Sventibaldo di Lotaringia

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Sventibaldo
Statua di Sventibaldo a Bad Münstereifel (Theo Heiermann, 1982)
Re di Lotaringia
In carica895-900
Incoronazionemaggio 895
Investituramaggio 895
PredecessoreArnolfo
SuccessoreLuigi III
Nome completoSventiboldo
Nascita870 circa
MorteSusteren, Lotaringia, 13 agosto 900
Luogo di sepolturaAbbazia di Sant'Emmerano, Ratisbona
Dinastiacarolingi
PadreArnolfo di Carinzia
MadreVinburga
ConiugeOda di Sassonia
FigliBenedetta
Cecilia e
Relenda
Goffredo di Carinzia
Otto di Lotaringia

Sventiboldo o Sventibaldo o Zwentibold (870 circa – Susteren, 13 agosto 900) fu re di Lotaringia, dall'895 al 900.

Origine[modifica | modifica wikitesto]

Era il figlio primogenito, illegittimo[1], del futuro re dei Franchi orientali, futuro re d'Italia e futuro imperatore, Arnolfo di Carinzia[2] e della sua concubina, Vinburga († dopo il 18 maggio 898), che viene citata in due Diplomata di Arnolfo, la n° 160[3] e la N° 162[2], di cui non si conoscono gli ascendenti.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il 13 gennaio 888, alla morte dell'imperatore, Carlo il Grosso, suo padre, Arnolfo fu consacrato re dei Franchi Orientali[4].

Il cronista Reginone riportando che, nell'890, il re Arnolfo aveva concesso il ducato di Boemia al re degli slavi della Grande Moravia (871-894), Svatopluk I, ricorda che Sventiboldo fu battezzato col nome del re dei Moravi, Svatopluk (Zvendiboldus o Zvendibaldo secondo i cronisti del tempo) che lo aveva tenuto a battesimo[5].

Nell'892, sempre secondo Reginone, il padre, Arnolfo lo investì di una contea nelle vicinanze di Magonza[6].

Secondo gli Annales Vedastini, Sventiboldo venne incoronato re di Lotaringia, nel maggio 895, durante l'incontro tra suo padre, il re dei Franchi orientali, Arnolfo ed il re dei Franchi occidentali, Oddone[7], che era venuto a rendere omaggio al carolingio, Arnolfo. Durante il suo regno, Sventiboldo scrisse 28 documenti[8].

Sventiboldo era stato accettato dalla nobiltà di Lotaringia ma, a causa dei suoi eccessi, per la sua vita dissoluta e per i favori accordati a persone di bassa condizione, era diventato, ben presto, inviso ai propri vassalli, ed era iniziata una guerra tra le due famiglie più potenti del regno, tra i discendenti di Matfrid II e il conte Reginardo I, che appoggiava Sventibaldo[9].
Nell'897, intervenne suo padre, Arnolfo, che alla dieta di Worms, riuscì a riportare la pace in Lotaringia.

Carlo III il Semplice, il nuovo re dei Franchi occidentali, appena incoronato, nell'898, per allargare i confini del suo regno sino alla riva sinistra del Reno, aveva manifestato un interesse verso la Lotaringia; infatti, in quello stesso anno, invase la Lotaringia, arrivando sino ad Aquisgrana, ma la immediata reazione del re di Lotaringia, Sventiboldo lo costrinse a ritirarsi.

In quello stesso anno però riprese la rivolta dei nobili contro Sventibaldo, che ebbe contro anche il casato di Reginar, guidato dal conte Reginardo I[9] a causa della sua condotta dissoluta come confermano gli Annales Lobienses, quando ricordano la sua morte[10].

