Partito della Sinistra (Svezia)

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Partito della Sinistra
(SV) Vänsterpartiet
LeaderNooshi Dadgostar
StatoBandiera della Svezia Svezia
SedeKungsgatan 84,
Stoccolma
AbbreviazioneV
Fondazione13 maggio 1917
IdeologiaSocialismo[1][2][3][4]
Eco-socialismo[1]
Femminismo[1]
Euroscetticismo moderato[3][5][6]
Repubblicanesimo[7]
In precedenza
1917-1921 (Partito della Sinistra Socialdemocratica di Svezia)
Socialismo rivoluzionario
Comunismo
Massimalismo
Leninismo
Marxismo
1921-1967 (Partito comunista di Svezia)
Comunismo
Marxismo-leninismo
1967-1990 (Partito della Sinistra - i Comunisti)
Eurocomunismo
Anticapitalismo
CollocazioneSinistra
In precedenza
Sinistra radicale (1917-1967)
Partito europeoAlleanza della Sinistra Verde Nordica
Ora il Popolo
Gruppo parl. europeoGruppo della Sinistra al Parlamento europeo
Seggi Riksdag
24 / 349
(2022)
Seggi Europarlamento
1 / 21
(2019)
Organizzazione giovanileUng Vänster
Iscritti 23 872 (2021)
ColoriRosso
Sito webwww.vansterpartiet.se

Il Partito della Sinistra (in svedese Vänsterpartiet, V) è un partito politico svedese di sinistra, di orientamento socialista.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Dalle origini agli anni '60[modifica | modifica wikitesto]

Primo gruppo parlamentare del partito nel 1922

Il partito è stato fondato nel 1917, da una scissione nel Partito Socialdemocratico Svedese, ed assunse il nome di Partito della Sinistra Socialdemocratica di Svezia. Nel 1919 fu tra i fondatori dell'Internazionale Comunista.

Nel 1921, il nome del partito fu mutato in Partito Comunista di Svezia (Sveriges Kommunistiska Parti). Furono espulsi circa 6.000 membri ritenuti non-rivoluzionari, che si riunirono in un partito che mantenne il nome precedente.

Tra il 1924 ed il 1929, a causa delle divisioni fra pro ed anti-sovietici, il partito visse continue scissioni e fratture.

Durante la seconda guerra mondiale, a causa del sostegno all'Unione Sovietica in guerra contro la Finlandia, il partito fu sempre più isolato. Molti giornali comunisti furono soppressi e molti militanti incarcerati.

Il buon risultato alle elezioni amministrative del 1948, l'11,2% dei voti, spinse il partito ad un ripensamento della propria posizione ideologica, consapevole che avrebbe potuto, grazie al consenso conseguito, contribuire al governo del Paese. Gli anni '50 videro continui avvicinamenti ed allontanamenti rispetto al Partito socialdemocratico.

Dagli anni '70 ad oggi[modifica | modifica wikitesto]

Al congresso del 1967, il partito si divise in due fazioni. La prima proponeva di mutare il nome del partito in Partito della Sinistra (Vänsterpartiet), per simboleggiare l'abbandono delle tesi comuniste. L'altra componente, molto vicina alle posizioni dei sindacati ed all'Unione Sovietica, propose Partito del Lavoro (Arbetets Parti). I vertici del partito, per evitare una scissione, fecero accettare la mediazioni Partito della Sinistra - i Comunisti (Vänsterpartiet Kommunisterna). Ciò nonostante, la componente più radicale del partito abbandonò il congresso è fondò la Lega Comunista Marxista-Leninista (Kommunistiska Förbundet Marxist-Leninisterna), di orientamento maoista. Privato della componente più radicale, il partito abbracciò le tesi dell'eurocomunismo, cercando di distanziarsi sempre di più dalle posizioni filo-sovietiche.

Nel 1968, il partito condannò apertamente l'invasione sovietica della Cecoslovacchia. Ciò nonostante, nello stesso anno, il partito toccò il suo minimo storico alle elezioni amministrative, il 3% dei voti.

Negli anni settanta la componente filo-sovietica del partito andò rafforzandosi al punto di giungere, nel 1977, alla scissione ed alla fondazione del Partito dei Lavoratori - i Comunisti (Arbetarpartiet Kommunisterna), poi divenuto Partito Comunista di Svezia (Sveriges Kommunistiska Parti).

Nel congresso del 1978 fu proposta l'adozione di un "Manifesto per la Democrazia", avente lo scopo di avvicinare il partito alle posizioni socialiste democratiche. La pressione dei delegati del Partito Comunista Sovietico ne impedì, però, l'approvazione.

