Arcidiocesi di Corinto

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Disambiguazione – Se stai cercando la metropolia della Chiesa ortodossa di Grecia, vedi Metropolia di Corinto.
Corinto
Sede arcivescovile titolare
Archidioecesis Corinthiensis
Chiesa latina
Sede titolare di Corinto
Mappa della diocesi civile di Macedonia (V secolo)
Arcivescovo titolaresede vacante
IstituitaXV secolo
StatoGrecia
Arcidiocesi soppressa di Corinto
Diocesi suffraganeeDamala, Argo, Monembasia, Cefalonia, Zante, Zemene, Maina
ErettaI secolo
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

L'arcidiocesi di Corinto (in latino: Archidioecesis Corinthiensis) è una sede titolare della Chiesa cattolica, un tempo arcidiocesi metropolitana con sede a Corinto, antica città della Grecia, posta sull'omonimo istmo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini dell'arcidiocesi di Corinto risalgono al tempo delle predicazioni di san Paolo, che visitò la città e si stabilì nella dimora della casa di Aquila e Priscilla (Atti 18,1[1]), dove Sila e Timoteo presto si unirono a lui. Dopo la sua partenza, a Corinto rimase Apollo, il quale era stato richiamato da Efeso per opera di Priscilla stessa. L'apostolo visitò Corinto di nuovo e scrisse ai Corinti da Efeso nel 57, e quindi lo stesso anno (o secondo altre fonti l'anno successivo), una seconda lettera dalla Macedonia. Si tratta delle due lettere dell'epistolario paolino, che la tradizione ha denominato prima e seconda lettera ai Corinzi.

La famosa Prima lettera di Clemente alla chiesa di Corinto, scritta attorno al 96, mostra la prima evidenza storica del primato della Chiesa di Roma sulle altre chiese, alla base della teologia cattolica del primato papale.

Ben presto la sede di Corinto fu eretta a metropolia della Grecia (provincia romana dell'Ellade) con molte diocesi suffraganee[2], progressivamente ridotte dopo l'erezione a sedi metropolitane di Patrasso e di Atene (IX secolo). Nella Notitia Episcopatuum attribuita all'imperatore Leone VI e databile all'inizio X secolo Corinto appare al 27º posto fra le sedi metropolitane del patriarcato di Costantinopoli[3] e le sono attribuite sette diocesi suffraganee: Damala, Argo, Monembasia, Cefalonia, Zante, Zemene (o Zemaina) e Maina.[4] Come tutte le sedi episcopali della prefettura dell'Illirico, fino a metà circa dell'VIII secolo l'arcidiocesi di Corinto era parte del patriarcato di Roma; in seguito fu sottoposta al patriarcato di Costantinopoli.

Da sant'Apollo, Le Quien (II, 155) menziona una lunga serie di vescovi, prima e dopo il 1054: tra loro si ricorda anche san Sostene, discepolo di San Paolo; san Dionigi; Paolo, fratello di san Pietro, vescovo di Argo nel X secolo; sant'Anastasio nel medesimo secolo; Giorgio (o Gregorio), un commentatore di inni liturgici.

Durante la quarta crociata, Corinto fu conquistata nel 1209/1210 ed entrò a far parte del principato d'Acaia. Come in molte altre diocesi greche, anche a Corinto fu eretta un'arcidiocesi di rito latino all'epoca di papa Innocenzo III. Il primo prelato conosciuto è Gualtiero, a cui Innocenzo III indirizzò una lettera a maggio del 1212,[5] nella quale il papa enumera i villaggi che costituiscono il territorio della Chiesa di Corinto, ossia Enoria, Palagia, Calesmata, Succhuyna, Sorados, Lavenicia, Clenna, Sarman, Crata, Quarrata e Sandyca.[6] Documenti successivi citano altri villaggi. È difficile tuttavia localizzare tutti questi siti e identificarli con i toponimi odierni.[7]

La lettera di Innocenzo III di maggio 1212 definì anche le suffraganee di Corinto. Tra queste sono menzionate le sedi di Cefalonia, Zante, Damala, Monembasia, Argo, Elo e Zemeno.[8] Questa lista è tuttavia solo teorica, perché di fatto Corinto ebbe come suffraganei solo i vescovi di Argo, di Lacedemonia e di Monembasia.[9] Per mancanza di fedeli cattolici, nel 1222 Corinto inglobò la sede di Zemeno[6] e quella di Damala fu unita ad Argo.