Sventiboldo stava cercando di reprimere la ribellioni della nobiltà quando suo padre morì nel dicembre 899, e all'inizio del 900, fu deposto da re di Lotaringia[9], ed il suo fratellastro, Ludovico, nel marzo di quello stesso anno, fu proclamato, Ludovico III re di Lotaringia a Thionville e poi ad Aquisgrana[11], che a febbraio era stato incoronato re dei Franchi orientali.
Sventiboldo tentò di far valere i propri diritti di successione sul suo giovane fratellastro per stabilire una completa indipendenza del proprio regno. Ad ogni modo l'intera nobiltà appoggiava Ludovico e come tale gli chiese di intervenire.

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Secondo gli Annales Necrologici Prumienses, Sventiboldo perse la vita nel mese di agosto del 900, durante un combattimento[12] contro i suoi nemici. Reginone ci narra gli eventi che precedettero la morte di Sventiboldo: l'esercito del fratellastro passò il Reno, Sventiboldo raccolse tutte le forze che poteva e si dette a incendiare e devastare, sino a che fu obbligato ad accettare la battaglia in cui perse la vita[13], ucciso da Gerardo I di Metz.

Secondo altre fonti, Sventiboldo non fu sconfitto e caduto in battaglia, ma fu assassinato a tradimento durante un incontro tra i nobili sulla Mosa il 13 agosto dell'anno 900. Comunque sia, secondo le Ægidii Aureævallensis Gesta episcoporum Leodiensium, il beato re Sventiboldo morì nei pressi di Susteren dove fu sepolto nelle chiesa da lui stesso fatta costruire ed in cui erano conservate delle reliquie[14].

Alla morte di Sventiboldo il suo fratellastro Ludovico, divenne anche re di Lotaringia, ma essa venne difatti amministrata da un duca, sin dal 904, appartenente alla dinastia dei Corradinidi, Gebeardo di Franconia.

Giudizio storico[modifica | modifica wikitesto]

In meno di cinque anni di regno egli si adoperò nella ricostruzione del paese, devastato dai normanni, e fu proprio sotto il suo governo che vennero installate le prime filande nella zona delle Fiandre, attività che rese le città di quell'area le più fiorenti di tutta l'Europa settentrionale nei secoli successivi. Non bisogna poi dimenticare gli enormi sforzi fatti da Sventiboldo nel tentativo di migliorare le condizioni di vita della popolazione, scelta politica questa che gli costò il trono e la stessa vita nel momento in cui i nobili avidi e meschini gli si rivoltarono contro privandolo di quel sostegno che in quell'epoca era essenziale al mantenimento di una monarchia feudale. Sventiboldo fu probabilmente il primo a tentare una manovra politica così estrema come la cacciata dei nobili e la confisca dei loro beni e possedimenti, al fine di accentrare il potere della corona, ma purtroppo per lui era in anticipo di parecchi secoli e fino ai tempi di Richelieu (il quale riuscì nell'impresa con ben altre finezze diplomatiche) nessun altro osò mettere in discussione il potere dei nobili con tanta audacia.
Non bisogna dimenticare che la maggior parte delle informazioni sulla persona di Sventiboldo che sono giunte fino a noi portano la firma del conte Reginardo (suo principale oppositore), il quale lo dipinge come un folle, dal carattere ribelle e violento. Ma da un'analisi più approfondita dei documenti storici emerge una realtà ben diversa: l'ultimo re di Lotaringia appare come una sorta di sovrano illuminato di molto in anticipo rispetto ai suoi tempi e per questo ne pagò le conseguenze.

Matrimonio e discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Sventiboldo, nella primavera dell'897, aveva sposato Oda di Sassonia[14], figlia del duca di Sassonia, Ottone I[15] e di Edvige di Babenberg. Oda a Sventiboldo diede 5 figli:

  • Benedetta (888 circa-?), monaca nella abbazia di Susteren, dove divenne badessa e dove fu sepolta[14];
  • Cecilia (889 circa-?), monaca nella abbazia di Susteren, dove divenne badessa e dove fu sepolta[14];
  • Goffredo di Carinzia;
  • Ottone di Lotaringia († 2 dicembre 949);
  • Relenda (900 circa-?), definita santa vergine, visse in clausura e fu sepolta nella abbazia di Susteren[16].

