Theodor W. Adorno

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Theodor W. Adorno a Heidelberg nel 1965

Theodor Ludwig Wiesengrund Adorno (Francoforte sul Meno, 11 settembre 1903Visp, 6 agosto 1969) è stato un filosofo, sociologo, musicologo e compositore tedesco.

Fu esponente della Scuola di Francoforte e si distinse per una critica radicale alla società e al capitalismo avanzato. Oltre ai testi di carattere sociologico, nella sua opera sono presenti scritti inerenti alla morale e all'estetica, nonché studi critici sulla filosofia di Hegel, Husserl e Heidegger. Alla riflessione filosofico-sociologica affiancò per tutta la sua esistenza un'imponente attività musicologica.

Studente all'Università di Francoforte, l'amicizia personale con Max Horkheimer lo pose in contatto con l'Istituto di ricerche sociali di Francoforte sul Meno. L'avvento del nazismo lo costrinse all'esilio, prima ad Oxford e, successivamente, negli Stati Uniti. Qui fu particolarmente impegnato in progetti sociologici all'avanguardia come il Radio Research Project e soprattutto nell'indagine sulla personalità autoritaria.

Ritornato in Germania nei primi anni cinquanta, le sue lezioni all'Università di Francoforte registrarono una crescente partecipazione, e si accresceva in Europa la fama del seminario da lui svolto con Max Horkheimer sulle tematiche hegeliane.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Adorno nasce a Francoforte sul Meno nel 1903, figlio unico di Oscar Alexander Wiesengrund (1870-1946), un benestante commerciante di vini tedesco di origine ebraica, convertitosi alla religione protestante da ragazzo, e di Maria Calvelli-Adorno della Piana (1865-1952), cantante lirica e pianista còrsa, devotamente cattolica.[1] Nel 1921 si iscrive all'Università di Francoforte, seguendo i corsi di filosofia, sociologia, psicologia e musica. Conosce Max Horkheimer, Friedrich Pollock e Walter Benjamin. Dopo soli tre anni presenta una «Promotion» sulla Fenomenologia di Husserl. Negli anni 1925-1926 si trasferisce a Vienna dove conosce Arnold Schönberg e studia composizione privatamente con Alban Berg. A Francoforte, fra il 1928 e il 1932, prende contatto con l'Istituto per la ricerca sociale, allora diretto da Carl Grünberg, storico del movimento operaio. A Berlino frequenta circoli marxisti conoscendo Ernst Bloch, Bertolt Brecht e Kurt Weill. Nel 1931 consegue l'abilitazione all'insegnamento con il saggio Kierkegaard. La costruzione dell'estetico. Dopo la nomina di Hitler a cancelliere nel 1933, l'Istituto viene chiuso e Adorno privato della venia docendi. Fra il 1934 e il 1939, per ragioni di sicurezza, assume il cognome non ebreo della madre e pubblica sulla Zeitschrift für Sozialforschung il saggio Sul jazz e quello intitolato Il carattere di feticcio in musica e il regresso dell'ascolto. Nel 1937 sposa Margarete Karplus. Si trasferisce negli anni 1938-1940 a New York, dove collabora con l'Istituto per la ricerca sociale. Con Paul Lazarsfeld assume la direzione del Princeton Radio Research Project. Nel 1941 raggiunge Max Horkheimer a Los Angeles, collaborando con quest'ultimo alla stesura di Dialettica dell'illuminismo. Fra il 1942 e il 1949 scrive Filosofia della musica moderna e Minima moralia. Inizia la collaborazione col «Berkeley Project on the Nature and Extent Antisemitism» curandone il primo volume intitolato La personalità autoritaria. Ritorna a Francoforte nel 1949, dopo la ricostruzione dell'Istituto per la ricerca sociale, la cui direzione viene data a Max Horkheimer. Molti dei membri di origine ebraica, tra cui Herbert Marcuse, Leo Löwenthal, Erich Fromm, rifiutano tuttavia di far ritorno in Germania. Adorno riceve la cattedra di sociologia e filosofia. Nel corso degli anni sessanta pubblica una serie di monografie filosofiche e musicali e i tre volumi di Note sulla letteratura. Nel 1966 pubblica Dialettica negativa. Nel 1969 si rivolge alla polizia perché sgombri un'occupazione nei locali dell'Istituto per la ricerca sociale, di cui è direttore.[2] Per tutto il semestre le lezioni sono interrotte da occupazioni e disordini. Il 6 agosto dello stesso anno, durante un viaggio in Svizzera, Adorno muore a Visp per un attacco cardiaco.

