Tempio di Giove (Cuma)

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Tempio di Giove
Resti del tempio
CiviltàGreci, romani, bizantini e saraceni
UtilizzoTempio
Epocadal VI secolo a.C. al XIII secolo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
ComunePozzuoli
Scavi
Date scavidal 1924 al 1932
ArcheologoAmedeo Maiuri e Vittorio Spinazzola
Amministrazione
EnteParco archeologico dei Campi Flegrei
Sito webwww.pafleg.it/
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 40°50′57.84″N 14°03′04.9″E / 40.8494°N 14.05136°E40.8494; 14.05136

Il tempio di Giove è un tempio greco-romano ritrovato a seguito degli scavi archeologici sull'acropoli dell'antica città di Cuma[1].

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Fonte battesimale

Durante l'età greca, probabilmente tra il VI[1] e V secolo a.C.[2], venne costruito un primitivo tempio dedicato a Demetra, divinità molto venerata dai cumani; il tempio di Giove, di cui però non si ha alcuna testimonianza che fosse effettivamente dedicato a Giove[3], sorse sul precedente tempio e venne costruito alla fine del I secolo, in età augustea[1]; tra la fine del V e l'inizio del VI secolo venne trasformato in basilica cristiana, dedicata a san Massimo martire[4] e diventando cattedrale della diocesi di Cuma; in questo periodo subì notevoli mutamenti[2]. Fu abbandonato nel XIII secolo a seguito dello spopolamento di Cuma ed esplorato tra il 1924 ed il 1932[4].

Del tempio greco non si hanno molte notizie: è presumibile che sia stato pseudo-periptero[3] e l'unica testimonianza della sua esistenza rimane la base in tufo, lunga trentanove metri e larga ventiquattro, riutilizzata anche per il tempio romano[4]; la struttura sacra sorgeva sulla sommità dell'acropoli ed era la più importante della città[5]. Il tempio romano invece, alterato nella struttura durante la dominazione bizantina, oggi ridotto in ruderi e parzialmente crollato insieme al costone della collina, quando fu trasformato in basilica, aveva un orientamento est-ovest[3] ed era circondato da un muro perimetrale in opus reticolatum che presentava tre aperture; internamente era diviso in cinque navate[4], due delle quali vennero in parti murate e divise in piccoli ambienti per ospitare delle cappelle. La cella era arricchita con delle semicolonne e delle nicchie poi murate, oltre ad una serie di quattro pilastri; nello stesso ambiente venne inserito un altare in marmi policromi[3] ed un fonte battesimale, completamente ricoperto in marmo e costituito da tre scale, in modo tale da permettere la totale immersione per il battesimo[1]. Tra le altre strutture conservate: resti della pavimentazione in signino con inserti in marmo, tombe scavate nel pavimento e archi in opera reticolata[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e L'acropoli di Cuma, su archemail.it. URL consultato il 5 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2012).
  2. ^ a b Cuma, il parco archeologico, su antika.it. URL consultato il 5 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2013).
  3. ^ a b c d Cenni sul Tempio di Apollo, su spazioinwind.libero.it. URL consultato il 5 marzo 2013.
  4. ^ a b c d Storia e descrizione del Tempio di Giove [collegamento interrotto], su sit.provincia.napoli.it. URL consultato il 5 marzo 2013.
  5. ^ Brevi cenni sul Tempio di Apollo a Cuma, su ulixes.it. URL consultato il 5 marzo 2013.

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