Sessa Aurunca

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Sessa Aurunca
comune
Sessa Aurunca – Stemma
Sessa Aurunca – Bandiera
Sessa Aurunca – Veduta
Sessa Aurunca – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Campania
Provincia Caserta
Amministrazione
SindacoLorenzo Di Iorio (PD) dal 4-10-2021
Territorio
Coordinate41°14′N 13°56′E / 41.233333°N 13.933333°E41.233333; 13.933333 (Sessa Aurunca)
Altitudine203 m s.l.m.
Superficie162,18 km²
Abitanti20 202[1] (31-10-2023)
Densità124,57 ab./km²
FrazioniAulpi, Avezzano, Baia Azzurra-Levagnole, Baia Domizia, Carano, Casamare, Cascano, Castellone, Cescheto, Corbara, Corigliano, Cupa, Fasani, Fontanaradina, Gusti, Lauro, Levagnole, Li Paoli, Maiano, Marzuli, Piedimonte Massicano, Ponte, Rongolise, San Carlo, San Castrese, San Limato, San Martino, Santa Maria a Valogno, Sorbello, Tuoro, Valogno, Vigne, Zelloni
Comuni confinantiCarinola, Castelforte (LT), Cellole, Falciano del Massico, Galluccio, Minturno (LT), Mondragone, Rocca d'Evandro, Roccamonfina, Santi Cosma e Damiano (LT), Teano
Altre informazioni
Cod. postale81037
Prefisso0823
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT061088
Cod. catastaleI676
TargaCE
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona C, 1 355 GG[3]
Nome abitantisessani
Patronosan Leone IX Papa
Giorno festivo8 maggio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Sessa Aurunca
Sessa Aurunca
Sessa Aurunca – Mappa
Sessa Aurunca – Mappa
Posizione del comune di Sessa Aurunca nella provincia di Caserta
Sito istituzionale

Sessa Aurunca è un comune italiano di 20 202 abitanti della provincia di Caserta in Campania.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Sessa Aurunca è il primo comune della provincia di Caserta per estensione territoriale, il secondo in Campania dopo Ariano Irpino.[4] È collocata al confine nord-ovest della Campania. Dispone di una fascia costiera sul litorale domizio a breve distanza dal golfo di Gaeta. È separata dal Lazio, provincia di Latina, dal fiume Garigliano. Il centro cittadino che dà il nome alla municipalità è collocato sul pendio di tufo vulcanico a sud-ovest del vulcano spento di Roccamonfina, su di un piccolo affluente del Garigliano. Il centro storico della città fa parte del parco regionale di Roccamonfina-Foce Garigliano.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Sessa Aurunca.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo deriva da Colonia Julia Felix Classica Suessa (o in breve Suessa), città appartenente alla Pentapoli Aurunca, nucleo storico del centro. Si presume che il nome possa derivare dalla felice posizione (sessio, cioè sedile, dolce collina dal clima mite del territorio denominato dai Romani Campania felix).[5]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini: Suessa[modifica | modifica wikitesto]

Veduta di Sessa Aurunca nel XVIII secolo (1703).

Sessa Aurunca è di antichissima origine come confermano tracce di insediamenti preistorici e le necropoli dell'VIII secolo a.C., epoca in cui qui risiedevano gli Aurunci, popolazione di origine indoeuropea, che si stabilì nel basso Lazio, probabilmente intorno al I millennio a.c. Il loro territorio, a sud di quello dei Volsci, era compreso nell'area di Roccamonfina, tra il Liri e il Volturno, i monti Aurunci e il monte Massico. Una delle città principali fu Terracina. Socialmente non erano particolarmente evoluti, o almeno così li descrissero i Romani, costruivano le loro città sempre in cima a un colle a scopo difensivo, con alcune caratteristiche umbro-osche.

Il territorio degli Aurunci si estendeva dal Circeo al Monte Massico, tra Monti Aurunci e i Monti Ausoni e il Mar Tirreno con a capo la Pentapoli di Ausona, Minturnae, Sinuessa, Suessa e Vescia, che ricopriva gran parte di questo territorio.