La critica della società[modifica | modifica wikitesto]

Come Max Horkheimer e Herbert Marcuse, Adorno ha condotto una rigorosa critica della società borghese su basi hegeliane e marxiste, tenendo ampiamente conto degli apporti forniti dalla psicoanalisi freudiana. A suo avviso, con il passaggio al capitalismo monopolistico (o ai sistemi collettivistici socialisti), le relazioni interumane si riducono a pura apparenza; la vita individuale diviene pura funzione delle forze oggettive che governano la società di massa; la sfera individuale si riduce all'ambito fittizio del consumo. In tale radicale condizione, la produzione dell'alienazione si manifesta in quanto struttura e sovrastruttura risultano intrecciate in una connessione di accecamento sociale. La condizione umana, mediata dall'ideologia in questo sistema sociale diviene quella dell'alienazione individuale e della disumanizzazione dei rapporti sociali. La cultura si riduce a industria culturale — una categoria "inventata" da Adorno e Horkheimer nel libro La dialettica dell'illuminismo —, la scienza è a servizio del profitto, diventa cioè strumento di dominio sulle cose e sugli uomini. Di qui la critica condotta al neopositivismo come filosofia dell'asservimento della cultura alla tecnica e all'affermazione della filosofia come pensiero dialettico, che lo conducono a una interpretazione del marxismo in chiave anti-idealistica e anti-teleologica[3].

La musicologia[modifica | modifica wikitesto]

Pianista dilettante, Adorno fu anche compositore e allievo di Alban Berg a Vienna. Oltre alla famosa Filosofia della musica moderna, in cui contrappone dialetticamente Schönberg a Stravinskij, sono presenti nella sua produzione critica monografie su Wagner, Mahler e Berg stesso. Durante gli anni passati in America ebbe la possibilità di collaborare alle sezioni musicali del romanzo di Thomas Mann Doctor Faustus, le cui musiche sono per molti versi vere e proprie composizioni adorniane, come interamente tratte da saggi musicologici adorniani sono le lezioni[senza fonte], nel romanzo attribuite al musicologo Kretschmar.

La fortuna[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni sessanta del secolo scorso si ebbe una riscoperta[quale "riscoperta"?? Adorno era vivo e vegeto negli anni indicati] di opere di Adorno come Minima moralia del 1951, Dialettica dell'illuminismo (1947) o Dialettica negativa (1966) legata al fatto che da esse trasse ispirazione parte della "nuova sinistra", soprattutto in Germania e negli Stati Uniti[senza fonte]; ma opere come Filosofia della Musica Moderna (1949) e La personalità autoritaria (1950) sono da anni tra i capisaldi della musicologia e della sociologia[senza fonte]. Studi sulla sua filosofia vengono tuttora pubblicati regolarmente.

Dialettica negativa[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Dialettica negativa.

Struttura del testo[modifica | modifica wikitesto]

Parte prima. Rapporto con l'ontologia

  • I. Il bisogno ontologico
  • II. Essere ed esistenza

Parte seconda. Dialettica negativa. Concetto e categorie

Parte terza. Modelli

  • I. Libertà. Per la metacritica della ragion pratica
  • II. Spirito del mondo e storia naturale. Excursus su Hegel
  • III: Meditazioni sulla metafisica

Contenuto[modifica | modifica wikitesto]

La prima parte dell'opera ("Rapporto con l'ontologia") è dedicata alla discussione della filosofia di Heidegger; la seconda parte ("Dialettica negativa. Concetto e categorie") propone la visione adorniana della dialettica in un serrato confronto con Hegel; la terza parte ("Modelli") consiste soprattutto in una discussione delle posizioni di Kant e di Hegel e del concetto di metafisica.

