Trieste (Roma)

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Q. XVII Trieste
La Fontana delle Rane al Coppedè, piazza Mincio
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Lazio
Provincia  Roma
Città Roma Capitale
CircoscrizioneMunicipio Roma II
Data istituzione24 maggio 1926
Codice217
Superficie3,71 km²
Abitanti58 004 ab.
Densità15 650,11 ab./km²
Mappa dei quartieri di
Mappa dei quartieri di

Coordinate: 41°55′33.35″N 12°30′48.21″E / 41.925931°N 12.513393°E41.925931; 12.513393
Trieste
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Lazio
Provincia  Roma
Città Roma Capitale
CircoscrizioneMunicipio Roma II
Data istituzione30 luglio 1977
Codice02E
Superficie2,91 km²
Abitanti52 076 ab.
Densità17 895,53 ab./km²
Mappa dei quartieri di
Mappa dei quartieri di

Trieste è il diciassettesimo quartiere di Roma, indicato con Q. XVII.

Il toponimo indica anche la zona urbanistica 2E del Municipio Roma II di Roma Capitale.

L'area est del quartiere è nota come Quartiere Africano, per la presenza di odonimi relativi alle colonie del Regno d'Italia.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Si trova nell'area centro-nord della città.

Il quartiere confina:

I punti più alti del quartiere sono costituiti dalla cima del monte Cacciarello e dalla via Nomentana che ne delimita i confini. Il punto di osservazione più alto del quartiere e di tutto il territorio capitolino (con i suoi 143 m s.l.m.) si trova in corrispondenza della cima dei palazzi di via Cheren.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio prima dell'urbanizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Le prime testimonianze umane nella zona risalgono all'epoca preistorica, quando alcune popolazioni si stanziarono nell'area della Sedia del Diavolo e di Monte delle Gioie. Posteriormente, in epoca storica, sul monte Antenne nacque un abitato sabino, i cui resti sono ancora oggi visibili; secondo la leggenda, Antemnae fu uno dei tre villaggi che subirono il celebre ratto delle Sabine. Dell'epoca romana arcaica e repubblicana non si possiedono molte attestazioni, mentre la zona diventa molto frequentata a seguito della costruzione di numerose catacombe, fra cui le antichissime catacombe di Priscilla, sorte sulla villa della gens Acilia.

Inoltre nella zona si trova parte del percorso della via Salaria, strada consolare di enorme importanza che univa Roma a Porto d'Ascoli, così chiamata per il commercio di sale che vi avveniva; la strada moderna omonima segue però il tracciato della Salaria Nova, risalente ai tempi dell'imperatore Nerva.

Negli anni seguenti l'Editto di Milano (313 d. C.) fu costruita una monumentale basilica dedicata a S. Agnese, la cui villa di famiglia sorgeva sulla Nomentana. Accanto ad essa, l'imperatrice Costanza fece edificare - nella seconda metà del secolo - il proprio mausoleo. A causa delle sue grandi dimensioni la basilica andò presto in rovina, tanto da indurre papa Onorio I (625-628) a commissionare l'attuale basilica in stile bizantino (Basilica di Sant'Agnese fuori le mura). Attorno a questi due monumenti, nel corso del Medioevo e all'inizio del Rinascimento sarebbe sorto il complesso dei Canonici Regolari Lateranensi.

Durante il Rinascimento e i secoli successivi, nella zona dell'attuale quartiere sorgevano soltanto alcune ville nobiliari ed edifici rustici (casali); in uno di questi, sulla via Nomentana, soggiornò Giuseppe Garibaldi ai tempi della Repubblica Romana.

Urbanizzazione e nascita del quartiere[modifica | modifica wikitesto]

Posa della prima pietra, nel 1926, di costruzione di un edificio INCIS, nel nascente Quartiere Trieste.

In seguito all'unità d'Italia, la zona di monte Antenne viene fortificata con ampi bastioni, fossati e con un'imponente polveriera: la sua posizione era infatti ottimale per difendere il lato settentrionale della città. Alle sue pendici, nel 1906 trova sede il Tennis Club Parioli, ancora oggi in attività e celebre per aver formato numerosi campioni.

