Utente:Blakwolf/Entropia

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ENTROPIA E ORDINE[modifica | modifica wikitesto]

Giovedì 4 aprile 1996
Tradotto in € 2 febbraio 2002

Bella giornata, oggi. C’è più gusto a rovinarla. Probabilmente ciò che mi é venuto in mente riguardo all'entropia é dovuto al fatto che sono pigro. Non pigro in senso assoluto, ma pigro in senso logico. Preferisco cioè fare solo quello che è indispensabile alla sopravvivenza.

Ma tralasciamo questo discorso. Come tutti sanno, o se non lo sanno che se lo studino, l'entropia è il grado di disordine di un sistema. In altre parole, la mia camera ha entropia assolutamente infinita.

Il discorso fondamentale verte proprio su questo. La mia camera é in disordine, ma io trovo tutto quello che mi serve perché so dove l'ho lasciato. Se io riordino la mia camera, faccio un lavoro, impiego cioè dell'energia per riportare l'entropia della mia camera ad un grado più basso. È vero questo? Si, la mia camera é ordinata, ma il calore che ho prodotto per riordinarla si è dissipato nell'atmosfera, e quindi è aumentata l'entropia dell'atmosfera. Me ne frega poco, perché dell'atmosfera non ho bisogno di sapere dove si trova la molecola di idrogeno N° 1,943,271,556. Però è aumentata lo stesso l'entropia totale del sistema. Cioè la prossima volta dovrò utilizzare più energia per riportare in ordine la mia camera, perchè dovrò dissipare calore in un ambiente più caldo, e quindi produrrò più calore che aumenterà conseguentemente l'entropia di nuovo, eccetera finchè morte non vi separi. Dall'entropia. A proposito, anche morendo aumentate l'entropia del sistema. Perciò morite lontano dalla mia camera, per favore.

Tornando al discorso principale, riordinando ho aumentato il disordine. Bel paradosso, eh? La prossima volta che devo riordinare mi sarà di conforto. Però, se questo piccolo atto quotidiano aumenta il disordine, allora un grosso atto su scala mondiale è molto peggiore.

Parlano tanto di limitare il consumo di energia. L'ordine consuma energia, perché mettere in ordine un sistema richiede un lavoro, e per compiere un lavoro ci vuole energia. Che tra l'altro non è nemmeno gratuita, visto che viene pagata abbondantemente.

Qualche esempio? In un'ora di faccende domestiche una casalinga consuma in media 80 KCal, cioè quasi 350 Kjoule. Tradotto in energia elettrica, sono 350 Kilowatt/ora, cioè 72,30€ (140,000 Lire). Tradotto in pane, sono 25 grammi, cioè 4,2 Euro¢ (82 Lire). Meno male che la casalinga non va a corrente, altrimenti quelli dell'ENEL avrebbero la villa in Riviera (ce l'hanno anche adesso, ma tralasciamo...). A questo va aggiunto il consumo dei vari elettrodomestici, altri 1 – 1,50 € (2,000-3,000 Lire), per un totale medio di 1,33 € (2,570 lire) all'ora. Ma quale casalinga lavora in casa per un'ora al giorno? Almeno otto ore non gliele toglie nessuno: totale 10,59€ (20,500 Lire) al giorno di entropia. Ciò vale per una casalinga. In Italia ci sono 20,000,000 di famiglie, ognuna con le sue brave otto ore di lavori domestici, per un totale giornaliero di 21 milioni di € (41 miliardi di Lire) in entropia, cioè 775 milioni di € (15,000 miliardi di Lire) annui, considerati gli anni bisestili e le feste di Natale. Questo solo per le casalinghe italiane. Le cose vanno molto peggio facendo un discorso più generale. Basti pensare alle donne di servizio, alle imprese di pulizie, alle biblioteche... Come dimostrazione che l'ordine è una delle cause principali dell'aumento del deficit mondiale, mi pare sia sufficiente. Tutto questo solo per dire quanto posso sentirmi scazzato a dover rimettere a posto ogni volta. Devo appellarmi al self-control più spinto per non pensare che tanto nel giro di un paio d'ore torna tutto come prima. Ma avete mai provato a rispondere a chi vi dice: «Metti a posto la tua camera, che ci metto di più a cercare il letto che a recitare la Divina Commedia al contrario!» in modo da evidenziare l'inutilità di un tale gravoso compito? Provate con una risposta del tipo: «Ma è inutile, tanto dopo 5 minuti ristà tutto come prima!» e vi beccherete uno sguardo che riservate di solito al tizio che vi ha passato a due piotte in autostrada rifacendovi la fiancata. Questo perché l'entropia è un concetto che le madri, o chi per loro, non possono e non vogliono accettare. Odiano quei mucchi informi di biancheria sporca e puzzolente, quelle pile di libri accatastati sulle scrivanie, quei grovigli di oggetti che usiamo quotidianamente. Arrivano al punto di non sopportare le cassette musicali impilate accanto allo stereo, in attesa di essere ascoltate. Ma sto divagando. Ritornando al discorso dell'entropia, si potrebbe arguire che qualsiasi cosa si faccia, sia uno spreco del tutto inutile di energia. Arriviamo così a supporre il