Gli anni '80 sono stati caratterizzati dallo spostamento del partito verso posizioni socialiste ed ambientaliste, rappresentate dalla battaglia referendaria contro il ricorso al nucleare. Ciò portò, nel 1990, a cambiare il nome del partito in Vänsterpartiet (Partito della Sinistra), a simboleggiare il definitivo abbandono delle tesi comuniste, fossero anche eurocomuniste. Con il 6,2% dei voti alle politiche del 1994 finisce la fase critica della vita del partito. Nel 1998, il partito ottenne il 12% dei voti e sostenne dall'esterno un governo a guida Socialdemocratica. Nel 2002, la Sinistra subì un consistente calo, scendendo all'8,3% dei voti, ma fu ancora decisivo, insieme ai Verdi, per sostenere, dall'esterno, il governo socialdemocratico.

Alle politiche del 2006 non si è fermato il calo elettorale. Il Partito della Sinistra è, infatti, sceso al 5,8% dei voti, passando da 30 a 22 seggi. Il calo della Sinistra e dei Socialdemocratici ha favorito la vittoria, anche se di pochi seggi, della coalizione formata dai partiti "non-socialisti" (Partito Moderato, Partito Popolare Liberale, Partito di Centro, Democratici Cristiani).

Dopo le elezioni parlamentari del 2014, il Partito della Sinistra decide di sostenere il governo di minoranza dei socialdemocratici alleati con i Verdi, ma a condizione che il governo faccia marcia indietro sulle privatizzazioni. Il partito propone anche di vietare i profitti nei settori della sanità e dell'istruzione per le aziende private che dipendono direttamente dai fondi pubblici. Nel 2018, Jonas Sjöstedt, presidente del Partito della Sinistra, ha criticato l'ambivalenza dei socialdemocratici: "Nella loro corsa al potere, perseguono una politica che incorpora una nuova gestione pubblica. Favoriscono il crescente dominio del mercato."[8] Il Partito della Sinistra rinuncerà al suo sostegno al governo nel giugno 2021 in seguito al piano del governo di allentare le regole sul controllo degli affitti.[9]

Ideologia[modifica | modifica wikitesto]

Nooshi Dadgostar, leader del partito dal 2020

La Sinistra è un partito socialista, ecosocialista e femminista.[1] Oggi, la Sinistra ha fatto propria la cultura della socialdemocrazia, anche se ne assume le posizioni più radicali. Propone politiche decisamente femministe ed egualitarie, a livello economico è fortemente contrario alle privatizzazioni.[4][10]

Il partito vuole abolire la monarchia svedese per sostituire il sovrano con un capo di Stato eletto democraticamente, e fintanto che questo non sarà possibile auspica una riduzione del bilancio e un maggiore controllo dell'istituzione monarchica.[11]

Politica estera[modifica | modifica wikitesto]

Il partito dichiara un'euroscetticismo moderato, prendendo le distanze dalla Brexit ma opponendosi al concetto di Europa Federale.[12][13] Nei rapporti internazionali è membro dell'Alleanza della Sinistra Verde Nordica e ha aderito all'alleanza europea Ora il Popolo.[14]

Nel conflitto israelo-palestinese il partito si oppone a Israele, supportando lo stato di Palestina.[4]

Risultati elettorali[modifica | modifica wikitesto]

Elezioni legislative[modifica | modifica wikitesto]

