Stokesia laevis

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Stokesia laevis
Stokesia laevis
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Vernonioideae
Tribù Vernonieae
Sottotribù Stokesiinae
H. Rob., 1999
Genere Stokesia
L'Hér., 1789
Specie S. laevis
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Vernonieae
Genere Stokesia
Specie S. laevis
Nomenclatura binomiale
Stokesia laevis
Greene, 1893

Stokesia laevis Greene, 1893 è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae. Stokesia laevis è anche l'unica specie del genere Stokesia L'Hér., 1789. Il genere Stokesia è anche l'unico genere della sottotribù Stokesiinae H. Rob., 1999.[1][2][3][4][5][6]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome "generico" (Stokesia) è stato dato in onore del botanico e medico inglese Jonathan Stokes (1755-1831)[7], quello "specifico" (laevis = liscio in latino[8]) fa riferimento all'habitus della pianta.

Il nome scientifico della specie è stato definito dai botanici John Hill (1716-1775) e Edward Lee Greene (1843-1915) nella pubblicazione "Erythea; a Journal of Botany, West American and General. Berkeley, CA" (Erythea 1: 3) del 1893[9]. Il genere è stato definito dal magistrato e botanico francese Charles Louis L'Héritier de Brutelle (1746-1800) nella pubblicazione "Sertum Anglicum: seu Plantae Rariores quae in Hortis juxta Londinum, Imprimis in Horto Regio Kewensi Excoluntur, ab Anno 1786 ad Annuum 1787 Observatae. Paris" (Sert. Angl. [1]: 27) nel 1789[10]. La sottotribù è stata definita dal botanico americano contemporaneo Harold Ernest Robinson (1932 -) nella pubblicazione "Proceedings of the Biological Society of Washington" del 1999.[11]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Le foglie e il portamento della pianta
Le foglie
L'infiorescenza
I fiori

Le piante di questa specie sono delle erbe perenni provviste di peli semplici o aracnoidi per lo più sugli steli. Possono arrivare ad una altezza compresa tra 2 e 5 dm. Gli organi interni di queste piante contengono lattoni sesquiterpenici.[4][5][7][11][12][13][14]

Le foglie, picciolate (lunghezza del picciolo: 3 – 12 cm), sono per lo più basali, quelle lungo il caule sono disposte in modo alternato e sessile. La lamina ha delle forme da ovate a lanceolate oppure lanceolato-lineari. Le facce sono glabre. Le venature sono di tipo pennato. Dimensione delle foglie inferiori: larghezza 1 – 5 cm; lunghezza 8 – 15 cm. Dimensione delle foglie superiori: larghezza 1 – 3 cm; lunghezza 5 – 12 cm.

Le infiorescenze sono formate da capolini solitari, peduncolati; eventualmente sono raggruppati in lasse cime. I capolini sono composti da un involucro emisferico formato da 40 - 50 brattee embricate su 3 -4 serie che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono i fiori. Le brattee dell'involucro sono persistenti; quelle esterne sono di tipo filiforme con margini spinulosi. Il ricettacolo è privo di pagliette. Diametro dei capolini: 6 – 12 cm. Dimensione dell'involucro: larghezza 25 – 45 mm; lunghezza 25 – 45 mm. Lunghezza delle brattee esterne: 15 – 35 mm. Lunghezza delle brattee interne: 10 – 15 mm.

I fiori, da 60 a 70 per ogni capolino, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono inoltre ermafroditi e actinomorfi (raramente possono essere zigomorfi).

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[15]

Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.

Corolla: il colore della corolla è bluastro (ma anche bianca) di tipo liguliforme. Lunghezza delle corolle esterne: 15 – 25 mm. Lunghezza delle corolle interne: 12 – 15 mm.

Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[16] Le antere sono glabre (specialmente le appendici) e prive di ghiandole; la base è arrotondata. Il polline è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro)[17] e la parte più esterna dell'esina è sollevata a forma di creste e depressioni (polline "lophato").

Gineceo: lo stilo è filiforme, provvisto di ghiandole e privo di nodi basali. Gli stigmi dello stilo sono due divergenti. La pubescenza è formata da peli appuntiti. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Gli stigmi hanno la superficie stigmatica interna.[18]

I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni, con 3 - 4 coste ghiandolose, sono provvisti di rafidi, ma sono privi di fitomelanina. Il pappo è formato da 4 - 5 scaglie decidue. Lunghezza dell'achenio: 8 – 12 mm.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Le piante di questa specie sono distribuite nella parte sud-orientale degli Stati Uniti. L'habitat preferito sono le radure boschive (pinete umide e avvallamenti), le paludi e in generale le zone umide, le savane e i fossati per lo più lungo le pianure costiere fino ad una quota di 100 m s.l.m.. Fioriscono da giugno a settembre.[5][7][19]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[20], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[21] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[22]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][4][5]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Le piante di questo gruppo appartengono alla tribù Vernonieae Cass. della sottofamiglia Vernonioideae Lindl.. Questa classificazione è stata ottenuta ultimamente con le analisi del DNA delle varie specie del gruppo.[6] Da un punto di vista filogenetico in base alle ultime analisi sul DNA la tribù Vernonieae è risultata divisa in due grandi cladi: Muovo Mondo e Vecchio Mondo. I generi di Stokesiinae appartengono al clade relativo all'America.[23]

Da un punto di vista filogenetico la sottotribù si è separata precocemente dal resto della tribù: si trova più o meno in una posizione "basale" tra le sottotribù Gymnantheminae e Centrapalinae.[23]

La sottotribù, e quindi i suoi generi, si distingue per i seguenti caratteri (gli ultimi tre caratteri sono unici per la tribù[24]):[4]

  • i capolini sono singoli su lunghi peduncoli;
  • la corolla è liguliforme;
  • lo stilo è ghiandoloso;
  • il numero cromosomico è 2n=14.

La specie di questa voce presenta il seguente numero cromosomico: 2n = 14.[4][5]

Il basionimo per questa specie è: Carthamus laevis Hill.[25]

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

I sinonimi della specie sono:[2]

  • Cartesia centauroides Cass.
  • Carthamus cyaneus Banks ex Steud.
  • Stokesia cyanea L'Hér.
  • Carthamus laevis Hill

I sinonimi del genere sono:[2]

  • Cartesia Cass., 1816

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 19 novembre 2021.
  3. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 19 novembre 2021.
  4. ^ a b c d e Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 165.
  5. ^ a b c d e Funk & Susanna 2009, pag. 452.
  6. ^ a b Susanna et al. 2020.
  7. ^ a b c eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 02-marzo-2014.
  8. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 02-marzo-2014.
  9. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 19 novembre 2019.
  10. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 19 novembre 2019.
  11. ^ a b Robinson 2 1999.
  12. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  13. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  14. ^ Judd 2007, pag.517.
  15. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  16. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  17. ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
  18. ^ Judd 2007, pag. 523.
  19. ^ Missouri Botanical Garden, su missouribotanicalgarden.org. URL consultato il 3-marzo-2014.
  20. ^ Judd 2007, pag. 520.
  21. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  22. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  23. ^ a b Siniscalchi et al. 2019.
  24. ^ Loeuille et al. 2015, pag.294.
  25. ^ Global Compositae Checklist [collegamento interrotto], su compositae.landcareresearch.co.nz. URL consultato il 3-marzo-2014.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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