Nel territorio esisteva anche un'abbazia cistencese, menzionata in una lettera di papa Gregorio IX del 23 dicembre 1236, a Saraca (o Saracaz, o Zarcas), di cui oggi restano le rovine nella piana di Stinfalia.[10]

Nel 1395 ebbe termine il principato d'Acaia e la presenza dei Latini a Corinto. La città, dopo una breve parentesi ottomana, fu conquistata dai bizantini del despotato di Morea nel 1403 che la persero definitivamente nel 1458 a favore ancora degli ottomani. È presumibile che in questo periodo ebbe termine anche la presenza degli arcivescovi latini, e la Santa Sede iniziò a nominare prelati in partibus infidelium.

Dal XV secolo Corinto è annoverata tra le sedi arcivescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 17 novembre 2005.

Corinto è anche una sede vescovile della Chiesa ortodossa di Grecia con il nome di metropolia di Corinto, Sicione, Zemene, Tarso e Polyphengos.

Cronotassi[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi e arcivescovi greci[modifica | modifica wikitesto]

Arcivescovi latini[modifica | modifica wikitesto]

  • Gualtiero † (prima di maggio 1212 - dopo il 1215)
  • Anonimo † (menzionato a giugno 1224)[12]
  • Anonimo † (1228 - ?)
  • Anonimo † (30 marzo 1237 - ?)[13][14]
  • Trasmundo † (1253 - 1267 nominato arcivescovo di Monreale)
  • Pietro di Confluenzia, O.P. † (febbraio 1268 - 5 aprile 1278 nominato arcivescovo di Cosenza)
  • Guglielmo di Moerbeke, O.P. † (9 aprile 1278 - ? deceduto)
  • Roberto † (26 ottobre 1286 - ?)
  • Matteo di Osenio, O.P. † (circa 1294 - ?)
  • Ludovico † (circa 1300 - ? deceduto)
    • Giovanni di Spoleto † (18 gennaio 1306 - 5 giugno 1307 dimesso) (amministratore apostolico)
  • Giacomo I † (5 giugno 1307 - ?)
  • Bartolomeo † (circa 1312 - ?)
  • Anonimo † (menzionato nel 1318)
  • Giacomo II † (circa 1340 - 7 gennaio 1349 nominato arcivescovo di Taranto)
  • Francesco di Massa, O.F.M. † (29 marzo 1349 - ? deceduto)
  • Paolo † (15 marzo 1363 - circa 1379 nominato patriarca di Costantinopoli)
  • Matteo † (19 settembre 1386 - ?)
  • Stefano, O.F.M. † (8 luglio 1390 - 15 marzo 1395 nominato vescovo di Acerenza)
  • Pietro Giovanni, O.F.M. † (26 aprile 1395 - 12 gennaio 1396 nominato vescovo di Zante e Cefalonia)
  • Biagio, O.E.S.A. † (12 gennaio 1396 - ?)
  • Giovanni † (menzionato il 25 giugno 1407)
  • Antonio † (? deceduto)
  • Pietro Rainaldi, O.P. † (14 febbraio 1421 - ?)
  • Malachia † (? - circa 1460 deceduto)
  • Marco Antonio Saraco † (31 luglio 1476 - ?)

Arcivescovi titolari[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Atti 18,1, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  2. ^ Nella consultazione voluta dall'imperatore Leone I nel 458 dopo i gravosi fatti di Alessandria che portarono all'uccisione del patriarca Proterio, alla sede di Corinto sono indicate 21 diocesi suffraganee. Louis Duchesne, Les anciens évêchés de la Grèce Archiviato il 31 maggio 2021 in Internet Archive., in Mélanges d'archéologie et d'histoire, tomo 15 (1895), p. 377.
  3. ^ Heinrich Gelzer, Ungedruckte und ungenügend veröffentlichte Texte der Notitiae episcopatuum, in: Abhandlungen der philosophisch-historische classe der Bayerische Akademie der Wissenschaften, 1901, p. 550, nº 30.
  4. ^ Heinrich Gelzer, op. cit., p. 556, nnº 472-479.
  5. ^ Patrologia Greca, CCXVI, pp. 586-587.
  6. ^ a b Antoine Bon, La Morée franque, p. 478.
  7. ^ Antoine Bon, La Morée franque, p. 479.
  8. ^ Le Quien, III, col. 885.
  9. ^ Antoine Bon, La Morée franque, p. 474.
  10. ^ Antoine Bon, La Morée franque, p. 480.
  11. ^ (FR) Travaux et Mémoires, 9, 1985, p. 295, nº 35.
  12. ^ Era in precedenza vescovo di Corone.
  13. ^ Era in precedenza vescovo di Argo.
  14. ^ In diverse occasioni è fatta menzione di un arcivescovo di Corinto nelle lettere dei papi Onorio III (1216-1227), Gregorio IX (1227-1241) e Innocenzo IV (1243-1254).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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