Campionato mondiale Superbike

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Campionato mondiale Superbike
CategoriaMotociclismo
NazioneInternazionale
Prima edizione1988
MotoriBandiera della Germania BMW M1000 RR
Bandiera dell'Italia Ducati Panigale V4 R
Bandiera del Giappone Honda CBR1000RR-R
Bandiera del Giappone Kawasaki ZX-10RR
Bandiera del Giappone Yamaha YZF-R1
PneumaticiBandiera dell'Italia P Pirelli
Pilota campione
(2023)
Bandiera della Spagna Álvaro Bautista
Squadra campione
(2023)
Bandiera dell'Italia Ducati
Sito web ufficialewww.worldsbk.com
Stagione dell'anno corrente
Campionato mondiale Superbike 2024

Il campionato mondiale Superbike, spesso abbreviato con la sigla SBK, è il campionato mondiale della classe Superbike e si disputa dal 1988.

Conosciuto anche come World Superbike Championship (WSBK) è il più importante campionato per moto derivate dalla produzione di serie, ovvero dalle moto normalmente realizzate per la circolazione stradale.

Al calendario della SBK si affiancano altre due classi: il campionato mondiale Supersport (SSP) che segue tutte le tappe europee e internazionali, e il campionato mondiale Supersport 300 (SSP300) che segue le tappe europee del calendario. Fino alla stagione 2018 era presente anche il campionato Superstock 1000 (STK1000) che seguiva solo le tappe europee del calendario.

Origini[modifica | modifica wikitesto]

(EN)

«It was like a light came on when he said the word Superbike. Even though it came from Australia, it was uniquely American sounding. It described perfectly the new powerful motorcycles that were coming out at the time and it ultimately proved to be easily translatable in languages around the world.[1]»

(IT)

«Dire la parola Superbike fu come l'accendersi di una luce. Sebbene fosse di origine australiana, aveva un suono tipicamente americano. Descriveva perfettamente le nuove e potenti motociclette che venivano lanciate sul mercato in quel periodo e infine si dimostrò essere facile da tradurre in tutte le lingue del mondo.»

La partenza di una delle due manche di Misano Adriatico nella stagione 1991.

Nei primi anni settanta il pilota statunitense Steve McLaughlin, rappresentante dei piloti AMA, propose la creazione di una nuova categoria di moto, detta Superbike Production, da usare in gare di supporto agli AMA roadrace nationals e promosse la sua idea presso vari organizzatori ed editori, finché nel 1973 si tenne una competizione di Superbike Production a supporto della gara "Laguna Seca AMA National" a Monterey, in California: l'idea prese piede e negli anni a seguire la categoria si espanse e nel 1976 ottenne il riconoscimento nazionale grazie all'interessamento di Jim France del Daytona International Speedway e di Ed Youngblood, dirigente dell'AMA[2].

Negli anni successivi McLaughlin fu uno dei piloti più rappresentativi della categoria e divenne poi team manager e promotore e in questa veste si occupò di ingaggiare i migliori piloti europei per disputare la 200 Miglia di Daytona, che dal 1985 si corse con le Superbike, e questi suoi sforzi lo convinsero della fattibilità di un campionato mondiale riservato a questi mezzi[2], ottenendo l'avallo della FIM per l'organizzazione della serie iridata[3].

Il nuovo campionato del mondo, con una stagione di debutto incentrata su gare corse in Europa, si dimostrò essere estremamente attraente verso i Team e le Case costruttrici (obbligate a produrre e mettere in vendita dai concessionari almeno 1000 esemplari della moto di serie da cui derivare quella da corsa da iscrivere al campionato), che potevano mantenere un'elevata competitività a costi più ridotti rispetto al preesistente Campionato mondiale Formula TT, riservato a costosissimi prototipi spinti da motori derivati dalla serie, garantendo agli spettatori lo stesso livello di spettacolo[4].

Considerato una volta come il cugino povero del Motomondiale, il Superbike World Championship è cresciuto di anno in anno grazie anche alla relativa stabilità dei regolamenti, con poche ma azzeccate modifiche introdotte nel corso degli anni.

Diffusione e generalità[modifica | modifica wikitesto]

The King Carl Fogarty, per 4 volte campione del mondo nella cosiddetta epoca d'oro della SBK, qui durante la stagione 1999 che gli varrà l'ultimo titolo iridato.

Molti paesi, come il Regno Unito (British Superbike Championship), gli Stati Uniti (AMA Superbike Championship), il Giappone, il Canada, l'Italia (Campionato Italiano Velocità) e la Germania, hanno anche un proprio campionato nazionale.