Minturnae è uno dei centri più antichi del Basso Lazio, alla foce del fiume Garigliano, al confine tra Lazio e Campania, sulla riva destra. Il suo nome si fa risalire a Minothauros, Dio cretese, ma non ce ne sono prove sufficienti.

Insieme alle città di Ausona, Sinuessa, Suessa (Sessa Aurunca) e Vescia, faceva parte della Pentapoli Aurunca, fulcro della confederazione degli Aurunci (o Ausoni), che secondo alcuni anziché di origine indoeuropea, sarebbero discendenti dei Tirreni, quindi popolo di stirpe italica.

Intorno al IV sec. a.c. questo popolo entrò a contatto coi Romani, schierandosi contro di essi e alleandosi coi Sanniti. Le conseguenze furono disastrose: la Pentapoli venne annientata nel 314 a.c. (Livio, IX, 25 "Deletaque Ausonum Gens"), tanto che di Ausona e di Vescia non è rimasto che il nome e poche notizie. Nel 312 la costruzione della Via Appia, che collegava Roma con Capua, interessò anche il sito di Minturnae diventandone il Decumano Massimo, e la città divenne colonia romana nel 295 a.c. Iniziò così un nuovo periodo di prosperità, che raggiunse l'apice nel I sec. d.c.

I Romani fondarono le colonie di Suessa Aurunca e Minturnae, riedificandole e abbellendole, oggi città omonime e con la stessa posizione.

Del periodo romano restano a Minturno l'acquedotto, il teatro, il foro coi suoi templi, le mura e l'anfiteatro. Dopo la devastazione dei longobardi nel 559 d.c., Minturnae venne depredata di marmi e colonne, per le nuove costruzioni, soprattutto da parte della Chiesa.

Per alcuni gli Aurunci coincidono con gli Ausoni, per altri sono popolazioni distinte. Fu comunque una delle più antiche popolazioni dell'Italia preromana, sovente confusa con gli Osci, intesa come abitanti preistorici della zona tra Lazio e Campania, come pure di restanti parti dell'Italia meridionale; Tito Livio la colloca tra i fiumi Liri e Volturno. Nelle loro terre si sono trovati molti reperti che non denotano però grandi insediamenti prima della colonizzazione romana. AUSONI Dionigi di Alicarnasso:

"Gli Arcadi, primi tra gli Elleni, attraversato l'Adriatico si stanziarono in Italia, condotti da Enotro.. nato 17 generazioni prima della guerra di Troia... giunse all'altro mare, quello che bagna le regioni occidentali d'Italia. Questo si chiamava Ausonio dagli Ausoni che abitavano le sue rive;... e fondò sulle alture piccoli centri abitati... E la regione occupata, che era vasta, fu chiamata Enotria ed enotrie tutte le genti su cui regnò. Popolazione di origine indoeuropea, che si stabilì nel basso Lazio, probabilmente intorno al I millennio a.c. Il loro territorio, a sud di quello dei Volsci, era compreso nell'area di Roccamonfina, tra il Liri e il Volturno, i monti Aurunci e il monte Massico. Una delle città principali fu Terracina. Socialmente non erano particolarmente evoluti, o almeno così li descrissero i Romani, costruivano le loro città sempre in cima a un colle a scopo difensivo, con alcune caratteristiche umbro-osche.

Sessa fu fortificata con mura ciclopiche che abbracciano una superficie di circa 1 ettaro: probabilmente questo era l'originario nucleo di Suessa, città preromana che aderiva a una federazione di città aurunche, nota come Pentapoli Aurunca. La superficie pare troppo esigua per un centro abitato e si ipotizza che le mura proteggessero solo un forte militare a difesa degli abitanti. Nel 337 a.C. la postazione fu abbandonata, sotto la pressione dei Sidicini, in favore della zona dell'attuale centro storico di Sessa.

