Umberto Klinger

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Umberto Klinger
NascitaSaluzzo, 3 agosto 1900
MorteVenezia, 26 gennaio 1971
Luogo di sepolturaFerrara
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Regia Aeronautica
GuerrePrima guerra mondiale
Impresa di Fiume
Seconda guerra mondiale
DecorazioniMedaglia d'argento al valor militare (5)
Medaglia di bronzo al valor militare
Croce di guerra al valor militare
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Umberto Klinger

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaXXIX (28 aprile 1934 - 2 marzo 1939)
Sito istituzionale

Consigliere nazionale del Regno d'Italia
LegislaturaXXX
Gruppo
parlamentare
Corporazione di Mare e aria

Dati generali
Partito politicoPartito Nazionale Fascista
ProfessioneGiornalista pubblicista

Umberto Klinger (Saluzzo, 3 agosto 1900[1]Venezia, 26 gennaio 1971) è stato un aviatore, politico e imprenditore italiano. Su incarico di Italo Balbo, Ministro dell'Aeronautica dal 1929 al 1933 ha presieduto e organizzato la prima società aerea di bandiera italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Volontario nelle truppe d'assalto alpine durante la prima guerra mondiale, ha partecipato successivamente all'impresa di Fiume.

Durante il Ventennio[modifica | modifica wikitesto]

Al centro Gabriele D'Annunzio, alla sua sinistra Umberto Klinger. Fiume 1919
Umberto Klinger con Italo Balbo, Ferrara 1926.

Fu amico di Italo Balbo, e fece parte, a Ferrara, di un gruppo ristretto di suoi collaboratori, tra i quali Nello Quilici e Renzo Ravenna. Partecipò al progetto "La ricostruzione economica della provincia di Ferrara", firmato insieme allo stesso Balbo e a Vittorio Cini e fu federale della città.

Curò l'organizzazione della Ala Littoria S.p.A., prima compagnia aerea di bandiera italiana a capitale pubblico, frutto della fusione di sei società private.

Eletto deputato nel 1934 per la XXIX legislatura, intervenne sui problemi dell'aviazione civile, in particolare sui ritardi nell'organizzazione di una linea atlantica raccomandata da Balbo prima di assumere l'incarico di Governatore della Libia.

Nella posizione di presidente e di amministratore delegato curò l'espansione delle reti mediterranee, del nord Europa e l'attuazione di regolari collegamenti commerciali tra la madre patria e le colonie del Corno d'Africa. La realizzazione di una estesa aviazione civile; l'Ala Littoria divenne la prima per chilometri volati tra le compagnie aeree operanti nel continente africano. Curò i collegamenti con la Spagna con base a Tetuan.

Nel 1938, insieme al comandante Carlo Tonini, effettuò con un CANT Z.506 la doppia traversata dell'Oceano Atlantico in vista dell'avvio della linea commerciale con l'America Latina. Nell'ambito del progetto inviò esperti all'Isola del Sale, nell'arcipelago di Capo Verde, per studiare la possibilità di installarvi uno scalo intermedio, e a Buenos Aires per verificare la convenienza di utilizzare i voli della Corporación Sudamericana de Servicios Aéreos come collegamento tra i centri dell'entroterra argentino e dei paesi limitrofi con la linea atlantica italiana.

Partecipò alla seconda guerra mondiale nella Regia Aeronautica con il grado di tenente colonnello pilota della riserva, ottenendo cinque medaglie d'argento, di cui una concessa sul campo. Il 22 agosto 1940 esegue una missione su un Savoia-Marchetti S.M.79 della 6ª Squadriglia dell'Aeroporto di Benina bombardando da 4.000 metri obiettivi una zona interna del porto di Alessandria d'Egitto. Effettuò il primo collegamento aereo di guerra con il Viceré d'Etiopia, Amedeo Duca di Aosta, in Addis Abeba. Con altri voli notturni su deserti e territori nemici, stabilì rotte di un ponte aereo per il rifornimento della colonia, precluso dalla chiusura del Canale di Suez. Seguirono il comando del 114º Gruppo Autonomo di Bombardamento Terrestre, l'incarico di Capo di Stato Maggiore dei Servizi Aerei Speciali che aveva il compito di rifornire i reparti italiani in Tunisia, e l'organizzazione di operazioni speciali di paracadutisti. Pilota esperto, ebbe al suo attivo oltre 4 600 ore di volo ai comandi di diversi tipi di velivoli, di cui 940 in tempo di guerra.