Le gare di Superbike hanno attirato l'attenzione dei grandi produttori mondiali di moto (Ducati, Honda, Aprilia, Kawasaki, Suzuki, Yamaha, BMW) perché permettono di promuovere i loro prodotti, per questo nei paesi anglosassoni usano dire "Win on Sunday, Sell on Monday" ("Domenica vinci, Lunedì vendi").

Quello che viene storicamente considerato il "re" della Superbike, quantomeno limitatamente all'epoca d'oro della categoria, è il britannico Carl Fogarty, non a caso soprannominato The King, vincitore del titolo mondiale per 4 volte (1994-'95-'98-'99) sempre in sella a una Ducati; questi è stato superato in vetta dal connazionale Jonathan Rea, per 6 volte iridato tra le derivate di serie (consecutivamente dal 2015 al 2020) in sella a una Kawasaki. Tra gli altri piloti che hanno fatto la storia di questo campionato, e che meritano di essere menzionati per i loro successi, ci sono Doug Polen, Troy Corser, Scott Russell, Tom Sykes, Aaron Slight, Troy Bayliss, Noriyuki Haga, Colin Edwards, James Toseland e Carlos Checa oltre a John Kocinski, Max Biaggi e Alvaro Bautista, questi ultimi tre gli unici capaci di vincere un titolo sia nel motomondiale sia nelle derivate di serie.

Jonathan Rea, il più titolato nella storia della SBK, qui durante la stagione 2016 che gli varrà il secondo dei suoi sei titoli consecutivi.

Per quanto riguarda il campionato costruttori, a primeggiare è l'italiana Ducati con 17 allori, seguita da Kawasaki e Honda (6 volte), Aprilia (4 volte), Yamaha (2 volte) mentre Suzuki l'ha vinto in una sola occasione. Per quanto concerne invece il campionato piloti è sempre la Ducati in cima alla classifica con 14 titoli, davanti a Kawasaki con 8 titoli, Honda con 6, seguite da Aprilia con 3 e Yamaha con 2 e infine Suzuki con 1 titolo.

Regolamenti[modifica | modifica wikitesto]

A differenza della Formula TT, che ammetteva moto con cilindrata massima di 750 cm³ a prescindere dal frazionamento del motore, fin dall'anno di esordio il mondiale era caratterizzato dal fatto di ammettere moto diverse tra loro per le scelte tecniche, ma che grazie a una sapiente differenziazione delle cilindrate massime ammesse avevano prestazioni paragonabili, allo scopo di coinvolgere il maggior numero di team e case costruttrici. Infatti erano ammesse le moto quadricilindriche fino a 750 cm³ (soluzione tipica delle moto giapponesi), le tricilindriche fino a 900 cm³ (scelta che è stata portata in gara solo in pochi casi) e le bicilindriche fino a 1000 cm³ (come le italiane Ducati e Aprilia, imitate in seguito anche dalla Honda) con diversi pesi minimi volti a minimizzare il vantaggio di potenza delle plurifrazionate. Nella stagione inaugurale del 1988, ad esempio, le quadricilindriche avevano un peso minimo di 165 kg, mentre la bicilindriche potevano essere alleggerite fino a 140 kg, sebbene a quei tempi fosse un traguardo difficilmente avvicinabile.[5]

Dal 2003 in poi il regolamento ha permesso anche l'impiego di moto di 1000 cm³ con motore a 4 cilindri, che ha permesso alle case nipponiche di schierare i modelli di punta della loro produzione di serie, che oramai aveva lasciato in una nicchia di mercato le supersportive da 750 cm³.[6][7]

Dal 2008 il peso minimo è di 162 kg, mentre per i bicilindrici da 1200 cm³ il peso sale a 168 kg, inoltre è stato previsto un complesso sistema di correttivi sul peso minimo delle moto e sull'aspirazione del motore per i 1200 bicilindrici (gli air restrictors) allo scopo di evitare che una tipologia di moto sia troppo avvantaggiata rispetto all'altra.[8]

Per ovviare alla marcata disparità di trattamento riservata dai diversi fornitori di pneumatici ai piloti privati rispetto agli "ufficiali", dal 2004 è stato introdotto il monogomma Pirelli. Tutti i team dispongono di un'identica dotazione di pneumatici e questa scelta ha di fatto livellato le prestazioni delle varie moto rendendo le gare estremamente combattute e spettacolari.