TEOREMA FONDAMENTALE NEL NICHILISMO[modifica | modifica wikitesto]

Ogni azione intrapresa, per quanto utile all'ordine, porta sempre e invariabilmente ad un grado più alto di disordine.

DIMOSTRAZIONE

Già fatto.

Questo ci porta a considerare un paio di corollari fondamentali, i cui enunciati sono dovuti al sottoscritto. La loro formulazione è soprattutto dovuta alla mia leggera inclinazione per il sadismo e la pratica di torture sul prossimo, a scopo didattico-educativo e ludico.

1° COROLLARIO DELL'EQUIMORALITÀ DELL'AZIONE[modifica | modifica wikitesto]

Ogni azione utile all'ordine ottiene lo stesso effetto di un'azione volta al disordine, cioè un aumento di entropia.

2° COROLLARIO DELL'EQUIMORALITÀ DELL'AZIONE[modifica | modifica wikitesto]

La distinzione tra ordine e disordine è puramente soggettiva e dipende dalla morale di chi esprime un giudizio in proposito.

Non voglio dilungarmi oltre, ma esistono molti altri corollari. Si pone allora un problema di etica comportamentale. Cosa fare di fronte ad una scelta tra entropia e ordine? Lo vedremo in seguito. Per ora basti questo accenno: in ogni caso, bisogna agire nella maniera più divertente (in senso lato). «Più divertente» in senso lato significa fondamentalmente nel modo in cui i nostri desideri, le nostre pulsioni e la valutazione logica delle conseguenze convergono.

Facciamo un esempio soggettivo. Io godo a spaccare la faccia alla gente che se lo cerca, e godo ancora di più se l'avversario è al mio livello o superiore, in modo da rendere la sfida molto più eccitante. Come mi comporterò davanti ad uno spaccone che cerca di fregarmi il posto in una fila incredibilmente lunga e veloce come un bradipo colto da un ictus in un momento di relax? Desiderando vedere i suoi connotati sparsi su tutto l'emisfero australe, prenderò a calci in culo quel bastardo fino a Bulawejo. Come si comporterà invece un timido impiegatuccio in aria di pensione che non vede l'ora di tornare a casa dalla sua mogliettina? Farà finta di nulla, oppure, se ha un po’ di fegato in quella carcassa che si ritrova addosso, si farà cogliere da un sacro furore e urlerà allo stronzo: «Ma che maniere son queste! Lei è uno sgarbato e un villanzone! Mi meraviglia che in una società civile come la nost...» A questo punto si interrompe, perché con tutti i denti sparsi per la cavità orale risulta difficile continuare il discorso.


ENTROPIA ED ETICA[modifica | modifica wikitesto]

Giovedì 4 aprile 1996

La trattazione di due argomenti così poco legati tra loro potrebbe sembrare complessa come giocare a Shanghai con un piatto di spaghetti scotti, ma grazie al primo teorema del nichilismo, che abbrevierò in PTDN da qui in avanti, il compito sarà molto più facile. Come già introdotto, un azione volta all'ordine non è giusta di per sé, ma dipende dal concetto di giustizia di chi compie l'azione. La moralità è diversa per ogni individuo, e quindi è da considerarsi più come un lato del carattere di una persona che come una qualità assoluta dell'azione. Perciò si può affermare che, in base al 2° corollario del PTDN, la stessa azione può essere morale per alcuni e immorale per altri, e dunque ogni classificazione oggettiva e concreta dell'azione non si può condurre sul piano morale.

