Stazione di Moncucco

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Moncucco
stazione ferroviaria
(DE) Schelleberg
Il fabbricato viaggiatori a metà 2014
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàBrennero
Coordinate46°56′46.96″N 11°26′50.32″E / 46.946379°N 11.447312°E46.946379; 11.447312
Lineeferrovia del Brennero
Storia
Stato attualedismesso
Soppressione1999
Caratteristiche
TipoFermata in superficie, passante
Binari2
OperatoriFerrovie dello Stato Italiane
NoteSenza traffico dal 1978 fino alla soppressione

La stazione di Moncucco (in tedesco Schelleberg) era una fermata ferroviaria[1][2] posta sulla linea Brennero-Bolzano. Serviva il centro abitato di Moncucco, frazione di Brennero (BZ).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Vista della fermata negli anni dell'esercizio
L'impianto nel 1999, già senza traffico, ma ancora toccata dalla linea del Brennero

L'idea di impiantare una stazione ferroviaria a Moncucco fu concepita essenzialmente allo scopo di installare un ulteriore punto di rifornimento d'acqua per le locomotive a vapore, nonché per mettere a disposizione un ulteriore scalo a beneficio del bacino d'utenza dell'Alta Valle Isarco.

Il marcato dislivello tra Moncucco e la stazione di Colle Isarco (circa 250 m) obbligò i progettisti a escogitare soluzioni tecniche ad hoc per superarlo: venne dunque costruita una galleria elicoidale lunga 761 m in località Masi Ast, il cui cantiere si protrasse da maggio 1864 a dicembre 1866 e fu rallentato da vari incidenti sul lavoro.[2]

La ridotta distanza tra tale fermata e quella Colle Isarco (1 km in linea d'aria e 4 di strada ferrata[3]) spingeva molti viaggiatori diretti in tale località a scendere dal treno a Moncucco e raggiungere la destinazione compiendo una breve passeggiata su un sentiero parallelo al sedime ferroviario. Tra i tanti che optarono per questa scelta vi fu lo scià di Persia Nasser al-Din Shah Qajar, che compì la discesa a piedi il 10 agosto 1873 mentre da Innsbruck si recava in treno in Italia[2].

Il tracciato ferroviario tra Terme del Brennero e Fleres (passante per Moncucco) divenne popolare tra i turisti per la sua spettacolarità (essendo ricco di gallerie e curve strette) e per l'ampio panorama di cui si poteva godere dalle carrozze. Per contro esso risultava altresì piuttosto pericoloso in quanto esposto a slavine e frane.[2]

La stazione venne chiusa al pubblico nel 1978, ma continuò a rimanere attiva per il servizio movimento. In seguito all'attivazione del blocco automatico, venne trasformata in posto di comunicazione comportando l'eliminazione del binario di precedenza centrale e l'installazione di due comunicazioni (tuttavia permanentemente immobilizzate).[4]

La ferrovia in sé continuò a transitarvi fino al 1999, quando l'apertura della galleria Fleres (che congiungeva direttamente Fleres a Terme del Brennero) la tagliò fuori dal tracciato. L'impianto fu quindi del tutto abbandonato e le infrastrutture ferroviarie vennero dismesse; sull'ex sedime venne fatta passare la nuova pista ciclabile del Brennero.[2]

Strutture e impianti[modifica | modifica wikitesto]

Il fabbricato viaggiatori, suddiviso in un corpo centrale (la cosiddetta "torre dell'acqua") e due lunghe ali laterali più basse, è costruito in grovacca rivestita di legno e di latta. L'ala nord ospitava l'abitazione del casellante, mentre l'ala sud accoglieva l'ufficio del Dirigente Movimento, un magazzino e un'officina. L'edificio centrale ospitava al pianterreno la sala d'attesa, i gabinetti per i viaggiatori e un deposito di carbone, mentre al piano superiore era ubicato il serbatoio dell'acqua per il rifornimento delle locomotive a vapore.[2]

50 m a sud del suddetto edificio si trova un altro fabbricato di dimensioni più contenute, comprendente un alloggio ad uso del personale ferroviario, un capanno attrezzi in cemento prefabbricato e un piccolo edificio con tetto a capanna, ospitante un ufficio aggiunto della dirigenza movimento.[2]

Rientra nel patrimonio edilizio della stazione anche un'abitazione a due piani ad uso dei dipendenti delle ferrovie, costruita nel 1928 su progetto di Angiolo Mazzoni a metà strada tra Colle Isarco e Moncucco.[2]

Tutti gli edifici versano in stato di abbandono.[2] A seguito della chiusura della linea, le traversine dei vecchi binari sono state reimpiegate per consolidare i muraglioni che proteggono il lato "a monte" dell'ex sedime.

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Panorama sulle strutture della stazione di Moncucco: a sinistra il fabbricato viaggiatori (con al centro il serbatoio dell'acqua), a destra gli edifici di servizio.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Piano schematico.
  2. ^ a b c d e f g h i Curatorium per la Salvaguardia dei Beni Culturali Tecnici, Linea Brennero Ex-Stazione Moncucco, su tecneum.eu. URL consultato il 23 ottobre 2022.
  3. ^ (DE) Wilhelm Flattich, Eisenbahn-Hochbau, Lehmann & Wentzel, Vienna, p. 89, 1855.
  4. ^ Fabio Veronesi, C'era una volta la Bolzano-Brennero, su ferrovie.it, 6 settembre 2011. URL consultato il 24 ottobre 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]