Limiti delle modifiche[modifica | modifica wikitesto]

Trattandosi di modelli derivati dalla produzione di serie, alcune parti della moto non possono essere modificate. In particolare, il telaio deve rimanere quello omologato, e l'aspetto della moto di fronte, retro e di profilo deve essere conforme alla sagoma della moto stradale. Sono modificabili scarichi, forcellone, sospensioni, freni, manubrio e pedaliere, serbatoio, radiatore, air box, albero motore, diametro e sezione delle ruote. Le superbike montano pneumatici slick.
In un'ottica di contenimento dei costi, a partire dal 2013 il diametro dei cerchioni ritorna alla misura di 17 pollici, quasi universalmente usata nelle moto sportive stradali[9] e precedentemente una delle opzioni possibili[10] finché dal 2010 si erano usate solo alcune misure per i cerchi, i quali dovevano essere tutti da 16,5" con canale all'anteriore da scegliere tra 3,50" o 3,75" e al posteriore solo 6,25"[11]. Inoltre se non presenti sul modello di serie, non si possono usare: Abs, Ride by Wire, cambio elettronico (ma sarà consentito il Gear Shift), l'ammortizzatore di sterzo elettronico, modifiche all'Airbox, qualsiasi tipo di sistema di assistenza idraulica alla frizione. Dal 2011 è stato imposto l'uso degli iniettori, pompe della benzina e pressione d'iniezione del carburante identici al modello stradale,[12] inoltre il canale anteriore dei cerchi viene vincolato alla sola misura 3,5".

L'omologazione della moto[modifica | modifica wikitesto]

James Toseland (#1) su Ducati, davanti a Chris Walker (#9) su Kawasaki e a Yukio Kagayama (#71) su Suzuki, durante una gara della stagione 2005.

Per poter partecipare alle gare di Superbike, un modello deve essere omologato per circolare su strade pubbliche ed esser prodotto in un determinato e non ristretto numero di esemplari, in modo da poter considerare la produzione di questo modello una produzione di serie e non una "special" (come per esempio la Ducati Desmosedici RR), inoltre ogni nuovo modello deve essere sottoposto ad una omologazione specifica della FIM, che permette di poter gareggiare al campionato.

Trattandosi quindi di competizione caratterizzata da modelli derivati dalla serie, le case devono vendere un certo numero di esemplari del modello di riferimento (che, naturalmente, deve ottenere l'omologazione). Inizialmente bisogna produrre un numero minimo di 125 moto (250 per chi ha già partecipato o sta partecipando), il tutto per le ispezioni del modello, poi devono essere prodotte altre moto.

Fino al 2009 bisognava raggiungere i 1000 esemplari durante l'anno, il primo lotto da 500 moto doveva essere prodotto entro la fine di settembre ed il secondo lotto da 500 entro la fine di dicembre, mentre per coloro che hanno già un mezzo omologato si ha come unica data di scadenza la fine di giugno.[13]

Dal 2010, pur con la presenza della crisi economica, si è aumentato il numero di moto da vendere, passando da 1000 esemplari a 2000, modificando anche le “scadenze” di produzione dei diversi lotti. Per chi non ha mai partecipato al campionato la prima scadenza è la fine di giugno per le prime 500 moto, mentre il secondo lotto da 500 entro 15 giorni prima la fine dell'ultima gara, mentre il terzo lotto da 500 moto deve essere prodotto entro la fine di giugno dell'anno successivo e il quarto ed ultimo lotto da 500 moto deve essere prodotto 15 giorni prima la fine dell'ultima gara dell'anno successivo.

Per le case costruttrici che competono con una moto omologata in passato vi sono diverse scadenze di presentazione dei modelli in produzione, infatti come prima scadenza si ha la fine di giugno per le prime 1000 moto, mentre il secondo lotto da 1000 entro i 15 giorni prima dell'ultima gara in calendario.[14]

Nel 2014 con il cambio di regolamento in previsione di ridurre i costi sono state introdotte le moto EVO che saranno le uniche utilizzabili nel 2015, le quali dovranno utilizzare telaio e leveraggi originali (saranno permessi solo rinforzi a telaio e forcellone), l'elettronica deve essere di serie, airbox di serie.[15]

Differenze tra Superbike e MotoGP[modifica | modifica wikitesto]

John Kocinski, il primo capace di vincere titoli sia coi prototipi del motomondiale sia con le derivate dalla produzione di serie della SBK.

Le Superbike sono derivate da un modello di serie mentre le MotoGP sono prototipi in tutto e per tutto, nessuno dei componenti che formano la moto devono essere ripresi da una moto di serie. A livello prestazionale, le MotoGP dispongono approssimativamente di 270/290 cavalli e hanno una velocità massima di circa 350-360 km/h; le Superbike hanno circa 230-250 cavalli e raggiungono i 320–330 km/h. Per quanto riguarda i tempi sul giro, le migliori MotoGP girano circa 2 secondi più velocemente delle migliori Superbike.[16][17]