Fu un centro importante degli Aurunci, ma nel IV secolo a.C. fu conquistato dai Romani che sconfissero nel 313 a.C. la Pentapoli Aurunca: vi si insediò allora una colonia di diritto latino, Suessa. Batté moneta dal 270 a.C. circa alla seconda guerra punica (219-202 a.C.), durante la quale si rifiutò di fornire armi, soldati e denari a Roma. Divenne un ragguardevole centro militare, commerciale e agricolo e venne elevata a "municipium" nel 90 a.C.; durante la guerra civile si schierò al fianco di Silla prima e più tardi di Pompeo. È di questo periodo la cinta muraria, di cui restano le tracce: lunga due opere e mezzo con cinque-sei porte, fu realizzata in opus quadratum. Al tempo di Augusto Sessa ospitò una colonia di veterani classarii ed estese i suoi confini.[6]

La posizione vantaggiosa tra la Via Appia e la Via Latina ne fa un centro di produzione agricola, i cui prodotti possono essere trasportati verso Roma o verso Capua. Cicerone menziona Suessa come di un'importante città. Cesare distribuì le terre di Sessa fra i suoi veterani qui, per cui la città assume in alcuni testi il nome di Colonia Julia Felix Classica Suessa.

Teatro romano di Suessa.

Nell'età imperiale Suessa conosce la sua massima espansione urbana: il centro abitato si estendeva su un'area quasi doppia rispetto a quella attuale e contava numerosi e importanti monumenti. Nel 2001 gli scavi hanno riportato alla luce il Teatro Romano, struttura che poteva contenere più di 3 500 spettatori con una scena di circa 30 metri di fronte e 15 di profondità; il teatro ha come cornice naturale la campagna con il golfo di Gaeta all'orizzonte. Presso la città sorse una villa, proprietà di Matidia.

Il medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Al declinare dell'Impero romano, Sessa - diocesi almeno dal V secolo - vive un periodo di decadenza.

Dopo essere stata interessata alle vicende storiche di Capua, Salerno, Benevento e Gaeta, riacquista parte della sua antica importanza verso il XII secolo. Tra il XIV e il XV secolo i Marzano, signori di buona parte di Terra di Lavoro e una delle più potenti famiglie del Regno di Napoli, fecero di Sessa la capitale dei loro feudi.

La signoria dei Marzano ebbe termine nel 1464 e Sessa per breve tempo è eretta in arciducato. Nel 1507 è concessa in feudo a Gonzalo Fernández de Córdoba, che aveva portato a termine la definitiva conquista del Regno di Napoli da parte di Ferdinando il Cattolico e ne aveva ottenuto il titolo di viceré. Apparteneva ad una delle più illustri famiglie di Spagna.

La provincia campana di Terra di Lavoro con i confini dei suoi cinque distretti (dal 1860 circondari)

Dal XIX secolo a oggi[modifica | modifica wikitesto]

Agli inizi del XIX secolo in seguito agli avvenimenti che andavano scuotendo il Regno napoletano, Sessa si trovò priva di due pilastri della sua importanza: la nobiltà e gli ordini religiosi che sin dal XIII secolo, avevano formato uno dei cardini della vita cittadina. Conservò però la diocesi e mantenne un suo ruolo come centro importante della provincia di Terra di Lavoro nel Distretto di Gaeta. Nel 1975 venne scorporata la frazione Cellole divenendo comune autonomo.

Ducato di Sessa[modifica | modifica wikitesto]

Vi è stato un primo Ducato di Sessa, dal 1360 al 1466, un Arciducato, dal 1495 al 1507, e un secondo Ducato di Sessa dal 1507 in poi, il cui titolo nobiliare esiste ancora oggi. Le radici dell'antichissima famiglia Marzano si perdono nella notte dei tempi; probabilmente prese il nome da una omonima terra che possedevano in Principato Citra, infatti sin dal 1230, ai tempi di re Federico II di Svevia, subito dopo la vittoria in Lombardia, sono attestati Riccardo e Giovanni di Marzano.

I Marzano hanno posseduto numerosi feudi tra i quali: Baia, Caggiano, Calvi, Carinola, Dragone, Formicola, Gioia, Laconia, Latino, Maida, Marzano, Monteleone, Monterotario, Rocca d’Aspro, Roccamonfina, Salvitella, Sant’Angelo di Ripacanina, Sant’Angelo le Fratte, Sasso, Sessa, Teano, Tufara, Vallo di Novi

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma del Comune di Sessa Aurunca è stato riconosciuto con decreto del Capo del governo del 18 maggio 1936.[7]