Questo nuovo concetto ci porta ad affermare il

TEOREMA DELLA CLASSIFICAZIONE DELLE AZIONI[modifica | modifica wikitesto]

Ogni azione può essere giudicata morale solo da chi agisce

DIMOSTRAZIONE

Già fatto.

Bisogna dunque trovare qualcosa in base a cui giudicare tutte le azioni, non tanto per dare un ordine, cosa impossibile senza ricadere nel caos, ma per fissare un punto su cui sia possibile far riferimento riguardo l'etica dell'azione, cioè la sua validità in senso generale. Ho già detto che è impossibile agire senza creare disordine, perciò l'azione etica deve essere quella che aumenta l'entropia in misura minore - dando anche come risultato secondario, se possibile, la soddisfazione personale di aver agito secondo etica. Ciò cosa significa? Significa che per giudicare un'azione bisogna considerare:

  • Se l'aumento di entropia è risultato essere il minore
  • Se il problema per cui abbiamo agito sia stato risolto in maniera definitiva o meno
  • Se la soluzione da noi adottata è stata la migliore

Dal mio punto di vista, i primi due punti sono i fondamentali, mentre il terzo è una conseguenza dei primi due. Pertanto la soluzione migliore é quella che garantisce il rapporto tra aumento di entropia (in percentuale) e soluzione del problema (sempre in percentuale) il più possibile prossimo a 0. In formule: ossia dove , e sostituendo (notare le somiglianze con la termodinamica). Rivediamo l'esempio della coda ed esaminiamo le due possibili soluzioni. La prima lascia adito a due ipotesi: o le ha prese lo spaccone o le ho prese io. In tutte e due i casi L'aumento di entropia è stato identico (entrambi ci siamo presi a schiaffi), ma nel primo caso, lo spaccone è stato ridimensionato o eliminato; il problema è stato risolto al 100%. Nel secondo caso invece sono stato ridimensionato io, e la prossima volta mi comporterò come l'impiegatuccio. Problema risolto allo 0%. La media dei due casi da quindi il 50% di problema risolto. La seconda ipotesi invece ha solo un caso, l'aumento di entropia sembra però minore. Ho detto sembra, perché con tale metodo il problema non è risolto, e quindi minor entropia e problema risolto allo 0% danno un valore per il rapporto prima descritto tendente ad infinito: questo significa che lo spaccone è libero di fare ciò che vuole tutte le volte che vuole, con un conseguente aumento di entropia indefinito, ma sicuramente maggiore che nel caso in cui sia stato ridimensionato.

L'azione eticamente migliore è dunque prendere a cazzotti in faccia uno spaccone che vi passa avanti nella fila, e non comportarsi da «persona civile». Agendo in questa maniera però interverrà sicuramente qualcuno (che classificheremo come impiccione o alla romana:cacacazzi) dicendo: «Piantatela o chiamo la polizia». Occorrerà dunque considerare anche questo fatto. Un semplice calcolo logico, improntato sulla base del precedente, dimostrerà a tutti che la cosa migliore da fare non sarà smetterla di picchiare lo spaccone, ma nel cominciare a picchiare l'impiccione. Lo spaccone, il quale starà considerando seriamente la proposizione precedente, ha invece due possibili comportamenti: o la pianta e si dà alla fuga, rendendo inutile l'avvertimento dell'impiccione e quindi risparmiandogli il conto dal dentista e a voi problemi legali, oppure cominciare il pestaggio dell'impiccione al posto vostro. In questo caso, voi potrete tranquillamente andarvene più avanti nella fila (con il trambusto che si sarà creato é molto facile, credetemi) e, terminati i vostri affari, andare voi tranquilli e beati ad avvertire la polizia.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Olivier Costa de Beauregard, Irreversibilità, entropia, informazione: il secondo principio della scienza del tempo,Di Renzo Editore, 1994
  • Giuseppe Arcidiacono, Entropia, sintropia, informazione, Di Renzo Editore, rist. 2006

Vedi anche:[modifica | modifica wikitesto]