Altri elementi che differenziano le gare di Superbike da quelle del motomondiale sono: la presenza della Superpole per decidere la griglia di partenza, avvenimento programmato il sabato (un giorno prima della gara) e al quale partecipano i 16 piloti più veloci durante le qualifiche. La ricerca della pole position attraverso la Superpole è una modalità di qualifica dove il pilota ha a disposizione un solo giro, ed in quello soltanto deve dare il meglio per posizionarsi più avanti possibile nella griglia di partenza del giorno dopo. A partire dal 2009, la Superpole cambia formato traendo parzialmente spunto dalle qualifiche della Formula 1 nel 2008. Il nuovo formato consiste in tre sessioni di 12' ciascuna, intervallate da 7' di sosta, per una durata complessiva di 50'. Si parte con i migliori 20 piloti emersi dai due turni di qualifica. Dopo la prima sessione vengono eliminati i quattro peggiori tempi; dopo la seconda gli ulteriori otto. Nella terza viene assegnata la pole position e le posizioni delle due prime file della griglia di partenza. Poi viene fatto allo stile della MotoGP, con i migliori 2 della Superpole 1 accedere alla Superpole 2 (che inizia alle 10:25, orario locale, con 10 minuti di intervallo), entrambe da 15 minuti ciascuna.

La seconda differenza concerne la presenza di due gare per ogni Gran Premio, ogni corsa dà punteggi indipendenti ai piloti. Normalmente (dal 1988 al 2015 sempre la domenica) la prima gara viene svolta verso le 12:00 locali, mentre la seconda intorno alle 15:30 locali (alcune di esse, che sono importanti, si corrono anche alle 13:00/13:30 la prima e alle 17:00/17:30 circa la seconda).

Dalla stagione 2016 alla 2018 la prima gara si svolge il sabato alle 13:00 locali, mentre la seconda la domenica al medesimo orario (oppure alle 15 come a Phillip Island e alle 14 in Thailandia).

Dal mondiale 2019 si aggiunge una terza gara, da correre la domenica mattina alle 11:00 in formato breve di 10 giri (detta gara sprint o gara superpole), mentre gli orari delle 2 gare saranno fissati alle 14 di sabato (come gara-1) e domenica (come gara-3, novità 2019)

Le gare di Superbike sono del 20% circa più corte rispetto a quelle di MotoGP, in quanto la distanza minima di gara per SBK è di 95 km, mentre le MotoGP percorrono almeno 115 km. Infatti nella prima categoria, ad esempio, sui circuiti di Phillip Island, Valencia, Misano Adriatico, Donington, Brno si corre rispettivamente su una distanza di 22, 23, 24, 23 e 20 giri, mentre nella seconda categoria le distanze di gara sono rispettivamente 27, 30, 28, 30 e 22 giri.

Albo d'oro[modifica | modifica wikitesto]

Piloti[modifica | modifica wikitesto]