Nello stemma è raffigurato Eracle, nume tutelare del luogo in antichità, nell'atto di strangolare il Leone di Nemea.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Duomo
  • Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo (1183),
  • Chiesa di Santo Stefano (XIII-XIV secolo)
  • Chiesa di San Giovanni a Piazza (XIV-XVIII secolo),
  • Chiesa e convento di San Germano (XIII-XVIII secolo), con interessante interno settecentesco, decorato con stucchi e marmi policromi.
  • Chiesa di Sant'Agostino (XV secolo), oggi di forme barocche, conserva all'interno la tomba di Agostino Nifo. Adiacente ad essa è l'ex convento, di forme vanvitelliane.
  • Chiesa di San Giovanni a Villa (XIII-XVIII secolo): all'interno, all'altare maggiore, è un Crocifisso su tavola dei primi del Quattrocento, mentre agli altari del transetto sono due tele di un pittore vicino a Francesco Solimena.
  • Chiesa dell'Annunziata (XVIII secolo): di epoca angioina, fu ricostruita dopo il terremoto del 1688 in grandiose e classicheggianti forme rococò, tra l'inizio degli anni quaranta e la fine degli anni cinquanta e fu completata dall'architetto Giuseppe Astarita, tra i migliori allievi di Domenico Antonio Vaccaro. L'interno a croce greca ospita nell'abside dietro l'altare maggiore una pala con l'Annunciazione di Sebastiano Conca, firmata e datata 1758 e restaurata nel 2021.[8]
  • Chiesa di San Benedetto,
  • Chiesa di San Michele,
  • Chiesa di Santa Lucia,
  • Chiesa del Santissimo Rifugio,
  • Chiesa di San Carlo Borromeo.
  • Chiesa Rupestre di Santa Maria in Grotta

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Castello ducale

Archeologia[modifica | modifica wikitesto]

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[9]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Al 1 gennaio 2023 vi sono presenti 723 residenti stranieri, pari al 3,47% della popolazione.[10]

Religione[modifica | modifica wikitesto]

Tradizione e folclore[modifica | modifica wikitesto]

  • Settimana Santa;
  • Gran Torneo dei Quartieri.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Sessa Aurunca dispone di scuole di ogni ordine e grado che vanno dal Liceo Classico - istituito, col Convitto Nazionale, nel secolo scorso - all'Istituto d'Arte di Cascano nato per la valorizzazione di un antico e caratteristico artigianato locale.

Museo civico di Sessa Aurunca[modifica | modifica wikitesto]

Presso il Castello Ducale di Sessa Aurunca vi è una sala espositiva in cui sono ospitati una piccola parte dei reperti archeologici provenienti dagli scavi, condotti dalla Soprintendenza tra il 1999 e il 2003, nell’area del Teatro Romano della città[11].

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio comunale attualmente conta 30 frazioni, fra cui:

