Val Bossa

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Val Bossa
StatiBandiera dell'Italia Italia
Regioni  Lombardia
Province  Varese
Località principaliAzzate, Bodio Lomnago, Brunello, Buguggiate, Crosio della Valle, Galliate Lombardo, Gazzada Schianno, Daverio.

La Val Bossa, in precedenza nota come Val Bodia, nel 1538 è concessa in feudo al nobile senatore milanese Egidio Bossi [1], in seguito alla vendita effettuata dal Magistrato Ordinario dello Stato di Milano a Giovanni Agostino d'Adda e dalla contro vendita in pari data da questi al Bossi. Il feudo comprendeva i paesi di Gazzada, Buguggiate, Azzate, Brunello, Daverio, Crosio della Valle, Galliate Lombardo e parte di Bodio [2].

La valle è una porzione di terra confinante a nord con il Lago di Varese, a sud con i comuni di Mornago, Sumirago e Casale Litta, a ovest con la palude Brabbia e a est con la Valle dell'Olona.

Interessanti sono le origini e le trasformazioni del nome. Alcuni vogliono far risalire l'origine del nome da Bovio-Bue, animale che è presente nello stemma dei Bossi, feudatari della valle.

Il cambio di nome da Val Bodia a Val Bossa avvenne a seguito dell'emanazione di un decreto del governatore del Ducato di Milano del 28 settembre 1717 che concedeva tale privilegio [2] al marchese Fabrizio Benigno Bossi.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Riferimento alla concessione del feudo al Bossi, su dati.san.beniculturali.it.
  2. ^ a b Enrico Casanova, Dizionario feudale delle province componenti l'antico stato di Milano all'epoca della cessazione del sistema feudale (1796), 2ª ed., Milano, Biblioteca Ambrosiana, 1930, p. 103.
  3. ^ Langè, p. 234.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Santino Langè, Ville delle province di Como, Sondrio e Varese, a cura di Pier Fausto Bagatti Valsecchi, Vol. Lombardia 2, Milano, Edizioni SISAR, 1968.
  • Regione Lombardia. Le istituzioni storiche del territorio lombardo XIV-XIX secolo. Progetto Civita. Le istituzioni della città e della provincia di Varese, a cura Claudia Morando, con la collaborazione di Guido Mura e Saverio Almini, Milano, 2000