La prima urbanizzazione del territorio avvenne con il piano urbanistico del 1909 dell'architetto Edmondo Sanjust di Teulada, ma il quartiere nacque ufficialmente nel 1926 con il nome Savoia, dalla vicina residenza reale (oggi Villa Ada); l'evento viene ricordato da una targa commemorativa oggi in via Topino, nei pressi di piazza Verbano.

Nei primi trent'anni del secolo la zona mantenne la destinazione a edilizia residenziale di qualità, se non di lusso: è il periodo dei "villini" e del Quartiere Coppedè.

Negli anni trenta comincia invece l'urbanizzazione intensiva. Grandi condomini non privi di pretese vennero costruiti sulle aree di ville lottizzate per questo scopo, come Villa Lancellotti e Villa Chigi (della quale resta oggi un parco pubblico ed una residenza privata): abitazioni destinate agli impiegati statali o edificazioni concesse a cooperative (ad esempio quella dei ferrovieri costituì l'area vicina a piazza Crati). Fra il 1924 ed il 1930 viene costruito il Parco Virgiliano (o Parco Nemorense), ideato, come polmone verde per un quartiere ormai intensamente edificato, dall'architetto Raffaele De Vico, e inaugurato nel 1936 in occasione del bimillenario virgiliano.

In seguito alla nascita della Repubblica, nel 1946 il quartiere assunse il nome attuale[6], dall'omonimo corso che ne costituisce la via principale.

Piazza Istria nel 2013

Negli anni settanta la zona fu protagonista di una nuova speculazione edilizia, che fece sparire Tor Fiorenza, una fattoria fortificata del Seicento nella quale venivano portati i bambini anemici per dissetarsi col latte.

La parte più a nord del quartiere Trieste, da piazza Annibaliano verso la ferrovia Roma-Firenze, è comunemente chiamata "quartiere Africano" in virtù dell'odonomastica ispirata alle colonie africane del Regno d'Italia (via Tigrè, via Tripolitania, via Gadames, viale Libia) (v. infra). Il nucleo originario di tale "subquartiere", originariamente destinato alle famiglie dei ferrovieri, venne edificato nei primi anni venti, occupando un quadrilatero nell'area adiacente a via Tripoli. All'interno del suddetto quadrilatero, all'epoca decisamente isolato dal resto della città, erano state tracciate anche le vie Tobruk, Derna, Cirenaica, piazza Misurata e, fuori dal perimetro, le vie Benadir e Migiurtinia. Queste strade andavano ad aggiungersi alle vie Asmara e Massaua, traverse della via Nomentana, istituite poco prima, che collegavano la Villa Anziani.

Palazzo di Pietro Aschieri a piazza Trasimeno (1930)

Nel secondo dopoguerra il quartiere dei ferrovieri, che era costituito da una quarantina di edifici, venne completamente demolito. A testimonianza della sua presenza resta parte dell'impianto viario - a eccezione delle cancellate via Tobruk, piazza Misurata e via Derna (questo toponimo è in realtà attualmente utilizzato da una nuova strada) - e alcuni edifici d'epoca, villini di pregio e palazzetti più popolari, sulle vie Beandir, Homs, Tripolitania, Cirenaica e Migiurtinia. Nel vecchio quartiere venne ambientato il film di Pietro Germi L'uomo di paglia, del 1958, mentre intorno andava a completarsi, sull'asse viale Eritrea-viale Libia, il quartiere Africano come lo conosciamo oggi. Al posto del quartiere dei ferrovieri sono stati successivamente costruiti un edificio scolastico, alcuni edifici delle Ferrovie dello Stato, un parcheggio e due edifici residenziali.

