Velite (cacciatorpediniere)

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Velite
Il Velite a lento moto nel Grand Harbour di Malta con la pitturazione alleata (circa 1946)
Descrizione generale
Tipocacciatorpediniere
ClasseSoldati II Serie
In servizio con Regia Marina (1942-1946)
Marine nationale (1948-1961)
IdentificazioneVL (1942-1948)
T13 (1948-1961)
CostruttoriOTO, Livorno
Impostazione19 aprile 1941
Varo31 agosto 1941
Entrata in servizio31 agosto 1942
Nomi successiviDuperré (1948-1961)
IntitolazioneGuy-Victor Duperré, ammiraglio francese (1948-1961)
Radiazione24 luglio 1948
Destino finaleceduto alla Francia nel 1948, demolito nel 1961
Caratteristiche generali
Dislocamentostandard 1850 t
in carico normale 2140
pieno carico 2580
Lunghezza106,7 m
Larghezza10,2 m
Pescaggio4,35 m
Propulsione3 caldaie
2 gruppi di turbine a vapore su 2 assi
potenza 44.000 hp
Velocità37 nodi (68,52 km/h)
Autonomia2.200 mn a 20 nodi
Equipaggio13 ufficiali, 202 tra sottufficiali e marinai
Armamento
Armamento
dati presi da [1], [2] e [3]
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Il Velite è stato un cacciatorpediniere della Regia Marina.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Una volta operativo il Velite fu destinato alle missioni di scorta sulle rotte della Libia e della Tunisia.

Il 4 novembre 1942 salpò da Napoli per scortare a Tripoli – insieme ai cacciatorpediniere Maestrale, Grecale, Oriani, Gioberti, e alle torpediniere Clio e Animoso – le motonavi Giulia e Chisone ed il piroscafo Veloce: nonostante i continui attacchi aerei, il convoglio fu uno degli ultimi a poter arrivare indenne in Libia[1].

Il 21 novembre scortò da Biserta a Napoli le grandi e moderne motonavi Monginevro e Sestriere insieme ai gemelli Legionario e Bombardiere, ma alle 15.04 del 21 novembre, circa 18 miglia a sudovest di Ischia, in posizione 40°30' N e 13°33' E, fu centrato ed immobilizzato da un siluro lanciato dal sommergibile HMS Splendid: con la poppa distrutta, il Velite fu rimorchiato a Napoli dal Bombardiere[2][3].

L'unità trascorse quindi alcuni mesi ai lavori, durante i quali la poppa fu rimpiazzata con quella del gemello Carrista, in costruzione[4]. Fu inoltre dotato di un radar EC3/ter «Gufo»[5].

Alla proclamazione dell'armistizio, la nave salpò da La Spezia con il resto della squadra navale (corazzate Italia, Vittorio Veneto e Roma, incrociatori leggeri Giuseppe Garibaldi, Attilio Regolo, Duca degli Abruzzi, Eugenio di Savoia, Duca d'Aosta, Montecuccoli, cacciatorpediniere Artigliere, Fuciliere, Mitragliere, Carabiniere, Legionario, Grecale, Oriani) consegnandosi agli Alleati a Malta, dove giunse l'11 settembre, ormeggiandosi a Marsa Scirocco[4][6][7]. Il 12 settembre si rifornì di carburante alla Valletta ed il 14 settembre lasciò l'isola, insieme a parte della squadra (Italia, Vittorio Veneto, Eugenio di Savoia, Duca d'Aosta, Montecuccoli, Cadorna, Da Recco, Artigliere, Grecale) e si trasferì ad Alessandria d'Egitto, ove giunse il 16[8][9].

Il 26 settembre 1943 salpò da Taranto insieme al gemello Artigliere e, dopo aver fatto tappa ad Alessandria d'Egitto, trasportò all'isola di Lero (sotto assedio tedesco) munizioni destinate alla guarnigione dell'isola[9].

Comandanti

Capitano di fregata Ernesto De Pellegrini Dai Coi (nato a Roma l'11 gennaio 1904) (31 agosto 1942 - maggio 1943)

Capitano di vascello Ernesto Forza (nato a Roma il 21 agosto 1900) (15 luglio 1943 - agosto 1943)

Capitano di fregata Antonio Raffai (nato a Milano il 2 agosto 1902) (agosto 1943 - dicembre 1944)

La cessione alla Francia[modifica | modifica wikitesto]

Finita la guerra, il trattato di pace ne previde l'assegnazione alla Francia come riparazione dei danni di guerra[4]. Il 24 luglio 1947 il Velite fu ceduto alla Marine Nationale, con la sigla V3[10] Dopo essere entrato a far parte della Marina francese venne ribattezzato Duperre[4]. Radiato nel 1961[4], fu avviato alla demolizione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare. La marina tra vittoria e sconfitta 1940-1943, p. 532
  2. ^ Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare. La marina tra vittoria e sconfitta 1940-1943, p. 542
  3. ^ Allied Warships of WWII - Submarine HMS Splendid - uboat.net
  4. ^ a b c d e Trentoincina
  5. ^ Ct classe Soldati Archiviato il 18 febbraio 2012 in Internet Archive.
  6. ^ Enzo Biagi, La seconda guerra mondiale – parlano i protagonisti, fasc. 9 – L'Italia si arrende
  7. ^ J. Caruana su Storia Militare n. 204 – settembre 2010, pp. da 48 a 52
  8. ^ J. Caruana su Storia Militare n. 204 – settembre 2010, pp. 52-53
  9. ^ a b Levant, Admiralty War Diary 1943, including British Aegean Campaign, su naval-history.net. URL consultato il 28 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2011).
  10. ^ Le navi che l'Italia dovette consegnare in base al trattato di pace nell'imminenza della consegna vennero contraddistinte da una sigla alfanumerica. Le navi destinate all'Unione Sovietica erano contraddistinte da due cifre decimali precedute dalla lettera 'Z': Cesare Z11 Artigliere Z 12, Marea Z 13, Nichelio Z 14, Duca d'Aosta Z15, Animoso Z16, Fortunale Z17, Colombo Z18, Ardimentoso Z19, Fuciliere Z20; le navi consegnate alla Francia erano contraddistinte dalla lettera iniziale del nome seguita da un numero: Oriani O3, Regolo R4, Scipione Africano S7; per le navi consegnate a Jugoslavia e Grecia, la sigla numerica era preceduta rispettivamente dalle lettere 'Y' e 'G': l'Eugenio di Savoia nell'imminenza della consegna alla Grecia ebbe la sigla G2. Stati Uniti e Gran Bretagna rinunciarono integralmente all'aliquota di naviglio loro assegnata, ma ne pretesero la demolizione - Erminio Bagnasco, La Marina Italiana. Quarant'anni in 250 immagini (1946-1987), in supplemento "Rivista Marittima", 1988, ISSN 0035-6984 (WC · ACNP).


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