Arriva Charlie Brown
Arriva Charlie Brown (A Boy Named Charlie Brown) è un film del 1969 diretto da Bill Melendez. È il primo lungometraggio d'animazione tratto dal fumetto a strisce Peanuts di Charles M. Schulz. È stato distribuito in home video con il titolo Un bambino di nome Charlie Brown. A questo film seguì due anni dopo Snoopy cane contestatore (1972).
Trama[modifica | modifica wikitesto]
La vita di Charlie Brown continua con i suoi soliti fallimenti, nonostante i vari tentativi di miglioramento. Così, deciso a cambiare una volta per tutte lo stato delle cose, supportato dal suo migliore amico Linus van Pelt e dal suo incredibile cane Snoopy, decide di iscriversi a un'importante gara scolastica di parole difficili (spelling nella versione originale).
Charlie Brown vince inaspettatamente grazie all'aiuto di Snoopy ed è festeggiato da tutti i suoi compagni. Lucy, la sorella di Linus, si autoproclama sua agente e, successivamente, il ragazzo si vede costretto malvolentieri a recarsi a New York per una competizione nazionale. Prima della partenza, Linus gli regala la sua coperta come portafortuna. In seguito Linus soffre di astinenza dalla sua coperta, e si fa accompagnare da Snoopy a New York. Dopo aver recuperato la coperta, Linus e Snoopy assistono alla gara.
Tutti i concorrenti vengono uno dopo l'altro eliminati, finché non restano solo Charlie Brown e un altro bambino. Dopo aver azzeccato diverse parole, Charlie Brown viene eliminato per aver sbagliato il significato della parola "segugio", che è proprio la razza del suo cane (nell'originale compita la parola "beagle": B-E-A-G-E-L). Tornato a casa sconfitto, Charlie Brown non vuole più uscire di casa, sentendosi demoralizzato e depresso. Ma Linus riesce a ridargli conforto dicendogli che nonostante abbia perso il mondo non è finito.
Produzione[modifica | modifica wikitesto]
Il film è parzialmente basato su una serie di strisce dei Peanuts originariamente pubblicate sui giornali nel 1966, anche se con un finale differente.
La pellicola venne realizzata dallo stesso staff che aveva lavorato ai precedenti speciali TV dei Peanuts, capitanato dal regista Bill Melendez e Lee Mendelson in qualità di produttore. Phil Roman, uno degli animatori non accreditati, finirà in seguito per dirigere alcuni dei film e speciali televisivi della serie.
Diversi sfondi sono stati realizzati ad acquerello. Alcune scene del film fanno uso del rotoscopio, come la sequenza in cui Snoopy pattina sul ghiaccio. Altre sequenze, come la scena in cui viene suonato l'inno americano, sono influenzate dalla Pop art; mentre la scena surreale in cui Schroeder suona un brano di Beethoven ricorda invece Fantasia di Walt Disney. La sequenza dei titoli di coda dalle tinte psichedeliche, è invece molto probabilmente ispirata alle opere di Andy Warhol.
Il film segna inoltre l'ultima interpretazione di Charlie Brown da parte dell'attore bambino Peter Robbins, che l'aveva sempre doppiato fino ad allora.
Colonna sonora[modifica | modifica wikitesto]
Il tema musicale principale Charlie Brown (A Boy Named Charlie Brown), scritto e interpretato in originale da Rod McKuen, è cantato in italiano da Johnny Dorelli. Nella versione francese la canzone è cantata da Serge Gainsbourg.
