Umberto Pasti

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Umberto Pasti (Milano, 5 novembre 1957) è uno scrittore e botanico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Vive e lavora in Italia e in Marocco. Dopo la laurea in Filosofia della storia, ha collaborato con il Giornale, scrivendo di letteratura, di arte e costume. Impegnato nella difesa del territorio, ha fatto della natura del nord Africa la protagonista di quasi tutti i suoi libri, a partire dal suo romanzo di esordio L'Età fiorita[1] fino all'ultimo Perduto in Paradiso[2].

Gli altri suoi libri sono: L'Accademia del dottor Pastiche, Giardini e no, Manuale di resistenza botanica[3], Più felice del mondo[4], il pamphlet Un cri du coeur, Il bacio della medusa e Animali e no[5](Bompiani, 2016), sorta di autobiografia scandita dall'incontro con animali e fiori selvatici.

È tradotto in inglese, francese, spagnolo e darija (arabo marocchino). Ha realizzato giardini in Italia, Spagna e Marocco, cercando sempre di utilizzare le piante autoctone. Il suo giardino di Rohuna[6], in un piccolo villaggio del nord del Marocco, dove ha messo in salvo centinaia di specie minacciate dallo sviluppo selvaggio della regione, è noto nel mondo intero.

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Ha avuto una relazione con Mario Mieli, di cui ha parlato nel libro E adesso, curato da Silvia De Laude.[senza fonte]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Umberto Pasti: l’occhio sulle cose, su icondesign.it. URL consultato il 2 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2018).
  2. ^ Il nuovo libro di Umberto Pasti: "Perduto in Paradiso", su marieclaire.it, 6 marzo 2018. URL consultato il 2 aprile 2018.
  3. ^ Umberto Pasti a Che tempo che fa, su rai.tv, 21 marzo 2010. URL consultato il 2 aprile 2018.
  4. ^ La felicità? Piantare narcisi nel deserto, su iodonna.it, 11 aprile 2011. URL consultato il 2 aprile 2018.
  5. ^ “Animali e no” di Umberto Pasti, su amica.it, 9 marzo 2018. URL consultato il 2 aprile 2018.
  6. ^ Ngoc Minh Ngo, Rohuna, Umberto Pasti’s Garden in Morocco, in The New York Times, 30 maggio 2016. URL consultato il 31 maggio 2016.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN10146894 · ISNI (EN0000 0000 2226 2811 · SBN TO0V349717 · ULAN (EN500284519 · LCCN (ENn00029162 · BNE (ESXX5436847 (data) · BNF (FRcb15124974f (data) · CONOR.SI (SL184552803 · WorldCat Identities (ENlccn-n00029162