Teatrino di corte (Napoli)

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Voce principale: Palazzo Reale di Napoli.
Teatrino di corte
L'interno
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàNapoli
IndirizzoPiazza del Plebiscito, 1
Dati tecnici
TipoSala rettangolare con un palco e balconata
Capienza400 posti
Realizzazione
Costruzione1768
Inaugurazione1768
ArchitettoFerdinando Fuga
ProprietarioComune di Napoli
Sito ufficiale
Coordinate: 40°50′10.69″N 14°14′57.69″E / 40.836303°N 14.249358°E40.836303; 14.249358

Il teatrino di corte è un teatro di Napoli, ubicato all'interno del Palazzo Reale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Durante la costruzione del palazzo la sala venne utilizzata come Sala Regia[1], nella quale si tenevano ricevimenti e spettacoli[2]: questa aveva decorazioni pittoriche di poco conto. Fu in occasione del matrimonio tra Ferdinando I delle Due Sicilie e Maria Carolina d'Asburgo-Lorena che nel 1768[2], su disegno dell'architetto Ferdinando Fuga, venne realizzato il teatrino di corte[3]. Venne inaugurato con una Serenata di Giovanni Battista Bassi su musiche di Giovanni Paisiello: nel corso degli anni a seguire, soprattutto nel periodo compreso tra il 1768 e il 1776, ospitò commedie di Domenico Cimarosa e opere buffe dello stesso Paisiello e Niccolò Piccinni[3]. Nel 1799 al suo interno fu proclamata la Repubblica napoletana. Venne poco utilizzato durante il XIX secolo[3].

A seguito dei bombardamenti inflitti dalla seconda guerra mondiale[1], il teatrino subì notevoli danni, tant'è che una bomba provocò lo sfondamento del soffitto nel 1943, oltre alla rovina delle decorazioni[4], soprattutto quando gli alleati lo utilizzarono come sala cinematografica[5]: lavori di restauro si ebbero tra il 1950 e il 1954[1]; altri restauri si sono avuti negli anni 2000, con la conclusione e la riapertura nel 2012[5].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La sala si presenta dalla forma rettangolare, con balconata nella zona mediana e palchetto reale opposto al palco. Le decorazioni sono in stucco bianco e oro con delle lesene[1], che, su tre lati, inquadrano delle nicchie con all'interno statue in cartapesta gessata realizzate da Angelo Viva e raffiguranti Minerva, Mercurio, Apollo e le nove Muse[3].

Il soffitto era originariamente affrescato con opere di Antonio Dominici e Crescenzio La Gamba risalenti al 1768[3]: tali decorazioni andarono perdute durante la seconda guerra mondiale e rifatte negli anni 1950, seguendo gli stessi temi degli originali: al centro si trova Nozze di Poseidone e Anfitrite, di Francesco Galante, mentre ai lati Allegorie di Alberto Chiancone e Paesaggi di Vincenzo Ciardo e Antonio Bresciani[1]. Originale, del XVIII secolo, è il palco reale, in cartapesta, mentre il palcoscenico è stato rifatto nei lavori postbellici: questo è sormontato dallo stemma di casa Savoia, che ha sostituito il precedente dei Borbone[6]. La sala ha una capienza di 400 posti[6].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Itinerario Borbonico, p. 2.
  2. ^ a b Porzio, p. 75.
  3. ^ a b c d e Guida Museo, p. 6.
  4. ^ Touring Club Italiano, pp. 124-126.
  5. ^ a b Riapre il Teatrino di Corte al San Carlo, su serviziocivilemagazine.it. URL consultato il 27 luglio 2016.
  6. ^ a b Teatrino di corte di Palazzo Reale, su operaincasa.com. URL consultato il 27 luglio 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]