Valzer per un amore/La canzone di Marinella

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Valzer per un amore
La canzone di Marinella

singolo discografico
ArtistaFabrizio De André
Pubblicazione1964
GenereMusica d'autore
EtichettaKarim (KN 204)
ArrangiamentiGian Piero Reverberi
Velocità di rotazione45 giri
Formati7"
Fabrizio De André - cronologia

Valzer per un amore/La canzone di Marinella è il sesto singolo di Fabrizio De André, pubblicato in Italia dalla Karim nel 1964.[1][2]

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

Lato A
  1. Valzer per un amore – 3:40 (testo: Fabrizio De André – musica: Gino Marinuzzi)
Lato B
  1. La canzone di Marinella – 3:11 (Fabrizio De André)

Copertina[modifica | modifica wikitesto]

In copertina, che raffigura una foto del cantautore, lo stesso interpreta col suo semplice nome.[1] All'epoca per sbaglio furono stampate dalla Karim alcune copie con diversi errori sulle etichette del disco (ma non sulla copertina), per esempio il lato A vede la presenza dell'apostrofo nel titolo, mentre sul lato B il titolo diventa La ballata di Marinella e il direttore d'orchestra Giampiero Boneschi.

Brani[modifica | modifica wikitesto]

Valzer per un amore[modifica | modifica wikitesto]

Il padre di Fabrizio, per alleviare alla moglie i dolori del parto, mise sul giradischi la Suite siciliana di Gino Marinuzzi e, mentre suonava il pezzo più celebre dell'opera, Valzer campestre, Fabrizio vide la luce. Anni dopo, venuto a conoscenza del fatto, De André vi aggiunse delle parole, ispirate a un celebre sonetto di Pierre de Ronsard, Quand vous serez bien vieille (1578). Nacque così Valzer per un amore.[3] La canzone fa parte della raccolta Nuvole barocche del 1969, pubblicata dalla Roman Record Company (RCP 704). Nel 1974 una diversa versione sarà inserita nell'album Canzoni (Produttori Associati, PA/LP 52).

La canzone di Marinella[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: La canzone di Marinella (brano musicale).

Esistono delle stampe del disco con i lati invertiti. La prima incisione su questo singolo è del 1964 ma ebbe poca fortuna commerciale; il brano divenne noto poi grazie alla cover interpretata da Mina nel 1967 nel singolo La canzone di Marinella/I discorsi. Questa versione è presente anche nella prima raccolta del periodo Karim, Tutto Fabrizio De André, pubblicata nel 1966 e ristampata, dopo il fallimento Karim, dalla casa discografica Roman Record Company nel 1968 con il titolo La canzone di Marinella.

Una nuova versione con orchestrazione diversa si trova nell'album Volume 3º e nel singolo La canzone di Marinella/Amore che vieni, amore che vai estratto dall'album, entrambi pubblicati nel 1968 dopo la versione di Mina.[4]

Nella raccolta su CD e MC del 1995, intitolata La canzone di Marinella, sarà inserita la versione originale del 1964.In tutte le edizioni arrangiamento e direzione d'orchestra sono di Gian Piero Reverberi.

Venne poi realizzata nel 1997 una nuova versione con un duetto fra Mina e Fabrizio De André del brano, inserito nella raccolta Mi innamoravo di tutto, sia in un CD singolo[5] promozionale, sempre pubblicato nel 1997. Più tardi Mina includerà questa versione nella sua raccolta In duo, pubblicata nel 2003.

La versione dal vivo alla Bussola del 16 marzo 1975

Dopo numerosi tentativi falliti nel 1974 da parte dell'impresario teatrale Sergio Bernardini di portare De André a esibirsi dal vivo nel suo locale La Bussola di Focette alla Marina di Pietrasanta in Versilia, nel gennaio 1975 sarà lo stesso cantautore a proporgli un "pacchetto" di 100 di serate a 300 milioni di Lire. L'impresario, che in precedenza era arrivato a trattare fino a 6 milioni per una singola esibizione, con grande sorpresa del proponente, accetterà l'offerta. La prima esibizione[6] in concerto sarà fissata per la notte tra il 15 e il 16 marzo 1975.[7][8]

La versione eseguita dal vivo quella notte contiene una strofa con testo diverso.

