Il castello di Fu Manchu

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Il castello di Fu Manchu
Christopher Lee ne Il castello di Fu Manchu
Titolo originaleDie Folterkammer des Dr. Fu Man Chu
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneRegno Unito, Spagna, Germania, Italia
Anno1969
Durata92 min
Rapporto1,33:1
Generepoliziesco, orrore
RegiaJesús Franco (come Jess Franco)
SoggettoHarry Alan Towers (come Peter Welbeck), dal personaggio di Sax Rohmer
SceneggiaturaManfred Barthel, Jaime Jesús Balcázar (dialoghi spagnoli), Michael Haller (non accreditato nell'edizione inglese)
ProduttoreHarry Alan Towers
FotografiaManuel Merino
MontaggioJohn Colville
MusicheCarlo Camilleri
ScenografiaSantiago Ontañón
Interpreti e personaggi

Il castello di Fu Manchu (Die Folterkammer des Dr. Fu Man Chu) è un film del 1969 diretto da Jesús Franco (come Jess Franco), con Christopher Lee nel ruolo del protagonista.

È l'ultimo dei cinque film dedicati al personaggio del diabolico dottor Fu Manchu ideato da Sax Rohmer, prodotti da Harry Alan Towers e interpretati da Christopher Lee fra il 1965 e il 1968.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Nel film la celebre scalinata del Parco Güell di Barcellona diventa quella del castello del dottor Fu Manchu.

Il film è una coproduzione tra Gran Bretagna, Spagna, Germania e Italia destinata al mercato internazionale. Ai capitali della Towers of London di Harry Alan Towers si aggiunsero quelli della Tilma Films e della Balcázar Producciones Cinematográficas, entrambe di Barcellona, della Terra Filmkunst di Berlino e della Italian International Film.

Il soggetto fu scritto dal produttore Harry Alan Towers, accreditato con lo pseudonimo di Peter Welbeck.[1] Fu girato tra Istanbul, Londra e Barcellona. Per il castello del titolo fu utilizzato Parco Güell di Antoni Gaudí a Barcellona. Il formato utilizzato per le riprese, modificabile in sede di proiezione, suggerisce una destinazione diversa e parallela a quella cinematografica: il mercato televisivo.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati diffusi dall'ANICA, il film uscì in Germania Ovest il 30 maggio 1969 con il titolo Die Folterkammer des Dr. Fu Man Chu, mentre dovette attendere alcuni anni prima di essere proiettato nelle sale britanniche (1972) e spagnole (a Madrid El castillo de Fu Manchu uscì il 28 maggio 1973).

Titoli alternativi[modifica | modifica wikitesto]

  • The Torture Chamber of Fu Manchu (USA)
  • Assignment Istanbul: titolo col quale il film fu trasmesso in televisione negli Stati Uniti nel 1972, in bianco e nero.
  • La isla de la muerte[1]

Edizioni in DVD[modifica | modifica wikitesto]

The Castle of Fu Manchu è stato pubblicato in DVD negli Stati Uniti dalla Blue Underground e in Spagna dalla Manga Films. L'edizione americana è integrale e presenta il film nel formato in cui quasi certamente fu proiettato nelle sale (1.66:1). L'edizione spagnola, leggermente tagliata e inferiore quanto a definizione dell'immagine, presenta il film nel formato in cui fu girato (1.33:1) per essere trasmesso in televisione. Si attende ancora un'edizione italiana.

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Secondo Fantafilm, "Il film chiude in sottotono la classica saga cinematografica del dottor Fu Manchu impoverendola ai livelli di un banale fantapoliziesco, artificioso e convenzionale nell'intreccio. Christopher Lee interpreta il genio del Male con la consueta professionalità, ma il suo personaggio è ormai ben lontano dalla diabolica nobiltà del mandarino cinese scaturito dalla penna di Sax Rohmer."[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Bruno Lattanzi e Fabio De Angelis (a cura di), Il castello di Fu Manchu, in Fantafilm. URL consultato il 18 ottobre 2014.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Pierpaolo De Sanctis, Justine ovvero le disavventure della virtù, in Succubus 2. Guida al cinema di Jess Franco, Nocturno Dossier allegato a Nocturno Cinema n. 61, Anno XII, agosto 2007, a cura di Roberto Curti e Francesco Cesari, p. 5.
  • (FR) Alain Petit, Manacoa Files IV, Cine-Zine-Zone 120, pp. 141–144.
  • (EN) Lucas Balbo, Peter Blumenstock, Christian Kessler, Tim Lucas, Obsession - The Films of Jess Franco, 1993, pp. 64–66.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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