Mentre in Dialettica dell'illuminismo Adorno sostiene la difesa dell'individuo contro il totalitarismo del sistema sociale, in Dialettica negativa la critica si sposta sul piano logico, nella difesa del particolare contro l'universale.

«La Dialettica negativa avrebbe fallito il suo scopo se si lasciasse riassumere. Il significato del libro non sta quindi nella sua impostazione esteriore, ma questa è soltanto il supporto di un movimento incessante del pensiero che spesso rasenta l'astrusità, come riconosce l'autore stesso, ma investe una gamma vastissima di problemi definendoli in poche frasi lapidarie là dove altri non giungerebbe alla stessa profondità attraverso analisi esaustive. I protagonisti del pensiero occidentale, dai greci agli idealisti tedeschi fino ai fenomenologi e agli esistenzialisti, appaiono e scompaiono quasi in ogni pagina come evocati e travolti dal ritmo del pensiero, ma insieme a loro vengono "citati" (anche nel senso giudiziario) scrittori e artisti, situazioni e fatti storici. Sullo sfondo sta sempre il marxismo, poiché la dialettica negativa nega anzitutto la condizione attuale del mondo e apre la vista su ciò che non è, sull'utopia, ma la filosofia viene rivendicata contro la condanna marxiana in quanto "è stato mancato il momento della sua realizzazione", la rivoluzione non c'è stata o è insabbiata e quindi il pensiero filosofico deve continuare ad opporre alla cattiva totalità dell'esistente quel gesto dimesso e impotente, ma risoluto e incisivo che sta alla base della grandezza e dei limiti del pensatore di Francoforte.»

Scritti[modifica | modifica wikitesto]

Saggi filosofici e sociologici[modifica | modifica wikitesto]

  • Kierkegaard. Konstruktion des Ästhetischen, Tübingen, 1933; trad. it. di A. Burger Cori Kierkegaard. La costruzione dell'estetico, Longanesi, Milano, 1962
  • Dialektik der Aufklärung (o Dialettica dell'illuminismo) (con Max Horkheimer), Querido Verlag, Amsterdam 1947; trad. it. di Renato Solmi, introduzione di Carlo Galli, Einaudi, Torino 1997 (prima ed. Einaudi, Torino, 1966)
  • Minima moralia. Reflexionen aus dem beschädigten Leben. Suhrkamp, Frankfurt am Main 1951; trad. it. di Renato Solmi, Minima moralia. Meditazioni della vita offesa, Einaudi, Torino 1994
  • Zur Metakritik der Erkenntnistheorie. Studien über Husserl und die phänomenologischen Antinomien, Kohlhammer, Stuttgart 1956; trad. it. di A. Burger Cori, Sulla metacritica della gnoseologia: studi su Husserl e sulle antinomie della fenomenologia, SugarCo, Milano 1964
  • Theorie der Halbbildung, 1959; trad. it. A. M. Solmi, Teoria dell'Halbbildung, trad. it. A. M. Solmi, Teoria dell'Halbbildung, postfazione di Giancarla Sola, Il Melangolo, Genova, 2010
  • Drei Studien zu Hegel, Suhrkamp, Frankfurt am Main 1963; trad. it. di F. Serra, Tre studi su Hegel, Il Mulino, Bologna 1971
  • Negative Dialektik, Suhrkamp, Frankfurt am Main 1966, trad. it. di P. Lauro, Dialettica negativa, introduzione e cura di S. Petrucciani, Einaudi, Torino 2004
  • Komposition für den Film (con Hanns Eisler), München 1969; trad. it. Newton Compton Editori 1975, prefazione di Massimo Mila
  • Stichworte. Kritische Modelle, Frankfurt am Main 1969; trad. it. di M. Agati, Parole chiave. Modelli critici, saggio introduttivo di Tito Perlini, SugarCo, Milano 1969
  • Ästhetische Theorie, Suhrkamp, Frankfurt am Main 1970; trad. it. di E. de Angelis Teoria Estetica, Einaudi, Torino 1975.
  • Jargon der Eigentlichkeit. Zur deutschen Ideologie, Suhrkamp, Frankfurt am Main 1970; trad. it. di P. Lauro Il gergo dell'autenticità. Sull'ideologia tedesca, introduzione di R. Bodei, Bollati Boringhieri, Torino 1989
  • Philosophische Terminologie, Suhrkamp Verlag, Frankfurt am Main 1973; trad. it. di Anna Solmi Terminologia filosofica, prefazione di Stefano Petrucciani, Ed. Mondolibri-Mondadori, Milano 2008
  • The Authoritarian Personality (con Frenkel-Brunswik E., Levinson D. J. e Sanford R.M.), New York: Harper 1950. Trad. it: Adorno, Frenkel-Brunswik et al. La personalità autoritaria, introduzione di Giovanni Jervis, Edizioni di Comunità, Milano 1973 (due volumi)
  • Il nulla positivo. Gli scritti su Beckett, a cura di Gabriele Frasca, L'orma editore, Roma 2019, ISBN 978-88-997-9365-4

