Trio d'archi

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Il trio d'archi è un gruppo strumentale composto da tre strumenti ad arco, solitamente un violino, una viola e un violoncello. Una composizione scritta per il medesimo organico prende il nome di trio per archi.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il termine viene generalmente usato con riferimento ad opere di musica da camera dal periodo barocco ai giorni nostri: infatti, la più antica forma di trio d'archi era costituita da due violini e un violoncello, ensemble tipico per l'esecuzione delle sonate in trio barocche.

Successivamente si diffuse maggiormente il trio formato da violino, viola e violoncello: a partire dalla seconda metà del XVIII secolo, nel periodo classico, anche se la configurazione del trio per due violini e violoncello non era del tutto abbandonata, la formazione violino-viola-violoncello ha cominciato a prevalere. Joseph Haydn sembra essere stato il primo compositore ad usare questa combinazione (Tilmouth e Smallman 2001). Scrivere per trio violino-viola-violoncello offre una gamma ampia di materiali e colori per un compositore esperto. La strumentazione più snella (rispetto al quartetto d'archi più comune) pone anche sfide compositive specialmente all'interno di una tradizione musicale caratterizzata da una scrittura armonica a quattro parti. Nei secoli 19° e 20°, dopo Mozart e Beethoven, raccolsero questa sfida compositori come Lennox Berkeley, Carlos Chávez, Henry Cowell, Jean Cras, Paul Dessau, Ernő Dohnányi, Hanns Eisler, Jean Françaix, Heinrich von Herzogenberg, Paul Hindemith, Gideon Klein, Martin Frank, Bohuslav Martinů, Darius Milhaud, Moeran John Ernest, Manuel Ponce, Max Reger, Alexis Roland-Manuel, Miklós Rózsa, Arnold Schönberg, Franz Schubert, Schuman William, Jean Sibelius, Robert Simpson, Richard Strauss, Sergej Taneyev, Heitor Villa-Lobos, Anton Webern, e Eugène Ysaÿe.

Più di recente, notevoli trii d'archi sono stati scritti da Murray Adaskin, Luis Bacalov, Alain Bancquart, Robert Carl, Pascal Dusapin, Donald Erb, Karlheinz Essl, Brian Ferneyhough, Berthold Goldschmidt, Sofia Gubaidulina, Bertold Hummel, Talivaldis Kenins, Ernst Křenek, Helmut Lachenmann, Paul Marić Ljubica Lansky, Krzysztof Meyer, Krzysztof Penderecki, Peterson Wayne, Wolfgang Rihm, Boguslaw Schaeffer, Alfred Schnittke, Karlheinz Stockhausen, Waterhouse Graham, Charles Wuorinen, La Monte Young, Iannis Xenakis, e Zwilich Ellen Taaffe.

Mentre il trio d'archi è certamente più raro del quartetto d'archi, ci sono stati e continuano ad esserci ensemble dedicati alla esecuzione e registrazione del repertorio per trio d'archi.

Altri tipi più insoliti di trii d'archi sono i trii di Wolfgang Amadeus Mozart per due violini e contrabbasso, e quelli di Antonín Dvořák e Frank Bridge trii per due violini e viola. Quest'ultimo tipo di trio è conosciuto anche come un terzet o terzetto; altri che hanno scritto trii per questa combinazione sono Robert Fuchs (tre, due nel suo opus 61 e uno nel suo opus 107) e Sergei Taneyev (la sua op. 21). Wilhelm Killmayer ha scritto un trio (1975) per la combinazione simile di due violini e violoncello e Stefan Hakenberg ha segnato il terzo movimento della mappa di spostamento (2002), dal titolo "Monochrome", per questa combinazione.

Repertorio[modifica | modifica wikitesto]

Celebri trii d'archi[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Trio Grumiaux
  • Il Trio italiano d'archi
  • Il trio Archibudelli
  • Il Trio Perlmann-Zuckermann-Harrell

Trii d'archi contemporanei[modifica | modifica wikitesto]

  • Trio AnPaPié
  • Belcanto Strings
  • Trio Broz
  • Dresdner String Trio
  • Faure String Trio
  • Jade string trio
  • Leopold String Trio
  • Pluck String trio
  • Trio della Scala
  • Trio Hegel (www.triohegel.com)
  • Nuovo Trio Italiano d’Archi

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Hochman, Gilad, Brief Memories for String Trio (2004)
  • Kennedy, Michael , String Trio , The Oxford Dictionary of Music, London e New York, Oxford University Press,. ISBN 0-19-869162-9
  • Tilmouth, Michael e Basil Smallman, String Trio, The New Grove Dictionary of Music and Musicians, 2001, London, Macmillan Publishers

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