Anno Pilota Punti Motocicletta Squadra
1988 Bandiera degli Stati Uniti Fred Merkel 99 Bandiera del Giappone Honda RC30 Bandiera dell'Italia RCM-Oscar Rumi
1989 272 Bandiera dell'Italia Rumi RCM
1990 Bandiera della Francia Raymond Roche 391 Bandiera dell'Italia Ducati 851 Bandiera dell'Italia Corse Ducati Lucchinelli
1991 Bandiera degli Stati Uniti Doug Polen 432 Bandiera dell'Italia Ducati 888 Bandiera degli Stati Uniti Fast by Ferracci
1992 371 Bandiera degli Stati Uniti Police Ducati
1993 Bandiera degli Stati Uniti Scott Russell 378,5 Bandiera del Giappone Kawasaki ZXR 750 Bandiera degli Stati Uniti Kawasaki Muzzy
1994 Bandiera del Regno Unito Carl Fogarty 305 Bandiera dell'Italia Ducati 916 Bandiera dell'Italia Ducati Corse Virginio Ferrari
1995 478
1996 Bandiera dell'Australia Troy Corser 369 Bandiera dell'Austria Promotor Power Horse
1997 Bandiera degli Stati Uniti John Kocinski 416 Bandiera del Giappone Honda RC45 Bandiera del Regno Unito Castrol Honda
1998 Bandiera del Regno Unito Carl Fogarty 351,5 Bandiera dell'Italia Ducati 996 Bandiera dell'Italia Ducati Performance
1999 489
2000 Bandiera degli Stati Uniti Colin Edwards 400 Bandiera del Giappone Honda VTR 1000 SP Bandiera del Regno Unito Castrol Honda
2001 Bandiera dell'Australia Troy Bayliss 369 Bandiera dell'Italia Ducati 996 R Bandiera dell'Italia Ducati Infostrada
2002 Bandiera degli Stati Uniti Colin Edwards 552 Bandiera del Giappone Honda VTR 1000 SP2 Bandiera del Regno Unito Castrol Honda
2003 Bandiera del Regno Unito Neil Hodgson 489 Bandiera dell'Italia Ducati 999 F03 Bandiera dell'Italia Fila Ducati
2004 Bandiera del Regno Unito James Toseland 336 Bandiera dell'Italia Ducati 999 F04 Bandiera dell'Italia Ducati Fila
2005 Bandiera dell'Australia Troy Corser 433 Bandiera del Giappone Suzuki GSX-R1000 K5 Bandiera del Belgio Alstare Suzuki Corona Extra
2006 Bandiera dell'Australia Troy Bayliss 431 Bandiera dell'Italia Ducati 999 F06 Bandiera dell'Italia Ducati Xerox
2007 Bandiera del Regno Unito James Toseland 415 Bandiera del Giappone Honda CBR 1000RR Bandiera dei Paesi Bassi Hannspree Ten Kate Honda
2008 Bandiera dell'Australia Troy Bayliss 460 Bandiera dell'Italia Ducati 1098 F08 Bandiera dell'Italia Ducati Xerox
2009 Bandiera degli Stati Uniti Ben Spies 462 Bandiera del Giappone Yamaha YZF-R1 Bandiera dell'Italia Yamaha World Superbike
2010 Bandiera dell'Italia Max Biaggi 451 Bandiera dell'Italia Aprilia RSV4 Factory Bandiera dell'Italia Aprilia Alitalia Racing
2011 Bandiera della Spagna Carlos Checa 505 Bandiera dell'Italia Ducati 1098R Bandiera dell'Italia Althea Racing
2012 Bandiera dell'Italia Max Biaggi 358 Bandiera dell'Italia Aprilia RSV4 Factory Bandiera dell'Italia Aprilia Racing
2013 Bandiera del Regno Unito Tom Sykes 447 Bandiera del Giappone Kawasaki ZX-10R Bandiera della Spagna Kawasaki Racing
2014 Bandiera della Francia Sylvain Guintoli 416 Bandiera dell'Italia Aprilia RSV4 Factory Bandiera dell'Italia Aprilia Racing
2015 Bandiera del Regno Unito Jonathan Rea 548 Bandiera del Giappone Kawasaki ZX-10R Bandiera della Spagna Kawasaki Racing
2016 498
2017 556
2018 545
2019 663
2020 360
2021 Bandiera della Turchia Toprak Razgatlıoğlu 564 Bandiera del Giappone Yamaha YZF-R1 Bandiera della Gran Bretagna PATA Yamaha with Brixx
2022 Bandiera della Spagna Álvaro Bautista 601 Bandiera dell'Italia Ducati Panigale V4 R Bandiera dell'Italia Aruba.it Racing Ducati
2023 628

Altri trofei[modifica | modifica wikitesto]

Anno Pilota Punti Motocicletta Squadra Categoria
1997 Bandiera della Germania Udo Mark 250 Bandiera del Giappone Suzuki GSX-R750 Bandiera della Germania Team Suzuki Deutschland Europeo Superbike
2014 Bandiera della Spagna David Salom 103 Bandiera del Giappone Kawasaki ZX-10R Bandiera della Spagna Kawasaki Racing Trofeo SBK EVO
2018 Bandiera della Spagna Javier Forés 230 Bandiera dell'Italia Ducati Panigale R Bandiera dell'Italia Barni Racing Trofeo Indipendenti
2019 Bandiera della Turchia Toprak Razgatlıoğlu 315 Bandiera del Giappone Kawasaki ZX-10R Bandiera dell'Italia Turkish Puccetti Racing
2020 Bandiera dell'Italia Michael Ruben Rinaldi 186 Bandiera dell'Italia Ducati Panigale V4 R Bandiera dell'Italia Team Go Eleven
2021 Bandiera degli Stati Uniti Garrett Gerloff 228 Bandiera del Giappone Yamaha YZF-R1 Bandiera dell'Italia GRT Yamaha
2022 Bandiera dell'Italia Axel Bassani 244 Bandiera dell'Italia Ducati Panigale V4 R Bandiera dell'Italia Motocorsa Racing
2023 249

Costruttori[modifica | modifica wikitesto]

