Spicara smaris

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Zerro


Maschio (in alto) e femmina

Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa Bilateria
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Superclasse Gnathostomata
Classe Actinopterygii
Sottoclasse Osteichthyes
Superordine Acanthopterygii
Ordine Perciformes
Sottordine Percoidei
Famiglia Centracanthidae
Genere Spicara
Specie S. smaris
Nomenclatura binomiale
Spicara smaris
Linnaeus, 1758
Sinonimi

Maena smaris (Linnaeus, 1758)
Smaris alcedo (Risso, 1810)
Smaris gracilis Bonaparte, 1836
Smaris maurii Bonaparte, 1836
Smaris smaris (Linnaeus, 1758)
Smaris vulgaris Valenciennes, 1830
Sparus alcedo Risso, 1810
Sparus smaris Linnaeus, 1758
Spicara alcedo (Risso, 1810)

Spicara smaris (Linnaeus, 1758), conosciuto comunemente come zerro, è un pesce osseo marino della famiglia Centracanthidae.

Habitat e distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Lo zerro si trova nell'oceano Atlantico orientale, dal Portogallo alle Canarie, nel mar Mediterraneo, nel mar Nero e nel sud del mar d'Azov[1]. È comunissimo nel Mediterraneo e nei mari italiani[2].

Si trova principalmente su praterie di Posidonia oceanica ma anche su fondi sabbiosi o fangosi, di rado su roccia[3]. Di solito frequenta fondali tra 15 e 70 metri di profondità[3] ma è stato catturato a 328 metri nel mar Ionio orientale[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

È simile alla mennola per l'aspetto generale anche se ha colori più smorti, scaglie più piccole e numerose e sagoma visibilmente più slanciata e affusolata[3]. La bocca, come in tutti i Centracanthidae, si può allungare a tubo. La pinna dorsale è più bassa che nella mennola, ha altezza uniforme per tutta la lunghezza. Il colore di fondo è grigio più o meno scuro sul dorso (mai azzurro come nella mennola) e argenteo sui fianchi, a metà dei quali è presente una macchia nera rettangolare come nella mennola. Le pinne sono giallastre, chiare; la pinna caudale ha talvolta riflessi rossastri. Nei maschi adulti sono presenti linee più o meno verticali di colore bluastro; nelle femmine si possono evidenziare delle fasce scure verticali, di solito poco distinte. Nella stagione riproduttiva entrambi i sessi hanno una macchia scura all'inizio della pinna dorsale[2][3][4].

Non supera i 20 cm di lunghezza[1].

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Vive in banchi, spesso numerosissimi, di esemplari tutti delle stesse dimensioni[3]. Nel periodo della frega diventa solitario[1].

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Alla nascita sono tutte femmine e successivamente diventano tutti maschi, il dimorfismo è caratterizzato sia dal colore che dalle dimensioni.[senza fonte] La deposizione delle uova avviene in inverno e primavera. Tutti gli individui più piccoli di 13 cm sono femmine, tutti quelli maggiori di 15 cm maschi[2].

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si ciba prevalentemente di zooplancton[5], crostacei e anellidi.[senza fonte]

Pesca[modifica | modifica wikitesto]

Questi pesci vengono catturati in abbondanza con rete da posta, nasse e lenze. Le carni sono abbastanza scadenti[4].

Cucina e tradizione[modifica | modifica wikitesto]

Viene utilizzato moltissimo nella cucina nord occidentale Siciliana. L'esemplare maschio viene soprannominato "asineddu" e la femmina "maccarruneddu". La carne del pesce è molto delicata e molto interessante dal punto di vista nutrizionale. Può essere utilizzato per varie preparazioni. Sia come condimento per la pasta che come secondo piatto, fritto e accompagnato da una salsa di cipolle in agrodolce.[senza fonte]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (EN) Spicara smaris, su FishBase. URL consultato il 22/07/2014.
  2. ^ a b c Enrico Tortonese, Osteichthyes, Bologna, Calderini, 1975.
  3. ^ a b c d e Louisy.
  4. ^ a b Francesco Costa, Atlante dei pesci dei mari italiani, Milano, Mursia, ISBN 88-425-1003-3.
  5. ^ Food and Feeding Habits: Diet Composition - Spicara smaris, su fishbase.us.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Egidio Trainito, Atlante di flora e fauna del Mediterraneo, 2004ª ed., Milano, Il Castello, 2004, ISBN 88-8039-395-2.
  • Il Vespro, Giornale di Notizie di Sicilia, Anno 5 n° 09- Settembre 2010
  • Patrick Louisy, Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo, a cura di Egidio Trainato, Milano, Il Castello, 2006, ISBN 88-8039-472-X.

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