Uomo-ragno (folclore)

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L'uomo-ragno, o uomo ragno, è una figura mitica o del folklore avente caratteristiche che ricordano in parte un ragno e in parte un uomo o una donna (in tal caso la creatura prende il nome di donna-ragno, o donna ragno). Secondo l'area geografica e la popolazione, l'aspetto di tale essere varia sensibilmente, come anche la sua funzione, i lati del suo carattere e la simbologia ad esso attribuita.

In Africa[modifica | modifica wikitesto]

Tra le storie della mitologia africana, importate in America dagli schiavi, compare la figura mitologica di Anansi, un uomo che quando è tranquillo ha sembianze umane, ma quando si sente minacciato si trasforma in ragno.

In Asia[modifica | modifica wikitesto]

Nel continente asiatico, specie nell'area dell'Oceano Indiano, esseri metà uomini (o donne) e metà ragno compaiono in vari episodi mitologici. In alcuni di questi, come nel caso di Biliku, sono esseri unici e divini, ed hanno un ruolo fondamentale nella creazione dell'universo, della Terra, della vita e, in ultimo, del genere umano.

Tali esseri, in chiave negativa, compaiono anche nelle credenze giapponesi con il nome di emishi. È possibile, tuttavia, che questo nome ("uomini ragno") si riferisca con disprezzo alla popolazione omonima e sia dunque usato non solo in senso derogativo ma anche figurato. Anche i miti Ainu sono attraversati dalla presenza del cosiddetto popolo Koropok, descritti come "uomini-ragno che vivono in cave di terracotta"[1], forse, a loro volta, rimembranza di un popolo autoctono realmente esistito e cacciato dagli Ainu[1].

In Europa[modifica | modifica wikitesto]

Praticamente assente dal folklore europeo, questa creatura acquista tuttavia un ruolo di rilievo nel cinema, nei fumetti e nella letteratura, oltre che in videogiochi e giochi di ruolo. Le sue caratteristiche appaiono cambiate rispetto a quelle originali asiatiche e africane, probabilmente per motivi di gusto, sensibilità e marketing.

L'esempio più noto è certo quello dell'Uomo Ragno, un uomo dall'aspetto normale che del ragno acquisisce solo determinate capacità, tali da renderlo un supereroe. Lo scrittore di fantascienza Harl Vincent, in un suo racconto pubblicato su «Astounding Stories» nel 1933, descrive invece degli uomini-ragno la cui cultura è nettamente superiore a quella umana; tali creature, approfittando di un portale che collega il loro mondo alla Terra, progettano di invadere il pianeta per governarlo.[2]

Tra le altre attestazioni, si ricordano quella della Regina Ragno Lolth in due ambientazioni di Dungeons & Dragons, e quella di bizzarri ragni-centauri (corpo di ragno con sei zampe nella parte inferiore, corpo umano con due braccia - le rimanenti due zampe - nella parte superiore) nel film Spy Kids 2 - L'isola dei sogni perduti.

America settentrionale[modifica | modifica wikitesto]

Come avviene nel continente asiatico, le attestazioni di tali creature nel folklore nordamericano sono spesso legate al mito della creazione. Fra tutte, spicca la dea ragno Koyangwuti (o Kohyangwuti) che, secondo gli Hopi, avrebbe aiutato Sokutnang a creare il mondo e popolarlo di esseri umani con un po' di terra e saliva[3]. I prototipi della nuova specie, difettosi e indisciplinati, furono alla fine da lei sostituiti - dopo molti tentativi - da quella attuale cui appartengono gli Hopi stessi ("il ragno è nostra madre" sostengono[4]) e il resto del genere umano.
Interpretati in senso antropologico, i miti degli uomini-ragno nordamericani paiono conservare memoria di tempi preistorici, ricostruendo in modo rudimentale il processo di ominazione.
Miti legati alla donna ragno sono attestati anche presso i Navajo, per i quali tale creatura è spesso un'alleata del genere umano.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Carl Steenstrup, "Chapter One: From the Earliest Times to the Taika Reforms", in A History of Law in Japan until 1868, Leiden, E.J. Brill, 1996 [1868], p. 5, ISBN 90-04-10453-4.
  2. ^ Everett Franklin Bleiler, Richard Bleiler, Science Fiction, Kent State University Press, 1998.
  3. ^ Heike Owusu, Symbols of Native America, Sterling Publishing Company Inc., 1999.
  4. ^ Martha Wigle, Spiders and Spinsters: Women and Mythology, Sunstone Press, 2007.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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