Dopo l'armistizio, non aderì alla Repubblica Sociale e dovette nascondersi a Roma fino alla fine della guerra.[2]

Nel secondo dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il conflitto ha ricostruito e diretto le Officine Aeronautiche di Venezia. Nello stesso periodo ha organizzato quattro società aeree di cui due straniere. Klinger accettò l'invito dell'Amministrazione Comunale e del Governo a rilevare e a ricostruire lo stabilimento delle Officine Aeronautiche del Lido di Venezia, appartenute all'Ala Littoria, distrutte dai Tedeschi in ritirata. Impegnando le sue scarse risorse, insieme al fratello Luigi, fondò le Officine Aeronavali di Venezia. Divennero suoi clienti società italiane e straniere, pubbliche e private, attratte dalla capacità delle Officine di ristrutturare e revisionare grandi velivoli. Organizzò al contempo quattro società aeree: la SAIDE egiziana, la LIA libanese, le italiane Aeralpi per il trasporto interregionale, la Società Aerea Mediterranea per il trasporto charter e per lo sviluppo del turismo aereo popolare.

Importanti imprese americane stabilirono rapporti con l'industria veneziana. Il grande aviatore Chalmers Goodlin (1923–2005), interessato al commercio di aerei, si stabilì per molti anni al Lido instaurando con Klinger una fattiva collaborazione.

Verso la fine degli anno sessanta il persistente ritardo nei pagamenti da parte soprattutto delle istituzioni pubbliche determinò una crisi finanziaria per l'impresa con la conseguente impossibilità di onorare gli obblighi verso i dipendenti. Esauriti i tentativi di ottenere in tempo utile la liquidazione dei crediti, Klinger si suicidò il 26 gennaio 1971. Il giorno prima si era recato a Roma per ottenere il pagamento dei crediti maturati in quanto impossibilitato a pagare i salari dei circa 500 lavoratori delle Aeronavali che nel frattempo erano scesi in sciopero[3]. Il gesto sollevò grande scalpore e unitamente a molte recriminazioni giunsero, nel giro di poche settimane, le sollecitate risorse.

Nel 1993, la città di Venezia, con petizione popolare, ha onorato la sua memoria dedicandogli al Lido di Venezia il tratto del lungomare che fiancheggia l'aeroporto "Nicelli".

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

5 Medaglie d'argento al Valor Militare - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di guerra al Valor Militare - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia interalleata della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa delle operazioni militari in Africa Orientale - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della spedizione in Albania - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della marcia di Ronchi - nastrino per uniforme ordinaria
Grande Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine di Skanderbeg - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine coloniale della Stella d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze estere[modifica | modifica wikitesto]

Ufficiale della Legion d'onore - nastrino per uniforme ordinaria

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • L'altra sponda (Note d'una crociera adriatica), introduzione di Nello Quilici, Ferrara, S.A.T.E., 1928.
  • Rinascita Polesana, introduzione di Curzio Suckert, Verona, Mondadori, 1924.
  • Terre d'Italia, Rovigo, Officine Grafiche Corriere del Polesine, 1925.
  • Le comunicazioni aeree in Africa e l'Italia, Roma, Fondazione A. Volta, 1938.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il Portale dell'Aeronautica Militare - Le Schede - Umberto Klinger, su aeronautica.difesa.it. URL consultato il 17 marzo 2009.
  2. ^ Pietro Lando, Le ali di Venezia, Padova, Il Poligrafo, 2013, nota a p. 110, ISBN 978-88-7115-842-6.
  3. ^ Atti parlamentari V legislatura. Seduta del 27 gennaio 1971 (PDF), su legislature.camera.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bruno Delisi, Klinger Fondatore dell'Ala Littoria, in Folgore, organo ufficiale dei Paracadutisti d'Italia, Roma, gennaio 1992.
  • Bruno Delisi, Vita di Umberto Klinger (1940-1943). Un manager in guerra, in Lido di oggi Lido di allora, n. 10, Venezia, agosto 1994, pp. 140-142.
  • Bruno Delisi, Balbo, Klinger e la prima compagnia aerea di bandiera italiana, Atti del Convegno Internazionale nel centenario della nascita di Italo Balbo, Roma, 7-8 novembre 1996.
  • Bruni Delisi e Maria Serena Klinger (a cura di), Atti della commemorazione, Lido di Venezia 22 settembre 1991, Edizioni Serigraf, Roma, 1996.
  • De Marchi I., Ricordo di Umberto Klinger, in Rivista Aeronautica, Roma, n. 1, 1992.
  • Bruno Delisi, La linea Italiana dell'Atlantico Sud. Il contributo dell'Ala Littoria, catalogo della Mostra "Le Ali della Rondine", Complesso Monumentale di San Michele a Ripa, 7-26 maggio 1992 Itaca Roma.
  • Massimo Civoli, S.A.S. I Servizi Aerei Speciali della Regia Aeronautica 1940-1943, Gribaudo, 2000, ISBN 978-88-8058-111-6.
  • Bruno Delisi e Maria Serena Klinger, Un Eroe Veneziano, Umberto Klinger e i suoi aeroplani, Milano, Giorgio Apostolo Editore, 2010, ISBN 9788887261325.
  • Mario Arpino, Vita Straordinaria di Umberto Klinger, aviatore romantico al servizio dell'Italia (PDF), in Risk Quaderni di Geostrategia, Roma, novembre-dicembre 2010.

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