Verso leonino

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Il verso leonino è caratterizzato dalla presenza di una rima interna tra i due emistichi che compongono l'esametro e il pentametro.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il verso leonino era usato comunemente nella poesia in lingua latina in Europa durante il Medioevo. Prende il nome da un certo Leonio da San Vittore, un canonico che sarebbe vissuto a Parigi attorno al XII secolo; il condizionale dipende dal fatto che l'esistenza di questo Leonio è stata spesso messa in dubbio e, a volte, identificata con quella di Magister Leoninus (Léonin), omonimo e coevo musicista della Scuola di Notre-Dame.

Esempi[modifica | modifica wikitesto]

«HAC SUNT IN FOSSA - BEDAE VENERABILIS OSSA»

«Hic est illa PIAE - Genitricis Imago MarIAE
Quae discumbENTI - Gallae patuit metuENTI[1]»

«Lingua nequit fARI - mens nulla valet meditARI
Quantus mente fUROR - mihi est, quibus ignibus UROR[2]»

«Formula virtutis - Maris astrum, Porta salutis
Prole Maria levat - quos conjuge subdidit Eva
Sum deus atq(ue) caro - patris et sum matris imago
non piger ad lapsum - set flentis p(ro)ximus adsum[3]»

«Factus homo Factor - hominis factique Redemptor
Iudico corporeus - corpora corda Deus[4]»

«HAEC NON LENENSIS - TELLUS FERTUR LEONENSIS
CUI NON LENONES - NOMEN POSUERE LEONES
FORMA LEONINA - SIGNANS BIS MARMORA BINA
DICITUR OFFERRE - LOCA VOCE NON AUTEM RE
FELIX EST NOMEN - FELIX EST NOMINIS OMEN
QUOD NON LENONES - POSUERUNT IMMO LEONES[5]»

Vari versi leonini sono presenti anche sui mosaici della Basilica di San Marco a Venezia.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pietro Zani, Enciclopedia metodica critico-ragionata delle belle arti: dell' abate D. Piero Zani, Fidentino. Parma: Tipografia ducale, 1817, pt. 1, vol. 8, p. 161 (on-line)
  2. ^ Poesia latina medievale, introduzione, testi, traduzione, note, trascrizioni musicali a cura di Giuseppe Vecchi. Parma 1959, p. 522
  3. ^ Renato Polacco, La cattedrale di Torcello, Venezia 1984, p. 52
  4. ^ Demus O., The Mosaics of Norman Siciliy, Londra,1945, pp. 4-5
  5. ^ Francesco Antonio Zaccaria, Dell'antichissima badia di Leno, Venezia 1767, p. 35

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