Anno Costruttore Punti Motocicletta
1988 Bandiera del Giappone Honda 142 Bandiera del Giappone Honda RC30
1989 368
1990 399
1991 Bandiera dell'Italia Ducati 489 Bandiera dell'Italia Ducati 888
1992 502
1993 480
1994 403 Bandiera dell'Italia Ducati 916
1995 580
1996 521
1997 Bandiera del Giappone Honda 486 Bandiera del Giappone Honda RC45
1998 Bandiera dell'Italia Ducati 487,5 Bandiera dell'Italia Ducati 996
1999 569
2000 439
2001 553 Bandiera dell'Italia Ducati 996 R
2002 575 Bandiera dell'Italia Ducati 998 F02
2003 600 Bandiera dell'Italia Ducati 999 F03
2004 530 Bandiera dell'Italia Ducati 999 F04
2005 Bandiera del Giappone Suzuki 468 Bandiera del Giappone Suzuki GSXR1000 K5
2006 Bandiera dell'Italia Ducati 450 Bandiera dell'Italia Ducati 999 F06
2007 Bandiera del Giappone Yamaha 467 Bandiera del Giappone Yamaha YZF-R1
2008 Bandiera dell'Italia Ducati 570 Bandiera dell'Italia Ducati 1098 F08
2009 572 Bandiera dell'Italia Ducati 1098R
2010 Bandiera dell'Italia Aprilia 471 Bandiera dell'Italia Aprilia RSV4 Factory
2011 Bandiera dell'Italia Ducati 529 Bandiera dell'Italia Ducati 1098R
2012 Bandiera dell'Italia Aprilia 444,5 Bandiera dell'Italia Aprilia RSV4 Factory
2013 550
2014 468
2015 Bandiera del Giappone Kawasaki 599 Bandiera del Giappone Kawasaki ZX-10R
2016 582
2017 599
2018 570
2019 673
2020 392
2021 Bandiera del Giappone Yamaha 607 Bandiera del Giappone Yamaha YZF-R1
2022 Bandiera dell'Italia Ducati 632 Bandiera dell'Italia Ducati Panigale V4 R
2023 704

Circuiti utilizzati[modifica | modifica wikitesto]

I circuiti della stagione in corso sono in grassetto.

Circuito Nazione Stagioni Gran Premi Mappa
Albacete Bandiera della Spagna Spagna 1992-1999 8
Anderstorp Bandiera della Svezia Svezia 1991, 1993 2
Aragon Bandiera della Spagna Spagna 2011- 13
Assen Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi 1992-2019, 2021- 30
Barcelona Bandiera della Spagna Spagna 2020- 3
Brainerd Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti 1989-1991 3
Brands Hatch Bandiera del Regno Unito Regno Unito 1993, 1995-2008 15
Brno Bandiera della Rep. Ceca Rep. Ceca 1993, 1996, 2005-2012, 2018 11
Buriram Bandiera della Thailandia Thailandia 2015-2019 5
Donington Bandiera del Regno Unito Regno Unito 1988-2001, 2007-2009, 2011-2019, 2021- 29
Estoril Bandiera del Portogallo Portogallo 1988, 1993, 2020- 5
Hockenheim Bandiera della Germania Germania 1988-1997, 1999-2000 12
Hungaroring Bandiera dell'Ungheria Ungheria 1988-1990 3
Imola Bandiera dell'Italia Italia 2001-2006, 2009-2019, 2023- 17
Istanbul Bandiera della Turchia Turchia 2013 1
Jarama Bandiera della Spagna Spagna 1991-1992 2
Jerez Bandiera della Spagna Spagna 1990, 2013-2017, 2020-2021 9
Johor Bandiera della Malaysia Malaysia 1992-1993 2
Kyalami Bandiera del Sudafrica Sudafrica 1998-2002, 2009-2010 7
Laguna Seca Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti 1995-2004, 2013-2019 17
Lausitzring Bandiera della Germania Germania 2001-2002, 2005-2007, 2016-2017 7
Le Mans Bandiera della Francia Francia 1988, 1990 2
Losail Bandiera del Qatar Qatar 2005-2009, 2014-2019 11
Magny-Cours Bandiera della Francia Francia 1991, 2003- 21
Mandalika Bandiera dell'Indonesia Indonesia 2021 1
Manfeild Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda 1988-1990, 1992 4
Miller Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti 2008-2012 5
Misano Adriatico Bandiera dell'Italia Italia 1991, 1993-2012, 2015-2019, 2021- 29
Monza Bandiera dell'Italia Italia 1990, 1992-1993, 1995-2013 22
Mosca Bandiera della Russia Russia 2012-2013 2
Most Bandiera della Rep. Ceca Rep. Ceca 2021- 2
Mosport Bandiera del Canada Canada 1989-1991 3
Mugello Bandiera dell'Italia Italia 1991-1992, 1994 3
Navarra Bandiera della Spagna Spagna 2021 1
Nürburgring Bandiera della Germania Germania 1998-1999, 2008-2013 8
Oran Park Bandiera dell'Australia Australia 1988-1989 2
Oschersleben Bandiera della Germania Germania 2000-2004 5
Paul Ricard Bandiera della Francia Francia 1989 1
Pergusa Bandiera dell'Italia Italia 1989 1
Phillip Island Bandiera dell'Australia Australia 1990-1992, 1994-2020 30
Portimão Bandiera del Portogallo Portogallo 2008-2015, 2020- 12
Salzburgring Bandiera dell'Austria Austria 1995 1
San Juan Villicum Bandiera dell'Argentina Argentina 2018-2019,2021- 3
Sentul Bandiera dell'Indonesia Indonesia 1994-1997 4
Sepang Bandiera della Malaysia Malaysia 2014-2016 3
Shah Alam Bandiera della Malaysia Malaysia 1990-1991 2
Silverstone Bandiera del Regno Unito Regno Unito 2002-2007, 2010-2013 10
Spa-Francorchamps Bandiera del Belgio Belgio 1992 1
Sugo Bandiera del Giappone Giappone 1988-2003 16
Valencia Bandiera della Spagna Spagna 2000-2010 11
Vallelunga Bandiera dell'Italia Italia 2007-2008 2
Zeltweg Bandiera dell'Austria Austria 1988-1994, 1997-1999 10