  • Baia Domizia, località turistica balneare nata nei primi anni sessanta nel mezzo della "pineta" o "pantano di Sessa".
    Il comune di Sessa Aurunca vendette l'area dopo deliberazione del consiglio comunale del 29/9/1962 alla società Aurunca Litora, a condizione che rimanesse aperta a tutti e che fosse sviluppata e valorizzata per scopi "turistici-balneari-residenziali" come citato nell'atto di compravendita.
  • Carano, borgo agricolo, il cui toponimo risale all'età romana, noto per il Santuario di Maria SS. della Libera, meta di pellegrinaggi. La chiesa, a navata unica con cappelle laterali e cupola maiolicata, conserva all'altare maggiore un affresco campano-bizantino attardato (XIV secolo) e una statua in legno policromo della Vergine, di Giacomo Colombo. La festa patronale in onore della Madonna della Libera si svolge la prima domenica di maggio.[12]
  • Cascano. Il borgo, d'origine romana come evidenzia il toponimo, è un centro noto soprattutto per l'artigianato della ceramica, la cui lavorazione è documentata nel sito almeno dal IV secolo d.C.[13]
  • Corbara, piccola frazione, conta circa 200 abitanti, anch'essa nota per la lavorazione della terracotta. Vi è situata la parrocchia di San Clemente.[14]
  • Avezzano-Sorbello, piccola frazione, conta circa 600 abitanti.
  • Fasani. In località Gualana è situata la grotta di San Michele, dove si conservano ancora le strutture architettoniche di tre absidiole sulle cui superfici sono visibili alcune figure di santi, e affreschi di pregevole fattura, risalenti al VIII secolo dell'era cristiana.[15]
  • Fontanaradina è una frazione di circa 110 abitanti. Il villaggio, secondo quanto narra la leggenda, è stato fondato agli inizi degli anni Mille; prima di questa data si narra che in tale luogo ci fossero soltanto delle sorgenti (da qui il nome Fontanaradina, ossia "fontana gradita", per il fatto che i viandanti che passavano in quella zona, potevano trovare refrigerio e ristoro nell'acqua della sorgente). Costruito sulle pendici del vulcano di Roccamonfina, in prossimità di una bocca laterale, è situato a 400 metri sul livello del mare. Il villaggio gode di un clima mite e di un panorama che va dal promontorio di Mondragone (CE) al golfo di Gaeta (LT). Il paese è sede di una delle più antiche chiese del comune sessano e anche una delle più grandi, costruita nei primi anni del 1400 unica sulle toraglie con le sue tre navate. I santi patroni di Fontanaradina sono i santi Martiri Nazario e Celso che si festeggiano il 28 luglio.
Lauro - Chiesa di Santa Lucia
  • Lauro, frazione di circa 2 000 abitanti situata a circa 100 m s.l.m. La festa patronale principale ricorre la seconda domenica di maggio, in onore di Maria SS. delle Grazie sotto il titolo dei Pozzi, particolarmente suggestivo è il luogo ove sorge il Santuario della Madonna. Altri santi patroni venerati a Lauro sono Sant'Antonio abate (17 gennaio), San Michele Arcangelo (29 settembre) e Santa Lucia (13 dicembre). Presente una sempre crescente attività culturale nell'ambito della musica con diverse scuole e formazioni bandistiche. Il centro storico è pavimentato da tipiche basaltine.
  • Ponte, piccola frazione di Sessa Aurunca con circa 450 abitanti, uno dei più suggestivi e antichi paesini di montagna del Casertano, al centro di un'ampia zona per le escursioni a piedi e in mountain bike. Il suo nome deriva da un ponte aurunco, che attraversava il rivo ivi presso. La via di cui il ponte era parte, era a lastre di basalto e veniva da Sessa. Questa strada era la via Fistula, che fu attraversata dal console Marcello con le sue truppe per raggiungere il campo trincerato di Suessa durante la guerra contro Annibale.
  • Rongolise. Da Segnalare la Chiesa di S. Maria in Grotta, ricavata nel tufo, conserva nell'interno notevoli affreschi del XII secolo. Alla parete destra, di particolare interesse, è Il transito della Vergine, segue l'Arcangelo Michele che pesa le anime; S. Tommaso Apostolo, Madonna in trono con Bambino. Alla parete sinistra, in un riquadro, S. Esdra, S. Margherita e S. Onofrio. Altri affreschi sono di epoche successive.
  • San Carlo.
  • San Castrese. La comunità di San Castrese vive nel territorio di Sessa Aurunca. Il suo nome gli deriva dal Santo Vescovo Castrese che, espulso dall'Africa settentrionale durante la persecuzione vandalica, verso la metà del V secolo, si è, probabilmente, rifugiato in questi luoghi, dove ha continuato la sua missione apostolica. Il nucleo urbano sorge su una collina, a ridosso della piana del Garigliano, ad un'altitudine di 46 metri s.l.m. Il clima mite e la fertilità del suolo, favorisce ancora le colture e le piantagioni. Il paese è collegato attraverso la strada provinciale con il centro di Sessa Aurunca, distante 9 km e con la SS. 430 a 100 metri.
  • San Limato. Frazione agricola situata nei pressi del Villaggio Turistico di Baia Felice, nota per i resti della Villa Romana di Punta San Limato.
  • Piedimonte Massicano. 47 m s.l.m. La festa patronale ricorre il 2 giugno, in onore del patrono Sant'Erasmo. Località agricola posta tra il Monte Massico e il mare. Nel suo territorio vi sono le vestigia della Magna Grecia (resti delle mura della colonia greca presso spiaggia di San Limato).

