Utente:Blakwolf/Uomo

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L'ascesa e la caduta dell'ideale maschile


nell'immaginario collettivo femminile

di BlakWolf

L'ascesa in questione risale agli ormai mitici Anni 20, era della Belle Époque in cui ebbe inizio il moderno lifestyle del maschio nelle maggiori città europee ed americane, quali Parigi, dissoluta e frivola, Londra, intransigente e formale, New York, spendacciona e alla moda e Chicago, patria dei gangsters. L'idea di maschio nell'immaginario femminile era un misto tra i cavalieri medievali, pronti alla rissa e dediti alla contemplazione estatica, e la rudezza tipica dei gangster americani alla Al Capone, non per nulla uno dei più grandi machos del suo tempo, dopo Rodolfo Valentino (a proposito, il business di S. Valentino gli deve gran parte della sua popolarità nel mondo occidentale). Il concetto di uomo rude e macho, derivante dalla fusione degli ideali ottocenteschi del Gentleman inglese e del Gigolò francese, con un pizzico di italianissimo Uomo d'Onore, vive un trentennio di fulgore: ne troviamo l'esempio letterario in D'Annunzio, nei suoi vari contemporanei, ed anche nell'importanza della figura dell'uomo eroico nell'ideale fascista, filiazione diretta quest'ultima del superuomo propalato da Nietzsche.

Le guerre mondiali, ultimo sprazzo di eroismo maschile (vedi l'importanza che ancora oggi si dà ai caduti), contenevano però il germe della distruzione. Già minato dalle celeberrime suffragettes inglesi, il primato maschile viene ancor più incrinato dall'eroismo alla Giovanna D'Arco delle crocerossine, delle donne operaie che fanno le veci nelle fabbriche e nei campi dei mariti al fronte. Si arriva così agli Anni 50, periodo del boom economico americano, sulla cui scia viaggiano le nazioni europee, prima tra tutte la Germania (occidentale) che da rovina fumante si trasforma in potenza trainante dell'economia europea.

In questi anni regna l'ottimismo, che sfocia nella guerra a distanza Usa - Urss in due tempi: Vietnam e Corea (pareggio persistente anche dopo i supplementari). Su questi campi l'america lascia il meglio della sua gioventù, dando la stura alla protesta culturale giovanile, al mito della New Age e dell'Era dell'Acquario. All'interno di questa rivolta nasce, protesta nella protesta, il movimento di liberazione femminile, meglio noto come femminismo. Favorito dalla cultura dell'amore libero e dalle diete vegetariane che rendono inutile il reggiseno (cosa rimaneva da reggere?), prende piede l'uso della pillola progestinica, miracolo della farmaceutica moderna a cui si devono il 30% circa dei tumori ovarici degli anni 70-80.

Già minato dagli insuccessi militari, negli USA l'ideale del maschio cede in favore del capellone chitarrista, intento a cantare "make love not war" e a diffondere i primi sprazzi dell'HIV, (risalenti appunto a questo periodo), mentre improbabili odalische moderne, vestite con tuniche nate dagli incubi notturni di stilisti dediti agli allucinogeni pesanti, danzano tra i fumi (cancerogeni) dell'incenso. Probabilmente tale rincoglionimento massivo trova un supporto insperato nel consumo intenso di droghe pesanti e leggere di ogni tipo, dal peyote ai calzini del fratello, complici della neonata controcultura nel far saltare come lampadine da 60W attaccate alla trifase industriale le cellule cerebrali dei cosiddetti hippies.

Pesantemente minato nell'immaginario collettivo, l'ideale dell'uomo macho non si riprenderà più, se non all'atto pratico, allorché l'uomo tutto zucchero e miele si ritrova senza "argomenti" e talmente effeminato da rischiare stupri di massa allo stadio, mentre il macho, per quanto falso timido e omosessuale represso, un argomento almeno ce l'ha, anche se non può sfoggiarlo nei salotti alla moda. Ma allora perché nei sogni femminili predomina l'uomo vegetale, mezzo uomo e mezzo finocchio, mentre il cetriolo assurge all'invidiabile status di ortaggio più usato nei momenti intimi dalle signore di tutte le età? E perché le ragazzine sognano degli Hulk depilati, i quali mentre si chinano (faticosamente) a cogliere fiori, voltando pericolosamente le spalle, sussurrano frasi idiote, imparate a caro prezzo con ore e ore di strenua lettura dei messaggi scritti sugli incarti dei Baci Perugina e dei Pernigotti Sperlari?

