Eremo di Santa Maria Infra Saxa

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Eremo di Santa Maria Infra Saxa
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneMarche
LocalitàGenga
Coordinate43°25′50.77″N 12°56′09.52″E / 43.43077°N 12.935978°E43.43077; 12.935978
Religionecattolica di rito romano
Diocesi Fabriano-Matelica
Completamentoprecedente al 1029[1]

L'eremo di Santa Maria Infra Saxa sorge a Genga (in provincia di Ancona), nelle Marche, nella stessa cavità nella quale è ricavato il Tempio neoclassico, detto del Valadier. L'Eremo venne costruito tra le rocce ed è parzialmente scavato nella parete della grotta. Le prime testimonianze scritte dell'eremo sono del 1029 e parlano di un monastero femminile di clausura abitato da monache benedettine.

Si crede che un tempo la popolazione si rifugiasse in queste grotte per sfuggire agli attacchi degli invasori.

All'interno del monastero, fino agli anni '40, era presente una statua in legno della Madonna, distrutta in un incendio che interessò parte del convento. Oggi è stata sostituita con una statua in pietra copia dell'originale[2].

Il tempio neoclassico, detto del Valadier

Tempio neoclassico, detto del Valadier[modifica | modifica wikitesto]

Nei pressi dell'eremo, completamente inserito nella grotta c'è il ben più visibile tempio neoclassico, detto del Valadier. Si tratta di un edificio a pianta ottagonale in travertino locale, ricoperto da un tetto di piombo, voluto da papa Leone XII (nato proprio nel castello di Genga), e compiuto entro il 1828. Il progetto dell'elegante tempio è comunemente riferito all'architetto Giuseppe Valadier[3], ma le più recenti ricerche hanno chiarito, grazie ad una ricca ed inedita documentazione d'archivio, la vera storia della costruzione, definendone la cronologia e correggendone l'attribuzione. La commissione del tempio è infatti avviata dall'allora cardinale Annibale della Genga sin dal 1817, e il progetto si deve ai successivi interventi degli architetti Tommaso Zappati, Pietro Ghinelli, autore di importanti edifici marchigiani in stile neoclassico, quali il Teatro delle Muse di Ancona e il Foro Annonario di Senigallia, e Carlo Donati [4].

All'interno del tempio è presente una copia della statua in marmo raffigurante la Madonna con il bambino della bottega di Antonio Canova [3] (l'originale è conservato nel Museo di Genga. Arte, storia e territorio).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Link al sito Scopri le Marche sulla pagina dedicata al tempio. URL consultato il 10 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2014).
  2. ^ Link al sito del turismo del comune di Genga (archiviato dall'url originale l'8 gennaio 2015).
  3. ^ a b La chiesa nella roccia: il Tempio di Valadier nelle Marche, su Dailybest, 12 giugno 2019. URL consultato il 28 luglio 2020.
  4. ^ M.C. Cavola, Una committenza cardinalizia diventa papale: il tempio di Santa Maria di Frasassi, in Il Conclave del 1823 e l'elezione di Leone XII, a cura di I. Fiumi Sermattei e R. Regoli, Ancona, Assemblea Legislativa della Regione Marche 2016, pp. 231-242: consiglio.marche.it, https://www.consiglio.marche.it/informazione_e_comunicazione/pubblicazioni/quaderni/pdf/208.pdf.

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