Tetrafarmacum

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Il tetrafarmacum (in greco antico: τετραφάρμακον?) era un composto farmaceutico, proveniente dall'antica Grecia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

In Grecia questo era un miscuglio di cera, resina di pino, pece e grasso animale, soprattutto di origine suina[1].

Chiamato così proprio per l'unione di queste quattro sostanze, ("tetra", in greco, significa "quattro", mentre "farmakon" propriamente identificava il veleno)[2], a Roma il termine tetrafarmacum era un complicato e costoso piatto della cucina romana. Conteneva mammelle di scrofa, fagiano, cinghiale e prosciutto.

La sola fonte che ha permesso di conoscere e di tramandare fino ai giorni nostri il tetrafarmacum è la Historia Augusta, che lo menziona tre volte[3]. Tutte e tre provengono dalla biografia di Adriano, che non è giunta a noi. Lucio Elio Cesare (morto nel 138) inventò il piatto culinario, che piaceva molto all'imperatore Adriano, ma anche ad Alessandro Severo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Juhani Norri, Dictionary of Medical Vocabulary in English. URL consultato il 3 agosto 2018.
  2. ^ NS - tetrafarmacum, su nihilscio.it. URL consultato il 3 agosto 2018.
  3. ^ (EN) Tim Cornell, The Fragments of the Roman Historians. URL consultato il 3 agosto 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Galeno, On the properties of simples (vol. 12 p. 328 Kühn).
  • Historia Augusta Adriano 21, Elio Vero 5, Alessandro Severo 30.