Valle Benedetta

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Valle Benedetta
frazione
Valle Benedetta – Veduta
Valle Benedetta – Veduta
La sommità della frazione con la chiesa di S. Giovanni Gualberto
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Toscana
Provincia Livorno
Comune Livorno
Territorio
Coordinate43°31′16″N 10°24′26″E / 43.521111°N 10.407222°E43.521111; 10.407222 (Valle Benedetta)
Altitudine320 m s.l.m.
Abitanti149
Altre informazioni
Cod. postale57100
Prefisso0586
Fuso orarioUTC+1
Nome abitantilivornesi
Patronosanta Giulia da Corsica
Giorno festivo22 maggio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Valle Benedetta
Valle Benedetta

La Valle Benedetta è una frazione del comune di Livorno, situata in mezzo alle Colline livornesi e, più precisamente, alle pendici del Poggio Lecceta; dista circa 9 chilometri dal centro della città.

Nei pressi di questo piccolo insediamento è presente una stazione di rilevamento meteo e un osservatorio astronomico.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

In antichità questo luogo era completamente selvaggio e inospitale abitato da lupi e briganti ed era conosciuto, come attestano alcune stampe risalenti alla prima metà del XVI secolo, col nome di Valle d'Inferno.[1] Nel XVII secolo il vallombrosano Colombino Bassi, livornese, volle fondarvi una chiesa intitolata a San Giovanni Gualberto con l'annesso monastero. Su autorizzazione del granduca Cosimo III acquistò il terreno dal cavaliere Francesco Lante di Pisa. Disboscato e spianato il terreno il 20 maggio 1692 vi fu posta la prima pietra in presenza dell'arcivescovo di Pisa. Durante gli scavi per le fondazioni furono trovarti pregevoli reperti archeologici (armi, vasi, monete ed urne) che furono donati al gran principe ereditario Ferdinando de' Medici. Il complesso, progettato dal livornese Lorenzi fu ultimato nel 1697 e fu affidato ai monaci dell'ordine benedettino, da cui prese il nome l'intera valle. Con l'aiuto finanziario del ricco mercante Giovanni Antonio Huygens, di Amburgo, fu aperta la strada fino a Livorno (1694). Lo stesso mercante, oltre a contribuire in maniera rilevante alla costruzione della chiesa e del convento di Valle Benedetta, fece costruire intorno al 1700, probabilmente sulle rovine di un edificio precedente, una villa in località Prati di Santa Lucia. Durante la seconda guerra mondiale la villa funse da quartier generale delle truppe tedesche; fu quindi bombardata e pressoché rasa al suolo dagli alleati.[2]

Divenuto vescovo di Pistoia e Prato (1715), il Bassi viene a consacrare la nuova chiesa di Valle Benedetta il 5 giugno 1717.

Resti di un mulino a vento

Nei pressi della chiesa, intorno al 1742, Filippo Huygens, figlio di Giovanni Antonio, innalzò alcuni mulini a vento, dei quali restano oggi alcune tracce; essi servivano per la macinazione del grano prodotto nei non distanti terreni pianeggianti. Nello stesso periodo il ricco mercante ebreo Angiolo Visino vi costruì una sua casa e convertitosi al cattolicesimo, vi abitò con la famiglia. Per molti anni la località fu luogo di ritrovo e di scampagnate dei livornesi in occasione della festa annuale di San Felice.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

La frazione è raggiungibile da Livorno solamente attraverso due strade comunali:

  • Strada comunale della Valle Benedetta (partenza in località Salviano);
  • Strada comunale delle Vallicelle (dalla località Limoncino, ma percorribile solamente da jeep e moto).

Invece, provenendo da Collesalvetti, una strada collega la Valle Benedetta al borgo di Colognole e quindi alla Strada Statale 206, mentre una diramazione conduce verso la strada che collega il Gabbro a Livorno (via di Popogna).

Il trasporto pubblico è garantito dalle linee gestite da Autolinee Toscane.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ AAVV, p. 91.
  2. ^ Benini, p. 33.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV Livorno e il Mediterraneo: da un viaggio di Edmund Dummer, 1996, Pisa, Pacini Editore.
  • Flora Boyer Benini, La Valle Benedetta, Livorno, Edizioni Nuova Fortezza, 1983.
  • G. Piombanti, Guida storica ed artistica della città e dei dintorni di Livorno, Livorno 1903.
  • G. Vivoli, Annali di Livorno, Livorno 1842.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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