Storia minore[modifica | modifica wikitesto]

  • Durante la seconda guerra mondiale un episodio curioso coinvolse il quartiere: si diceva che nelle notti di luna piena, nella zona di piazza Vescovio, un lupo mannaro terrorizzasse gli abitanti con urla spaventose provenienti da alcuni giardini: si trattava in realtà di un malato mentale, poi individuato e ricoverato in manicomio[7][8].
  • L'edificio di via Chiana 87 ospitò il primo ascensore mai realizzato in Italia per una casa popolare destinata agli impiegati statali (case INCIS), inaugurato personalmente da Benito Mussolini che, nel discorso ufficiale, pare si fosse lasciato sfuggire la frase: «... così vi sarà molto più semplice raggiungere in tempo le adunate!».[9]
  • Un episodio in parte rimosso è costituito dall'esodo che coinvolse la popolazione i primi di giugno del 1944, quando si diffuse a opera dei repubblichini la voce, falsa e incontrollata, tale da scatenare una follia collettiva, che le truppe tedesche in fuga avessero minato l'intero quartiere e che ci sarebbe stato addirittura un carico di munizioni inesplose. Un fiume di persone si snodò sino a raggiungere villa Borghese, dove molti passarono la notte all'addiaccio nonostante le smentite ufficiali e gli appelli della radio.
  • Durante gli anni del boom economico, il quartiere diventa celebre per il Piper, celebre locale protagonista della vita mondana, inaugurato il 17 febbraio 1965 e legato a moltissimi personaggi dell'epoca: vi esordì Patty Pravo e vi si esibirono i Pink Floyd, i Nirvana. Con il tempo è divenuta nota più per la movida sfociante in vandalismo che per le celebrità di passaggio[10].
  • Nel giugno del 1965 i Beatles, a Roma per dei concerti al teatro Adriano, si buttarono vestiti nella fontana delle Rane di piazza Mincio dopo una serata in giro per locali accompagnati da Gianni Minà[11].
  • Il quartiere è ancora al centro delle cronache durante gli anni di piombo, a causa dei numerosi omicidi politici di cui lo vede partecipe; fra i vari, quello del magistrato Vittorio Occorsio, assassinato nel 1976, quattro anni dopo quello del poliziotto Francesco Evangelista davanti al liceo Giulio Cesare. In quegli stessi anni, negli scontri tra opposte fazioni politiche perdono la vita anche due giovani militanti di destra dell'allora Fronte della Gioventù, Francesco Cecchin, appena diciassettenne, che muore il 16 giugno del 1979 a seguito di un'aggressione nei pressi di piazza Vescovio, e Paolo Di Nella, deceduto il 9 febbraio del 1983, dopo essere caduto in coma irreversibile anche lui a seguito di un'aggressione, nei pressi di piazza Gondar.
  • Negli anni ottanta la scrittrice Ornella Angeloni ambientò nel quartiere il suo giallo Caffè Ciamei, racconto di una lunga catena di delitti che si snoda in quarant'anni.
  • Tra i locali presenti nel quartiere figura il Caffè Tortuga in piazza Trasimeno di fronte al liceo Giulio Cesare, aperto nel 1953 e citato in Compagno di scuola di Antonello Venditti.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Il Quartiere Coppedè[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Quartiere Coppedè.
Roma quartiere Coppedè in via Tagliamento

In una zona adiacente a piazza Buenos Aires sorge il Quartiere Coppedè, una piccola area edificata con stile Liberty-eclettico progettata dall'architetto Gino Coppedè. Il portone di piazza Mincio 2, risalente al 1926, ultima costruzione di mano del maestro, è inoltre copia fedele di una scenografia del film "Cabiria" del 1914.

Villa Albani[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Villa Albani.

La villa Albani, detta anche Albani-Torlonia, che si estende tra via Salaria e viale Regina Margherita, è stata per 50 anni il centro della cultura europea, tappa obbligata per i più importanti viaggiatori, motore della nascita di fenomeni culturali come il Neoclassicismo e l'Archeologia intesa come Storia dell'Arte. La villa era stata fatta costruire alla metà del XVIII secolo dal cardinale Alessandro Albani - nipote del papa Clemente XI, raffinato conoscitore di antichità e protettore di artisti, tra cui Anton Raphael Mengs - allo scopo di custodire le sue collezioni di arte antica, scelte su consiglio di Giovanni Winckelmann. Nacquero così il "laboratorio del Neoclassicismo", nel quale operò anche il Piranesi, e una "Galleria d'Arte", da secoli inaccessibile, che ospita opere di Nicolò da Foligno, Perugino, Gherardo delle Notti, Van Dyck, Tintoretto, Ribera, Guercino, Giulio Romano, Borgognone, Luca Giordano, David, Vanvitelli.