Musicologia[modifica | modifica wikitesto]

  • Filosofia della musica moderna (1949)
  • Dissonanze (1956) [originale: Dissonanzen. Musik in der verwalteten Welt. Göttingen 1956]
  • Wagner (1952)
  • Klangfiguren
  • Mahler (1960)
  • Introduzione alla sociologia della musica (1962)
  • Il fido maestro sostituto (1963)
  • Momenti musicali (1964)
  • Impromptus (1968)
  • Berg (1968)
  • Long play e altri volteggi della puntina, traduzione italiana a cura di Massimo Carboni, Castelvecchi editore (2012)

Composizioni musicali[modifica | modifica wikitesto]

  • Für Sebastian Wedler (1919)
  • 6 Studies for string quartet (1920)
  • Piano piece (1921)
  • String quartet (1921)
  • 3 stories by Theodor Däubler for female chorus (1923–1945)
  • 2 Pieces for string quartet, Op. 2 (1925/26)
  • 7 short works for orchestra, Op.4 (1929)
  • 3 Short Pieces for piano (1934)
  • 2 songs for voice & orchestra after Mark Twain's "Indian Joe" (1932/33)
  • Kinderjahr – Six Piano pieces from op. 68 of Robert Schumann (1941)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Stefan Müller-Doohm, Adorno: A Biography, Polity, 2005, p. 17, ISBN 978-0-7456-3108-0. URL consultato l'11 ottobre 2023.
  2. ^ Stefano Petrucciani, Introduzione a Adorno, Roma, Laterza, 2007. ISBN 978-88-420-8121-0.
  3. ^ Cfr. Intervista a Giuseppe Bedeschi, nella collezione dell'Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche., su emsf.rai.it. URL consultato il 22 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 19 dicembre 2014).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • T. Perlini, Che cosa ha veramente detto Adorno, Ubaldini, Roma 1971
  • M. Vacatello, Th.W. Adorno. Il rinvio della prassi, La Nuova Italia, Firenze 1972
  • A. Serravezza, Musica, filosofia e società in Th.W. Adorno, Dedalo, Bari 1976
  • Enzo Rutigliano, Teoria o Critica; saggio sul marxismo di Adorno, Bari Dedalo, 1977
  • R. Nebuloni, Dialettica e storia in Th.W. Adorno, Vita e Pensiero, Milano 1978
  • M. Protti, Homo Theoreticus. Saggio su Adorno, Franco Angeli, Milano 1978
  • C. Pettazzi, Th.W. Adorno: linee di origine e di sviluppo del pensiero (1903-1949), La Nuova Italia, Firenze 1979
  • M. Barzaghi, Dialettica e materialismo in Adorno, Bulzoni, Roma 1982
  • M. Jay, Adorno (1984), trad. it. Theodor W. Adorno, Il Mulino, Bologna 1987
  • A. Wellmer, Zur Dialektik von Moderne und Postmoderne. Vernunftkritik nach Adorno (1985), trad. it. La dialettica moderno-postmoderno: la critica della ragione dopo Adorno, Unicopli, Milano 1987
  • F. Di Lorenzo Ajello, Conoscenza e immaginazione. Saggio sulla teoria della conoscenza di Theodor W. Adorno, Tempi Moderni, Napoli 1988
  • R. Ruschi, Lo spirito di natura dell'arte. Un itinerario nel pensiero estetico di Th.W. Adorno, Unicopli, Milano 1990