Presto detto: non una bensì due ricerche, pubblicate su Nature, rispettivamente della St. Andrews University inglese e dell'Università di Tokyo, ci chiariscono il fatto. Su un campione di circa un centinaio di donne, si è riscontrata una preferenza per i maschi effeminati e dolci, i cosiddetti compagni di confidenze, durante la fase progestinica del ciclo, mentre si ha una spiccata predilezione per il macho nel periodo fertile. A conti fatti: sui 28/29 giorni del ciclo, solo 4 o 5 sono favorevoli al macho, cioè il 14/17 per cento del totale. Ma questa proporzione esiste da sempre, dov'è dunque la causa del declino del macho? Semplice: le donne che assumono la pillola preferiscono sempre gli uomini efebici. Dati recenti indicano tra il sessanta e l'ottanta percento il totale di donne americane che fanno uso, anche saltuariamente, della pillola.

Tirando le somme: il maschio tenero è il preferito come partner a breve e lungo termine, mentre il macho è la scelta obbligata per avventure e tradimenti. Tutto ciò non è il lamento di un porco maschio sciovinista, come più volte esponenti del gentil sesso si sono riferite al sottoscritto, ma una semplice esposizione dei fatti. Cui prodest? direbbe Cicerone. Ma è chiaro: all'uomo. Chi vorrebbe infatti sopportare una donna che sussurra idiozie sdolcinate, dimostrando il QI di un pioppo anche se ha tre lauree? Od una moderna virago in carriera che pretende dal compagno l'identica sottomissione dei suoi impiegati? Oppure un'appiccicosa ameba perennemente in cerca di coccole, anche durante il derby mentre la squadra preferita perde? E tutto per quelle 2 o 3 volte a settimana, durata totale 45 minuti, in cui lei non ha il mal di testa o non è stanca?

Meglio invece accontentarsi di diventare un rovinafamiglie, figura un tempo appannaggio di quell'élite femminile che grandi e fulgidi esempi ebbe in Elena di Troia (da cui la categoria prese il nome), Caterina de' Medici e Lucrezia Borgia nei tempi antichi, e che trova degne eredi culturali nelle mannequins spose di miliardari novantenni al giorno d'oggi. Tale carriera lascia un ampio margine di individualità e tiene i problemi della vita di coppia dalla parte del cornuto e mazziato consorte.

Certamente occorre coltivare ipocrisia e cinismo al massimo grado per riuscire a scaricare al momento opportuno (istanza di separazione et similia) l'ormai ingombrante e vetusta preda per volare verso nuovi lidi, ma accettando un minimo di rischio, le soddisfazioni sono garantite. Inoltre tali doti, se opportunamente sviluppate, risultano utili in svariati contesti, dalla fila alla posta ai colloqui di lavoro, risultando quindi indispensabili all'uomo moderno, anche solo per alleviare il cordoglio di situazioni familiari simili alle precedenti.

In ultima analisi, viste le preferenze femminili per mariti e fidanzati, i compagni a lungo termine, più adatti ad un'insalata che ad una rissa (cfr. cetrioli e finocchi, più sopra), il fattore di rischio è veramente minimo. Al più, un omaccione palestrato che si pettina muovendo la testa verso la spazzola invece dell'opposto, con riflessi da bradipo sotto ipnosi, vi dirà qualcosa del tipo : «Qual tracotanza mostrate voi, messere, ad importunar sì dolce giglio in guisa di tal fatta protervia! Cotale onta stride per esser mondata dal copioso sangue vostro!». Logicamente, nel frattempo ve la sarete data a gambe o gli avrete rimodellato il naso in forme nuove ed artistiche, a voi la scelta.


Riferimenti

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