Stazione di Milano Porta Sempione

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Milano Porta Sempione
stazione ferroviaria
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàMilano
Coordinate
Lineeferrovia Mortara-Milano
Storia
Stato attualeDismessa
Attivazione1883
Soppressione1931
Caratteristiche
TipoScalo in superficie, passante
Binari15

La stazione di Milano Porta Sempione fu uno scalo di smistamento della linea Milano-Mortara, posta lungo il tratto compreso tra la vecchia stazione di Milano Centrale e quella di Milano Porta Genova, che iniziò a operare dal settembre del 1883 e venne dismesso nel 1931.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Locomotiva 3957 della Rete Adriatica in sosta a Milano Sempione
Mappa del nodo ferroviario di Milano in seguito alle modifiche attuate fra il 1914 e il 1931

L'impianto fu edificato nel 1884[1] dalla Società per le Ferrovie dell'Alta Italia (SFAI) lungo la ferrovia Milano-Mortara, nell'area compresa all'incirca fra le attuali vie Ippolito Nievo e Pallavicino, nella zona occidentale della città, fra il Parco Sempione e la Fiera di Milano.

La SFAI ne aveva ordinato la costruzione per far fronte all'incremento del traffico merci su rotaia, essendo ormai divenuto insufficiente il vecchio scalo merci di Porta Garibaldi[2].

La sua costruzione subì numerose interruzioni, poiché alcuni cittadini erano contrari alla posizione così centrale per uno scalo merci che avrebbe disturbato lo sviluppo urbanistico della seconda metà del diciannovesimo secolo a Milano[2].

L'inaugurazione avvenne nel settembre del 1883, nonostante i lavori non fossero ancora stati completati[2].

Con l'apertura della "cintura sud", avvenuta nell'estate del 1891, lo scalo divenne direttamente raggiungibile dai treni provenienti dalle linee per Genova, Bologna e, dal 1904, Venezia, non occorrendo più il transito presso la vecchia stazione centrale[2].

Lo scalo, insieme al tratto di linea ferroviaria sul quale si collocava, fu dismesso nel 1931, in occasione dell'apertura del nuovo assetto ferroviario della città[2].

L'area su cui sorgeva è stata successivamente assorbita dal reticolo viario e in gran parte occupata dal Parco Pallavicino.

Strutture e impianti[modifica | modifica wikitesto]

Il piazzale dello scalo, di lunghezza pari a 1366 metri, era dotato di quindici binari e di tre cabine di manovra.

Nell'area settentrionale erano presenti un'officina ed una rimessa locomotive, in grado di ospitare trentaquattro mezzi. Quest'ultima era sussidiata da un'altra rimessa che permetteva il ricovero di ulteriori dodici locomotive[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Vittorio Emanuele Parsi, Enrico Maria Tacchi, Quarto Oggiaro, Bovisa, Dergano: prospettive di riqualificazione della periferia di Milano, Milano, FrancoAngeli, 2003.
  • Direzione generale delle Ferrovie dello Stato, Relazione a S. E. il ministro dei lavori pubblici sull' andamento dell' amministrazione delle Ferrovie dello Stato, 1906
  • Politecnico di Milano, Il progetto della città interrotta, Maggioli s.p.a., 2011, ISBN 978-88-387-6076-1
  • Parlamento italiano, Atti parlamentari, Volume 5, Tip. E. Botta, 1906

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