Trascrizioni dall'Arte della fuga per quartetto d'archi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Trascrizioni dall'Arte della fuga per quartetto d'archi
CompositoreStefano Scodanibbio
Epoca di composizione2007-2008
Durata media25 min
Organico2 viole, violino, contrabbasso
Movimenti
  1. Contrapunctus I (2007)
  2. Contrapunctus IV (2008-2009)
  3. Contrapunctus V (2009)

Le Trascrizioni dall'Arte della fuga per quartetto d'archi sono arrangiamenti di tre contrappunti tratti dall'Arte della fuga di Johann Sebastian Bach, trascritti tra il 2007 e il 2008 dal compositore italiano Stefano Scodanibbio per quartetto d'archi.

L'opera[modifica | modifica wikitesto]

Queste trascrizioni di tre contrappunti da Johann Sebastian Bach fanno parte di una serie di versioni che Stefano Scodanibbio portò a compimento negli ultimi anni di vita a partire da composizioni, tra gli altri, di Luciano Berio, Claudio Monteverdi e da canzoni popolari spagnole e messicane.

Gli arrangiamenti dei contrappunti dall'Arte della fuga per l'organico di un quartetto d'archi sono un programma radicale di trascrizione che comprende l'aggiunta di voci, lo spostamento di alcuni armonici di un'ottava e un drastico rallentamento del tempo di esecuzione. In questo modo, rispetto alla composizione originale le versioni di Scodanibbio permettono di udire molto distintamente le diverse voci:

«I tre “Contrappunti” dall'Arte della fuga sono distillati in forme gelide, scheletriche, sculture di ghiaccio, sonorità lente ma risplendenti.»

Come nelle altre versioni e trascrizioni per quattro voci del suo repertorio, Scodanibbio lavora sugli armonici, ottenendo l'effetto di una musica che sembra fluttuare nello spazio:

«Questi arrangiamenti o ri-composizioni per quartetto d'archi ricordano i suoni eterei della glassharmonica di Mozart

I tre contrappunti compongono un'avvolgente sequenza di suoni sofisticati, un arrangiamento altamente immaginativo giocato su tempi glaciali, pieni di armonici misteriosi e sequenze sorprendenti[3] destinati a “un ascolto a notte fonda”[2], una rarefazione squisitamente dissonantica:

«Il compositore abruzzese ha voluto dimostrare (riuscendoci perfettamente) che nella musica il concetto di rarefazione, di prosciugamento timbrico e stilistico può dare luogo a risultati di grande fascino. […] Gli strumenti ad arco si trasformano in altrettante voci con le quali il suono si plasma, adottando miriadi di forme e di figure.»

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Quartetto Prometeo, Stefano Scodanibbio. Reinventions, ECM New Series, n. serie 2072, registrazione gennaio 2011.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Andy Gill, Album Review: Stefano Scodanibbio, Reinventions, su independent.co.uk, The Independent, 15 marzo 2013. URL consultato il 19 marzo 2014.
  2. ^ a b (EN) Peter Grahame Woolf, Album Review: Stefano Scodanibbio Reinventions, su musicalpointers.co.uk, Musical Pointers. URL consultato il 19 marzo 2014.
  3. ^ (EN) Graham Rickson, Classical Cds Weekly: Scodanibbio, Shostakovich, Nigel Kennedy, su theartsdesk.com, The ArtsDesk.com, 3 marzo 2013. URL consultato il 19 marzo 2014.
  4. ^ Andrea Bedetti, S.Scodanibbio, Reinventions, Quartetto Prometeo, su cdclassico.com, CD Classico. URL consultato il 19 marzo 2014.
  Portale Musica classica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Musica classica