Economia[modifica | modifica wikitesto]

La particolare dislocazione geografica del Centro e delle 30 frazioni fra un'ampia zona collinare e la fertilissima "Piana del Garigliano", rende importante il territorio comunale per una produzione agricola differenziata e apprezzata soprattutto per quanto riguarda olio e vini noti già nell'epoca romana (numerose sono sul territorio le tracce di grossi insediamenti produttivi di età imperiale).

Da queste terre, fino alle pendici del Massico proviene il vino Falerno e l'olio d'oliva Terre Aurunche DOP.

Non mancano l'allevamento del bestiame (in modo particolare delle "bufale" in pianura e degli ovini in collina), recenti impianti ittici, né insediamenti industriali.

Centrale nucleare del Garigliano[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Centrale nucleare del Garigliano.

Nelle campagne di Sessa Aurunca sorge la centrale nucleare dismessa "del Garigliano"[16], chiusa nel 1982.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Stazione di Sessa Aurunca-Roccamonfina

Sessa Aurunca è attraversata dalla strada statale 7 Via Appia e dalla Strada statale 7 quater Via Domitiana.

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

Il comune dispone della stazione ferroviaria di Sessa Aurunca-Roccamonfina-Cellole sulla ferrovia Roma-Formia-Napoli. Fino al 1957 il comune era servito anche dalla stazione di Sessa Aurunca Superiore sulla ferrovia Sparanise-Gaeta.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di Sessa Aurunca.