- Charlie Brown (A Boy Named Charlie Brown) – musica, testi e voce di Rod McKuen
- Cerca guai (Failure Face) – musica e testi di Rod McKuen
- I Before E – musica di John Scott Trotter, testi di Bill Melendez e Alan Shean
- Evviva Charlie Brown (Champion Charlie Brown) – musica e testi di Rod McKuen
- Sonata per pianoforte n. 8 – di Ludwig van Beethoven, eseguita da Ingolf Dahl
- The Star-Spangled Banner – di John Stafford Smith
Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]
Date di uscita e titoli internazionali[modifica | modifica wikitesto]
- 25 novembre (in anteprima a New York) / 4 dicembre 1969 negli Stati Uniti
- 9 febbraio 1970 in Brasile (Um Garoto Chamado Charlie Brown)
- 23 settembre in Francia (Un petit garçon appelé Charlie Brown)
- 5 ottobre in Danimarca (Søren Brun og hans venner)
- 16 ottobre in Finlandia (Eläköön, Jaska Jokunen!)
- 29 ottobre in Italia
- 17 dicembre nei Paesi Bassi (Charle Brown en het Kleine Grut)
- 18 dicembre in Germania dell'Ovest (Charlie Brown und seine Freunde)
- 25 dicembre in Svezia (Snobben Karl å dom)
- 26 dicembre in Australia (A Boy Named Charlie Brown)
- 23 giugno 1971 nel Regno Unito (A Boy Named Charlie Brown)
- 2 luglio in Irlanda (A Boy Named Charlie Brown)
- 26 agosto ad Hong Kong
- 15 novembre in Argentina (Pandilla de Charlie Brown)
- 6 dicembre in Portogallo (Um Rapaz Chamado Charlie Brown)
- 9 dicembre in Uruguay (Carlitos y Snoopy)
- 23 settembre 1972 in Giappone (Sunūpī to Chārī)
- 1º gennaio 1990 in Ungheria (prima TV) (Barátom, Charlie Brown)
Edizione Italiana[modifica | modifica wikitesto]
Il film arrivò nelle sale italiane il 29 ottobre 1970. Il doppiaggio è stato effettuato dalla Royfilm e i dialoghi sono a cura di Roberto De Leonardis.
Edizioni home video[modifica | modifica wikitesto]
Il film è stato pubblicato in Italia in VHS nel 1987 da Panarecord su licenza CBS/Fox; la videocassetta fu riedita nel 1990 direttamente da CBS/Fox. Nel 2002 è stato distribuito da Paramount Home Entertainment nuovamente in VHS e per la prima volta in DVD, con il titolo Un bambino di nome Charlie Brown. Nel 2017 è stato riedito da Paramount in DVD. L'edizione pubblicata in DVD in Italia è tagliata di circa 8 minuti.
Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]
Il film fu ben accolto sia dalla critica (che ne lodò la fedeltà allo spirito dell'opera originale[1]) che dal pubblico, incassando 12 milioni di dollari ai botteghini[2] e venendo nominato agli Oscar del 1971 come Miglior colonna sonora, perdendo però contro Let It Be - Un giorno con i Beatles.
Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]
- 1971 – Premio Oscar
- Nomination Miglior colonna sonora a Rod McKuen, John Scott Trotter, Bill Melendez, Al Shean e Vince Guaraldi
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ (EN) Vincent Canby, Screen: Good Old Charlie Brown Finds a Home, in The New York Times, 5 dicembre 1969. URL consultato il 24 febbraio 2024.
- ^ www.boxofficeprophets.com, http://www.boxofficeprophets.com/column/index . URL consultato il 24 febbraio 2024.
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Lee Pfeiffer, A Boy Named Charlie Brown, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Arriva Charlie Brown, su AnimeClick.it.
- Arriva Charlie Brown, su Il mondo dei doppiatori, AntonioGenna.net.
- (EN) Arriva Charlie Brown, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Arriva Charlie Brown, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) Arriva Charlie Brown, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC.
- (EN, ES) Arriva Charlie Brown, su FilmAffinity.
- (EN) Arriva Charlie Brown, su Box Office Mojo, IMDb.com.
- (EN) Arriva Charlie Brown, su Behind The Voice Actors, Inyxception Enterprises.
- (EN) Arriva Charlie Brown, su Big Cartoon DataBase.