestro Eckhart, Taulero, Nicola di Strasburgo e Enrico Suso.

Durante l'epoca della riforma (XVI secolo) l'Alzasia e Strasburgo furono contese fra i protestanti ed i cattolici, lotta che si accendeva ogni volta che la sede episcopale restava vacante. Entrambe le fazioni lottavano per imporre un proprio candidato; la spuntò sempre il partito cattolico, che in questo modo riuscì a conservare al cattolicesimo Strasburgo e la regione. Tuttavia oltre 200 parrocchie e la stessa cattedrale passarono al culto protestante.

Con la pace di Vestfalia del 1648 l'Alsazia diventa territorio del regno di Francia. In questo modo la diocesi si trovò divisa fra due Stati: i territori sulla riva sinistra del Reno furono annessi dalla Francia, mentre quelli sulla riva destra rimasero parte dell'Impero. Anche i poteri comitali del vescovo vennero ridotti ai soli territori imperiali (le aree di Oberkirch, Ettenheim e Oppenau), essendo quelli alsaziani[5] annessi a pieno titoli al regno francese (riconosciuto dal Sacro Romano Impero con il trattato di Ryswick del 1697). Dal punto di vista strettamente religioso, l'annessione alla Francia permise la piena restaurazione del cattolicesimo. Tuttavia solo nel 1681 la cattedrale cittadina, per volontà espressa di Luigi XIV, ritornò al culto cattolico.

La rivoluzione francese ed il congresso di Vienna modificarono completamente la geografia politica ed ecclesiastica di tutta la regione. Inizialmente, nel 1789, il vescovo dovette darsi alla fuga nei suoi domini tedeschi. I due dipartimenti alsaziani ebbero ognuno, con la costituzione civile del clero, un proprio vescovo con sede rispettivamente a Strasburgo e Colmar (dove la locale collegiata di San Martino fu dichiarata cattedrale), nessuno dei quali fu riconosciuto come tale da Roma.[6]

In seguito al concordato, con la bolla Qui Christi Domini del 29 novembre 1801 fu de facto eretta una nuova diocesi di Strasburgo, affidata a Jean-Baptiste Saurine, un ex vescovo costituzionale, che corrispondeva ai territori francesi dei dipartimenti dell'Alto e del Basso Reno: essa comprendeva gli antichi territori diocesani sulla riva sinistra del Reno, più porzioni di territorio sottratte alle diocesi di Spira, di Metz e soprattutto di Basilea.[7] Contestualmente entrò a far parte della provincia ecclesiastica di Besançon.

Nel 1803 il territorio sulla riva destra del Reno, in cui si era trincerato fino alla morte il vescovo Louis-René-Édouard de Rohan-Guéménée, fu secolarizzato ed annesso all'Elettorato di Baden (dal 1806 granducato di Baden). Con la riforma delle diocesi tedesche nella prima metà dell'Ottocento, questa parte dell'antica diocesi di Strasburgo fu suddivisa fra le nuove sedi di Friburgo in Brisgovia e, in misura minore, di Rottenburg.

In seguito agli avvenimenti del 1871 e al passaggio dell'Alsazia alla Germania, il 14 giugno 1874 con il decreto Rem in ecclesiastica della Congregazione concistoriale la diocesi divenne immediatamente soggetta alla Santa Sede. Il 10 luglio dello stesso anno acquisì i territori che erano appartenuti alla diocesi di Saint-Dié e che dopo la guerra franco-prussiana erano divenuti tedeschi. Contestualmente però perse i territori meridionali, che rimasero francesi, e che oggi costituiscono la diocesi di Belfort-Montbéliard.

La diocesi è stata elevata al rango di arcidiocesi, non metropolitana, il 1º giugno 1988 con la bolla Antiquissima ipsa di papa Giovanni Paolo II.