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Statistiche del Campionato mondiale Superbike.

Dal punto di vista statistico, il pilota ad aver ottenuto più titoli è il britannico Jonathan Rea vincitore di sei titoli mondiali tutti con Kawasaki Racing, seguito dal connazionale Carl Fogarty con quattro titoli e l'australiano Troy Bayliss vincitore di tre titoli mondiali. Il pilota ad aver ottenuto il maggior numero di vittorie è Jonathan Rea con 119 successi, seguito con 59 successi da Fogarty e Bautista. Per quel che concerne i posizionamenti a podio, il pilota ad averne ottenuti di più è Jonathan Rea con 263 piazzamenti, seguito dall'australiano Troy Corser a quota 130 e dal giapponese Noriyuki Haga a quota 116. Tom Sykes è il pilota che è partito più volte dalla pole position con 51 centri in qualifica. Nella graduatoria dei piloti ad aver realizzato il giro veloce in gara, prevale nuovamente Jonathan Rea con 104 seguito dal giapponese Noriyuki Haga con 59 giri veloci.[18]

Collaborazioni tecniche[modifica | modifica wikitesto]

L'Alfa Romeo MiTo usata come safety car dalla SBK nel 2012.

Dal 2004 il fornitore unico di pneumatici è la Pirelli.

Dal 2006 al 2016 le safety car sono Alfa Romeo (in ordine cronologico: 159, Giulietta, MiTo e 4C).[19] Nelle stagioni 2017 e 2018 vengono utilizzate vetture Seat mentre, a partire dal 2019 viene utilizzata la Hyundai i30 Fastback N.[20]

Videogiochi[modifica | modifica wikitesto]

I giochi ufficiali della SBK sono realizzati presso gli studi milanesi dello sviluppatore italiano Milestone (detentore della licenza dal 1998) e distribuiti dalla Black Bean Games, accordo raggiunto nel 2006 tramite RTR Sports.[21] I primi titoli sono stati creati a partire dal 1999 con Superbike World Championship, Superbike 2000 e Superbike 2001 sviluppati solo per PC e distribuiti da EA Sports, mentre la versione 2007 (SBK-07) è uscita per PlayStation 2 e PlayStation Portable e la versione 2008 (SBK 08) insieme alla versione 2009 (SBK 09), 2010 (SBK X) e 2011 (SBK 2011) per PC, Xbox 360, PlayStation 2, PlayStation 3 e PlayStation Portable. Nel 2022 il videogioco SBK22 dedicato alle derivate di serie, torna dopo tanti anni di assenza ed è disponibile per PS5, PS4, Xbox One ed Xbox serie S/X.

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

In Italia il mondiale Superbike è stato trasmesso inizialmente da Telemontecarlo, poi dal 1995 al 1998 da TELE+ per quattro stagioni,[22] per tornare nuovamente dal 1999 al 2013 (tranne quello del 2003, trasmesso dalla Rai in maniera frammentaria) su TMC (poi LA7) nella sua integralità, insieme alla classe minore tra le categorie per moto derivate dalla serie, il mondiale Supersport. Dalla stagione 2014 Mediaset si è assicurata in esclusiva i diritti della competizione per tre stagioni, con opzione di rinnovo fino al 2018, trasmettendone le gare su Italia 1 e Italia 2 (contemporaneamente a Eurosport). Dal 2019 i diritti sono passati a Sky, che lo trasmette in diretta anche in chiaro su TV8.[23]