«Furono baci furono sorrisi
poi furono soltanto i fiordalisi
che videro con gli occhi delle stelle
fremere al vento e ai baci la tua pelle.»

«Prima fu una carezza ed un bacino
poi si passò decisi sul ......
e sotto la minaccia del rasoio
fosti costretta al ........ e all'......»

Se da un lato il brano ha rappresentato una svolta economica e artistica nella vita del cantautore, nel momento in cui Mina, con la sua interpretazione della ballata incisa nel 1967, porta canzone e autore ad avere una visibilità e popolarità a livello nazionale mai ottenuta fino a quel momento; dall'altra è curioso che il brano originale sia così atipico nei toni musicali e testuali rispetto a tutta la produzione precedente e successiva di De André.[9]

«Per esempio la Canzone di Marinella non è nata per caso, semplicemente perché volevo raccontare una favola d'amore. È tutto il contrario. È la storia di una ragazza che a sedici anni ha perduto i genitori, una ragazza di campagna dalle parti di Asti. È stata cacciata dagli zii e si è messa a battere lungo le sponde del Tanaro e un giorno ha trovato uno che le ha portato via la borsetta dal braccio e l'ha buttata nel fiume e non potendo fare niente per restituirle la vita, ho cercato di cambiarle la morte. Così è nata la Canzone di Marinella, che se vogliamo ha anch'essa delle motivazioni sociali, nascostissime. Ho voluto completamente mistificare la sorte di Marinella. Non ha altra chiave di lettura se non quella di un amore disgraziato; se tu non racconti il retroscena è impossibile che uno pensi che all'origine c'era una gravissima problematica sociale. Certi fatti della realtà, soprattutto quand'ero giovane, mi davano un grande fastidio, allora cercavo di mutare la realtà.»

Cover[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Valzer per un amore/La canzone di Marinella, in Discografia Nazionale della Canzone Italiana, ICBSA. URL consultato il 5 gennaio 2017.
  2. ^ Fabrizio De André: discografia, su hitparadeitalia.it, Hit Parade Italia. URL consultato il 5 gennaio 2017.
  3. ^ Accordi eretici, op. citata, articolo di Liana Nissim Il rispettoso bardo della donna.
  4. ^ Volume 3º, in Discografia Nazionale della Canzone Italiana, ICBSA. URL consultato il 5 gennaio 2017.
  5. ^ Marinella, su viadelcampo.com. URL consultato l'11 novembre 2020.
  6. ^ chiarelettere.ilcannocchiale.it (JPG). URL consultato il 6 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2017).
  7. ^ Zanetti-Sassi, op. citata, p.27.
  8. ^ Tourbook, op. citata.
  9. ^ Vedi sezione La canzone di Marinella: interviste e commenti.
  10. ^ Luciano Lanza, Gli anarchici, i poeti & gli altri - Intervista a Fabrizio De André, in A/Rivista Anarchica anno 29 n.252, A, marzo 1993, p. 34. URL consultato il 5 gennaio 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., Fabrizio De André. Accordi eretici, Milano, Euresis, 1997, p. 225, ISBN 9788887112085.
  • Franco Zanetti, Claudio Sassi, Fabrizio De André in concerto, Firenze, Giunti, 2009, pp. 192, 2ª ed., ISBN 9788809062115.
  • Fondazione Fabrizio De André Onlus, Tourbook. Fabrizio De André 1975-98, a cura di Elena Valdini, Milano, Chiarelettere, 2009, p. 473, ISBN 9788861900363.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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