Anno Voti % +/- Seggi +/- Status
1917 59 243 8,0 (4.º)
11 / 230
Opposizione
1920 42 056 6,4 (5.º) Diminuzione1,6
7 / 230
Diminuzione4 Opposizione
1921 80 355 4,6 (5.º) Diminuzione1,8
7 / 230
Stabile Opposizione
1924 63 301 3,6 (6.º) Diminuzione1,0
4 / 230
Diminuzione3 Opposizione
1928 151 567 6,4 (5.º) Aumento2,8
8 / 230
Aumento4 Opposizione
1932 74 245 3,0 (6.º) Diminuzione3,4
2 / 230
Diminuzione6 Opposizione
1936 96 519 3,3 (6.º) Aumento0,3
5 / 230
Aumento3 Opposizione
1940 101 424 3,5 (5.º) Aumento0,2
3 / 230
Diminuzione2 Opposizione
1944 318 466 10,3 (5.º) Aumento6,8
15 / 230
Aumento12 Opposizione
1948 244 826 6,3 (5.º) Diminuzione4,0
8 / 230
Diminuzione7 Opposizione
1952 164 194 4,3 (5.º) Diminuzione2,0
5 / 230
Diminuzione3 Opposizione
1956 194 016 5,0 (5.º) Aumento0,7
6 / 231
Aumento1 Opposizione
1958 129 319 3,4 (5.º) Diminuzione1,6
5 / 231
Diminuzione1 Opposizione
1960 190 560 4,5 (5.º) Aumento1,1
5 / 232
Stabile Opposizione
1964 221 746 5,2 (5.º) Aumento0,7
8 / 233
Aumento3 Opposizione
1968 145 172 3,0 (5.º) Diminuzione2,2
3 / 233
Diminuzione5 Opposizione
1970 236 659 4,8 (5.º) Aumento1,8
17 / 350
Aumento14 Opposizione
1973 274 929 5,3 (5.º) Aumento0,5
19 / 350
Aumento2 Opposizione
1976 258 432 4,8 (5.º) Diminuzione0,5
17 / 349
Diminuzione2 Opposizione
1979 305 420 5,6 (5.º) Aumento0,8
20 / 349
Aumento3 Opposizione
1982 308 899 5,6 (5.º) Stabile
20 / 349
Stabile Opposizione
1985 298 419 5,4 (5.º) Diminuzione0,2
19 / 349
Diminuzione1 Opposizione
1988 314 031 5,8 (5.º) Aumento0,4
21 / 349
Aumento2 Opposizione
1991 246 905 4,5 (7.º) Diminuzione1,3
16 / 349
Diminuzione5 Opposizione
1994 342 988 6,2 (5.º) Aumento1,7
22 / 349
Aumento6 Opposizione
1998 631 011 12,0 (3.º) Aumento5,8
43 / 349
Aumento21 Opposizione
2002 444 854 8,4 (5.º) Diminuzione3,6
30 / 349
Diminuzione13 Opposizione
2006 324 722 5,9 (6.º) Diminuzione2,5
22 / 349
Diminuzione8 Opposizione
2010 334 053 5,6 (7.º) Diminuzione0,3
19 / 349
Diminuzione3 Opposizione
2014 356 331 5,7 (6.º) Aumento0,1
21 / 349
Aumento2 Opposizione
2018 518 454 8,0 (6.º) Aumento2,2
28 / 349
Aumento 7 Appoggio esterno passivo
2022 437 050 6,75 (4.º) Diminuzione1,25
24 / 349
Diminuzione 4 Opposizione

Elezioni europee[modifica | modifica wikitesto]

Anno Voti % +/- Seggi +/-
1995 346 764 12,9 (4.º)
3 / 22
1999 400 073 15,8 (3.º) Aumento3,1
3 / 22
Stabile
2004 321 344 12,8 (4.º) Diminuzione3,0
2 / 19
Diminuzione1
2009 179 222 5,7 (6.º) Diminuzione7,1
1 / 18
1 / 20
Stabile

Stabile

2014 234 272 6,3 (7.º) Aumento0,6
1 / 20
Stabile
2019 282 300 6,80 (7.°) Aumento0,5
1 / 20
Stabile

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e (EN) Parties and elections - Sweden, su parties-and-elections.eu. URL consultato il 5 giugno 2012.
  2. ^ Claire Annesley (a cura di), Political and Economic Dictionary of Western Europe, Routledge, 2013, p. 225, ISBN 978-1-135-35547-0.
  3. ^ a b Parties and Elections in Europe - Sweden. Parties and Elections. Published 2014. Received 30 March 2017.
  4. ^ a b c (EN) Swedish Left Party Surges in Polls with Focus on Climate Action & Fighting Privatization, su Democracy Now. URL consultato il 9 marzo 2024.
  5. ^ https://www.atlanticcouncil.org/blogs/new-atlanticist/strong-support-for-the-eu-in-sweden-ahead-of-european-elections/
  6. ^ Aleks Szczerbiak e Paul A. Taggart, Opposing Europe?, Oxford, Oxford University Press, 2008, p. 183, ISBN 978-0-19-925830-7.
  7. ^ https://web.archive.org/web/20190526101049/https://www.vansterpartiet.se/politik/monarkin/
  8. ^ (DE) Violette Goarant, Schwedens umstrittene Schulreform, su monde-diplomatique.de.
  9. ^ (EN) Swedish government toppled in no-confidence vote, 21 giugno 2021. URL consultato il 9 marzo 2024.
  10. ^ (SV) V: Folkomrösta om vinstdrivande skolor, su Dagens Nyheter, 14 febbraio 2022. URL consultato il 9 marzo 2024.
  11. ^ Monarkin - Vänsterpartiet, su web.archive.org, 26 maggio 2019. URL consultato il 3 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2019).
  12. ^ (EN) Swedes may split Left, su POLITICO, 11 ottobre 1995. URL consultato il 9 marzo 2024.
  13. ^ (EN) Emma Löfgren, Election: Where does your party stand on Swexit?, su The Local, 8 settembre 2018. URL consultato il 10 marzo 2024.
  14. ^ (FR) Le mouvement européen «Maintenant le peuple» s'élargit ! - La France Insoumise, in La France Insoumise, 27 giugno 2018. URL consultato l'11 settembre 2018.

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