Traute Lafrenz

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Traute Lafrenz (Amburgo, 3 maggio 1919Charleston, 6 marzo 2023[1]) è stata un'attivista e medica tedesca naturalizzata statunitense. Membro del gruppo antinazista della Rosa Bianca, riuscì a sopravvivere alle indagini della Gestapo a differenza di altri membri del gruppo come Hans e Sophie Scholl.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Educazione[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1933, all'etá di 14 anni, si trasferì dalla Klosterschule al Lichtwark-Gymnasium, un liceo artistico sperimentale che seguiva la "Nuova Educazione" (Reformpädagogik), movimento cui appartengono anche le scuole Steineriane. Qui conobbe Heinz Kucharski e seguì le lezioni di Erna Stahl, che continuò ad insegnare seguendo i valori liberali e musicali della "Nova Educazione" anche dopo la presa del potere del nazismo finché non fu allontanata con un provvedimento disciplinare nel 1935. Queste lezioni vengono ricordate da lei come "un regalo per l'intera vita".[2] Fu qui che si avvicinò alla filosofia di Rudolf Steiner ed all'antroposofia, filosofia in cui si è riconosciuta fino alla sua morte e che fu la base della sua opposizione al nazismo.[3]

Nel 1937, dopo la chiusura delle scuole miste (coeducazione) e la trasformazione del Lichtwark-Gymnasium in una scuola per soli ragazzi, fece ritorno alla Klosterschule (che malgrado il nome era una scuola statale) dove si diplomò nel 1938 assieme alla sua amica Margaretha Rothe che poi diventerà assieme a lei membro della Rosa Bianca ad Amburgo.

Iniziò quindi con Margaretha a studiare medicina all'Università di Amburgo nel semestre estivo del 1939. Concluso il semestre fu costretta a svolgere il Reichsarbeitsdienst in Pomerelia. Qui ebbe modo di conoscere Alexander Schmorell, che sarà con Hans Scholl il fondatore della Rosa Bianca.

Monaco e la Rosa Bianca[modifica | modifica wikitesto]

Nel maggio 1941 si trasferì a Monaco di Baviera, dove conobbe Hans Scholl e Christoph Probst. In questo periodo, nella sua convinta opposizione al governo nazista di Adolf Hitler trovò ispirazione dagli scritti del filosofo austriaco Rudolf Steiner.

Frequentò molti incontri del gruppo della Rosa Bianca inclusi quelli con Kurt Huber. Alla fine del 1942 fu lei a portare il terzo volantino del gruppo ad Amburgo facendosi aiutare nella distribuzione dal suo già compagno di scuola Heinz Kucharski.

Quando, il 18 febbraio 1943, Hans e Sophie Scholl furono arrestati e poi giustiziati il 22, fu l'unica non parente stretta a partecipare ai funerali, nonostante la presenza delle SS fuori dalla chiesa. Fu arrestata il 15 marzo e messa a processo assieme ad Alexander Schmorell e Kurt Huber. Fu condannata il 19 aprile 1943 a un anno di prigione per complicità. Dopo il suo rilascio fu arrestata nuovamente dalla Gestapo nel corso delle indagini sulla filiale di Amburgo della Rosa Bianca e fu liberata soltanto nel 1945 dall'arrivo a Baureuth delle truppe americane.[4]

Dopo la guerra[modifica | modifica wikitesto]

Tornò a Monaco e si laureò in medicina.

Nel 1947 si trasferì negli Stati Uniti dove si sposò ed ha avuto quattro figli. Ha vissuto a San Francisco ed a Chicago, dove è stata preside di una scuola per bambini svantaggiati per ventitré anni. Ha vissuto gli ultimi anni della sua vita a Charleston, in Carolina del Sud, dov'è morta il 6 marzo 2023.[4] Negli Stati Uniti è divenuta una grande esperta e sostenitrice dell'antroposofia.

Nel 2019, in occasione del suo centesimo compleanno, ha ricevuto l'Ordine al merito di Germania.[5]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Ordine al merito di Germania[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Traute Page Obituary (1919-2023), su legacy.com.
  2. ^ Ursula Meier, Erna Stahl Zeugnisse ihres Wirkens im Hamburger Schulwesen nach 1945 und Betrachtungen aus ihrer späteren Lebenszeit, 2010, ISBN 978-3-8300-5473-3, OCLC 697830641. URL consultato il 1° marzo 2022.
  3. ^ Claas Relotius e Intervista con Traute Lafrenz., Kehrt nicht auch das Böse, wenn man es lässt, eines Tages zurück?, in Der Spiegel, vol. 2018, n. 39.
  4. ^ a b c (DE) Tomas Kittan, Ich bin die letzte Weiße Rose, su Bild, 11 agosto 2018. URL consultato il 16 ottobre 2019.
    (EN) Tomas Kittan, I am the last White Rose, su Bild, 11 agosto 2018. URL consultato il 16 ottobre 2019.
  5. ^ (EN) Asher Stockler, Traute Lafrenz Fought Nazi Propaganda During WWII, Germany Just Bestowed Her With Its Highest Honor, su newsweek.com, 5 marzo 2019. URL consultato il 4 settembre 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Claas Relotius, Kehrt nicht auch das Böse, wenn man es lässt, eines Tages zurück?, Spiegel 39/2018. Intervista con Traute Lafrenz.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN221629932 · ISNI (EN0000 0003 6093 4449 · LCCN (ENnb2012006728 · GND (DE1021770701 · WorldCat Identities (ENlccn-nb2012006728
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