Loghi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) AMA Motorcycle Hall of Fame, su motorcyclemuseum.org, AMA Motorcycle Hall of Fame, 2004. URL consultato il 2 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2012).
  2. ^ a b (EN) Scheda di Steve McLaughlin, su motorcyclemuseum.org, AMA Motorcycle Hall of Fame, 2004. URL consultato il 2 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2012).
  3. ^ Simone Valtieri, Superbike a tutta velocità con moto di serie, su instoria.it, Ginevra Bentivoglio EditoriA, 15 marzo 2009. URL consultato il 2 luglio 2012.
  4. ^ Enrico Zani, Honda VFR750R (RC30): la Superbike, su cesenabikers.blogspot.it, Cesenabikers, 19 aprile 2012. URL consultato il 30 giugno 2012.
  5. ^ Ian Falloon, Ducati Desmoquattro Superbikes, St.Paul, MN, USA, MotorBooks International, 2002. URL consultato il 15 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2013).
  6. ^ Regolamento mondiale Superbike 2001, su motocorse.com, Nexus Web Services, 5 marzo 2000. URL consultato il 5 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2013).
  7. ^ Luigi Rivola, Mondiale SBK: dal 2004 cambia tutto, su dueruote.it, Editoriale Domus S.p.A., 10 luglio 2003. URL consultato il 5 novembre 2013.
  8. ^ Gianni C., SBK: regolamento 2008, si alle bicilindriche 1200, su motoblog.it, Triboo Media S.r.l., 19 luglio 2007. URL consultato il 6 novembre 2019.
  9. ^ Pirelli fornirà le Diablo Superbike da 17" dal 2013, su worldsbk.com, Dorna Sports S.L., 24 ottobre 2011. URL consultato il 9 marzo 2013.
  10. ^ Al debutto il nuovo pneumatico Pirelli Diablo da 17" nel test di lunedì, su worldsbk.com, Dorna Sports S.L., 29 giugno 2012. URL consultato il 9 marzo 2013.
  11. ^ SBK: novità per il regolamento 2010, su gpone.com, Buffer Overflow S.r.l., 31 ottobre 2009. URL consultato il 6 gennaio 2023.
  12. ^ Diego D'Andrea, La Superbike che verrà: variazioni regolamentari per il biennio 2010-2011, su pianetariders.it, Editrice Qualitime, 29 ottobre 2009. URL consultato il 6 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2020).
  13. ^ Fcalissi, Derivate di serie o derivate da pista?, su forum.dueruote.it, Editoriale Domus S.p.A., 9 marzo 2009. URL consultato il 6 novembre 2019.
  14. ^ Gianni C., Superbike 2010, le novità del regolamento, su motoblog.it, Triboo Media S.r.l., 28 ottobre 2009. URL consultato il 6 novembre 2019.
  15. ^ Danny Garbin, Superbike: le regole del 2015, su giornalemotori.com, Giornalemotori, 31 dicembre 2013. URL consultato il 6 novembre 2019.
  16. ^ (EN) MotoGP 2010 Silverstone - Race Classification (PDF), su resources.motogp.com, Dorna Sport S.L., 20 giugno 2010. URL consultato il 6 novembre 2019.
  17. ^ (EN) SBK 2010 Silverstone - Race Results 1 (PDF), su resources.worldsbk.com, Dorna Sport S.L., 1º agosto 2010. URL consultato il 6 novembre 2019.
  18. ^ (DE) Björn Reichert, SBK Superbike & Supersport Weltmeisterschafts Rekorde, su motorrad-autogrammkarten.de, Björn Reichert. URL consultato il 5 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 30 ottobre 2019).
  19. ^ Carlo Valente, Alfa Romeo Giulietta Safety Car SBK, su infomotori.com, Caval Service S.r.l., 10 maggio 2010. URL consultato il 5 novembre 2019.
  20. ^ (EN) Hyundai Motor unveiled the 2019 WorldSBK Safety Car, su worldsbk.com, Dorna Sport S.Lː, 28 gennaio 2019. URL consultato il 3 febbraio 2019.
  21. ^ Black Bean presenta il nuovo videogioco SBK ’07, su rtrsports.com, RTR Sports Marketing Ltd, 2006. URL consultato il 6 novembre 2019.
  22. ^ Paolo Gozzi, Sky si mangerà anche la Superbike, su paologozzi.gazzetta.it, RCS MediaGroup S.p.A., 29 luglio 2014. URL consultato il 5 novembre 2019.
  23. ^ Superbike 2019, le gare saranno trasmesse in chiaro su TV8, su motosprint.corrieredellosport.it, Conti Editore S.r.l., 11 gennaio 2019. URL consultato il 13 gennaio 2019.
  24. ^ a b c Nuovo look SBK™: un’anteprima di ciò che ci attende nel 2022, su worldsbk.com, Dorna Sports S.L., 22 novembre 2021.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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