Primavera sacra

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La Primavera Sacra (Ver Sacrum in latino) era una ricorrenza rituale di origine arcaica, praticata poi da diversi popoli dell'Italia antica, che comportava la deduzione[1] di nuove colonie.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Veniva celebrata in occasione di carestie e in momenti difficili, o per scongiurare un pericolo particolarmente grave. Un altro fattore importante era la pressione demografica, per cui tramite questo rituale si favorivano i processi migratori[2].

Questo rituale era diffuso presso i Sanniti e, sporadicamente, praticato anche dai Romani; traeva origine da una promessa al dio Mamerte (il dio Marte presso gli Osci) e consisteva nell'offrire, come sacrifici, tutti i primogeniti nati dal 1º marzo al 1º giugno.

Gli animali venivano effettivamente sacrificati, mentre i bambini non venivano realmente immolati, crescevano piuttosto come sacrati (cioè protetti dagli dei) per poi, giunti all'età adulta, dover emigrare per fondare nuove comunità (colonie) altrove. In questa maniera nasceva un nuovo popolo. La migrazione era guidata secondo una procedura totemica: si interpretavano i movimenti ed il comportamento di un animale-guida, per trarne auspici e indicazioni sulla direzione del viaggio. Ogni tribù aveva un animale sacro agli dei; per alcuni Sanniti era il toro, per gli Irpini il lupo, per i Piceni il picchio e così via[3].

Alcuni studiosi dell'Ottocento, invece, pensarono ad effettivi sacrifici umani[4].

Popolazioni antiche[modifica | modifica wikitesto]

Con il voto della Primavera Sacra, praticato anche dagli Aborigeni,[2], sarebbero nate nell'età del ferro varie popolazioni arcaiche. La tradizione afferma che le popolazioni di cultura appenninica come gli Umbri abbiano originato altre popolazioni, come ad esempio i Sanniti, che migrarono verso sud, restando sulla dorsale appenninica; i Piceni, che ebbero come totem il picchio, sacro al dio poi identificato dai Romani con Marte. Essi partirono dall'Appennino e popolarono tutto il territorio compreso tra il fiume Foglia e il fiume Salino, giungendo quindi a dare unità etnica a tutte le attuali Marche; per questo motivo lo stemma della regione Marche è il picchio verde. I Sanniti il cui totem fu il toro selvaggio occuparono aree comprese nelle odierne regioni dell'Abruzzo meridionale, del Molise e della Campania settentrionale. Il popolo degli Irpini, il cui totem fu il lupo (hirpus), occuparono l'attuale Irpinia.

I racconti mitologici legati alla pratica rituale, e le modalità con le quali venivano effettuati i sacrifici, sono diversi tra le varie popolazioni.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Termine tecnico usato dai Romani per indicare la fondazione di una colonia
  2. ^ a b Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, I 16.2.
  3. ^ L. Bessone e R. Scuderi, Manuale di Storia romana, Bologna, Monduzzi, 1994, pp. 87-88, ISBN 88-323-5660-0.
  4. ^ Leonhard Schmitz, A Dictionary of Greek and Roman Antiquities William Smith ed. Londra 1875.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Atto Vannucci, Cap. I: Primavera Sacra, in Storia dell'Italia antica, vol. 1, 3ª ed., Milano, 1873, p. 51. URL consultato il 6 giugno 2016.
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