Vento (famiglia)

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Vento
scaccato d’argento e di rosso di sedici pezzi

I Vento furono una famiglia nobile genovese, dedita alla navigazione e al commercio e attivamente impegnata nelle vicende politiche della Repubblica di Genova tra il XII e il XIII secolo. Dal XIV secolo, venuta meno l'importanza della famiglia a Genova, un ramo di essa si trasferì in Sicilia, esercitando cariche pubbliche a Erice e Trapani tra XV e XVII secolo.[1][2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini[modifica | modifica wikitesto]

I Vento, originari probabilmente della zona di Voltri[3][4], hanno rappresentato una delle realtà familiari più durature nel panorama politico del medioevo genovese, impegnata nella politica cittadina nel primo periodo della repubblica e protagonista delle lotte tra fazioni che funestarono la città sul finire del XII secolo, che la videro opporsi in una sanguinosa faida con la famiglia Grillo. Diversi esponenti della famiglia ricoprirono importanti incarichi nel governo della Repubblica di Genova tra il XII e il XIII secolo.[1]

I Vento, al pari di altre influenti famiglie cittadine, avevano il loro insediamento nell'attuale piazza San Giorgio, allora centro della città medioevale racchiusa dalla cinta muraria di età carolingia[5], dove era una torre di loro proprietà, sopravvissuta fino alla seconda metà dell'Ottocento e oggi ricordata da una lapide nel luogo dove sorgeva.[6]

Sono ricordati anche per aver fondato nel borgo di Vesima, intorno al 1160, il complesso monastico di San Pietro in Vesima, con annesso un ospitale per viandanti e pellegrini. La famiglia, che fece della chiesa di San Pietro la sua cappella sepolcrale, vi mantenne legami per tutto il XIII secolo.[7][8] Il fondatore, Ogerio Vento, nel suo testamento del 1162 dispose il lascito al monastero di alcune terre tra Voltri e Arenzano[9] Nel 1260 il complesso religioso fu riedificato per volontà di Alda Vento, figlia di Antonio e vedova di Emanuele Doria, come attestato da una lapide nella chiesa.[10]

Complessivamente esponenti della famiglia Vento ricoprirono per diciassette volte l'incarico di console e due di console de' placiti. La famiglia perse d'importanza a partire dal XIV secolo e il ramo genovese nel 1528 entrò a far parte dell'albergo Cattaneo.[11][12]

Il ramo siciliano[modifica | modifica wikitesto]

Fin dall'inizio del XII secolo si erano create, rafforzandosi nel tempo, relazioni commerciali tra la Repubblica di Genova e il Regno di Sicilia, sancite da diverse concessioni da parte di Ruggero II ai mercanti genovesi, che ottennero l'esenzione dai dazi e l'esclusione dei mercanti francesi dall'isola, scalo obbligatorio verso la Terra santa. Gli accordi vennero confermati nel 1156 dal re normanno Guglielmo I a Guglielmo Vento e Ansaldo Doria, che li sottoscrissero sfidando la contrarietà del Barbarossa.[13] I Vento, insieme ad altre importanti famiglie del patriziato genovese, furono tra i più attivi nella gestione di questi scambi commerciali.[14][15]

Un secolo più tardi, ai tempi di re Federico II d'Aragona, un Riccardo Vento da Genova si trasferì in Sicilia, dove, stando a quanto riferisce Filadelfo Mugnos, per i suoi meriti militari ricevette da Pietro II di Sicilia la castellania di Monte San Giuliano ove stabilì la sua famiglia; in questa città e nella vicina Trapani i suoi discendenti esercitarono ripetutamente le cariche di senatori, capitani di giustizia e giurati ed ottennero vari titoli nobiliari minori; imparentandosi con la locale famiglia Reda acquisirono il titolo di "baroni della salina di Reda"[2][16]. Le loro notizie datano a tutto il XVII secolo.

Arma[modifica | modifica wikitesto]

Scaccato d'argento e di rosso di sedici pezzi[17]

In origine lo stemma di famiglia rappresentava nello scudo il vento che soffia contro le nubi e il motto: Se spira, spariranno.[18]

Personalità[modifica | modifica wikitesto]

Tra le personalità più influenti della famiglia emergono le figure dei fratelli Guglielmo e Ogerio Vento, entrambi più volte consoli nella seconda metà del XII secolo. Un altro Guglielmo Vento fu signore di Mentone nel XIII secolo.

