Oreoseris

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Oreoseris
Immagine di Oreoseris mancante
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Mutisioideae
Tribù Mutisieae
Sottotribù Gerbera Complex
Genere Oreoseris
DC., 1838
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Mutisieae
Genere Oreoseris
DC.
Sinonimi

Berniera DC.
Uechtritzia Freyn

Specie
(Vedi testo)

Oreoseris DC., 1838 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Le specie di questa voce sono piante annuali o perenni con portamenti erbacei, arbustivi o suffruticosi.[3][4][5][6][7]

In genere sono presenti sia foglie basali che cauline. Le foglie lungo il caule sono disposte in modo alternato. Quelle basali spesso formano delle rosette (disposizione rosulata). La forma delle lamine è varia: intera e semplice da piccola a grande con forme da lineari a largamente ovate (anche subromboidali); a volte sono presenti forme sagittate, frastagliate o lirate.

Le infiorescenze sono composte da capolini terminali solitari o raccolti in formazioni paicolate. I capolini possono essere radiati ed omogami/eterogami, oppure (raramente) discoidi e sono formati da un involucro a forma spiraleggiante, campanulata o emisferica composto da brattee (o squame) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi (più o meno): tubulosi e ligulati. Le brattee, simili a foglie, disposte su molte serie in modo embricato sono di vario tipo e consistenza. Il ricettacolo, glabro o con lunghi peli, a forma piatta è nudo (senza pagliette).

I fiori sia quelli tubulosi che ligulati sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono ermafroditi, actinomorfi o zigomorfi e fertili. In genere i fiori del raggio (quelli periferici), se presenti, sono femminili, disposti in modo uniseriale e con staminoidi. I fiori del disco (quelli centrali), sono ermafroditi e fertili e tubulosi.

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[8]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: la corolla è formata da un tubo terminante in modo bilabiato. Nei fiori periferici il labbro esterno è allargato con 3 denti; quello interno è poco appariscente e generalmente ha due lobi rudimentali o mancanti. Nei fiori centrali il tubo termina con 5 lobi più o meno uguali (talvolta un arto è allungato con 4 denti). I colori dei fiori periferici sono: viola o porpora; i colori dei fiori centrali sono: giallo, rosso o viola.
  • Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi, glabri o papillosi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo. Il nodo basale dello stilo è presente e glabro. Le antere in genere hanno una forma sagittata con base caudata (arrotondata o acuta). Le antere dei fiori periferici sono rudimentali. Il polline normalmente è tricolporato a forma sferica (può essere microechinato).
  • Gineceo: lo stilo è filiforme; gli stigmi dello stilo sono due scarsamente divergenti, corti e papillosi. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. L'ovulo è unico e anatropo.

I frutti sono degli acheni con pappo. La forma dell'achenio in genere è cilindrica con 3 - 6 coste longitudinali. Il pericarpo può essere di tipo parenchimatico, altrimenti è indurito (lignificato) radialmente; la superficie è setolosa o irsuta. Il carpopodium ha delle forme anulari. Il pappo, formato da due a più serie di setole piumose, barbate o capillari (a volte isomorfe e a volte eteromorfe), decidue o persistenti, è direttamente inserito nel pericarpo o connato in un anello parenchimatico posto sulla parte apicale dell'achenio.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Le specie di questo gruppo sono distribuite in Asia dall'Anatolia alla Cina occidentale.[2]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[9], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[10] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[11]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][6][7]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

La sottofamiglia Mutisioideae, nell'ambito delle Asteraceae occupa una posizione "basale" (si è evoluta precocemente rispetto al resto della famiglia) ed è molto vicina alla sottofamiglia Stifftioideae. La tribù Mutisieae con la tribù Nassauvieae formano due "gruppi fratelli" ed entrambe rappresentano il "core" della sottofamiglia.

Il genere Oreoseris è descritto all'interno della tribù Mutisieae, raggruppamento che la classificazione tradizionale collocava all'interno della sottofamiglia Cichorioideae e che la moderna classificazione filogenetica ha ricollocato, ridisegnandone i confini, all'interno della sottofamiglia Mutisioideae.[7] Provvisoriamente il genere fa parte del gruppo informale Gerbera Complex.[12]

All'interno del "Gerbera Complex" il genere di questa voce, da un punto di vista filogenetico e quindi evolutivo, fa parte del "Clade B" formato dai generi Chaptalia, Gerbera, Leibnitzia, Oreoseris, Piloselloides e Perdicium ed occupa una posizione centrale. Le possibili date relative alla divergenza del clade B variano da 12 a 5 milioni di anni fa.[12]

In precedenza alcune specie di Oreoseris erano descritte all'interno del genere Uechtritzia Freyn (U. armena Freyn & Sint. ex Freyn - U. kokanica (Regel & Schmalh.) Pobed - U. lacei (Watt) C.Jeffrey). Ultimamente uno studio di tipo filogenetico molecolare sui nuclei dei cloroplasti ha dimostrato la stretta relazione di queste specie con alcune specie del genere Gerbera (G. maxima e G. gossypina) di origine asiatica formando così un clade ben sostenuto. In base alle regole della priorità nomenclaturale il nuovo clade è stato chiamato Oreoseris.[12][13]

I caratteri distintivi per le specie di questo genere sono:[7][12]

  • il portamento è erbaceo scaposo perenne;
  • le corolle sono bilabiate con margini espansi;
  • gli staminoidi sono presenti;
  • gli stigmi sono papillosi;
  • gli acheni sono irsuti.

Il numero cromosomico delle specie di questo genere è: 2n = 36.[6]

Elenco specie[modifica | modifica wikitesto]

Il genere comprende le seguenti 12 specie:[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 28 gennaio 2021.
  3. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  4. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  5. ^ Judd 2007, pag.517.
  6. ^ a b c Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 108.
  7. ^ a b c d Funk & Susanna 2009, pag. 229.
  8. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  9. ^ Judd 2007, pag. 520.
  10. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  11. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  12. ^ a b c d Pasini et al. 2016.
  13. ^ Xu et al. 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Oreoseris Royal Botanic Gardens KEW - Database
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