Test di Dickey-Fuller

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Il test di Dickey-Fuller, che prende il nome dagli omonimi statistici che l'hanno creato, David A. Dickey e Wayne A. Fuller, è un test d'integrazione utilizzato in economia.

Introduzione[modifica | modifica wikitesto]

Nell'analisi delle serie storiche in campo econometrico è possibile che si manifestino dei trend che potrebbero rendere le regressioni spurie.

Questi trend possono essere stocastici, nel caso ci sia non stazionarietà in varianza, o deterministico, nel caso la non stazionarietà sia in media.

Il test di Dickey-Fuller permette di valutare se esiste un trend nelle variabili che renda la regressione spuria. Nel caso sussista tale trend è possibile creare la differenza tra le variabili al tempo t con il tempo t-1 e lavorare su queste.

Tanto per dare un'idea del problema immaginiamo di lavorare su una regressione di due variabili: il PIL del Regno Unito e l'indice dei prezzi al consumo francese. Se effettuassimo la regressione tra queste due variabili osserveremmo che manifesterebbero una relazione significativa (R2 alto e valore p significativo), quando in realtà non esiste nessuna buona ragione economica tale per cui i due indici possano essere collegati.

Hanno lo stesso trend, ovvero entrambe le variabili tendono ad aumentare con il passare del tempo, ma in realtà non hanno relazione tra loro. È per questo che in un caso simile togliamo il trend e valutiamo la relazione che le lega nelle loro differenze.

Test[modifica | modifica wikitesto]

Per testare il trend delle singole variabili procediamo come segue: costruiamo un'autoregressione per ognuna di esse:

dopodiché sottraiamo da ambo i membri, ottenendo:

e conduciamo un test su ponendo:

,

cerchiamo quindi di capire se è uguale o minore di 1.

Se accettiamo l'ipotesi nulla allora affermiamo che esista un trend quindi, per la nostra regressione procediamo a fare una differenza, altrimenti manteniamo la variabile. Si tenga presente che la distribuzione su cui controllare tale test è diversa rispetto alla gaussiana. Il Test di Dickey-Fuller necessita di tavole apposite su cui cercare i valori critici del test.

Una volta fatte le differenze sulla variabile, è sempre bene controllare che la variabile non sia da de-trendizzare ulteriormente (quindi se era "integrabile di ordine 1", I(1), non sia integrabile di ordine j, con j>1, I(j) ). Ripetiamo dunque il test Dickey-Fuller (con j>1) per assicurarci che la variabile non è stazionaria.

Modelli[modifica | modifica wikitesto]

Solitamente vengono individuati tre modelli su cui condurre il test di Dickey Fuller. La scelta di questi verte sull'osservazione della serie storica della variabile.

Modello 1 - Una semplice random walk del tipo:

se ci aspettiamo che la regressione sia non stazionaria in varianza e che si aggiri attorno a una media nulla.

Modello 2 - Un'autoregressione a cui si aggiunge un "drift":

quando abbiamo una non stazionarietà in varianza su una media non nulla.

Modello 3 - Un'autoregressione con "drift" e "trend":

quando osserviamo dalla serie storica una non stazionarietà in media e in varianza.

Test di Dickey-Fuller aumentato[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta del medesimo test ma a differenza del precedente si fa l'ipotesi sulla seguente regressione:

Ponendo sempre .

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Manualistica[modifica | modifica wikitesto]

  • Stock, H. J. e Watson, M. W. (2009), Introduzione all'econometria, Pearson;