Telemetro a coincidenza
Il telemetro a coincidenza era un tipo particolare di telemetro utilizzato nei sistemi di puntamento delle navi da guerra, impiegato dai primi anni del XX secolo.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Il primo telemetro a coincidenza ad essere adottato dalla marina inglese nel 1892, fu il prototipo sviluppato da A. Barr e W. Stroud.[1]
I telemetri a coincidenza, di produzione britannica, furono utilizzati con successo dalla marina imperiale giapponese, nel corso della battaglia di Tsushima nel 1905.[1]
All'inizio della prima guerra mondiale, i telemetri a coincidenza equipaggiavano le artiglierie, i mortai e le squadre di mitragliatitici della maggior parte degli eserciti. Le ditte Zeiss e Barr & Stroud furono i maggiori fornitori di questi strumenti durante la prima guerra mondiale (la Barr & Stroud fornì 16.000 telemetri all'esercito inglese e 3.300 a quello francese).[1]
Il più grande telemetro, costruito nel 1919, fu installato presso le difese costiere del porto di Singapore, aveva una base di 100 piedi (30,48m).[1]
Allo scoppio della prima guerra mondiale i telemetri ottici equipaggiavano le direzioni di tiro delle navi da guerra delle potenze belligeranti.[1] Nel corso della Seconda guerra mondiale i telemetri ottici iniziarono ad essere sostituiti, sulle navi da guerra, dal radar.[1]
Negli anni cinquanta si completò l'abbandono di tali strumenti da parte delle marine militari; la diffusione, negli anni sessanta dei telemetri laser, decretarono la fine dell'utilizzo dei telemetri ottici in campo militare.[1]
Funzionamento[modifica | modifica wikitesto]
Nella misurazione delle distanze sulle navi dell'epoca ci si serviva di due metodi:
- monostatico a coincidenza: è costituito da un cilindro con due fori posti ad una data distanza relativa tra loro; all'interno del primo foro si trova un prisma il cui compito è riflettere l'immagine su uno specchio semi-trasparente posizionato dietro il secondo foro. Il procedimento di calcolo è di tipo meccanico ed avviene regolando tramite una rotella l'angolo del prisma, fin quando l'immagine, inizialmente composta da due parti sfasate, si ricompone. Sulla base dell'angolo finale e di una apposita scala si ottiene la distanza effettiva.
- a sdoppiamento di immagini
Due esempi di misurazione con l'uso del telemetro a coincidenza. In entrambe le figure, a sinistra è riportato il rilevamento non collimato, a destra quello collimato con distanza. | |
Prima dell'avvento dello stereotelemetro, la Regia Marina adottava un telemetro a coincidenza monoculare il cui uso era molto semplice. Nei telemetri a coincidenza si aveva un campo visivo circolare, diviso orizzontalmente in due semicerchi, la cui parte inferiore era fissa e la parte superiore mobile. Osservando l'albero di una nave, ad esempio, lo si vedeva diviso in due tronconi. Tramite un bottone di collimazione, girandolo verso destra o verso sinistra, si portava il troncone superiore a coincidere con quello della parte inferiore fissa. In questo modo si otteneva la distanza della nave inquadrata. Gli schemi soprastanti e sottostanti fanno comprendere il funzionamento descritto.
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Per misurare la distanza di qualsiasi punto luminoso, accanto al bottone di collimazione ne era disponibile uno più piccolo che, ruotato, inseriva all'interno dello strumento una lente; questa allungava i detti punti luminosi, sì da permettere la collimazione che consentiva di leggere la misurazione della distanza.
Note[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) coincidence range finder, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.