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Hanno sede nel comune le società di calcio: U. S. Sessana 1915 e A.S.D. Real Piedimonte Calcio, che hanno disputato campionati dilettantistici regionali.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Comuni della Campania per superficie territoriale, su Tuttitalia.
  5. ^ Daniela Galliano, L'aerarium-tabularium di Sessa Aurunca. Il tesoro e l'archivio dei romani, su VesuvioLive, 28 febbraio 2016. URL consultato il 14 giugno 2016.
  6. ^ Claudia della Corte, Caserta e la sua Provincia, in Ente Provinciale per il Turismo di Caserta, 2001, p. 25.
  7. ^ Sessa Aurunca, DCG 1936-05-18, riconoscimento di stemma, su dati.acs.beniculturali.it, Archivio centrale dello Stato, Ufficio araldica, Fascicoli comunali, busta 154, fascicolo 11568. URL consultato il 5 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 19 aprile 2016).
  8. ^ Paola Coniglio, Sebastiano Conca, Annunciazione, in La Fragilità e la Forza. Antonello da Messina, Bellini, Carpaccio, Giulio Romano, Boccioni, Manet, 200 capolavori restaurati, XIX edizione di Restituzioni. Tesori d'arte restaurati, catalogo di mostra, Milano, 2022, pagg. 836 - 845.
  9. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  10. ^ Popolazione straniera residente, su demo.istat.it.
  11. ^ Sala Espositiva presso il Castello Ducale di Sessa Aurunca, su beniculturali.it.
  12. ^ Conoscere il territorio aurunco: Il Santuario di Maria SS. Della Libera e l'Episcopio di Ventaroli, su Il Punto Quotidiano. URL consultato il 14 marzo 2020.
  13. ^ Salvatore Bertolino, Monte Massico ed il territorio tra i fiumi Garigliano e Volturno: Hand made: nel laboratorio di un ceramista a Cascano di Sessa Aurunca, su Monte Massico ed il territorio tra i fiumi Garigliano e Volturno, sabato 23 settembre 2017. URL consultato il 14 marzo 2020.
  14. ^ La frazione di Corbara nel comune di Sessa Aurunca (CE) Campania, su italia.indettaglio.it. URL consultato il 14 marzo 2020.
  15. ^ Tesi di laurea (PDF), su rilievoarcheologico.it.
  16. ^ Archivio Istituto Luce - La nascita della Centrale del Garigliano (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA. VV., Cronache di santità e di ragù: dieci anni di satira a Sessa Aurunca, Editore Cooperatrice La Comune, Sessa Aurunca, 1985.
  • AA. VV., Lungo le tracce dell'Appia: Sessa Aurunca e Capua due città di cultura, Caramanica Editore, Marina di Minturno (Lt), 1993.
  • AA. VV., Il "Miserere" di Sessa Aurunca. Canto polifonico di tradizione orale, a tre voci pari, Caramanica Editore, Marina di Minturno (Lt), 2018.
  • Pasquale Ago, Il «Miserere» di Sessa Aurunca, Tipografia Sarao, Sessa Aurunca, 2016.
  • Rosario Ago, Taddeo da Sessa. Giudice, consigliere e ambasciatore di Federico II, Artetetra Edizioni, Capua (Ce), 2021.
  • Brandisio Andolfi, Sessa Aurunca. I Luoghi della Memoria, Corrado Zano Editore, Sessa Aurunca, 2005.
  • Gennaro Bove, Il volto francescano della Diocesi di Sessa Aurunca, Edizioni Miscellanea Francescana, Perugia, 1979.
  • Amato Brodella, Il Monastero di S. Anna, Corrado Zano Editore, Sessa Aurunca, 2002.
  • Antonio Calenzo, Il carnevale a Sessa Aurunca e frazioni: origine - caratteristiche - sviluppi: anni '30 - '80, Caramanica Editore, Marina di Minturno (Lt), 2019.
  • Erasmo Capizzi, Al Parlamento d'Italia. Lagnanze del popolo di Piedimonte di Sessa Aurunca, provincia di Terra di Lavoro, 1866.
  • Cosma Capomaccio, La Basilica Cattedrale di Sessa Aurunca, Stampa Valsele Tipografica s.r.l., Materdomini (Av), 1999.
  • Cosma Capomaccio, Monumentum resurrectionis. Ambone e candelabro per il cero pasquale. Iconografia e iconologia del monumento nella cattedrale di Sessa Aurunca, La Poligrafica, Gaeta, 1993.
  • Cosma Capomaccio, Pagus Cellularum, Corrado Zano Editore, Sessa Aurunca, 2003.
  • Cosma Capomaccio, La Pala della Basilica Cattedrale, Corrado Zano Editore, Sessa Aurunca, 2004.
  • Cosma Capomaccio, San Leone IX, Corrado Zano Editore, Sessa Aurunca, 2004.
  • Cosma Capomaccio, San Lazzaro, Corrado Zano Editore, Sessa Aurunca, 2004.
  • Gianfilippo Carrettoni, Statua ornamentale di fontana. Sessa Aurunca, Accademia d'Italia, 1944.
  • Sergio Cascella, Il teatro romano di Sessa Aurunca, Caramanica Editore, Marina di Minturno (Lt), 2002.
  • Sergio Cascella, Matidia Minore, la Bibliotheca Matidiana e il Foro di Suessa (Sessa Aurunca - Ce). Considerazioni preliminari sullo scavo del cosiddetto "Aerarium". in Studi sulla Campania nell'antichità, OEBALUS, Roma, 2013.
  • Eleonora Chinappi, Antonio Marcello Villucci, La lastra tombale di Antonello della Rath e Margherita Marzano nella chiesa di Sant'Agostino a Sessa Aurunca, Rds Grafica Editore, Sessa Aurunca, 2017.
  • Teresa Colletta, La Struttura antica del territorio di Sessa Aurunca. Il Ponte Ronaco e le vie per Suessa, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1989.
  • Teresa Colletta, Le cinte murarie urbane della Campania. Teano, Sessa Aurunca, Capua, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1997.
  • Pasquale Cominale (a cura di), Innamerica. Le lettere degli emigrati di Sessa Aurunca ai loro familiari (1917-1941), Loffredo Editore, Napoli, 2009.
  • Pasquale Cominale, Claudia Gentile, Raffaele Giglio (Edd), Sessa Aurunca. Territorio storia tradizioni cultura, Edizioni Senza Torchi, Napoli, 2015.
  • Cecilia Aida Maria Del Mastro, Chi Montecassino non vede paradiso non crede, Corrado Zano Editore, Sessa Aurunca, 2005.
  • Cecilia Aida Maria Del Mastro, L'Urbe Eterna e il suo Connubio col Papato, Corrado Zano Editore, Sessa Aurunca, 2005.
  • Cecilia Aida Maria Del Mastro, Vinum Falernum et Tellus Aurunca, Corrado Zano Editore, Sessa Aurunca, 2007.
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