Tribunale internazionale

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Il tribunale penale internazionale, un esempio di tribunale internazionale permanente

Un tribunale internazionale è un organo giurisdizionale creato per mezzo di un trattato internazionale che ne disciplina competenze, giurisdizione e norme procedimentali.

Tipologie[modifica | modifica wikitesto]

Può essere permanente, con giurisdizione non retroattiva ma non limitata ad un lasso di tempo determinato, ed allora è generalmente denominato corte. Oppure può essere ad hoc, con giurisdizione limitata ad un lasso di tempo, un territorio, a eventi ben definiti, di solito con riferimento a crimini commessi precedentemente alla sua istituzione. Viene considerato misto, nel caso in cui vi è la collaborazione tra la nazione dove sono stati perpetrati i presunti crimini, definiti in appositi trattati, e organizzazioni internazionali quali le Nazioni Unite. Vi sono anche tribunali storici che hanno creato le basi per la moderna giurisprudenza internazionale e che sono attualmente inattivi. Di seguito una breve rassegna dei tribunali internazionali a livello mondiale ed europeo.

Tribunali e corti internazionali[modifica | modifica wikitesto]

1899

1946

1982

  • ITLOS: International Tribunal for the Law of the Sea, Tribunale internazionale del diritto del mare. Organismo indipendente delle Nazioni Unite, con sede ad Amburgo, creato con la "IIIª Convenzione internazionale sulla legge del mare" che si tenne a Montego Bay, in Giamaica, il 10 dicembre 1982. Ha giurisdizione sui contenziosi tra le 149 nazioni aderenti riguardo ai requisiti di sicurezza delle navi, i diritti di pesca nelle acque internazionali, la divisione delle acque territoriali nazionali e i divieti di pesca delle specie marine protette dalle convenzioni internazionali. Sito web

1993

1994

2002


Ambito europeo[modifica | modifica wikitesto]

1959

1988

  • CJEC: Court of Justice of the European Union, Corte di giustizia dell'Unione europea. Ha il compito di garantire l'osservanza del diritto nell'interpretazione e nell'applicazione dei trattati istitutivi delle comunità europee, nonché delle norme adottate dalle istituzioni comunitarie competenti. Sito web

Tribunali 'misti'[modifica | modifica wikitesto]

2001

  • ECCC : Extraordinary Chambers in the Courts of Cambodia, "Tribunale speciale della Cambogia è "una corte nazionale sostenuta da personale internazionale e istituita in accordo con le leggi cambogiane. Ha giurisdizione sui presunti crimini di genocidio, crimini contro l'umanità e gravi violazioni delle convenzioni di Ginevra perpetrati nel periodo tra il 17 aprile 1975 al 6 gennaio 1979 dai leader superiori della Kampuchea Democratica e dai maggiori responsabili dei crimini stessi. Sull'appartenenza o no di alcuni imputati ad almeno una delle due categorie (e quindi sulla loro procedibilità da parte del tribunale) sono sorte controversie tra i giudici internazionali e i giudici nazionali.

Sito UNAKRT Nazioni Unite Sito ECCC

2002

2007

  • STL : Special Tribunal for Lebanon, Tribunale speciale per il Libano è un tribunale speciale per perseguire legalmente i responsabili dell'attentato del 14 febbraio 2005 a Beirut in cui sono morte 22 persone e il premier Rafiq Hariri. In seguito alla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1664 (2006), l'ONU e il governo libanese hanno richiesto congiuntamente la creazione di un tribunale speciale. La risoluzione del Consiglio di sicurezza 1757(2007) del 30 maggio 2007 ha definito la giurisdizione lo Statuto del Tribunale speciale per il Libano, entrato in vigore il 10 giugno 2007. Ha iniziato le attività il 1º marzo 2009. Sede: L'Aia, Paesi Bassi. Sito web Archiviato il 26 luglio 2019 in Internet Archive.

2013

  • Extraordinary African Chambers, con cui nel 2017 è stato processato e condannato a Dakar Hissène Habré.

Tribunali internazionali chiusi[modifica | modifica wikitesto]

Accusati durante un'udienza del Tribunale militare a Norimberga

1945-1946

1945-1946

1946-1948

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Come per il successivo per il Ruanda, questo tribunale ha riversato i suoi ultimi procedimenti nell’International Residual Mechanism for Criminal Tribunals, noto anche come IRMCT, che è un tribunale internazionale istituito dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nel 2010 per svolgere le restanti funzioni del Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia (ICTY) e dell’International Criminal Tribunal for Rwanda (ICTR) a seguito del completamento dei rispettivi mandati. Sia l'ICTY che l'ICTR dovevano essere istituzioni temporanee le cui ultime attività si sarebbero concluse dopo il completamento del loro mandato per indagare sui crimini. Sebbene entrambi i tribunali abbiano completato sostanzialmente tutti i loro mandati, ci sono funzioni residue che potrebbero essere espletate ancora per molti altri anni: ad esempio, potrebbero essere condotti processi futuri una volta catturati gli imputati fuggiaschi rimanenti; le persone condannate potrebbero ancora presentare una richiesta di rilascio anticipato; potrebbe essere necessario modificare gli ordini di protezione per i testimoni; gli archivi che contengono documenti riservati devono essere salvaguardati. Al fine di sorvegliare in modo efficiente le funzioni residue dell'ICTY e dell'ICTR, il 22 dicembre 2010 il Consiglio di sicurezza ha approvato la risoluzione 1966 , che ha creato il Meccanismo. Il Consiglio di sicurezza ha inoltre previsto che il Meccanismo sia "una struttura piccola, temporanea ed efficiente, le cui funzioni e dimensioni diminuiranno nel tempo, con un numero limitato di dipendenti commisurati alle sue funzioni ridotte". Il meccanismo continuerà a funzionare fino a quando il Consiglio di sicurezza non deciderà diversamente; tuttavia sarà soggetto a una revisione di due anni a partire dal 2016. Il meccanismo comprende due rami: un ramo copre le funzioni ereditate dall'ICTR e si trova ad Arusha, in Tanzania, ed ha iniziato a funzionare il 1º luglio 2012. L'altra filiale si trova a L'Aia, in Olanda, e ha iniziato a funzionare il 1º luglio 2013.
  2. ^ (EN) International Criminal Tribunal for Rwanda, su unictr.org. URL consultato il 2 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2011).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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