Oda successivamente si risposò con l'uccisore di Sventibaldo, Gerardo I di Metz. Alla morte di questo, si risposò in terze nozze con Eberardo di Franconia.

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Ludovico II il Germanico Ludovico il Pio  
 
Ermengarda di Hesbaye  
Carlomanno di Baviera  
Emma di Baviera Guelfo I di Baviera  
 
Edvige di Baviera  
Arnolfo di Carinzia  
 
 
 
Liutswind  
 
 
 
Ludovico IV il Fanciullo  
 
 
 
 
 
 
 
Vinburga  
 
 
 
 
 
 
 
 

Culto[modifica | modifica wikitesto]

La Chiesa cattolica lo commemora come santo il 13 agosto[senza fonte]. A quanto pare le figlie di Sventiboldo erano venerate come sante, nella zona di Maastricht, dove sorgeva l'abbazia, poi col tempo fu accomunato in tale venerazione anche il loro padre.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (LA) Monumenta germaniae Historica, tomus IX; Genealogiae Comitum Flandriae , Pag 303 Archiviato il 7 aprile 2014 in Internet Archive.
  2. ^ a b (LA) Monumenta Germaniae Historica, Diplomata Regum Germaniae ex Stirpe Karolinorum, tomus III: Kaiserkunden Arnolf n° 162, pag. 246 Archiviato l'11 marzo 2016 in Internet Archive.
  3. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, Diplomata Regum Germaniae ex Stirpe Karolinorum, tomus III: Kaiserkunden Arnolf n° 160, pag. 243 Archiviato il 16 giugno 2016 in Internet Archive.
  4. ^ (EN) Foundation for Medieval Genealogy :re di Germania - ARNULF
  5. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, tomus I, Reginonis Chronacon, pag. 601 Archiviato il 6 marzo 2016 in Internet Archive.
  6. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, tomus I, Reginonis Chronacon, pag. 605 Archiviato il 15 giugno 2015 in Internet Archive.
  7. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, tomus II, Annales Vedastini, pag. 207 Archiviato il 3 novembre 2016 in Internet Archive.
  8. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, Diplomata Regum Germaniae ex Stirpe Karolinorum, tomus IV: Kaiserkunden Zwentibold n° 1-28, pag. 1-68 Archiviato il 10 marzo 2016 in Internet Archive.
  9. ^ a b c (EN) Foundation for Medieval Genealogy :re di Germania - ZWENTIBOLD
  10. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus XIII: Annales Lobienses, Pag 233 Archiviato il 12 marzo 2016 in Internet Archive.
  11. ^ (EN) Foundation for Medieval Genealogy :re di Germania - LOUIS
  12. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus XIII: Annales Necrologi Prumienses , pag. 219 Archiviato il 7 aprile 2014 in Internet Archive.
  13. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, tomus I, Reginonis Chronacon, pag. 609 Archiviato il 28 aprile 2016 in Internet Archive.
  14. ^ a b c d (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, tomus XXV, Ægidii Aureævallensis Gesta episcoporum Leodiensium 38, pag. 50
  15. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, tomus I, Reginonis Chronacon, pag. 607 Archiviato l'8 giugno 2015 in Internet Archive.
  16. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, tomus XXV, Ægidii Aureævallensis Gesta episcoporum Leodiensium 38, pag. 51 Archiviato il 2 aprile 2015 in Internet Archive.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie[modifica | modifica wikitesto]

Letteratura storiografica[modifica | modifica wikitesto]

  • René Poupardin, I regni carolingi (840-918), in «Storia del mondo medievale», vol. II, 1979, pp. 583–635

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Re di Lotaringia Successore
Lotario II 895-900 Ludovico il Fanciullo
Controllo di autoritàVIAF (EN267826493 · ISNI (EN0000 0000 3458 4869 · BAV 495/351888 · CERL cnp00396977 · LCCN (ENn2007058508 · GND (DE118637525 · J9U (ENHE987007314394505171 · WorldCat Identities (ENlccn-n2007058508