  • Simone Vento fu ambasciatore della repubblica di Genova presso il re Filippo I di Francia nell'anno 1100[1]
  • Ogerio Vento, otto volte console tra il 1143 e il 1193, fu attivo anche come comandante della flotta genovese nella lotta contro i pirati.[19]
  • Guglielmo Vento, sette volte console tra il 1144 e il 1189, nel 1190 è attestato come uno dei castellani del castello di Gavi che affiancavano per conto della Repubblica di Genova il castellano imperiale Sigefredo[20] (l'anno seguente, l'imperatore Enrico VI avrebbe donato la cittadina di Gavi alla repubblica di Genova)
  • Simone Vento, console nel 1190 e nel 1193, nel 1177 aveva ottenuto dal conte di Ventimiglia il feudo di Roccabruna[1][21]; durante il suo consolato, a lui a al suo collega Marino di Rodoano venne affidato dai re Filippo II di Francia e Riccardo I d'Inghilterra l'incarico di condurre ad Acri una flotta di 80 galee con le truppe e i cavalieri diretti in Terra santa per prendere parte alla terza crociata.[19]
  • Tommaso Vento fu console nel 1194, durante il convulso periodo di lotte tra fazioni che avrebbero portato l'anno seguente a nominare a capo del comune un podestà straniero[22] e nel 1223 fu uno degli "Otto Nobili" che affiancavano il podestà con il compito di gestire l'amministrazione finanziaria del comune.[5]
  • Un altro Guglielmo Vento nel 1262 si vide riconosciuta da Carlo I d'Angiò, con la convenzione di Aix, la signoria di Mentone.[23][24] Lo stesso Guglielmo nello stesso anno è indicato anche come consignore di Roccabruna[1][21]
  • Emanuele Vento nel 1346 cedette definitivamente per 16.000 fiorini la signoria su Mentone a Carlo Grimaldi, signore di Monaco, che l'incorporò nel suo principato.[1][23]

Altri membri della famiglia si distinsero come comandanti navali e ambasciatori: il Canale cita Pietro Vento, incaricato nel 1170 di trattare la pace con i Pisani, Ottone Vento, ammiraglio durante la guerra contro i Veneziani nel 1262 e Ugone Vento, ammiraglio del re di Spagna nel 1264.[1] Un Pietro Vento è citato come podestà di Milano nel 1232.[25]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Michele Giuseppe Canale, , Nuova istoria della repubblica di Genova, del suo commercio e della sua letteratura dalle origini all'anno 1797, Volume 1, Le Monnier, Firenze, 1858
  2. ^ a b Filadelfo Mugnos, Teatro genologico delle famiglie nobili, Messina, Giacomo Mattei, 1670, pp. 534-535.
  3. ^ Luigi De Rosa, Ricerche storiche ed economiche in memoria di Corrado Barbagallo, Edizioni Scientifiche Italiane, 1970
  4. ^ Il Canale, citando lo storico del Cinquecento Giovanni Cibo Recco, li indica invece, come gli Spinola, discendenti da Ido di Carmandino
  5. ^ a b Luigi Tommaso Belgrano, Documenti inediti riguardanti le due crociate di San Ludovico IX Re di Francia, Genova, 1859
  6. ^ Note storiche su www.isegretideivicolidigenova.com
  7. ^ Corinna Praga, "Genova fuori le mura"
  8. ^ La chiesa di S. Pietro sul sito www.lavesima.it, su lavesima.it. URL consultato il 21 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2016).
  9. ^ Atti della Società ligure di storia patria, volume 39, 1907
  10. ^ Giornale degli studiosi di lettere, scienze, arti e mestieri, Genova, 1872
  11. ^ Gio. Andrea Ascheri, Notizie storiche intorno alla riunione delle famiglie in alberghi in Genova, Genova, 1846
  12. ^ Agostino Olivieri, Serie cronologica dei consoli del Comune di Genova, Tipografia Tommaso Ferrano, Genova, 1861
  13. ^ Girolamo Serra, La storia della antica Liguria e di Genova, Volume 4, G. Pomba, 1834
  14. ^ G. Brancaccio, Nazione genovese: consoli e colonia nella Napoli moderna, Guida Editori, Napoli, 2001
  15. ^ David Abulafia, Le due Italie: relazioni economiche fra il regno normanno di Sicilia e i comuni settentrionali, Guida Editori, 1991
  16. ^ Mario Serraino, Trapani Invittissima e Fedelissima (PDF), su trapaninostra.it, p. 43.
  17. ^ A. Mango di Casalgerardo, Nobiliario di Sicilia, Palermo, A. Reber, 1912, su bibliotecacentraleregionesiciliana.it.
  18. ^ Giornale araldico-genealogico-diplomatico, volume 18, 1891
  19. ^ a b Oberto Foglietta, Dialogo sopra il legittimo governo popolare della Repubblica di Genova, Stamperia Francese e Italiana degli Amici della Libertà, 1798
  20. ^ R. Bordone, Il controllo imperiale del castello di Gavi (1185-1190)
  21. ^ a b Documento sul sito del MuseoTorino
  22. ^ A. Olivieri, Serie cronologica dei Consoli del Comune di Genova, Genova, 1861
  23. ^ a b Mentone, perla d'Europa, in Rassegna, Rivista della Banca Regionale Europea, n. 22, dicembre 2006
  24. ^ Storia della contea di Ventimiglia
  25. ^ Giorgio Giulini, Memorie spettanti alla storia, al governo ed alla descrizione della città e della campagna di Milano ne' secoli bassi, Milano, 1760
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