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di San Saturnino.

Architetture scolastiche[modifica | modifica wikitesto]

Edificio del 1935-36 dell'architetto Cesare Valle.
  • Liceo scientifico "Amedeo Avogadro", con sede centrale in via Brenta 26 (quartiere Coppedè) e sede succursale in via Cirenaica (quartiere Africano)[12].
  • Istituto d'Istruzione Superiore "Giosuè Carducci", su via Asmara[13].
  • Istituto Comprensivo Via Volsinio [14]:
    • Scuola secondaria di I grado "Esopo", su via Volsinio.
    • Scuola primaria "Giuseppe Mazzini", su via Volsinio.
    Edificio del 1930-31 dell'architetto Cesare Valle. Scuola originariamente dedicata a Italico Sandro Mussolini.
    • Scuola primaria e secondaria di I grado "Ugo Bartolomei", su via Santa Maria Goretti.
  • Istituto comprensivo "Luigi Settembrini", su via Sebenico[15].
  • Istituto comprensivo "Sinopoli - Ferrini"[16]:
    • Scuola secondaria di I grado "Giuseppe Sinopoli", su via Mascagni.
    • Scuola primaria statale "Contardo Ferrini", su largo di Villa Chigi.

Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

Catacombe[modifica | modifica wikitesto]

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

Villa Paganini.

Ponti[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Il quartiere fu molte volte, e in diversi anni, scenario di molti film italiani.

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Urbanistica[modifica | modifica wikitesto]

Nel territorio del quartiere si estende l'intera, omonima, zona urbanistica 2E e la parte ovest della 2D Salario.

Odonimia[modifica | modifica wikitesto]

Una delle vie principali del quartiere è via Nemorense, che trae il proprio nome dal lago di Nemi. Molte delle vie nelle vicinanze della stessa portano il nome di importanti laghi italiani. Altre vie portano il nome di fiumi italiani. La parte di quartiere comunemente denominata Quartiere Africano è imperniata su 4 viali che portano il nome delle quattro colonie italiane in Africa, contornati da strade denominate con i nomi di città e regioni storiche di tali colonie.

Piazza Vescovio trae il proprio nome dall'omonima, antichissima località nel comune di Torri in Sabina, in provincia di Rieti. Sebbene la corretta accentazione sia Vescovìo, si segnala una diffusa tendenza a pronunciare il toponimo come Vescòvio a causa di un'errata interpretazione fonetica. Nei dintorni della piazza, molte vie richiamano toponimi di comuni o valli della Sabina. Varie strade sono dedicate poi ad aree geografiche abitate, in tutto o in parte, attualmente o in passato, da italiani, le quali però non sono mai politicamente entrate a far parte (o non sono più comprese) all'interno dell'Italia (da alcuni ritenute Italia irredenta); o, viceversa, sono passate al Regno d'Italia dopo la vittoria sull'Impero austro-ungarico nella prima guerra mondiale (1918).

Nelle vicinanze di viale Somalia è collocato un gruppo di vie i cui nomi sono stati attribuiti in onore di operisti o madrigalisti italiani.

Piazza Annibaliano prende il nome dal marito dell'imperatrice Costanza, il cui mausoleo sorge a pochi metri dalla stessa.

Nelle vicinanze delle Catacombe di Priscilla sorgono via di Priscilla e via di Novella.

La piazza che circonda la cd. Sedia del Diavolo porta il nome del liberto di Adriano al quale fu innalzato il monumento sepolcrale, del quale oggi rimane il rudere, Elio Callistio[17].

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

È raggiungibile dalle stazioni Sant'Agnese/Annibaliano e Libia.
 È raggiungibile dalla stazione di Roma Nomentana.