Per la sua particolare evoluzione storica, a differenza del resto del territorio nazionale, ove vige il regime di separazione fra Stato e Chiesa, nell'arcidiocesi di Strasburgo è ancora in vigore il concordato del 1801. Ciò comporta, per esempio che:

  • gli arcivescovi di questa sede vengono nominati dal Presidente della Repubblica francese e ricevono l'istituzione canonica da parte della Santa Sede; la data ufficiale di nomina è quella della pubblicazione congiunta nel Giornale Ufficiale della Repubblica Francese e sull'Osservatore Romano;
  • l'insegnamento della religione è obbligatorio nelle scuole primarie e secondarie;
  • i preti dell'arcidiocesi ricevono dallo Stato lo stipendio paragonabile a quello dei dipendenti pubblici di categoria A;
  • nell'Università statale di Strasburgo esiste una Facoltà di Teologia cattolica dipendente direttamente dalla Santa Sede.

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Il più antico catalogo episcopale di Strasburgo è giunto fino a noi in forma metrica e si arresta al vescovo Ratoldo; deve perciò essere stato redatto verso la fine del IX secolo.

Nella presente cronotassi si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 1.903.000 persone contava 1.388.000 battezzati, corrispondenti al 72,9% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 893.899 1.216.490 73,5 1.325 1.155 170 674 300 1.200 725
1970 1.100.000 1.412.385 77,9 1.205 1.205 912 767
1980 1.170.000 1.543.000 75,8 1.427 993 434 819 625 3.616 773
1990 1.290.000 1.620.000 79,6 1.167 848 319 1.105 23 461 2.649 767
1999 1.368.000 1.713.416 79,8 1.009 697 312 1.355 45 444 2.006 767
2000 1.300.000 1.708.025 76,1 995 682 313 1.306 45 453 1.970 767
2001 1.300.000 1.713.416 75,9 971 658 313 1.338 45 436 1.866 750
2002 1.300.000 1.713.416 75,9 957 644 313 1.358 45 417 1.793 767
2003 1.300.000 1.713.416 75,9 907 619 288 1.433 50 418 1.728 762
2004 1.350.000 1.800.000 75,0 920 649 271 1.467 51 367 1.686 767
2010 1.360.000 1.900.000 71,6 830 572 258 1.638 73 341 1.257 767
2014 1.380.000 1.843.000 74,9 722 517 205 1.911 80 282 1.050 767
2017 1.400.000 1.860.000 75,3 697 484 213 2.008 87 275 942 767
2020 1.385.000 1.900.000 72,9 630 459 171 2.198 85 225 805 767
2022 1.388.000 1.903.000 72,9 484 328 156 2.867 88 201 716 767

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Arcivescovo-vescovo di Metz.
  2. ^ Vescovo titolare di Temisonio.
  3. ^ (FR) Histoire et géographie, su Diocèse de Strasbourg. URL consultato il 24 settembre 2023.
  4. ^ Monumenta Germaniae Historica, Chronica minora Archiviato il 12 marzo 2016 in Internet Archive., I, p. 557.
  5. ^ Le aree attorno a Saverne (capoluogo del principato ecclesiastico), Molsheim, Bevefelden, Dachstein, Dambach, Kochersberg, Erstein, Kästenbolz, Rhinau e il Mundat (consistente nella regione delle città di Rouffach, Soultz e Eguisheim).
  6. ^ Tuttavia il secondo "vescovo costituzionale" con sede a Colmar, Marc-Antoine Berdolet, divenne poi il primo titolare della nuova diocesi di Aquisgrana.
  7. ^ La maggior parte del Basso Reno apparteneva, prima della rivoluzione francese, alla diocesi di Basilea.
  8. ^ Questo vescovo è menzionato in un diploma di Childerico II.
  9. ^ A quest'epoca non era ancora consacrato; è menzionato come presbyter vocatus episcopus, eletto probabilmente da poco tempo.
  10. ^ Due mesi di episcopato.
  11. ^ Eletto dal capitolo della cattedrale il 26 gennaio 1569 e confermato dalla Santa Sede solo quattro anni dopo.
  12. ^ Nominato arcivescovo titolare di Mocisso.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN143093005 · ISNI (EN0000 0000 9679 5004 · LCCN (ENn82129807 · GND (DE1147622744 · BNF (FRcb118691936 (data) · J9U (ENHE987007259537705171 · WorldCat Identities (ENlccn-n82129807
  Portale Diocesi: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di diocesi