Unipolarismo

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Per unipolarismo si intende il prevalere di una sola potenza nazionale (una superpotenza) nell'equilibrio delle relazioni mondiali.

Nella storia contemporanea questo fenomeno si è verificato alla fine della Guerra fredda, con il crollo dell'Unione Sovietica e il susseguente dominio di fatto degli Stati Uniti.

Alla fine del XX secolo[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1989, dopo la caduta del muro di Berlino e la successiva dissoluzione dell'URSS alcuni storici hanno definito "unipolare" il sistema internazionale venutosi a creare[1].

L'unipolarismo nel XXI secolo[modifica | modifica wikitesto]

Altri studiosi, invece, hanno messo in rilievo la possibilità dell'emergere di un nuovo multipolarismo, sia per l'effetto di bilanciamento che produce l'entrata in scena di nuovi attori politici[2], sia per la notevole riduzione del divario tra le varie potenze mondiali che sembra delinearsi dopo la crisi economica del 2008.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Christopher Layne, ‘The Unipolar Illusion: Why New Great Powers Will Rise’, International Security, 17(4), 1993, pp. 5–51; Robert Jervis, ‘The Remaking of a Unipolar World’, Washington Quarterly, 29(3), 2006, pp. 7–19.
  2. ^ Kenneth Waltz, ‘Structural Realism after the Cold War’, in G. John Ikenberry (ed.) America Unrivaled: The Future of the Balance of Power (Ithaca, NY: Cornell University Press, 2002), pp. 29–67.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]