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Attività Sportiva Indoor

  • Somalia Sport Club: fin dagli anni '70 nel quartiere Trieste sorge uno dei più noti impianti sportivi della Capitale, l'attuale Somalia Sport Club di Largo Somalia 60 (ex American Health Club e successivamente Roman Sport Center), vera e propria istituzione nell'ambito dello sport e dell'attività sportivo-ricreativa al coperto, nel quale si sono allenati per anni, tra gli altri, importanti personaggi dello spettacolo e della politica. Nel 2014 è stato teatro di uno scandalo legato al fallimento della società che lo gestiva, che ne causò la chiusura estemporanea. A seguito di questo evento, l'impianto rimase chiuso per oltre un anno, finché non è stato riaperto da una nuova società a fine 2015. Tornato oggi al vecchio splendore con il nome di Somalia Sport Club, l'impianto rappresenta un punto di riferimento per lo sport indoor di tutto il quadrante nord della capitale.

Pallacanestro[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Separato dal fiume Aniene, nel tratto dal Ponte Salario al ponte della ferrovia regionale FL1.
  2. ^ Separato dal fiume Aniene, nel tratto dal ponte della ferrovia regionale FL1 al ponte di via delle Valli, quindi dalla ferrovia regionale FL1 fino a via Nomentana.
  3. ^ Separato da via Nomentana, dalla ferrovia regionale FL1 a viale Regina Margherita.
  4. ^ Separato da viale Regina Margherita, nel tratto da via Nomentana a via Salaria.
  5. ^ Separato da via Salaria, nel tratto da viale Regina Margherita al ponte Salario (Aniene).
  6. ^ Deliberazione del Governatore di Roma n. 3241 del 13 settembre 1946.
  7. ^ Valeria Arnaldi, Roma da paura: Orrori nascosti della città più bella del mondo, Lit edizioni, 2015 - ISBN 88-6776-206-0
  8. ^ Fabrizio Falconi, Misteri e segreti dei rioni e dei quartieri di Roma, Newton Compton, 2013 - ISBN 88-541-6013-X
  9. ^ https://romah24.com/trieste-salario/news/questa-e-la-storia-dellascensore-di-via-chiana-il-primo-mai-realizzato-in-italia-per-ledilizia-popolare/
  10. ^ La Repubblica.it, in La Repubblica. URL consultato il 29 maggio 2011.
  11. ^ Lo sapevate? I Beatles nel 1965 fecero il bagno vestiti nella Fontana delle Rane al Coppedè, su roma.vistanet.it, 8 settembre 2021. URL consultato il 22 settembre 2022.
  12. ^ Liceo Scientifico Amedeo Avogadro, su liceoavogadro.gov.it. URL consultato il 14 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2016).
  13. ^ Istituto d'istruzione superiore "Giosuè Carducci", su iisviaasmara28.it. URL consultato il 14 maggio 2016.
  14. ^ Istituto Comprensivo Via Volsinio, su istitutoviavolsinio.it. URL consultato il 14 maggio 2016.
  15. ^ Istituto Comprensivo "Luigi Settembrini", su luigisettembrini.gov.it. URL consultato il 14 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2016).
  16. ^ Istituto comprensivo Sinopoli- Ferrini, su icsinopoliferrini.gov.it. URL consultato il 16 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 9 febbraio 2017).
  17. ^ Deliberazione n. 1864 del Consiglio Comunale del 1º ottobre 1958.
  18. ^ a b Il campionato regionale sul sito della FIP

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giorgio Carpaneto e altri, I quartieri di Roma, Roma, Newton Compton Editori, 1997, ISBN 978-88-8183-639-0.
  • Giorgio Carpaneto, QUARTIERE XVII. TRIESTE, in I Rioni e i Quartieri di Roma, vol. 7, Roma, Newton Compton Editori, 1991.
  • Claudio Rendina e Donatella Paradisi, Le strade di Roma, vol. 1, Roma, Newton Compton Editori, 2004, ISBN 88-541-0208-3.
  • Claudio Rendina, I quartieri di Roma, vol. 1, Roma, Newton Compton Editori, 2006, ISBN 978-88-541-0594-2.

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