  • A. Lanza, Musica e società di massa, in: Il secondo Novecento (Storia della musica, 12), EDT, Torino, 1991
  • A. Arbo, Dialettica della musica. Saggio su Adorno, Guerini e Associati, Milano 1991
  • M. Nardi, Pensare nella verità. L'itinerario della ragione dialettica in Th.W. Adorno, Studium, Roma 1993
  • F. Jameson, Late Marxism. Adorno or the Persistence of the Dialectic (1990), trad. it. Tardo marxismo: Adorno, il postmoderno e la dialettica, manifestolibri, Roma 1994
  • P. Lauro, Per il concreto. Saggio su Th.W. Adorno, Guerini e Associati, Milano 1994
  • E. Tavani, L'apparenza da salvare. Saggio su Th.W. Adorno, Guerini e Associati, Milano 1994
  • A. Cicatello, Dialettica negativa e logica della parvenza. Saggio su Th.W. Adorno, il melangolo, Genova 2001
  • S. Müller-Doohm, Adorno. Eine Biographie (2003), trad. it. Theodor W. Adorno. Biografia di un intellettuale, Carocci, Roma 2003
  • A. Ialenti, La natura problematica della dialettica negativa in T.W.Adorno, Morlacchi editore, Perugia 2004
  • S. Moravia, Adorno. Filosofia dialettico-negativa e teoria critica della società, Milano, Mimesis Edizioni, 2004
  • P. Pellegrino, Teoria critica e teoria estetica in Th.W. Adorno, Editrice Argo, Lecce 2004
  • M. Maurizi, Adorno e il tempo del non-identico. Ragione, progresso, redenzione, Jaca Book, Milano 2004
  • Theodor W. Adorno. La ricezione di un maestro conteso, a cura di M. Ferrari e A. Venturelli, Leo Olschki, Firenze 2005
  • L. Cortella, Una dialettica nella finitezza. Adorno e il programma di una "Dialettica negativa", Meltemi, Roma 2006
  • A. Bellan, Trasformazioni della dialettica. Studi su Th.W. Adorno e la teoria critica, Il Poligrafo, Padova 2006
  • S. Zurletti, Il concetto di materiale musicale in Th.W. Adorno, Il Mulino, Bologna 2006
  • S. Petrucciani, Introduzione a Adorno, Laterza, Roma-Bari 2007 ISBN 978-88-420-8121-0
  • (EN) David Jenemann, Adorno in America, University of Minnesota Press, 2007 ISBN 978-0-8166-4809-2.
  • Theodor W. Adorno. Il maestro ritrovato, a cura di L. Pastore e Th. Gebur, manifestolibri, Roma 2008
  • G. Danese, Theodor Wiesengrund Adorno, il compositore dialettico, prefazione di Elio Matassi, Rubbettino editore, Soveria Mannelli (Catanzaro), 2008
  • Giacomo Fronzi, Theodor W. Adorno. Pensiero critico e musica, Milano, Mimesis Edizioni, 2011.
  • (DE) Martin Mittelmeier, Adorno in Neapel (Adorno a Napoli), Siedler Verlag, 2013, ISBN 978-3-8275-0031-1.
  • Mario Lupoli, Platone e il concetto di ragione in Horkheimer e Adorno, in Platone nel pensiero moderno e contemporaneo vol. XI (a cura di A. Muni), Limina Mentis, 2017
  • Federici Libero, "Il prisma della violenza e la gorgone del potere. T. W. Adorno, V. Grossman, E. Canetti, W. Benjamin", Metabasis.it, novembre 2018, anno XIII, n. 26, pp. 1-21.

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